FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 15
luglio/settembre 2009

In cornice

 

L’UNIONE CARNALE CON IL CREATO
Sulla Bibbia umida di Rafael Courtoisie

di Oscar Palamenga



Leggendo le agili e piacevoli poesie che compongono La Bibbia Umida dello scrittore uruguayano Rafael Courtoisie, nella fedele traduzione di Alessio Brandolini (Lietocolle 2009 - numero 16 della collana Altre Terre), si rischia di essere costantemente spiazzati.
La stessa sinestesia del titolo ci porta a pensare a qualcosa di diverso rispetto al vero contenuto del lavoro. Non c’è nulla di dissacrante, niente di offensivo nella parafrasi erotica del libro sacro per eccellenza. È solamente la struttura ad essere presa in prestito, il linguaggio aulico e fondante, i miti più conosciuti traslati sono qui riletti sotto un’altra luce. Tutto viene elaborato senza offendere lo spirito religioso di chi ha fatto della Bibbia l’elemento fondante del suo credo, semplicemente perché i contenuti biblici non sono assolutamente affrontati. L’autore ci vuole mostrare il suo credo, il suo modo di vedere Dio nell’uomo, e lo fa servendosi della struttura biblica. Così il libro della Genesi viene riassunto in questi scarni ma significativi versi:
        Ti creò la mia bocca
        mi creò la tua bocca

        il tuo corpo è il luogo
        dove vivo.

        (La Genesi, pag. 9)

Sono versi d’amore, di un amore vero e intenso nato dall’unione tra spiritualità e carnalità, dove la prima non esclude la seconda ma la sublima. E quando si parla d’amore a questo livello non può esserci assolutamente blasfemia.
Così come non possiamo parlare di erotismo fine a se stesso. La tradizione dei grandi poeti erotici, da Marziale ad Apollinaire, punta il suo obiettivo solo sulla carnalità, sull’eccitazione, sul sesso in modo esplicito. Ad esempio Apollinaire scrive: “La frustava con rami/ d’alloro e di olivo./ Quella lurida agitava le anche/ non avendo altra malia / puntava tutto sulle sue chiappe bianche… (da “Fantasticheria sul tuo arrivo”). E D’Annunzio, nella poesia “Argentea”, è ancora più diretto: “Cresce il flutto e la bagna. Ella si scuote/ io al senso di quel gelido contatto/ e di piacer le vibrano le terga”.

Quanto di più distante dalla poesia di Courtoisie che, sempre parafrasando la Bibbia e i dieci comandamenti, scrive le parole fondanti della sua nuova religione:

        Non sono dieci
        sono tre:
        tu
        io
        e il desiderio

        (I dieci comandamenti, pag. 13)

Siamo di fronte alla sublimazione dell’amore, alla consapevolezza che il rapporto tra uomo e donna, elevato nel sesso e nell’amore, è ciò che ci rende più simili a Dio.

        IL LUOGO SANTO
        Quando inumidisce
        Dio è donna.

        (pag.23)

Se proprio vogliamo cercare un paragone a questa tensione erotica-spirituale dobbiamo pensare al “Gelsomino Notturno” di Giovanni Pascoli. Lì però la sessualità è vissuta con ansia, con la paura di chi non ha mai provato certe emozioni, con la consapevolezza di essere escluso dalla maturità affettiva propria di un rapporto sessuale consapevole: “È l’alba: si chiudono i petali/ un poco gualciti; si cova,/ dentro l’urna molle e segreta,/ non so che felicità nuova”.
La felicità è negata per Pascoli, per lui non esistono “petali un poco gualciti”, non esistono speranze. Invece per Courtoisie l’amore, in tutte le sue dimensioni, è una vera e propria “Terra promessa”:

        E quando le tue gambe si aprirono
        il popolo d’Israele attraversò il Mar Rosso
        entrai nella Terra Promessa

        (Mar Rosso, pag.15)

L’unione carnale diventa redenzione spirituale, l’amore fisico è rivelazione del vero senso della vita:

        Ero cieco
        fin quando accarezzai
        l’erba della tua ombra.

        (Il miracolo, pag.19)

La donna è quindi per il poeta un vero e proprio punto di riferimento per comprendere il mistero della vita, il senso delle cose, il trascendente e l’immanente. Il sesso è sublimato ad unione cosmica e carnale con tutto il creato.


