FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 11
luglio/settembre 2008

Generazioni

DARÍO JARAMILLO AGUDELO
POEMAS DE AMOR / POESIE D’AMORE

a cura di Martha Canfield



Un poeta familiare e dirompente

Attraverso le pagine di «Fili d’aquilone», nei vari numeri precedenti, abbiamo cercato di costruire via via un panorama della poesia colombiana del Novecento, focalizzando diversi momenti e voci: la tradizione istituzionalizzata, vale a dire i poeti post-modernisti dal linguaggio molto sorvegliato, aulico o trasgressivo (León de Greiff o Porfirio Barba Jacob), il fascino del quotidiano ambientato in città (Luis Carlos López) o in campagna (Aurelio Arturo), la poesia piedracielista (Fernando Charry Lara, Eduardo Carranza), il gruppo di «Mito» (Jorge Gaitán Durán, Eduardo Cote Lamus, Álvaro Mutis), il "nadaísmo" (Jaime Jaramillo Escobar, Mario Rivero), la "Generazione senza nome", le voci femminili capeggiate da Meira Delmar, e voci singolari che hanno lasciato un enorme scia di influenza già a partire dagli anni '60-'70 (Giovanni Quessep) e '70-'80 (Juan Manuel Roca).
Ora vogliamo tornare al gruppo della Generazione Senza Nome – così poco felicemente battezzato da Álvaro Burgos e dallo scrittore spagnolo Jaime Ferrán –, chiamato anche Generazione «Golpe de Dados», per via della rivista emblematica di quel periodo, fondata da Mario Rivero e battezzata così da Cobo Borda come un omaggio a Mallarmé (Un coup de dès).

Il gruppo è formato da Juan Gustavo Cobo Borda (1948), Darío Jaramillo (1947), Henry Luque Muñoz (1944-2005), Augusto Pinilla (1946), Elkin Restrepo (1942), e di una voce femminile che tuttavia non sempre aderì alle manifestazioni del gruppo, María Mercedes Carranza (1945-2003). Oggi, quando il gruppo ha definito ormai un percorso e un'identità letteraria, quando perfino (purtroppo) alcuni dei suoi membri cominciano a mancare, è possibile fare un bilancio storico dal quale risulta in primo luogo l'indubbio valore delle singole opere; in secondo luogo, la ripercussione sui poeti più giovani1; in terzo luogo, la continuità come tendenza tipica della poesia colombiana. Quest'ultima è, in effetti, molto più determinante di qualsiasi tentazione di rottura, esistita pure ma in maniera piuttosto eccezionale e non duratura (si veda la prima fase del Nadaismo).

All'interno del gruppo, Darío Jaramillo Agudelo presenta fin dall'inizio una voce segnata dal sentimentalismo autoironico, accompagnato da una ricerca – sempre più raffinata e depurata nel tempo – di un linguaggio limpido, che rifugge l'ambiguità e attraverso una scelta lessicale familiare, non necessariamente colloquiale, sa elevarsi in verticale dalla superficie del vissuto. E il vissuto è accennato per esaltare il sentimento assoluto, l'estasi, l'emozione divenuta parola unica e certa. Così avviene precisamente nel suo libro più famoso, forse il suo capolavoro, Poemas de amor (1986)2, ristampato più volte. Il disincanto è anche la lezione finale che Jaramillo, suo malgrado, come ogni essere vivente, deve per forza accettare: «Nessun profumo rimane in questa brezza».3 Ma la forza dirompente del suo sentimento, la passione che in lui diventa energia creativa indomabile e incontenibile gli danno ogni volta la spinta vitale:

      Dentro il mio cuore l'incubo e l'inferno,
      lì la breve gioia e la speranza.
      Dentro il mio cuore allucinato, insetto della notte,
      l'ebbrezza dell'istante,
      la rivelazione e la purezza,
      la sconfitta nell'interno più rosso di me stesso,
      lo stupore e l'entusiasmo nel mio silenzioso cuore.
      Nell'oscura chiarità, nella vertigine,
      tutto il mio terrore, tutta la mia pena,
      tutto il disprezzo integro e l'amore,
      la sbronza e la follia.
      Nessuna fede nel mio cuore in ansia.
      Ahi, il mio delirante cuore,
      ahi, il mio cuore senza requie
      4



1Così l'ha opportunamente segnalato Ramón Cote Baraibar (1963), poeta e critico letterario: cfr. Los últimos veinte años de poesía colombiana, in «Insula», n° 512-513, agosto-sett. 1989, pp. 43-44.

