FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 63
marzo 2023

Cadute

 

IN UNA SOLITUDINE ABITATA
La poesia di Silvia Ramos

di Mirta Amanda Barbonetti



Silvia Ramos è nata in Andalusia, a Huelva, nel 1972. Laureata in psicologia a Barcellona, svolge la sua attività a Madrid. Poemas de la medianoche (Poesie di mezzanotte) è il suo primo libro di poesie pubblicato nel 2018 per le edizioni del Mississipi che, con questa sua raccolta, ha inaugurato la collana. Come spiega il titolo, l’approssimarsi della mezzanotte è un momento ispiratore per l’autrice.

È un’autobiografia poetica in versi liberi, suddivisa in cinque sezioni, nelle quali Silvia Ramos va alla ricerca di se stessa attraverso l’Amore, l’Essere e l’Esistenza, il Mistero, il Magma e la Poesia.
Nell’incipit, una bambina in fuga “...sto camminando senza una meta/ senza uno scopo,/ per un paesaggio desolato” vaga sola in uno scenario lunare. La Ramos riversa il suo sguardo di psicologa in una poesia molto “pensata” che gioca su contrasti non risolti ed interrogativi che restano aperti: il silenzio si fa denso e la solitudine abitata, la vita è una maestra invisibile, “Chi sei tu?/ Che mi hai spinta ad attraversare le tue valli/ come una maestra invisibile muove i fili dell’esistenza (...)”.

Nella lirica Tra il silenzio sonoro e la solitudine abitata, “è l’istinto a dominare/l’animale notturno che io sono”, scrive Silvia e notturne sono anche le atmosfere delle sue poesie, in una solitudine abitata, che si fa strumento di protezione.
La sua Ballerina diventa espressione del radicamento alla vita in un’esistenza precaria, “balli sospesa,/ tra due fili invisibili/ di questa esistenza inosservata”: lo strumento che lo rende possibile, è la poesia.
Conclude la raccolta con una grande dichiarazione d’amore, un richiamo ineluttabile, una evocazione finale, semplice e magistrale: “… a te poesia mi consegno/ come si consegna un’amante all’alba/ aspettando il fuoco ispiratore della tua fiamma.”

L’autrice con queste liriche dalla luce notturna e riflessiva, vuole evocare un’espressione d’amore misurata, ma che non abbandona la corporeità dell’esperienza.
Il percorso poetico di Silvia Ramos continuerà con Ceniz y luz (Cenere e luce) di prossima uscita presso le edizioni Polibea.
Anche di questo testo, attualmente ancora inedito, offriamo una breve selezione.
Traspare da questa anticipazione, una predilezione per testi più brevi, essenziali. Forse, è possibile suggerire al lettore italiano un parallelo tra i paesaggi della Ramos (nel loro simbolismo di “paesaggio spirituale”) una affinità con certe reminiscenze zanzottiane: nebbie di pianura, suoni attutiti, una cornice di un silenzio sempre denso di parole/ di illusioni acquistate/ con lacrime prosciugate ed ancora un silenzio/ da nominare/ in legittima difesa del dolore.

Resta la presenza “vocale” di un silenzio che non è solo assenza di parola ma strumento di comunicazione, presa di coscienza, attraverso cui la poetessa che è anche psicologa, intende percorrere i labirinti dell’anima.
A conclusione di questa piccola silloge, valga un segnale di ansia antica verso la luce: “...voler catturare la luce/ è una intenzione platonica./ Aspiro solo a vivere avvolta in fotoni”. Un possibile sigillo di autenticità nella poesia di Ramos, sta proprio nell’ossimoro costituito dal suo così eloquente voler sospendere la parola.




POESIE DI SILVIA RAMOS


Da Poemas de la medianoche
Los libros del Mississippi, 2018


LA NIÑA

No sé por dónde huir,
quiero salir de este cuerpo hiriente.
Volar y vagar,
abandonar mi mente,
que como la marea fuerte,
quiere arrastrarme a lo hondo.

Podría mover mis brazos,
intentar sostenerme,
pero me pesan tanto…

Es el cansancio,
el sentir que intento tras intento
no alcanzo.
No hay tierra a la vista que oriente
mis temblorosos pasos.

