Petra White
ST KILDA
1
Sleepless seagulls fleer under floodlights, they are caught like souls in light as in a net, thoroughly winging their ways around and through a day-dreamt freedom. In a practice leap from love you stand nowhere-they-can-find-me, bare feet in sand, imagining a perfect loneliness, the soul a self-stolen ship, breathing around the coast, horizon-close, or sliding into darknesses too vast for you to manage, depths too deep; and then you want a cage of light, a finite hug to swing you back to shore. The tidy beach, a sliver of world, blinks its toy lighthouse, something cries, ‘come home, come home’.
2
Stripped to the soul, squatting at the shoreline, thoughts prey like sharks but never bite, no voice inside your skull sounds right. O listen to the tiny waves crash their hardest, as a lap-dog yaps its loudest to be loud. Pitched past pitch of grief: how far is that? Easy as tides, the tears ride out, words are water, sorrows are wide as the long silk sea. Nor be consoled nor fear. Let down your tangle of worries, wash them in salt as wounds love to be washed. Say you are the furthest- out fool, lost beyond losing. Sing, and sing, but stay where you are and wait to be found, sleeplessly smiling (at grief!) in the floodlight.
ST KILDA
1
Insonni gabbiani sogghignano sotto i fari, come anime catturate dalla luce così in una rete, volteggiano caricando tutta sulle ali la direzione attorno e attraverso una libertà sognata ad occhi aperti. In un salto provi a resistere all'amore dove-non-possono-trovarmi, nudi piedi nella sabbia, immaginando una perfetta solitudine, l'anima una nave auto-rubata, che respira tutt'intorno alla costa, sull'orlo dell'orizzonte, o scivolando nelle oscurità troppo vaste per te da gestire, abissi troppo abissali; e poi tu vuoi una gabbia di luce, un abbraccio completo che ti riporti a riva. La spiaggia ordinata, un frammento di mondo, lampeggia il suo faro giocattolo, qualcosa strilla 'torna a casa, torna a casa'.
2
Privati dell'anima, rannicchiandosi sulla battigia, i pensieri predano come squali ma non mordono, nessuna voce dentro la tua testa sembra appropriata. Su, ascolta le esigue onde urtare le più potenti, come un cagnolino abbaia ai più chiassosi per fare clamore. Scagliate le passate intonazioni di dolore: quanto lontano è tutto ciò? Facili come correnti le lacrime scorrono, le parole sono acqua, le pene sono ampie come l'esteso mare di seta. Né consolato né impaurito. Ritira il tuo groviglio di assilli, lavali con sale come le ferite amano essere lavate. Di' che sei il più folle dei fuoriusciti, perso al di là della perdita. Canta, canta, ma resta dove sei attendendo d'essere trovato, con insonnia sorridendo (al dolore!) sotto i fari.
Graeme Miles
ON THE WHALES’ ROAD
1
They found a Neanderthal skull in the North Sea, shallow sea that was land. Just a bone left, shielded once in its skim of skin like the soft lives running their course above on the whales’ road. He’s his own message in a bottle, delivered by sea as the fire takes messages to the questionable gods.
2
Like sport, folk-tales and magic the sea is not decimal. Its measures are feet and inches, the cubits of Noah’s ark or fathoms’ armspans cartwheeling down. And the king waves come in threes. It has always been bright with gods and dark with gods, their names piled up in waves. You ride it like horseback, forgetting what stillness means and return to land as the moment after an earthquake. When poems venture into it they float out words and the words sink, so they float out more after the ones missing or found drifting and abandoned. It takes in our bodies like news from above.
3
This is a town of weathered stones. They rim the park, each inscribed with the end of someone’s life: a master mariner, a drowned man. The saddest are loud with the deaths of children. Sea defaces the stones in its slow riot, and ocean and dry land are just a matter of degree, as the waves of cloud break over the mountain. The stones’ names come from Perthshire and Dumfriess, Cork and Leipzig. They’re left like sea fossils stranded on mountains.
4
Hobart edges the stream of ocean, looks out to where water hardens into land and electric echoes skip over it. Down there earth and sky are married again, reconciled as they might be on worlds where no tail ever tripped through ocean, no gill breathed. Up here where the wind is whining through the rigging, rust dissolves anchors and hulls, pulls apart the cracks in things.
5
Somewhere out there is the idea of a drowned cathedral. Through holes in the stained glass swim improbable fish. The light that spirals down is already broken when it picks out the stingrays circling like church bats. At the base of the organ the satyrs are still whole but the trumpeting angels are noseless on pipe tops. If there could ever be a house of god it would be this: perched on the shelf-edge where he tries to remember what was down there at the most submerged beginning, how he came to be here on the edge of things, old man of the sea.