2Darío Jaramillo Agudelo, Poemas de amor [1986], El Áncora, Bogotá, sesta ediz., 1995. I versi che seguono e la scelta antologica sono tratte da questa edizione.

3Heráclito sin agua, in Ibid., p. 105.

4Miguel Ángel Osorio, in Ibid., pp. 103-104




POEMAS DE AMOR / POESIE D’AMORE
(scelta antologica)



1

Ese otro que también me habita,

acaso propietario, invasor quizás o exiliado en este cuerpo

ajeno o de ambos,

ese otro a quien temo e ignoro, felino o ángel,

ese otro que está solo siempre que estoy solo, ave o demonio

esa sombra de piedra que ha crecido en mi adentro y en mi afuera,

eco o palabra, esa voz que responde cuando me preguntan algo,

el dueño de mi embrollo, el pesimista y el melancólico y el inmotivadamente alegre,

ese otro,

también te ama.


1

Quell’altro che abita pure in me,

forse proprietario, magari invasore o esiliato in questo corpo

estraneo oppure di entrambi,

quell’altro che temo e ignoro, felino o angelo,

quell’altro che è solo ogni volta che son solo, uccello o demonio,

quell’ombra di pietra cresciuta dentro di me e fuori di me,

eco o parola, quella voce che risponde quando mi domandano qualcosa,

il padrone del mio imbroglio, il pessimista e il malinconico e quello irragionevolmente allegro,

quell’altro pure

ti ama.


2

Podría perfectamente suprimirte de mi vida,

no contestar tus llamadas, no abrirte la puerta de la casa,

no pensarte, no desearte,

no buscarte en ningún lugar común y no volver a verte,

circular por calles por donde sé que no pasas,

eliminar de mi memoria cada instante que hemos compartido,

cada recuerdo de tu recuerdo,

olvidar tu cara hasta ser capaz de no reconocerte,

responder con evasivas cuando me pregunten por ti

y hacer como si no hubieras existido nunca.

Pero te amo.


2

Potrei perfettamente escluderti dalla mia vita,

non rispondere alle tue telefonate, non aprirti la porta di casa,

non pensarti, non desiderarti,

non cercarti nei posti comuni e non rivederti più,

girare per le strade dove so che tu non passi,

eliminare dalla mia memoria ogni istante condiviso con te,

ogni ricordo del tuo ricordo,

dimenticare il tuo viso fino al punto di non riconoscerti,

rispondere evasivamente quando mi domanderanno di te

e fare come se tu non fossi mai esistita.

Però ti amo.


3 Yo huelo a ti.

Me persigue tu olor, me persigue y me posee.

No es este olor un perfume sobrepuesto sobre ti,

no es el aroma que llevas como una prenda más:

es tu olor más esencial, tu halo único.

Y cuando, ausente, mi vacío te convoca,

una ráfaga de ese aliento me llega del lugar más tierno de la noche.

Yo huelo a ti

y tu olor me impregna después de estar juntos en el lecho,

y ese fino aroma me alimenta,

y ese aliento esencial me sustituye.

Yo huelo a ti.


3 Io odoro di te.

Mi perseguita il tuo odore, mi insegue e mi possiede.

Questo odore non è un profumo sovrapposto su di te,

non è l’aroma che porti come un ornamento in più:

è il tuo odore essenziale, il tuo alone unico.

E quando, assente, il mio vuoto ti convoca,

una raffica di quell’alito mi arriva dal punto più dolce della notte.