Voy caminando sin rumbo,
sin sentido,
por un paisaje desolado.
Quiero mantenerme a salvo
del horror se esta azada de muerte
que como un péndulo va y viene
sobre mis sienes danzando.

Es el peso de los minutos vacíos,
de las horas sin consuelo
de una niña asustada y perdida
que busca la mano que la olvida.
¿Donde está tu mano?
Hace menos de un segundo
sujetaba la mía,
cálida, encontradiza,
suave, sentida…

Esta vez no cargaré con la culpa,
aunque sienta los gusanos devorar mi vientre.

Tal vez sólo sea un susto
porque veo que tus manos se aproximan
y de nuevo se extienden
para rozar las mías.
¿No quieres abandonarme a mi fatal suerte?

Las serpientes al oírte llegar desaparecen.
Agárrame fuerte,
llévame lejos de aquí
donde el dolor no florece
el dolor, el miedo, el olvido,
perderte
perderme.


LA BAMBINA

Non so dove scappare
Voglio uscire da questo corpo dolente.
Volare e vagare,
abbandonare la mia mente,
che come la forte marea,
vuole trascinarmi a fondo.

Potrei muovere le mie braccia
provare a sostenermi
però mi pesano tanto...

È la stanchezza
la sensazione che per quanto mi sforzi
non riesco a vincere.
Non c’è terra in vista che orienti
i miei passi tremanti.

Sto camminando senza meta
senza senso,
per un paesaggio desolato.
Voglio mettermi in salvo
dall’orrore di questa falciata di morte
che come un pendolo va e viene
danzando sulle mie tempie.

È il peso dei minuti vuoti,
delle ore senza conforto
di una bambina spaventata e smarrita
che cerca la mano che la dimentica.
Dov’è la tua mano?
meno di un secondo fa
teneva la mia,
calda, vicina,
morbida, appassionata...

Questa volta non mi assumerò la colpa
per quanto senta i vermi divorarmi il ventre.

Forse è solo uno spavento
perché vedo le tue mani avvicinarsi
ed ancora protrarsi
per sfiorare le mie.

Non vuoi abbandonarmi al mio destino fatale?
I serpenti udendo il tuo arrivo, scompaiono.
Afferrami forte,
Portami lontano da qui
dove non fiorisce il dolore,
il dolore, la paura, l’oblio,
perderti
perdermi.


EL CORAZÓN BLINDADO

Ya nada duele como antes.
Las ilusiones son luces
que se apagan al amanecer
para volver a encenderse de noche,
cada día diferentes.

El corazón anestesiado siente
por las huellas que han dejado otros
solo se abre al pensamiento
Para negociar su presente y pasado.

Corazón
¿y el futuro?
¿dónde lo dejaste?
El futuro no existe,
es un deseo infundado.

Espejos que se rompen
¿quién quiere mirarse en ellos?
¿tú quieres pisar cristales rotos?
¿escupir sangre, cielo?

Pedazos de realidad
que se van uniendo
aderezados con pegamento,
diez gramos de cariño
por diez de espacio y miedo.

Padre, libérame de esta enfermedad
no quiero morir disecado,
vaciado y sin órganos.
Regálame algo
del amor que has creado.

Quizá un día me despierte
y encuentre unos ojos
que alumbren
donde guardo mi luz
y nazcan destellos dorados.

Tendré un espejo en el que mirarme,
derretiré el hielo
y me beberé la sangre
¿ qué harás entonces
corazón blindado?


IL CUORE BLINDATO

Ormai nulla fa più male come prima.
Le illusioni sono luci
che si spengono all’alba
per riaccendersi di notte,
ogni giorno diverse.

Il cuore anestetizzato sente
le impronte che altri hanno lasciato
si apre solo al pensiero
per negoziare il suo presente e passato.

Cuore
e il futuro?
Dove l’hai lasciato?
Il futuro non esiste
è un desiderio infondato.

Specchi che si rompono
chi vuole specchiarsi in loro?
Tu vuoi calpestare i vetri rotti?
sputare sangue, tesoro?

Pezzi di realtà
che si vanno attaccando
ricomposti con la colla,
dieci grammi di affetto
per dieci di spazio e paura.

