EL ÚLTIMO APAGA LA LUZ
Quizá sea Dios
o tu ausencia
lo que me saca
del mundo y, por primera vez,
me tiendo
a respirar.
Quizás estés aquí, en este pedazo
que no comprendo
de mí mismo. Tal vez estás en esto
que me sobra y que también doy
por perdido.
Estás en los lugares donde yo.
Donde morí de un amor que no tuvo,
luna ni muerte. Quedó
caminar, y nada más. Pasos perdidos
en donde nada
me oye.
Quizá todo paisaje perdido
es grieta.
L’ULTIMO SPEGNE LA LUCE
Forse è Dio
o la tua assenza
ciò che mi tira fuori
dal mondo e, per la prima volta,
io posso
respirare.
Forse sei qui, in questo frammento
che non comprendo
di me stesso. O magari sei in quello
che ho di troppo e che persino io do
per smarrito.
Sei nei posti in cui mi ritrovo.
Dove sono morto di un amore che non ha avuto,
né luna né morte. Potevamo
solo camminare, e nient’altro. Passi perduti
dove nulla
mi ascolta.
Forse tutto il paesaggio perduto
è una crepa.
Todo paisaje en una grieta, ahí
se queda tanto. Tiempo y memoria,
tanto canto. Nada serás
más que la frescura bajo las alas
de las aves, la dulzura de los sueños
de niños, el aroma presente
en la memoria, la brújula solar
de cada rostro.
Tampoco has podido
despertar la piedad
sobre los cuerpos.
Tutto il paesaggio in una crepa, lì
resta a lungo. Tempo e memoria,
tanto canto. Nulla sarai
se non la freschezza sotto le ali
degli uccelli, la dolcezza dei sogni
dei bambini, l’aroma presente
nella memoria, la bussola solare
di ciascun volto.
Nemmeno hai potuto
risvegliare la pietà
sui corpi.
Y pienso, ¿por dónde esta vez
tampoco llegarás?, ¿de dónde viene la piedad
por esos cuerpos?, ¿es el tiempo
quien tiene su propia noche y apaga
la luz antes de irse? No hay cuerpo
rostro
y nada más.
Nos queda
el rostro, queda
tu rostro.
Nada
más.
E penso: da che parte neanche questa volta
verrai? Da dove arriva la pietà
per quei corpi? È il tempo
che ha la sua notte e spegne
la luce prima di andarsene? Nessun corpo
volto
e nient’altro.
Ci resta
il volto, resta
il tuo volto.
Nulla
di più.
RÓMPASE EN CASO DE EMERGENCIA
El viciado olor de la tristeza
cubre las paredes
vuelve un mar ingobernable
mi cama
hay huesos y entrañas
nada fluye
agua verde del estanque
el sólido cimiento de mi frente
y un frío clausura la cabeza
robustece las puertas
cierra el pensamiento
hoy como nunca ser sombra
en el mar de mi cama
todo es ancla
Me miro desde afuera
caigo de dolor
a un dolor más hondo
es que
me digo mi dios
se ha quedado sin voz
mi dios no tiene fuerza para dar
una palabra suya
mi dios contempla como mi ruego se suma
a su eterna lista de pendientes
y yo de frente y solo
ante el revestimiento de tierra
de tu cuerpo
pido tu presencia
para tener donde
quedarme
me he otorgado el permiso de ser abismo
sombra que devora sombra
decido
no levantarme teníamos el mar en la boca
pero ahora el cuerpo no es más
que agua
y no hay mayor constante que la sed
yo me miro desde fuera
una gota amarga
ROMPERE IN CASO DI EMERGENZA
L’odore viziato della tristezza
riveste le pareti
torna un mare ingovernabile
il mio letto
ci sono ossa e viscere
nulla scorre
acqua verde dello stagno
il solido fondamento della mia fronte
e il freddo stringe la testa
fortifica le porte
rinchiude i pensieri
oggi come non mai essere ombra
nel mare del mio letto
ogni cosa è ormeggio
Mi osservo dall’esterno
scivolo nel dolore
in un dolore più profondo
è che
mi dico il mio dio
è rimasto senza voce
il mio dio non ha la forza per darci
una sua parola
