FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 2
aprile/giugno 2006

Cuore d'Africa

Cuore d'Africa

Il numero 2 di "Fili d'aquilone" ha come titolo "CUORE D'AFRICA", per via soprattutto dei due reportage che indagano aspetti poco noti della realtà africana: Africa Express, il viaggio come luogo (di Giorgio Cosulich) e Gabon, la fabbrica del legno (di Giovanni Giovannini e Marco Dandrea), introdotti da Ambra Laurenzi con lo scritto Una nuova Africa. L'Africa è un continente a noi vicino e poco conosciuto, non molto popolato eppure vario non solo geograficamente, ma anche linguisticamente (le lingue parlate sono più d'un migliaio) e la sua pluralità culturale è un tessuto vivo e pulsante dove niente è dato e stabilito una volta per tutte e le differenze valorizzarono l'insieme. Ryszard Kapuscinski scrive (In viaggio con Erodoto, Feltrinelli, 2004):

Da qualche tempo mi accorgo che la mia attenzione comincia a essere attratta da un nuovo continente: l'Africa. La situazione in Africa non differisce sostanzialmente da quella asiatica: anche qui sconvolgimenti, rivolte, colpi di stato e tumulti. Ma essendo l'Africa divisa dall'Europa solo per mezzo del Mediterraneo, e quindi più vicina, l'eco di quanto vi accade ci arriva più forte e distinta.
L'Africa aveva avuto nel mondo una funzione storica fondamentale. Ne aveva trasformato la gerarchia, aiutando quello Nuovo a prevalere su quello Vecchio, nel senso che, prestando al Nuovo Mondo la sua forza lavoro - mediante un processo durato tre secoli -, ne aveva costruito il benessere e la potenza. Poi svuotato per generazioni e generazioni dei suoi uomini più forti e robusti, spopolato e sfruttato, il continente africano era diventato facile preda dei colonizzatori europei. Ora però si stava svegliando dal letargo e raccoglieva le forza per conquistare l'indipendenza.

Alla fine degli anni trenta a Parigi si sviluppa il pensiero della négritude ad opera del poeta senegalese Léopold Senghor (futuro presidente del Senegal, indipendente dal 1960) e del poeta martinicano Aimé Césaire, discendente di schiavi africani. Nei loro scritti iniziano a parlare con passione e a cantare l'orgoglio d'essere neri, l'appartenenza a una razza umiliata per secoli dall'uomo bianco, e a onorare il multiforme patrimonio introdotto dai neri nella cultura mondiale. Le teorie dei due poeti avranno poi la possibilità di svilupparsi in Europa nella metà del '900, dopo le tragiche vicende legate al fascismo e alla seconda guerra mondiale. La négritude di Senghor e Césaire fa comprendere agli europei - ma un concetto simile è espresso anche nelle opere di Sartre e Camus - che il nostro pianeta, fino ad allora dominato dall'Europa, sta diventando un nuovo mondo multiculturale nel quale l'Africa inizia a farsi valere, e il suo cuore a pulsare più forte al di là dei suoi confini geografici.

In questo numero, oltre ai due reportage già ricordati, Federico Platina affronta i fantasmi dello scrittore nigeriano Amos Tutola e Martina Bandinelli le radici africane nella cultura cubana e la poesia di Miguel Barnet, un viaggio che proseguirà nei prossimi numeri, proprio per approfondire i vari aspetti dell'eredità africana a Cuba.
Per allargare lo sguardo sulla vasta poesia cubana contemporanea Brigidina Gentile e Antonella Ciabatti propongono due autori che da decenni vivono lontano dalla loro isola: Juana Rosa Pita con I viaggi di Penelope e Rodolfo Häsler con una parte (Il muro) del prossimo libro di poesia in uscita in Spagna.
Nicola Licciardello ci narra del "blues ispanoamericano" e del romanzo La ruota di Chicago del colombiano Armando Romero, presentando alcuni capitoli in traduzione italiana. Restando in Sudamerica, Vera Lúcia de Oliveira prosegue il percorso nella poesia brasiliana con una silloge di testi del grande Lêdo Ivo. Verónica Becerril e Alessio Brandolini traducono per la prima volta in Italia la poesia del geniale poeta argentino d'origine italiana Jorge Boccanera e Caterina Camporesi quella del giovane boliviano Pablo Gozalves. Martha Canfield rende un sentito omaggio all'amico, poeta e pittore peruviano, Jorge Eduardo Eielson, morto l'8 marzo scorso a Milano, dove viveva da decenni.
Alessio Brandolini parla del romanzo di Stephen Amidon, Il capitale umano: affresco sulle contraddizione dell'opulenta società statunitense e prosegue l'escursione nella poesia contemporanea italiana presentando la poesia di Mary Barbara Tolusso.
La grande traduttrice Jolka Milič propone una silloge della poetessa slovena, che vive sul Carso, Maja Razboršek.
Nella zona Rubriche, Ierolli va "altrove" con la Dickinson, Becerril analizza il film "Hotel Rwanda" e Platania le contaminazioni africane in musica avvenute negli ultimi decenni.




Siti d'approfondimento sulla cultura africana:

www.inafrica.it
www.el-ghibli.provincia.bologna.it
www.africagens.org

Sommario

Il blues ispanoamericano. Sul romanzo La ruota di Chicago di Armando Romero
di Nicola Licciardello

Stephen Amidon, Il capitale umano
di Alessio Brandolini

Breve antologia poetica di Lêdo Ivo
a cura di Vera Lúcia de Oliveira

Una nuova Africa
di Ambra Laurenzi

Africa Express, il viaggio come luogo
di Giorgio Cosulich

Gabon, la fabbrica del legno
di Giovanni Giovannini e Marco Dandrea

La poesia di Mary Barbara Tolusso
di Alessio Brandolini

La poesia di Maja Razboršek
a cura di Jolka Milič

I fantasmi africani parlano inglese. Note in margine ai racconti di Amos Tutuola
di Federico Platania

Jorge Eduardo Eielson: l'uomo che annodava le stelle alle parole
di Martha Canfield

"L'attesa" di Pablo Gozalves
a cura di Caterina Camporesi

Le radici africane nella cultura cubana: Miguel Barnet
a cura di Martina Bandinelli

Juana Rosa Pita, I viaggi di Penelope
a cura di Brigidina Gentile

Jorge Boccanera, Sordomuta
a cura di Verónica Becerril e Alessio Brandolini

Rodolfo Häsler, Il muro
a cura di Antonella Ciabatti


Rubriche

L'ANGOLO DI ED
Altrove
a cura di Giuseppe Ierolli

ASCOLTARE, UNA RUBRICA PER LE ORECCHIE
Mal d'Africa
di Federico Platania

IL CINEMA A PAROLE
Hotel Rwanda, di Terry George
di Verónica Becerril




Chi ha realizzato questo numero




redazione@filidaquilone.it