Padre, liberami da questa malattia
non voglio morire sezionata,
svuotata e senza organi.
Regalami un po’
dell’amore che hai creato.

Forse un giorno mi sveglierò
e incontrerò degli occhi
che illumineranno
lo spazio dove custodisco la mia luce
e dove nascono scintille dorate.

Avrò uno specchio in cui ammirarmi,
scioglierò il ghiaccio
e mi berrò il sangue.
Cosa farai allora tu
cuore blindato?


ENTRE EL SILENCIO SONORO Y LA SOLEDAD HABITADA

Entre el silencio sonoro
y la soledad habitada
me encuentro
como un animal en su morada,
seguro,
protegido,
sin bajar la guardia.

Es la intuición la que gobierna
a este animal nocturno que soy.
Percepciones y sensaciones
que esta habitación que me guarda
me devuelve cuando la respiro
y trato de absorberla.

No observo de una forma violenta.
Aquí todo es calma,
una calma total
y el sentimiento
de libertad placentera.

Es entre las paredes de este espacio
silencioso y reducido
donde más cerca me hallo
de sentir lo que soy,
quién soy.

Y ante este dilema de identidades
se abren vastos territorios
aún sin conquistar,
aún sin nombrar.

Porque quizá
no todo lo que uno es
tiene un nombre.
A veces sólo se siente
y se respira.


TRA IL SILENZIO SONORO E LA SOLITUDINE ABITATA

Tra il silenzio sonoro
e la solitudine abitata
mi sento
come un animale nel suo riparo,
sicuro,
protetto,
senza abbassare la guardia.

È l’istinto a dominare
l’animale notturno che io sono.
Percezioni e sensazioni
che questa stanza protetta
mi restituisce quando la respiro
e cerco di assorbirla.

Non osservo in modo violento.
Qui tutto è calma,
una calma assoluta
e la sensazione
di appagante libertà.

È tra le pareti di questo spazio
silenzioso e raccolto
dove più sono vicina ,
a sentire quello che sono,
chi io sono.

E dinnanzi a questo dubbio d’identità
si aprono spazi immensi
non ancora conquistati,
ancora non nominati.

Forse perché
non tutto quello che uno è
ha un nome.
Talvolta si percepisce soltanto
e si respira.


¿QUIÉN ERES TÚ?

¿Quién eres tú?
Que me arrojaste a transitar por tus valles,
como una maestra invisible
mueves los hilos de la existencia
¿todos lo saben?

Te escucho en lo visible y más allá,
dentro del centro de mi proprio centro,
donde se esconde mi alma,
atravesada por la carne y los huesos.

¿Cuántas vidas has vivido?
Y ¿cuántas más vivirás?

No te cansas de observar.
el fluir de los caminos,
de hacer puzzles con las piezas
de nuestros inciertos destinos.

Eres una Diosa.
amorosa y mortal.
Despiadada y piadosa,
temida,
por lo que callas y ocultas.

Vida, quiero que seamos amigas,
resolverte aunque seas un enigma.

Qué largo y qué corto
se me hace conocerte,
qué simple y complejo
entenderte.

A mi lado caminas
mostrándote entre velos
de seda blanca y fina,
velos que mueve el viento
y que dejan ver cómo conspiras
en un orden sin fin inmenso.

Porque todo al final
es alimento para el todo,
porque todo eres tú,
Vida.


CHI SEI TU?

Chi sei tu?
Che mi hai spinta a esplorare le tue valli,
come una maestra invisibile
muovi i fili dell’esistenza
tutti lo sanno?

Ti ascolto nel visibile e più in là,
nel mio essere più profondo,
dove si nasconde la mia anima
percorsa dalla carne e dalle ossa.

Quante vite hai vissuto?
E quante più ne vivrai?

Non ti stanchi di osservare.
il fluire dei cammini
per fare puzzles con i pezzi
dei nostri incerti destini.

Sei una Dea.
amorevole e letale
spietata e misericordiosa,
temuta,
per quello che non dici e nascondi.

Vita, voglio che siamo amiche,
risolverti benché tu sia un enigma.

