L’antologia poetica Utopia del solitario nasce per coronare un periodo di viaggi di Osvaldo Sauma che negli ultimi anni ha partecipato a incontri e letto le sue poesie a Roma, Bologna, Firenze, Varese e Venezia. In ogni occasione ho tradotto testi diversi per dare un’idea del suo lungo percorso poetico. Nel 2013 è stata pubblicata in Costa Rica l’antologia La canción del oficio (Premio Nazionale di Poesia) e nel 2014, in Colombia, il libro Poesía reunida. L’insieme di questi ultimi eventi (le letture in Italia e l’uscita delle due importanti antologie) mi ha convinto che fosse giunto il momento di far conoscere meglio l’opera di Osvaldo Sauma in Italia, uno tra i poeti più notevoli del Centroamerica. Ho proposto il progetto a Rayuela Edizioni – unitamente alla pubblicazione del monumentale Cantico Cosmico di Ernesto Cardenal – che aveva già pubblicato autori come Juan Gelman e Oscar Hahn. Nel marzo 2014 ha visto la luce l’antologia, da me curata, Utopia del solitario, che traccia un ampio spaccato e ben rappresentativo dell’opera poetica di Sauma, con l’aggiunta di alcuni testi inediti.
L’antologia sarà presentata nel corso del mese di dicembre 2014, insieme all’autore, a Milano, Bologna, Roma e Firenze.
Dalla mia introduzione al libro:
È ora di intraprendere un altro viaggio, di cercare le radici. Forse la culla dei sogni sta nel lontano e sconosciuto Libano, patria del nonno paterno, di Jalil Gibran, della stirpe che vive nel suo sangue. In Asabis, Osvaldo Sauma “viaggia su un cammello di sogni e brinda con Harum-Al Rachid, Hikmet e Jalid Saif Alha nell’oasi della parola”, dice Jorge Boccanera.
POESIE DI OSVALDO SAUMA
NUEVA ARS POÉTICA
ya sin afán ni aspiraciones sólo escribo para no morirme antes de tiempo para liberar al amor y al rencor del combate feroz de las vísceras y no olvidarme jamás de los artífices de la usura también para sentir (de vez en cuando) ese nirvana transitorio de toda creación furtiva del silencio
NUOVA ARS POETICA
senza più affanni né aspirazioni scrivo soltanto per non morire prima del tempo per liberare l’amore e il rancore dalla feroce battaglia delle viscere e non dimenticare mai gli artefici dell’usura anche per sentire (ogni tanto) quel nirvana transitorio di tutta la creazione furtiva del silenzio
*
Muchacha furtiva en vos se resumen las mujeres de mi pasado se concilian Eva y Lilith Beatriz y Perséfone y todos los ríos mozárabes que llevo dentro llegan hasta tus playas fervorosos no hay cuerpo como tu cuerpo aderezado a la medida de mi deseo esculpido entre los siglos por las copulaciones anteriores y los genes que preceden nuestra memoria de algún modo tu piel tiene origen en el fuego y de tus senos emana el Maná que aplaca los apetitos el alimento con que los dioses crecían en el alto Olimpo
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Ragazza furtiva in te si riuniscono le donne del mio passato si conciliano Eva e Lilith Beatrice e Persefone e tutti i fiumi mozarabici che porto dentro arrivano fervorosi alle tue spiagge non c’è corpo come il tuo corpo costruito su misura del mio desiderio scolpito tra i secoli dalle copulazioni precedenti e i geni che precedono la nostra memoria in qualche modo la tua pelle nasce dal fuoco e dai tuoi seni viene la Manna che placa ogni appetito l’alimento con cui gli dei crescevano nell’alto Olimpo
TAL VEZ EN OTRA VIDA
soñaba con ser un guerrero que sabiéndose muerto perdiera el miedo y ya sin miedo tan sólo le preocupara no engrandecerse en su grandeza es decir sobrepasar la banalidad de los días y alzarme como Prometeo con el pecho ya cerrado a los buitres de la discordiay así extranjero entre los dioses y los hombres me abocara a la existencia amparado al libre albedrío de los nómadasy heme aquí regañado por una mujer cumpliendo con los menesteres que exigen el diablo y su banda de muertos laboriosos perdido dentro de mí persiguiendo aventuras carnales que no acaban por derrotar al tedio y sus herrumbres