il mio dio contempla come la mia supplica si aggiunge
alla sua eterna lista di cose da fare
e io faccia a faccia e da solo
davanti al rivestimento terroso
del tuo corpo
chiedo la tua presenza
per sapere dove
fermarmi
mi sono concesso il permesso di essere abisso
ombra che divora ombra
decido
di non alzarmi avevamo il mare in bocca
ma ora il corpo è soltanto
acqua
e non c’è cosa più tenace della sete
mi osservo dall’esterno
una goccia amara
POLILLA
después de tu segundo nacimiento
abres de punta a punta tu manto
mientras besas pared
cargada vas de vida
parasitaria: moscas y avispas
inocularon tu cuerpo —crías ajenas
a tu naturaleza concedida—
preñada de vida y muerte tus
músculos tus órganos
devorados desde el interior
te posas frente a mí para anunciar
muerte invadiendo mi cuerpo
con una muerte que tampoco
me pertenece
FALENA
dopo la tua seconda nascita
spalanchi il tuo mantello
mentre baci il muro
carica come sei di vita
parassitaria: mosche e vespe
hanno inoculato il tuo corpo – cuccioli altrui
concessi alla tua natura –
gravida di vita e morte i tuoi
muscoli i tuoi organi
divorati dall’interno,
ti collochi davanti a me per annunciare
la morte che invade il mio corpo
con una morte che nemmeno
mi appartiene
ESTA Y OTRAS CIUDADES
Monterrey es un espejismo
ni siquiera es una ciudad triste a la que se pueda tener
lástima es un lugar gris
del que uno puede desprenderse sin remordimientos
donde me estrello
cada vez que despierto
este mundo
es una ciudad que desprecio
QUESTA E ALTRE CITTÀ
Monterrey è un miraggio
non è nemmeno una città triste per la quale si possa avere
pietà è un luogo grigio
da cui uno può staccarsi senza rimorsi
dove mi schianto
ogni volta che mi sveglio
questo mondo
è una città che disprezzo
UN POETA RECORRE EL CENTRO
y entre las calles sucias
gritos ambulantes
y el sonido de los carros
que frenan y rechinan y parecen no avanzar
él también se detiene
busca entre el ruido blanco
y la contaminación que lo permea
en cada arista de sí
un poema para llevar a casa
un poema que lo ocupe días y noches
un poema que lo lleve a desconocer la rutina
que nazca frente a él
se contonee y diga “mírame
encárgate de mí
e ingóralo todo”
pero ante el zoológico humano contenido en esta parte de la ciudad
nada brilla/ nada captura
su mirada no involucra palabra
él busca el poema como quien busca aire en pleno incendio
nade aparece
él busca la poesía misma
y nada aparece
una urraca lo mira
para ambos
el tiempo
es ya otra cosa
UN POETA GIRA PER IL CENTRO
e tra le strade sporche
grida ambulanti
e il suono delle auto
che frenano e scricchiolano e sembrano non avanzare
anche lui si arresta
cerca tra il rumore bianco
e l’inquinamento che lo permea
in ogni suo angolo
una poesia da riportare a casa
una poesia che lo occupi giorno e notte
una poesia che gli faccia ignorare la routine
che nasca dinanzi a lui
si scuota e dica “guardami
prenditi cura di me
e ignora ogni cosa”
ma davanti allo zoo umano contenuto in questa parte della città
nulla brilla/ nulla cattura
il suo sguardo non coinvolge la parola
lui cerca la poesia come chi cerca aria in pieno incendio
nient’altro appare
lui cerca la poesia stessa
e nulla appare
una gazza lo guarda
per entrambi
il tempo
è già un’altra cosa
NADIE TE ESPERA EN CASA
igual que ayer
y el día anterior
manejas con la música apagada
te preguntas si calentar la cena del congelador
o poner al fuego una sartén pequeña
¿qué plato poner hoy,
con qué mantel,
qué beber
si hoy es un día de lo más ordinario?