Quanto lungo e breve
è per me conoscerti,
quanto semplice e complesso
è capirti.

Cammini al mio fianco
mostrandoti tra veli
di seta bianca e sottile,
veli che il vento muove
e che lasciano intravedere come congiuri
in un ordine immenso senza fine.

Perché tutto nel finale
è alimento per il tutto
perché tutto sei tu,
Vita.


BAILARINA

Bailas suspendida,
entre dos hilos casi invisibles,
de esta existencia inadvertida.

¿Cómo mantienes el equilibrio bailarina?

Tu danza en punta,
sin reposar el puente
de tus pies impertinentes,
desplazan tu cuerpo inmóvil.

Por esos alzas tus brazos hacia arriba,
como alas de mariposa,
o de águila divina…

¿Quién sabe hacia dónde deseas elevarte,
bailarina?


BALLERINA

Balli, sospesa,
tra due fili invisibili
di questa esistenza inosservata.

Come mantieni l’equilibrio ballerina?

La tua danza sulle punte,
senza posare il ponte
dei tuoi piedi impertinenti,
che spostano il tuo corpo immobile.

Così levi le tue braccia verso l’alto,
come ali di farfalla,
e di aquila divina…

Chi sa fin dove desideri elevarti,
ballerina?


A TI POESÍA

Cada noche te siento en lo profundo
y desde lo hondo
un anhelo se despierta
para crearte de la nada.

Una nada concurrida
que se prepara vestida de gala
para festejar una cascada
de sonidos y palabras.

Porque en estas letras que para ti escribo
se esconden el viento, la mañana,
el océano, la esperanza.
Todo lo que deseo.

Eres oleaje que se levanta
para romper en la orilla dorada,
llenando de espuma blanca mis ojos
y de sol brillante mi mirada.

A ti poesía me entrego
como una amante se entrega al alba,
esperando el fuego inspirador de tu llama.

Esa llama tuya
que cada noche alumbra mis sombras
y espanta a los fantasmas,
porque de ti poesía
nace la música que componen las palabras.


A TE POESIA

Ogni notte ti sento nel profondo
e dal fondo
un desiderio si risveglia
per crearti dal nulla.

Un nulla affollato
che si prepara in abito da sera
a celebrare una cascata
di suoni e parole.

Perché in questi segni che traccio per te
si nascondono il vento, il mattino,
l’oceano, la speranza.
Tutto ciò che desidero.

Sei onda che sale
per infrangersi sulla riva dorata,
riempiendo di schiuma bianca i miei occhi
e di sole splendente il mio sguardo.

A te poesia mi consegno
come un’amante si consegna all’alba,
attendendo il fuoco ispiratore della tua fiamma.

Questo tuo fuoco
che ogni notte illumina le mie ombre
e spaventa i fantasmi,
perché da te poesia
nasce la musica che le parole compongono.


Da Ceniza y luz
(Inediti)


SILENCIOS

Hay un silencio oculto
que transita los rincones del ser
Un silencio plagado de palabras,
de ilusiones compradas
con lágrimas secas.

Hay un silencio para
ser nombrado,
en legítima defensa del dolor.
Un silencio salvaje
de naturalezas muerta
cuando la esperanza mengua
y el paisaje del recuerdo
deviene lienzo inmóvil.

Hay silencios tan intensos
como la tormenta
donde aguarda el relámpago
advirtiendo su inminente presencia.

Silencios que laceran el alma
enmudecen el sentido
y lo vivido se torna sombra,
de un instante
ya irreconocible.


SILENZI

C’è un silenzio nascosto
che attraversa i luoghi dell’essere.
Un silenzio denso di parole,
di illusioni acquistate
con lacrime prosciugate.

C’è un silenzio
da nominare,
in legittima difesa del dolore.
Un silenzio selvaggio
di nature morte,
quando scema la speranza
e il paesaggio del ricordo
diviene tela immobile.

Ci sono silenzi così intensi
come la tempesta,
dove aspetta il lampo,
mentre sente imminente il suo arrivo.

Silenzi che lacerano l’anima,
fanno tacere il senso
e il vissuto si trasforma in ombra,
di un istante
già irriconoscibile.


ANFIBIA

De repente no hay luz
solo el impacto del aire.