Io odoro di te

e il tuo odore mi impregna dopo che siamo stati insieme a letto,

e quell’aroma sottile mi alimenta,

e quell’alito essenziale mi sostituisce.

Io odoro di te.


4

Algún día te escribiré un poema que no mencione el aire ni la noche;

un poema que omita los nombres de las flores, que no tenga jazmines o magnolias.

Algún día te escribiré un poema sin pájaros ni fuentes, un poema que eluda el mar

y que no mire a las estrellas.

Algún día te escribiré un poema que se limite a pasar los dedos por tu piel

y que convierta en palabras tu mirada.

Sin comparaciones, sin metáforas, algún día escribiré un poema que huela a ti,

un poema con el ritmo de tus pulsaciones, con la intensidad estrujada de tu abrazo.

Algún día te escribiré un poema, el canto de mi dicha.


4

Un giorno scriverò una poesia che non rammenti l’aria né la notte;

una poesia che ometta i nomi dei fiori, dove non ci siano né gelsomini né magnolie.

Un giorno scriverò una poesia senza uccelli né fontane, una poesia che eviti il mare

e che non guardi le stelle.

Un giorno ti scriverò una poesia che si limiti a passare le dita sulla tua pelle

e che trasformi in parole il tuo sguardo.

Senza similitudini, senza metafore, un giorno scriverò una poesia che profumi di te,

una poesia con il ritmo dei tuoi battiti, con l’intensità struggente del tuo abbraccio.

Un giorno ti scriverò una poesia, il canto della mia gioia.


5

Atolondrado y confuso,

demasiado lleno de ruidos,

sin centro ni reposo,

desconectado del otro lado de la piel,

aturdido por el interminable crujir de este corazón,

– tierra cuarteada, ceniza gris en el pecho –,

así pasan estas noches de calor y duermevela,

estas noches en que no estoy contigo.


5

Sbigottito e confuso,

troppo pieno di rumori,

senza centro né riposo,

scollegato dall’altra parte della pelle,

stordito dall’interminabile scricchiolare di questo cuore,

– terra screpolata, cenere grigia sul petto –,

così passano queste notti di caldo e dormiveglia,

queste notti in cui non sono con te.


6

Tu voz por el teléfono tan cerca y nosotros tan distantes,

tu voz, amor, al otro lado de la línea y yo aquí solo, sin ti, al otro lado de la luna,

tu voz por el teléfono tan cerca, apaciguándome, y tan lejos tú de mí, tan lejos,

tu voz que repasa las tareas conjuntas,

o que menciona un número mágico,

que por encima de la alharaca del mundo me habla para decir en lenguaje cifrado que me amas.

Tu voz aquí, o lo lejos, que le da sentido a todo,

tu voz que es la música de mi alma,

tu voz, sonido del agua, conjuro, encantamiento.


6

La tua voce al telefono così vicina e noi così distanti,

la tua voce, amore, dall’altra parte della linea e io qui solo, senza te, dall’altra parte della luna,

la tua voce al telefono così vicina, rassicurandomi, e tu così lontano da me, così lontana,

la tua voce che ripassa i compiti fatti insieme,

o che rammenta un numero magico,

che al di sopra del chiasso del mondo mi parla per dire in linguaggio cifrato che mi ami.

La tua voce qui, o in lontananza, che dà senso a tutto,

la tua voce che è la musica della mia anima,

la tua voce, suono dell’acqua, scongiuro, incantesimo.


7

Alabanza de mi noche blanca,

supresión de los abismos de mi corazón,

aniquiladora de mis momentos atroces.

Benditas tu caricia y tu palabra, Señora de la Apacible Ronda,

muchacha mía que detesta llorar por la mañana,

muchacha que habla a solas por la casa y ríe.

Ola frágil, bajo mi cuerpo ardiente tu cuerpo mío se calcina en un delirio de luz

y entonces somos una sola sustancia.

Flor de mis jadeos y mis éxtasis, tú, la callada, con tu mano en mi pecho diciéndome la claridad calladamente,

permitiéndole al tiempo transcurrir sobre nosotros sin rozarnos,

nosotros, juntos, los eternos.