FORSE IN UN’ALTRA VITA
sognavo di essere un guerriero che sapendosi morto avesse perso la paura e senza timori poi si preoccupasse soltanto di non diventare troppo grande nella sua grandezza voglio dire sormontare la banalità dei giorni e alzarmi come Prometeo con il petto già chiuso di fronte agli avvoltoi della discordiae così straniero tra gli dei e gli uomini dedicarmi all’esistenza riparato dal libero arbitrio dei nomadied eccomi qua strapazzato da una donna svolgendo i compiti che impongono il diavolo e la sua banda di morti laboriosi perso in me stesso inseguendo avventure carnali che non finiscono mai per vincere il tedio e le sua ruggine
LA PURIFICACIÓN DEL TEMPLO
me conmueve el pasaje donde Cristo látigo en mano enfurecido sin control arreciaba con todo gritándoles a los vendedores de palomas a los cambistas:Quitad esto de aquí. No hagáis de la casa de mi Padre una casa de mercado y que si este planeta errante es el templo el santuario la casa del Padre no se nos haría necesario látigo en mano echar de nuevo a esos viejos mercaderes ahora reinstalados entre las alzas y las bajas de Wall Street
LA PURIFICAZIONE DEL TEMPIO
mi commuove il passaggio in cui Cristo con la frusta in mano furente senza controllo rovescia i banchi gridando ai venditori di colombe e ai cambiavalute:Portate via queste cose. Non fate della casa di mio Padre un luogo di mercato e se questo pianeta errante è il tempio del santuario la casa del Padre non sarà necessario con la frusta in mano scacciare di nuovo quei vecchi mercanti insediati oggi tra gli alti e bassi di Wall Street
A SOLAS EN CASA
no quiero mover un dedo me abandono me ensimismo me fugo del devenir y del progreso me oculto en los armarios de la infancia en la cueva del autistaprueba de ello son las colillas que deja por todas partes el desasosiego esa ropa colgada en cualquier puerta los trastos neciamente sucios no es mentira esta abulia estoy cansado de mí y de los otros de los muertos del día de los impuestos que suben de los salarios que no alcanzan de la impunidad que siempre protege a los políticos de no ser yo de no poder vivir como en mis sueños
DA SOLO A CASA
non voglio muovere un dito mi abbandono mi astraggo fuggo dall’avvenire e dal progresso mi nascondo negli armadi dell’infanzia nella tana dell’autismone sono prova i mozziconi che lascia sparsi la mia irrequietezza i vestiti appesi a ogni porta i piatti scioccamente sporchi non fingo quest’inerzia sono stanco di me e degli altri dei morti del giorno delle tasse che aumentano dei salari che non bastano dell’impunità che protegge sempre i politici di non essere io di non poter vivere come nei miei sogni
SOTTOVOCE
I
quién eras antes de Eva Adán acaso un semidios nombrando por primera vez las cosas corriendo libre entre las flores y los dromedarios y ajeno a la necesidad del abrazo ignorabas los frutos de la prohibición y vivías feliz entre los monoso era otra la luz con tu costilla a cuestas y ya desde antes presentías la imantación de ella en el Paraíso y andabas como dundo sin prestar atención a las alas seráficas o la compañía inofensiva de las fieras y era el mar un eco de su ausencia el vasto recordatorio de tu soledad
II
cómo era Dios Adán de qué color eran sus ojos cuál la tesitura de su vozacaso te cegaba el resplandor de su presencia acaso sus ángeles custodios volaban alrededor de Él chupándose el entorno de su luz o se quedaban inmóviles en el aire con la llama de espada vibrante entre las manos y las aves las plantas las fieras danzaban o se doblegaban bajo un viento huracanado en una especie de sacra genuflexión te daba miedo verlo digo antes de comer del Árbol de la Vida o te regocijabas con Eva cuando se paseaba sobre el Jardín a la hora de la brisadecime entonces Padre hermano mío cómo se puede vivir en su ausencia cómo hay que amar en estas desdiosadas afueras del Edén