plantas
hay plantas en cada esquina
del baño
de tu cuarto
de la cocina
sigues al volante y reconoces
—hay más ausencias que plantas
y me esperan en cada esquina
de la mente
de los sueños
de mi tacto—
debe ser ya noviembre
y el mantel de tulipanes amarillos
sigue esperando
a que decidas
casarte
después de que acabe la guerra
NESSUNO TI ASPETTA A CASA
come ieri
e il giorno precedente
guidi con la musica spenta
ti chiedi se scaldare la cena congelata
o mettere sul fuoco una piccola padella.
Cosa cucinare oggi?
Come apparecchiare?
Cosa bere,
se oggi è uno dei giorni più insignificanti?
Piante
ci sono piante in ogni angolo
del bagno
della tua stanza
della cucina
seguiti a guidare e riconosci
– ci sono più assenze che piante
e mi aspettano ad ogni angolo
della mente
dei sogni
del mio tatto –
dovrebbe essere già novembre
e il mantello dei tulipani gialli
continua ad aspettare
che ti decida
a sposarti
quando la guerra sarà finita
MAÑANA SERÁ OTRO DÍA
El día ha abierto
con cada pétalo de luz
decidió tocar la frontera nocturna
y algo le dice: anda
toma aquel muro
que divide el tiempo
de la vida planetaria.
El día
con su sol a cuestas
toca a miradas
el mundo. Parpadea
y dicta la forma
de mañana.
Pero el día no sabe que es
sólo por hoy. O, quizá,
prefiere ignorar
su muerte prematura.
¿En dónde se entierran los días
cuando ya no están?
Hace días murió mi perro
se escondió para no causar molestias
dijo su médico.
Los días, quizá, solo son cachorros
que saben a qué hora esconderse.
Más que una pregunta, tengo un comentario
Me detuve justo donde tú fuiste.
Te escucho
y las risas que compartimos
se van añejando en una esquina
de mi cráneo.
No es ausencia
lo que fermenta la botella, es la alegría
quien, sin tu pulso, se refugia
lejos de mis huesos.
Esto no es un espejismo
tú sabes que se trata
de una embriaguez que me tiene
sin ti
sin mí
sin vida.
Lo que duele no es la música tenue
ni el apago entre tus labios. Lo que duele
es que antes,
mucho antes,
fuiste
justo
aquí.
DOMANI SARÀ UN ALTRO GIORNO
Il giorno ha inizio
in ogni petalo di luce
ha deciso di toccare la frontiera notturna
e qualcosa gli dice: va
prendi quel muro
che divide il tempo
dalla vita planetaria.
Il giorno
con il suo sole a cavalcioni
tocca gli sguardi
il mondo. Lampeggia
e detta la forma
al domani.
Ma il giorno non sa di esistere
solo per oggi. O, forse,
preferisce ignorare
la sua prematura morte.
Dove vengono sepolti i giorni
quando non ci sono più?
Giorni fa è morto il mio cane
è andato a nascondersi per non farsi vedere
così ha detto il veterinario.
Forse i giorni sono soltanto cuccioli
che sanno a che ora nascondersi.
Più che una domanda ho una spiegazione
Mi sono fermato proprio dove tu sei stato.
Ti ascolto
e le risate che condividiamo
invecchiano in un angolo
della mia testa.
Non è assenza
ciò che fermenta la bottiglia, è la gioia
che, senza il tuo polso, si rifugia
lontano dalle mie ossa.
Non è un miraggio
tu sai che si tratta
di un’ebbrezza che mi lascia
senza di te
senza di me
senza vita.
Non è la debole musica che fa male
né il tramonto sulle tue labbra. Ciò che fa male
è che prima,
molto prima,
sei stato
proprio
qui.
|