7

Elogio della mia notte bianca,

soppressione degli abissi del mio cuore,

annientatrice dei miei momenti atroci.

Benedette la tua carezza e la tua parola, Signora della Placida Ronda,

ragazza mia che detesta piangere al mattino,

ragazza che parla da sola nella casa e ride.

Onda fragile, sotto il mio corpo ardente il tuo corpo mio si calcina in un delirio di luce

e allora siamo una sola sostanza.

Fiore del mio ansimare e della mia estasi, tu, l’ammutolita, con la tua mano sul mio petto dicendomi la luminosità con il silenzio,

permettendo che il tempo scorra su di noi senza sfiorarci,

noi, insieme, noi gli eterni.


8

Tu lengua, tu sabia lengua que inventa mi piel,

tu lengua de fuego que me incendia,

tu lengua que crea el instante de demencia, el delirio del cuerpo enamorado,

tu lengua, látigo sagrado, brasa dulce,

invocación de los incendios que me saca de mí, que me transforma,

tu lengua de carne sin pudores,

tu lengua de entrega que me demanda todo, tu muy mía lengua,

tu bella lengua que electriza mis labios, que vuelve tuyo mi cuerpo por ti purificado,

tu lengua que me explora y me descubre,

tu hermosa lengua que también sabe decir que me ama.


8

La tua lingua, la tua saggia lingua che inventa la mia pelle,

la tua lingua di fuoco che mi incendia,

la tua lingua che crea l’istante di follia, il delirio del corpo innamorato,

la tua lingua, sacra frusta, dolce brace,

invocazione degli incendi che mi strappa a me stesso, e mi trasforma,

la tua lingua di carne senza pudore,

la tua lingua di resa che mi richiede tutto, la tua molto mia lingua,

la tua bella lingua che elettrizza le mie labbra, che rende tuo il mio corpo da te purificato,

la tua lingua che mi esplora e che mi scopre,

la tua splendida lingua che sa dire pure che mi ama.


9

No soy feliz y, sin embargo, bastas
René Char

Eufórico y desconcertado, peligrosamente alegre para estos grises tiempos,

dejo mi palabra sobre el sonido de la luz, sobre el agua rumorosa del amor y de la carne:

aquí queda, en esta noche ya sin ruidos, el sudor único de dos pieles que son un solo cuerpo;

duermes al lado y yo te miro para asegurarme de que existes y veo el azafrán de la luna desleído en tu pelo.

Solamente oigo tu respiración pausada, ese aire que me justifica y me exalta;

eres el misterio exacto que me da claridad, el signo diáfano, la magia que me nutre,

en tu sosegado reposo le das sentido al mundo:

tus labios de rojo vino alborozado se entreabren para recibir el ángel quieto del sueño

y yo me embriago con tu sueño mientras tus ojos recogen una cosecha de soles y de pájaros;

de ti me alimento, de la tenue sombra de tu cuerpo que ahora me besa

y que expulsa de mi corazón todo el asco acumulado y lo apacigua y lo llena de música;

esto es la vida: saber que existes y que te amo.


9

Non sono felice e tuttavia mi basti
René Char

Euforico e sconcertato, pericolosamente allegro per questi tempi grigi,

lascio la mia parola sul suono della luce, sull’acqua rumorosa dell’amore e della carne:

qui rimane, in questa notte ormai senza rumori, il sudore unico di due pelli che sono un corpo solo;

dormi accanto e io ti guardo per essere sicuro che esisti e vedo lo zafferano della luna svanito sui tuoi capelli.

Soltanto ascolto il tuo respiro calmo, quell’aria che mi giustifica e mi esalta;

sei il mistero esatto che mi dona chiarità, il segno diafano, la magia che mi nutre,

nel tuo quieto riposo comunichi senso al mondo:

le tue labbra rosso vino di giubilo si aprono appena per ricevere il tranquillo angelo del sonno

e io mi ubriaco con il tuo sonno mentre i tuoi occhi ospitano un raccolto di soli e di uccelli;

di te mi nutro, della sottile ombra del tuo corpo che ora mi bacia

e che scaccia dal mio cuore tutto lo schifo accumulato e lo tranquillizza e lo riempie di musica;

è questa la vita: sapere che esisti e che ti amo.