Francesco Hayez, Betsabea al bagno e Ruth

La parte finale del libro diventa più complessa, le poesie si allungano e i concetti si fanno più meditativi. La riflessione diventa metafisica, aumentano i giochi di parole, si discute su profondi misteri. In tutto questo complesso lavoro resta però sempre la donna come faro che indica e illumina la strada:

        In principio era la parola
        la parola proviene da te
        e la parola sei tu
        senza di te non c’è nulla
        sei vita
        e la vita è luce.

        Il tuo giorno uccide l’oscurità
        l’oscurità non può
        spegnere la tua voce.

        (Giovanni I, 1-5, pag. 55)

Ecco, qui siamo al trionfo dell’amore più alto: carnale e spirituale allo stesso tempo, alla fondazione di una nuova religione, che rende trascendente l’immanente di un grande e terreno amore.


Rafael Courtoisie, La Bibbia Umida, a cura di Alessio Brandolini, LietoColle, Faloppio, Como, 2009, pagg. 85, euro 13,00.


NOTIZIA BIO-BIBLIOGRAFICA SU RAFAEL COURTOISIE

Rafael Courtoisie è nato a Montevideo nel 1958 ed è uno degli scrittori uruguaiani più conosciuti a livello internazionale. È professore di narrativa e sceneggiatura all’Università Cattolica dell’Uruguay e insegna Letteratura Ispanoamericana presso il Centro di formazione per professori dell’Uruguay. Narratore e poeta, esempio di scrittore versatile, poliedrico, che riesce a muoversi, con grande maestria, in diversi generi letterari, arrivando a proporre opere letterarie per così dire multiple, spesso impossibili da classificare all’interno della sfera della poesia o della narrativa.
Parte del suo lavoro è stato tradotto in diverse lingue. In Italia sono stati pubblicati: Vite di Cani (Oedipus, 2000), a metà tra libro di racconti e romanzo frammentario; Sfregi (Avagliano, 2004), romanzo breve che nella pubblicazione italiana è seguito da undici racconti giovanili tratti da diverse raccolte; Facce sconosciute, (Le Lettere, 2005) che ricostruisce con un ritmo incalzante e tagliente, di brevi e secchi paragrafi, uno degli episodi più tragici della storia recente dell’Uruguay: l’attacco e la presa della piccola città di Pando da parte dei guerriglieri Tupamaros e il propagarsi della violenza alla vicina capitale Montevideo.
Nel 2008 è stato pubblicato in Spagna il suo ultimo romanzo, Goma de mascar (Gomma da masticare, Lengua de Trapo, 2008) e in Uruguay la raccolta poetica La Biblia Húmeda (Cantalao Ediciones).
Per la poesia è uscita in Italia, sulla rivista “Poeti e Poesia” diretta da Elio Pecora (n° 14, agosto 2008), una silloge poetica tratta dalla raccolta Casa de cosas (2003), a cura di Alessio Brandolini.


OPERE POETICHE DI RAFAEL COURTOISIE:

  • La Biblia Húmeda (Montevideo, 2008)
  • Poesía y Caracol (Siviglia, 2008)
  • Amador (Barcellona, 2005; Montevideo, 2007)
  • Jaula abierta (Madrid, 2004)
  • Todo es poco (Valenzia, 2004)
  • Música para sordos (Messico, 2002 - Premio internazionale di Poesia “Jaime Sabines”in Messico e Premio “Morosoli” di Letteratura in Uruguay)
  • Casa de cosas (Madrid, 2003 - XIV Premio de Poesía “Blas de Otero” 2002)
  • Fronteras de Umbría (Montevideo, 2002)
  • Umbría (Caracas, 1999)
  • Estado Sólido (Madrid, 1996 - Premio internazionale di Poesia “Fundación Loewe”)
  • Parva (Barcellona, 1996)
  • Poetry is crime (Québec, Canada, 1994)
  • Textura (Messico, 1992; Montevideo, 1994)
  • Cambio de estado (Montevideo, 1990)
  • Trobar clus (Uruguay, 1987 - Premio del MEC)
  • Orden de cosas (Montevideo, 1986)
  • Tarea (Montevideo, 1982)
  • Tiro de gracia (Montevideo, 1981)
  • Contrabando de auroras (Montevideo, 1977)
Antologie poetiche
  • Palabras de la noche (Caracas, 2006)
  • Las jaulas de la paciencia (Bogotá, 1995)
  • Instrucciones para leer ceniza (Bogotá, 1994)


o.palamenga@tin.it




Vedi anche, sul n. 3
Rafael Courtoisie, Facce sconosciute
di Alessio Brandolini

L'elefante di Ambato
di Rafael Courtoisie
(racconto tradotto da Alessio Brandolini)

sul n. 9
I luoghi di Rafael Courtoisie
di Silvia Faoro