SOTTOVOCE
I
chi eri prima di Eva Adamo forse un semidio che dava il loro primo nome alle cose correvi libero tra i fiori e i dromedari e avulso dal bisogno di un abbraccio ignoravi i frutti proibiti e vivevi felice tra le scimmieo era altra la luce con la tua costola legata e già presentivi il suo richiamo in Paradiso e giravi intontito senza badare alle ali serafiche o alla innocua compagnia delle belve e il mare era un’eco della sua assenza il vasto ricordo della tua solitudine
II
com’era Dio Adamo di che colore aveva gli occhi com’era il timbro della sua voceti abbagliava forse lo splendore della sua presenza volavano forse intorno a Lui i suoi angeli custodi succhiando i contorni della sua luce o restavano immobili per aria con la fiamma della spada guizzante tra le mani e gli uccelli le piante le belve danzavano o si piegavano sotto un vento burrascoso in una specie di sacra genuflessione avevi paura di vederlo dico prima di mangiare dall’Albero della Vita o ti allietavi con Eva quando passeggiava nel Giardino alla brezza del giornodimmi allora Padre fratello mio come si può vivere in sua assenza come bisogna amare in queste periferie dell’Eden disabitate da Dio
RECUENTO
a este corazón ya no le caben más heridas ya en el lado izquierdo del pecho han hecho nido todas las derrotas ya me acostumbré a sus cuchillos en la soledad hay un perro que lame en silencio la costra de sus batallas
INVENTARIO
in questo cuore non ci stanno più ferite nel lato sinistro del petto si sono annidate tutte le sconfitte ormai mi sono abituato ai loro coltelli nella solitudine c’è un cane che lecca in silenzio la crosta delle sue battaglie
UTOPÍA DEL SOLITARIO
busco una palabra que sea cabeza de manada y tras ella las demás se anuden una en la otra fértiles entre el fuego de lo que se perdióuna palabra que contenga en sí misma el secreto de lo indecible y la clarividencia de lo ya dicho que enlace las islas del corazón y en cada una de ellas el mar reviente manso sus insomnios una palabra prodigiosa que borre al enemigo con solo nombrarse y a la vez signe un espejo donde uno se vea en el otro y el otro se vea en uno y en lo inmemorial una palabra que evoque a la lluvia y sus azares y como el viento visite las comarcas y ya siendo pan comulguen con ella todos los hombres
UTOPIA DEL SOLITARIO
cerco una parola che diriga il gregge e dietro di lei le altre s’incatenino una dopo l’altra fertili tra il fuoco di ciò che è perdutouna parola che contenga in sé il segreto dell’indicibile e la chiaroveggenza del già detto che allacci le isole del cuore e in ciascuna di loro il mare rompa docile i suoi insonni una parola prodigiosa che cancelli il nemico colo solo pronunciarla e al tempo stesso conformi uno specchio dove l’uno possa vedersi nell’altro e l’altro si veda in noi e nell’immemorabile una parola che evochi la pioggia e le sue sorti e come il vento visiti le regioni ed essendo già pane tutti gli uomini si uniscano in lei
PARA LA MEMORIA DE TODOS
Dicen que los pájaros sembraron los árboles que trajeron las semillas de la propia mano de Dios y las esparcieron por el mundo para que el hombre ya no se sintiera más solo dicen que los pintaron de verde porque el verde refresca los ojos y la esperanza que les dieron alas a las hojas para que el otoño no se sintiera desnudo y los vientos no extraviaran su memoria y por todo eso es que dicen que los árboles no saben vivir sin sus pájaros que los pájaros tampoco saben vivir sin sus árboles.