10

Que nadie toque este amor.

Que todos ignoren el sigilo de nuestro cielo nocturno

y el secreto sea el aire dichoso de nuestros plácidos suspiros.

Que ningún extraño contamine el sueño tuyo y el mío:

cualquier visitante es un invasor en el tibio ámbito donde habitamos;

aquí el tiempo es agua fresca en movimiento, apenas sutil vuelo,

y todas las gentes viven muy lejos de nuestro jardín alucinado,

ajenos a nuestro paraíso secreto.


10

Nessuno tocchi questo amore.

Ignorino tutti la cautela del nostro cielo notturno

e che il segreto sia l’aria gioiosa dei nostri placidi sospiri.

Nessun estraneo venga a contaminare il tuo e il mio sonno:

qualsiasi visitatore viene a invadere il tiepido ambito da noi abitato;

qui il tempo è acqua fresca in movimento, quasi sottile volo,

e tutte le persone vivono molto lontano dal nostro giardino allucinato,

fuori dal nostro paradiso segreto.


11

Poemas de circunstancia para decir el amor

y también poemas trascendentales para decir el amor:

vano intento de la letra hacer la crónica del instinto certero,

vano intento decir el amor.

Este feliz disparate nunca será alcanzado por la ebriedad de la palabra

o el desquiciado barrunto de poeta.

Acaso el silencio sea la única cordura del amor

y decirlo su locura más tonta.


11

Poesie di circostanza per dire l’amore

e anche poesie trascendentali per dire l’amore:

vano tentativo della lettera quello di fare la cronaca dell’istinto sicuro,

tentativo vano quello di dire l’amore.

Questo felice sproposito non sarà mai raggiunto dall’ebbrezza della parola

né dallo scomposto presagio di un poeta.

Forse il silenzio è l’unica saggezza dell’amore

e dirlo è la sua più sciocca follia.


12

Todo tuyo siempre todavía.

Tuyo todo por siempre hasta hoy y luego,

tuyo siempre porque para ser lo necesito,

siempre todo tuyo,

siempre aunque siempre nunca sea,

todo íntegro tuyo siempre y hasta ahora

más el próximo nuevo instante cada vez.

Con todo el tiempo el mundo a nuestro alcance,

todo el tiempo del mundo que es igual a la próxima noche,

todo tuyo siempre todavía.

Seguro de sobrevivir mañana tuyo,

siempre tuyo desde hoy en cada mañana de mañana.

Enamorado de ti, siempre y ahora, sin recuerdos,

en presente siempre amándote,

eternamente tuyo,

todo tuyo siempre todavía.


12

Tutto tuo ancora sempre.

Tuo tutto per sempre fino a oggi e dopo,

tuo sempre perché ne ho bisogno per essere,

sempre tutto tuo,

sempre anche se sempre non sarà mai,

tutto interamente tuo sempre e tuttora

più il seguente nuovo istante ogni volta.

Con tutto il tempo il mondo a portata di mano,

tutto il tempo del mondo che vuol dire la prossima notte,

tutto tuo sempre ancora.

Sicuro di sopravvivere domani tuo,

sempre tuo fin da oggi in ogni domani di domani.

Innamorato di te, sempre e adesso, senza ricordi,

in presente sempre amandoti,

eternamente tuo,

tutto tuo sempre ancora.


13

Primero está la soledad.

En las entrañas y en el centro del alma:

ésta es la esencia, el dato básico, la única certeza;

que solamente tu respiración te acompaña,

que siempre bailarás con tu sombra,

que esa tiniebla eres tú.

Tu corazón, ese fruto perplejo, no tiene que agriarse con tu sino solitario;

déjalo esperar sin esperanza

que el amor es un regalo que algún día llega por sí solo.