LUNGO IL CAMMINO DELLE BALENE
1
Hanno trovato un cranio neandertaliano nel Mar del Nord, mare poco profondo che era terra. Solo un osso rimasto, riparato un tempo nel suo guscio di pelle come le tenere vite correndo la loro rotta lassù lungo il cammino delle balene. Lui è il suo stesso messaggio nella bottiglia, spedito dal mare come se il fuoco prendesse messaggi per i controversi dei.
2
Come lo sport, i racconti popolari e la magia il mare non è decimale. Le sue misure sono piedi e pollici, i cubiti dell’arca di Noè o le spanne dei bracci roteando via. E le onde sovrane vengono in tre. C’è sempre stato il chiaro con gli dei e l’oscuro con gli dei, i loro nomi accumulati tra le onde. Tu lo cavalchi come un dorso di cavallo, dimenticando ciò che significa la calma e il ritorno alla terra come il momento dopo il terremoto. Quando la poesia si avventura in questo, esse fanno affiorare parole e le parole affondano, così da farne affiorare altre dopo le altre mancanti o trovate alla deriva o abbandonate. Contiene i nostri corpi come le notizie dall’alto.
3
C’è una città di lapidi segnate dalle intemperie. Esse bordano il parco, ognuna marcando la fine della vita di qualcuno: un capitano di lungo corso, un affogato. Le più tristi sono le vistose con morti di bambini. Il mare deturpa le rocce nel suo lento tumulto, e l’oceano e la terra arida sono solo una questione di grado, come le onde delle nubi si rompono sule montagne. I nomi delle lapidi vengono da Perthshire e Dumfriess, Cork e Lipsia. Sono lasciati come fossili marini arenati sulle montagne.
4
Hobart orla il corso dell’oceano, volge lo sguardo verso dove l’acqua si rinvigorisce sottoterra e le elettriche eco scivolano altrove. Lì sotto terra e cielo sono daccapo sposati, riconciliati come se potessero essere in mondi in cui nessuna coda sia mai stata in viaggio nell’oceano, nessuna branchia abbia respirato. Quassù dove il vento geme per le manovre marinare, la ruggine dissolve àncore e scafi, spinge lontano le crepe nelle cose.
5
Da qualche parte lì fuori c’è l’idea di una cattedrale affogata. Attraverso buchi nel consumato vetro nuotano improbabili pesci. La luce che si torce sotto è già franta quando coglie le razze volteggianti come pipistrelli in una chiesa. Alla base dell’organo i satiri sono ancora interi ma gli angeli con la tromba sono senza naso sulla cima della canna. Se ci potesse mai essere una casa di dio sarebbe così: sospesa sull’orlo di una scansia dove egli proverebbe a ricordare cosa c’era lì sotto nel momento più sommerso dell’inizio, come lui sia arrivato ad essere qui alla sommità delle cose, vecchio uomo di mare.
Sandra Thibodeaux
KEEPING MUM
Then, one night, his mother doesn’t come home from the beach. He is eleven. She’s promised to make him tacos. He arranges the shells on a tray. The sky bruises lilac, steel grey, and then black. When she finally limps in from the moon, small from all that weight, he is pulled between shock and rage. The sandbar beneath his feet has given way. From that point on, the beach triggers alarm. Like that black dog up the road, it’s always there, scraping at some buried bone. As she peddles towards the sea, he’ll stand at the door, asking ‘see you soon?’, waving like a ragdoll. In the distance, he can hear the waves collapsing upon her steps. At thirteen, he says they should go on a holiday - somewhere she likes this time. Before bed, he needs to clarify, ‘See you in the morning ...?’ At fourteen, when she finally goes missing (in the car, this time, and unrecognizable when found), he has meticulously laid out the ingredients for pizza: sliced capsicum, salami, tomato; grated cheese; crushed garlic - all ready. He would arrange her happiness. And in the morning, the sea would be clear.
TRATTENENDO MAMMA
Allora, una notte, sua madre non torna a casa dalla spiaggia. Lui ha undici anni. Lei ha promesso di fargli dei tacos. Lui sistema le conchiglie in una vaschetta. Il cielo illividisce lillà, acciaio grigio, e poi nero. Quando finalmente lei viene zoppicando dalla luna, piccola per tutto quel peso, lui è stretto tra shock e furia. Il banco di sabbia sotto i suoi piedi lo ha tradito. Da quel momento in avanti, in spiaggia scatta l’allarme. Come quel cane nero per la strada, è sempre lì, sfregando qualche osso interrato. Mentre lei spaccia verso la spiaggia, lui resterà sulla porta, chiedendo ‘ci vediamo presto?’, ondeggiando come un pupazzo. Lontano, lui riesce a sentire le onde infrangersi sui suoi passi. A tredici anni, lui dice che dovrebbero andare in vacanza - in qualche posto che piaccia a lei questa volta. Prima di andare a letto, lui sente di chiarire, ‘Ci vediamo domattina?’ A quattordici anni, quando lei infine viene a mancare (in auto, questa volta, e irriconoscibile quando la trovano), lui ha meticolosamente disposto gli ingredienti per la pizza: peperone a fette, salame, pomodori; formaggio grattugiato; aglio pestato - tutto pronto. Lui vorrebbe imbandire la sua felicità. E di mattina, il mare sarebbe chiaro.
