FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 50
settembre/dicembre 2018

Aurora

 

AURORA SÌ AURORA SE

versi di Viviane Ciampi, foto di Lino Cannizzaro




(Genova, 14 agosto 2018)

*

A guardare il cielo
con sguardo d’esilio
nuvole maestose
di carne e grasso
grasso e carne
e tu al centro
– e tu che al centro
sei il centro e l’invasione –
raramente si percepirà
quel dettaglio nell’immagine.


*

Per cominciare un nuovo giorno
occorrerà un’aurora sicura
guardiana dei precipizi
ma qui
– oh qui –
solo camion e mille storie tra le ruote
imperfezione dei sostegni
tutt’attorno.


*

Immagina
una vita
che attorno alla
propria ruota
gira.



*

Le cose avvengono
tra lembi sonori
zanzare di fine estate
non a piccole dosi
ma di colpo
come un like
nella discarica dei pensieri.


*

Eppure allontanare
la mancanza
il buio interiore
a colpi di piccone
o
il no
più no
più no
non sai dire altrimenti.


*

Non fermiamoci
lungo il corridoio
dentro al collo di bottiglia
il frastuono è attutito
dal pulviscolo
nessun pensiero edificabile
in questi casi
chiederemo all’ombra
di non chiuderci le mani.



*

Ai primi raggi
tutti a frugare
nei cartocci
tra i blocchi
con impegno rabbioso
per scoprire certezze.


*

Nidi di rapaci
crudeli e bramosi
si formeranno
frasi futili saranno
proferite dagli eloquenti
dai funamboli
dagli storditi per l’evento
forse
neppure i loro occhi
taceranno.


*

E mondi
e tutti questi mondi
che parlano d’aurora
evidenziano l’aurora
e con
voce rotta
dicono comunque
dicono perché
perché.


*

Nel consumarsi
del colore
delle sillabe
sanno che
tutto avviene
nel declivio del silenzio
in quel bianco apostrofato.



*

Percorriamo
senza fiatare
– come si dice –
senza farlo sapere
quella certa distanza
– quell’orrenda distanza –
che da noi stessi ci separa.


*

Ti arrovelli
se la musica finisce
– sfogo inservibile –
l’ultima nota
fa vibrante il limite.


*

Accade in certe ore
presenza del mistero
che s’accampa
tremendo
dialogante
e insieme necessario.


*

In agosto
gola tagliata nel temporale
ma ecco che
son venuti a mozzarci
le colline formose
case dissennate
ma vite dentro
– vite da raccontare –
ci hanno sospeso il fiato
come fosse normale.


*

Nuove aurore
dipingono le notti
mani grosse e gentili
nel loro andarsene
perdono i bagagli.



*

Il mattino oramai generato
– nessun tatto –

ha
tracciato
strana firma.


viviane.c@alice.it