Volevi lo humour, emozioni leggere. Eri la nave che nasconde l’onda dal di dentro
e l’infinitamente azzurro della notte.
Nessun’ ombra nessuna scena qui. Solo bulimia di venti mischiata a voci,
a maschere quotidiane.
Si allontana il senso. La sabbia risveglia cristalli di leggende.
Insonnia o assenza. Allegra è la carne allegro è lo spirito.
L’infinito non cerca frontiere ma tutto contiene:
vecchie risate e azzurre paure.
Parla a voce alta, a sillabe rosse, dà unghiate al presente.
Paesaggio acquatico, liquida variazione. Non guarderemo mai abbastanza.
Rido delle parole senza senso se portate dall’onda buona, dalla lama dell’onda,
dal segreto del suo saltellare.
Oh mai abiterò il tuo non respiro.
Si entra si esce dal naufragio come gusci di noce portati dal nulla.
Non è tempo di cambiamenti ma di lunghe galoppate e neve nel calamaio
come se il moto ondoso fosse in grado di pensare.
Ho visto qualcosa salire al cielo e ho capito qualche verità del cielo.
Mi porti il sorriso della notte. I suoi cerchi.
Ma se ne può parlare?
Ci vorrebbe un po’ di silenzio.
Ci vorrebbe un po’ di.
Ci vorrebbe un po’.
Ci vorrebbe un.
Ci vorrebbe.
Ci.
Tutto avviene qui, attorno al cerchio dove siamo e non siamo.
Ogni domanda è il mistero che essa contiene,
vi nuotiamo dentro in cerchi eccentrici.
Una ventata improvvisa aspira la vastità.
lino.cannizzaro@gmail.com viviane.c@alice.it
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