Pero primero está la soledad,

y tú estás solo,

tú estás solo con tu pecado original – contigo mismo –.

Acaso una noche, a las nueve,

aparece el amor y todo estalla y algo se ilumina dentro ti,

y te vuelves otro, menos amargo, más dichoso;

pero no olvides, especialmente entonces,

cuando llegue el amor y te calcine,

que primero y siempre está tu soledad

y luego nada

y después, si ha de llegar, está el amor.


13

Prima c’è la solitudine,

nelle viscere e nel centro dell’anima:

questa è l’essenza, il dato di base, l’unica certezza;

che soltanto ti accompagna il tuo respiro,

che sempre ballerai con la tua ombra,

che quella tenebra sei tu.

Il tuo cuore, quel frutto titubante, non deve amareggiarsi con il tuo fato solitario;

lascialo che aspetti senza sperare

ché l’amore è un regalo che un giorno arriva da solo.

Ma prima c’è la solitudine,

e tu sei solo,

tu sei solo con il tuo peccato originale – con te stesso –.

Forse una sera, alle nove,

compare l’amore e tutto scoppia e qualcosa s’illumina dentro di te,

e ne diventi un altro, meno amaro, più felice;

ma non dimenticarti, specialmente allora,

quando l’amore sarà arrivato e brucerai,

che prima e sempre c’è la tua solitudine

e dopo niente

e dopo, se deve arrivare, c’è l’amore.


14

Sé que el amor
no existe
y sé también
que te amo.


14

So che l’amore
non esiste
e so anche
che ti amo.



Traduzione dallo spagnolo di Martha Canfield




DARÍO JARAMILLO AGUDELO

Poeta, romanziere e critico letterario colombiano è nato nel 1947, in un paese della provincia di Antioquia, Rosa de Oso, che diede i natali al celebre poeta del primo Novecento Porfirio Barba Jacob. Tra i sette e i diciotto anni è vissuto a Medellín, che lasciò per trasferirsi a Bogotá, dove frequentò l’Università Javeriana laureandosi nella Facoltà di Giurisprudenza. A poco più di vent’anni entra a far parte del gruppo letterario più tardi conosciuto come “Generación sin nombre”, di cui fanno parte anche Juan Gustavo Cobo Borda, Augusto Pinilla, María Mercedes Carranza. Inizia subito a collaborare con la rivista “Eco” e più tardi entrerà nella redazione di “Golpe de dados”, fondata e diretta da Mario Rivero. Da diversi anni è direttore di una delle Biblioteche più frequentate e più attive su vari piani culturali, la Biblioteca Luis Ángel Arango. È stato insignito del Premio Nazionale di Poesia nel 1978 ed è stato candidato al Premio Rómulo Gallegos nel 2003.
Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Historias (1974), Tratado de retórica (1978), Poemas de amor (1986), Del ojo a la lengua (1995, illustrato con dieci incisioni di Juan Antonio Roda), Cantar por cantar (2001), Gatos (2003), Cuadernos de música (2008), e di narrativa: La muerte de Alec (1983), Guía para viajeros (1991), Cartas cruzadas (1995), Novela con fantasma (1996), Memorias de un hombre feliz (1999), El juego del alfiler (2002), Historia de una pasión (2006) e La voz interior (2006). Come studioso e critico letterario ha pubblicato: La nueva historia de Colombia (1976), Sentimentario (1986, antologia di poesia amorosa colombiana), Antología de lecturas amenas (1985) e Poemáquinas (1992). Della sua poesia esistono due vaste antologie: Antología poética (Monte Ávila, Caracas, 1991) e Cuánto silencio debajo de esta luna (UNAM, México, 1992). Di prossima uscita in italiano l’antologia Dell’amore, dell’oblio, per i tipi della Ponte Sisto di Roma, nella collana «Doppiofondo» diretta da Carmen Leonor Ferro.


mcanfield@alice.it




Sulla poesia colombiana
vedi anche, sul n. 3
La poesia colombiana negli ultimi decenni (prima parte)