Mi casa es naranja como el sol maduro
–así la creé–

Dentro fluye cálida la sangre
y descubro

que es lo que tengo
cuando los vivos van a vivir.
Es mejor ir
que permanecer atado a un sino.

Duele la vida
cuando solo quieres
ser piel anfibia
y respirar inmóvil.


ANFIBIO

A un tratto la luce scompare
solo l’impatto dell’aria.

La mia casa è arancione come il sole intenso
– è così che l’ho creata –

Dentro il sangue fluisce caldo
e scopro

Che è quello che io ho
quando i vivi vivranno.
È meglio andare
che restare legati a un destino.

La vita fa male
quando tutto ciò che vuoi
è essere pelle anfibia
e respirare immobile.


FRUTOS

Cruje el mundo y se revela el hombre.
Del cristal del ojo brota una cascada

En la caverna queda, alimento no digerido,
un hueco de forma y fondo.

Vino el hambre, y los frutos están podridos.
Así es como sucede y poco puede hacerse.


FRUTTI

Il mondo scricchiola e l’uomo si rivela.
Dal cristallino dell’occhio sgorga una cascata

Nella grotta resta, cibo non digerito,
un incavo di forma e sostanza.

È arrivata la fame e i frutti sono marciti.
Così suole accadere e ben poco si può fare.


SOLO

Hace tiempo que solo está mi cuerpo.
Soy un ser primitivo,
ando desnuda por la tierra.

Antes cerraba los ojos
y seguía ahí,
como una muñeca rusa
como un gusano que se intuye mariposa,
como un cuerpo dentro de otro
que protege y alimenta.

La noche es ahora de extensión desconocida,
similar al vacío.

He de irme,
allí donde abita perdido el ser.
Quiero encontrarlo,
que no huya más de mí.


SOLO

È da molto tempo che il mio corpo è solo.
Sono un essere primitivo,
cammino nuda sulla terra.

Ero solita chiudere gli occhi
e ancora ero lì,
come una matrioska
come un bruco che si sente farfalla,
come un corpo dentro un altro
che protegge e alimenta.

La notte si estende sconosciuta
simile al vuoto.

Devo andare,
là dove perduto l’essere vive.
Voglio incontrarlo
affinché non fugga più da me.


TU SILENCIO

Tu silencio es el sonido de un arpa
Tu silencio es río que brota de la piedra insospechada
Tu silencio sostiene la caricia
y da nombre proprio al gesto.
Tu silencio es el lugar donde quiero habitarme
ese paisaje onírico
del que nunca quisiera irme.


IL TUO SILENZIO

Il tuo silenzio è il suono di un’arpa
Il tuo silenzio è un fiume che sgorga dalla pietra inaspettata
Il tuo silenzio sostiene la carezza
e dà nome proprio al gesto.
Il tuo silenzio è il luogo dove voglio abitare
quel paesaggio onirico
che non vorrei mai lasciare.


PLATÓNICO

Querer apresar la luz
es un fin platónico.
Solo aspiro a vivir envuelta en fotones,
sentir la plenitud sensorial
y retornar al principio,
cuando aún éramos libres.


PLATONICO

Voler catturare la luce
è un proposito platonico.
Aspiro solo a vivere avvolta in fotoni,
sentire la pienezza sensoriale
e ritornare al principio,
quando ancora eravamo liberi.


Traduzione dallo spagnolo di Mirta Amanda Barbonetti




Silvia Ramos
È nata nel 1972 in Andalusia nella città di Huelva. Poetessa e narratrice, si è laureata in Psicologia a Barcellona, con Master in Teoria Psicoanalitica presso l'Università Complutense di Madrid e un Master in Gestione e Organizzazione delle Risorse Umane presso l'ESIC. Specialista in psicoterapia degli adulti, attualmente lavora come psicologa-psicoanalista a Madrid, città in cui vive.
Ha pubblicato nel 2018 il suo primo libro Poemas de la medianoche. È di prossima uscita la sua seconda raccolta di poesie Ceniza y luz. Fa parte dell’UNEE (Unione Nazionale degli Scrittori di Spagna).

mirta_barbonetti@yahoo.it