Luke Beesley
NOT MUCH IS KNOWN ABOUT HOW FISH SLEEP
The word described Like broken bread the ship fell away squid, kelp, carbon Car bonnet The sea also has carbon in it
NON MOLTO SI SA CIRCA COME DORMONO I PESCI
La parola descritto Come rotto pane la nave caduta calamaro, alga, carbone Auto berretto Anche il mare ha in sé carbone
NINE POEMS
I was lifting a film of carbon Copy paper from a receipt book When I went into the water my hands forward towards the wave Two thoughts - like solicitors leaving separate offices - one Around the inlet at the base of your neck two the word estuary Fishes move like litter
NOVE POESIE
Stavo sollevando un foglio Di carta carbone da un libro di ricette Quando sono entrato in acqua le mie mani protese verso l’onda Due pensieri – come avvocati lasciando uffici distinti – uno Attorno all’insenatura alla base del tuo collo due la parola estuario I pesci si muovono come lettighe
GLITTER
In poet Robert Hass’ recent collection Time and Materials He uses it three times to describe light on sea water and glittering sea, glittering sea and the water glitters hard against it
SCINTILLIO
Nella recente raccolta di Robert Hass Time and Materials Lui lo usa tre volte per descrivere la luce sull’acqua marina e scintillante mare, scintillante mare e l’acqua scintilla forte contro d’esso
YESTERDAY AND DAY LENGTH
The word Thursday - daylight contained in it Unusually large day and the stories of hearsay and lunacy on the sea Through history crime happened on a Thursday, as did ecstasy. Take a whale. Lay it on a picnic blanket.
IERI E LA LUNGHEZZA DEL GIORNO
La parola Giovedì – luce diurna contenuta in essa Inusuale lungo giorno e le storie di dicerie e follia sul mare A causa della storia il crimine accadde di Giovedì, e fece estasi. Prendi una balena. Stendila su di una coperta da picnic.
THE CLICKING SOUND OF A REEF WHEN YOU PUT YOUR HEAD INTO THE SEA (*)
Yesterday’s Thursday poem. I didn’t know it at the time It was Wednesday Sometimes the day tricks you and you allow it like salmon at the other table, a muscle in your calf that aches after swimming The sea is like the skin of lettuce today. Is room temperature. I open a drawer. Beside my bed filling up all night the sea moves below me like
Christmas.
IL SUONO CLIC DI UNA BARRIERA CORALLINA QUANDO METTI LA TESTA NEL MARE (*)
La poesia Giovedì di ieri. Non la conoscevo in quel momento Era Mercoledì A volte il giorno ti beffa e tu lo permetti come un salmone sul tavolo altrui, un muscolo del tuo polpaccio che dopo nuoto fa male Il mare è come la superficie della lattuga oggi. È a temperatura ambiente. Apro un cassetto. Accanto al letto gonfiandosi tutta la notte il mare si muove sotto di me come
Natale.
(*) Il titolo è un verso dalla poesia “Sweet like a Crow” di Michael Ondaatje.
THE SEA IN THE 1980s
Fishes move like dolphins in certain light Leaves hosed by sunlight On holidays I went to the sea and was lifted out of it by my father who was looking elsewhere a wave Folded pieces of paper In the 1980s the sea was bluer owing to northern light skipping off the paw paw coloured swim suits and something to do with tide and starlight, washed atmosphere, a broken up comet, I don’t know, in the 80s the sea was bluer I was about eleven It came up to my shoulders
IL MARE NEGLI ANNI ‘80
I pesci si muovono come delfini in una certa luce Foglie annaffiate dalla luce del sole In vacanza andavo al mare e a tirarmi fuori di lì era mio padre che stava guardando altrove un'onda Pezzi di carta piegati Negli anni '80 il mare era più blu a causa della luce nordica che sprizzava dai costumi da bagno color papaia con qualcosa a che fare con correnti e luce delle stelle, atmosfera pulita, una cometa cadente, non so, negli anni '80 il mare era più blu. Avevo circa undici anni Mi arrivava alle spalle
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