Il 21 gennaio 2021 è morta Jolka Milič, nata nel 1926, a Sežana (Slovenia); il 5 febbraio avrebbe compiuto 95 anni. Abbiamo inaugurato il primo numero della rivista web FILI D’AQUILONE nel gennaio del 2006 con il titolo Il filo spinato della memoria e il progetto è andato avanti con una cadenza trimestrale per poi passare, negli ultimi anni, a un ritmo quadrimestrale e questo perché nel 2010 abbiamo fondato anche la casa editrice EDIZIONI FILI D’AQUILONE che, passo passo, ha richiesto più impegno e un costante lavoro.
Fin dall’inizio Jolka Milič ha fatto parte della redazione della rivista insieme al sottoscritto, Giuseppe Ierolli, Martha Canfield, Vera Lucia de Oliveira, Ambra Laurenzi e Viviane Ciampi. Una redazione cosmopolita e a trazione femminile.
Jolka ci ha fatto conoscere, nei suoi oltre sessanta lavori per la rivista, molta poesia contemporanea slovena (Peter Semolič, Niko Grafenauer, Brane Mozetič, Barbara Korun, Tomaž Šalamun, Kajetan Kovič…), dando anche molto spazio a giovani emergenti, e, inoltre, alla letteratura slovena per l’infanzia. Un lavoro costante, preciso, meticoloso: ricontrollava tutto più volte, e una volta messo in rete il numero già lavorava al successivo. Anche se mancavano un paio di mesi all’uscita del nuovo numero con Jolka iniziavamo il consueto scambio di email: per individuare l’autore da presentare e tradurre, leggere i primi testi, scegliere la foto ecc. Poi effettuava il controllo delle bozze con Giuseppe Ierolli, in modo pignolo, preciso e sempre con un pizzico di sano divertimento.
In questo scambio di email Jolka non si limitava al lavoro letterario, di traduzione, da lei vissuto con grande passione e umiltà, come se fosse una specie di infaticabile missione, una fiaccola da portare avanti a ogni costo, ma mi parlava della sua vita e mi chiedeva della mia. Avrò nostalgia della sua forza, della sua dolce ironia e delle sue parole buone, di stima, che non sono mai mancate. Gli mandavo per posta anche i miei libri di poesia e quelli della casa editrice nata grazie alla base, larga e robusta, della rivista e, quindi, nata grazie anche a Jolka.
Con lei avevamo progetti anche per il futuro: pubblicare raccolte poetiche dei grandi poeti sloveni. So che potrà sembrare strano visto che Jolka era del 1926 eppure in lei c’era una freschezza contagiosa. Capitava che mi parlasse anche dei suoi acciacchi ma di sfuggita, con pudore, non dava importanza al “peso degli anni” ma al tempo che passa – diceva – troppo velocemente e lei doveva fare ancora mille cose, libri da leggere e così tante poesie da tradurre, altri bravi poeti sloveni da farci conoscere. Infaticabile e generosa, così la definirei. Per la sua preziosa opera di interscambio tra la cultura slovena e quella italiana nel 2004 è stata premiata dal Presidente delle Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
L’ultimo numero della rivista (CAOS) lo abbiamo messo in rete a metà novembre del 2020. Durante il consueto scambio di mail non mi ha parlato delle sue condizioni di salute e alle mie richieste ha risposto con un frettoloso “tutto bene”, felice di esserci e di poter dare, come sempre, il proprio lavoro a Fili d’aquilone al quale tanto si era affezionata. Un contributo doppio questa volta: ha proposto ai nostri lettori la poesia di Katja Perat e un testo per l’infanzia di Kajetan Kovič (Il pupazzo e la bambina).
Felice di essere qui, scriveva Jolka e ci mancherà molto. Restano i suoi lavori, le sue parole speciali, la sua grande forza e la sua timida dolcezza. Cose rare e preziose, e per questo ce le terremo strette, ben custodite. In questo Fili d’aquilone (57, OASI) purtroppo non vedremo – dopo tanti anni – il nome di Jolka Milič nel Sommario ma il numero lo dedichiamo a lei e sarà un modo per averla ancora vicino a noi, per seguitare a camminare assieme.
JOLKA MILIČ SU FILI D’AQUILONE (2006-2020)
Jolka Milič è nata nel 1926 a Sežana (in Slovenia), dove ha vissuto e lavorato fino alla morte, avvenuta il 21 gennaio 2021. Ha tradotto più di una settantina libri di poesia, che in gran parte ha anche curato. Ha tradotto soprattutto poesia dall’italiano allo sloveno e viceversa.
Nel 1999 ha vinto il “Premio Kosovel” per la traduzione della silloge Botticelli di Ivo Svetina. Nel 2004 è stata premiata dall’Associazione Artecultura di Trieste “per la sua preziosa e intelligente opera di ponte fra le letterature di Slovenia e Italia”. Nel 2005 le è stata conferita dal Presidente della Repubblica Ciampi l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana e dall’Associazione dei traduttori letterari sloveni di Ljubljana ha ricevuto l’ambito “Diploma Lavrin”.
alexbrando@libero.it
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