PER LA MEMORIA DI TUTTI
Dicono che gli uccelli piantarono gli alberi che portarono i semi dalla stessa mano di Dio e li sparsero per il mondo affinché l’uomo non si sentisse più solo dicono che li dipinsero di verde perché il verde rinfresca gli occhi e la speranza che diedero ali alle foglie affinché l’autunno non si sentisse nudo e i venti non perdessero la loro memoria è per tutto questo dicono che gli alberi non sanno vivere senza i loro uccelli e gli uccelli nemmeno sanno vivere senza i loro alberi.
*
Me cansé de ser fiel al reino de tu ausencia me cansé de aumentar el desasosiego ese tener que dejarlo todo y seguirte sin seguirme siguiéndote entre los mapas de tu sueño me cansé de los reencuentros de volver una y otra vez al círculo del desarraigo y la memoria.
*
Sono stanco di essere fedele al regno della tua assenza sono stanco di far crescere l’inquietudine quel dover lasciarlo tutto e inseguirti senza inseguirmi inseguendoti lungo le mappe del tuo sogno sono stanco dei reincontri del tornare una e un’altra volta alla cerchia dello sradicamento e della memoria.
HIJO
Si lloras mi corazón se entristece y como una flauta tiende a repetir el gesto inútil de ocultarte este siglo que perfecciona el crimen si sonríes o enardeces el aire con tu risa mi alma se vuelve un sol benéfico donde no cabe la duda y es certero y cierto el futuro.
FIGLIO
Se piangi il mio cuore s’intristisce e come un flauto tende a ripetere il gesto inutile di nasconderti questo secolo che perfeziona il crimine se sorridi o accendi l’aria col tuo riso la mia anima diventa un sole benefico dove non entra il dubbio ed è preciso e certo il futuro.
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Osvaldo Sauma, Utopia del solitario, a cura di Zingonia Zingone, Rayuela Edizioni, 2014, pagg. 251, euro 15.
Traduzione dallo spagnolo di Zingonia Zingone
Osvaldo Sauma è nato in Costa Rica, dove vive, nel 1949. Poeta, promotore culturale e insegnante di Espressione Letteraria al Conservatorio Castella di San José, dal 1981 al 2010.
Ha pubblicato le raccolte poetiche:Las huellas del desencanto (1983), Retrato en familia (1985, Premio Latinoamericano EDUCA), Asabis (1993), Madre nuestra fértil tierra (1997), Bitácora del iluso (2000), El libro del adiós (2006), La canción del oficio (Antologia poetica, 2013, Premio Nazionale di poesia Aquileo J. Echeverría, Costa Rica), Poesía reunida (Antologia poetica, Colombia, 2013), Anotaciones al margen (Antologia poetica, Costa Rica, 2014).
Ha realizzato le antologie: Poesía Infantil del Conservatorio Castella (1986), Antología del Conservatorio Castella (1990), Los signos vigilantes (antologia di poesia ecologica, 1992), Tierra de nadie (9 poeti latinoamericani, 1994), La sangre iluminada (6 poeti latinoamericani, 1998), Martes de poesía en el Cuartel de la Boca del Monte (1998), Antología de seis poetas latinoamericanos (2006). Ha coordinato per anni il settore Letteratura al Festival Internacional de las Artes di Costa Rica. Ha fatto parte della giuria in numerosi premi internazionali. La sua opera è stata tradotta in inglese, italiano, francese, tedesco, portoghese, arabo e hindi.
In Italia è uscita l’antologia Utopia del solitario (2014, Rayuela Edizioni, a cura di Zingonia Zingone).
zingonia@gmail.com
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