FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 37
gennaio/marzo 2015

D'aria e di terra

 

TRA CIELO E TERRA
La poesia di Antonio Praena

di Alessio Brandolini



“Essere soltanto un rottame / utile tra cielo e terra”. Un rottame, ovvero qualcosa che è stato usato e ha vissuto la propria vita. Sono versi tratti da un testo centrale (“Gru”) che permette di afferrare alcuni aspetti importanti dell’articolata poesia di Antonio Praena, autore spagnolo nato nel 1973. La poesia citata è contenuta nell’ultimo libro pubblicato: Molte volte ho desiderato essere una gru (2013) dal quale sono tratti la maggior parte dei testi della silloge qui proposta.

Le gru si ergono nelle città per costruire palazzi che puntano dritto al cielo e svettano con le loro braccia enormi, come croci di acciaio che afferrano l’aria, e da lassù osservano il mondo. Le gru accolgono la prima neve, gli uccelli migratori e appaiono, se viste all’alba e in lontananza, silenziose e immobili, in contrasto coi nostri tempi “dove tutto è in movimento”. In un mondo desolato (Eliot, citato in una poesia) la follia “non è una terra straniera”, follia intesa come distacco dal dolore o come un volo libero sebbene rischioso dove “le coordinate diventano inutilizzabili”. Gli aspetti spirituali della poesia di Praena sono sempre ancorati alla realtà, a quel maglione che scalda “tessuto coi nodi della memoria”, a un bisogno di “realizzare imprese quotidiane”. E questo, se possibile, anche quando la nostra vita imbocca un percorso inaspettato per via delle circostanze, di una perdita imprevista, di un sogno smarrito.

Difficile estrarre il puro dall’impuro o dividere nettamente il cielo dalla terra ma resta il bisogno di “pienezza”, di quell’armonia intensa e persuasiva che possa accogliere i molteplici e complessi aspetti dell’esistenza, della nostra personalità. Resta l’incanto indissolubile, la magia del mistero della vita e dello stesso volo, di quel corpo passeggero che siamo: nell’aria si genera il movimento e la colomba “all’improvviso / alza il suo volo”.




DIECI POESIE DI ANTONIO PRAENA


*

Toma en tus manos
este jersey tejido en nudos de memoria.

Consérvalo, porque algún día
recordarás las manos desgastadas
que lo tejieron en las noches de tu infancia.
Y no podrás volver. Y tendrás frío
cuando descubras que vivir
a veces es llorar.
Abrígate con el amor que en el jersey está trenzado:
lo que nos quita el tiempo
ha sido el tiempo quien lo ha urdido
en formas misteriosas y sencillas
que hilvan nuestras vidas a otras tramas.
Es imposible amar fuera del tiempo,
nada infinito hay que se alcance sin su hebra
aunque la hechura de su amor
nos muestre su belleza en sacrificio
sólo al perder a quien más hondo nos ha amado.
No pienses, como Eliot,
que sólo el tiempo vence al tiempo,
porque el tiempo es invencible.
Más bien realiza hazañas cotidianas:
piensa en mamá, aprende a tricotar
tus horas en ofrenda:
–punto de arroz,
ochos perdidos,
espigas que se cruzan
con las agujas de la vida–
Ponte el jersey
y teje otro jersey para tus hijos.

(de Poemas para mi hermana, 2007)


*

Prendi tra le tue mani
questo maglione tessuto coi nodi della memoria.

Conservalo, perché un giorno
ricorderai le mani rovinate
che lo tesserono nelle notti della tua infanzia.
E non potrai ritornare. E avrai freddo
quando scoprirai che vivere
talvolta è piangere.
Riparati con l’amore che trovi intrecciato al maglione:
ciò che il tempo ci toglie
è stato il tempo che l’ha ordito
in forme misteriose e semplici
che imbastiscono le nostre vite con altre trame.
È impossibile amare fuori del tempo,
nessun infinito può comprendersi senza il suo filo
benché il manufatto del suo amore
ci mostri la bellezza ricevuta
solo perdendo chi più profondamente ci ha amato.
Non pensare, come Eliot,
che solo il tempo vince il tempo,
perché il tempo è invincibile.
Piuttosto realizza imprese quotidiane:
pensa a mamma, impara a lavorare a maglia
le tue ore in offerta:
– punto di riso, (*)
ricami in fuga (*)
spighe che s’incrociano
con gli aghi della vita –
Metti il maglione
e intrecciane un altro per i tuoi figli.

(*) Modi di lavoro a maglia

(da Poesie per mia sorella, 2007)


NO ES UNA TIERRA EXTRAÑA

No es una decisión ni es un castigo.
Tampoco una manera de venganza
para con la existencia o con sus daños.
A veces es indicio de carencias
biológicas o ceses funcionales,
pero esa es de otro tipo: duele menos.
No es el viaje a un mundo diferente
más fuera o más acá dentro del mundo,
ni un modo de salvar las pocas cosas
que importan cuando es poco ya importante.
Tampoco es el lugar donde los truenos
liberan su lenguaje y donde el rayo
no cesa en su descarga sobre el alma.
A veces se reviste de razones
maduras sumamente y hasta excelsas,
y a veces es posible que el silencio
la encubra, pero clama en mil idiomas.
Parece el privilegio de los pocos
que ven lo que no ve quien está cuerdo,
mas no es lugar tampoco para hombres
que encuentran en delirios la respuestas.
No es una tierra extraña la locura.
Es la única manera en que podemos
morir cuando de forma diferentes
nos es completamente prohibido.

(de Actos de mor, 2011)


NON È UNA TERRA STRANIERA

Non è una decisione né un castigo.
Neanche un modo per vendicarsi
dell’esistenza e dei suoi danni.
Talvolta è indizio di carenze
biologiche o blocchi funzionali,
ma quella è d’un altro tipo: fa meno male.
Non è il viaggio verso un mondo diverso
un po’ fuori o più dentro al mondo,
né un modo per salvare le poche cose
che contano quando ciò che conta è così poco.
Neppure è il luogo dove i tuoni
liberano il loro linguaggio e dove il fulmine
non la smette con la sua carica sull’anima.
A volte si riveste di ragioni
incredibilmente mature e perfino eccelse,
e a volte è possibile che il silenzio
l’occulti, eppur protesta in mille lingue.
Sembra il privilegio dei pochi
che vedono quel che il saggio non vede,
ma neanche è luogo adatto agli uomini
che trovano nelle allucinazioni le risposte.
Non è una terra straniera la follia.
È l’unico modo in cui possiamo
morire quando farlo in altri modi
a noi è completamente proibito.

(da Atti di amore, 2011)


da Yo he querido ser grúa muchas veces
(2013, Molte volte ho desiderato essere una gru)



DE VUELO

Como el avión que nos traslada,
veloz, indiferente, sin que apenas
lleguemos a escuchar en su rugido
el cuerpo pasajero que ahora somos,
así, terrible y santo, nuestro paso
a bordo de palabras sin deriva:
dices amor, gimes la muerte, callas nada,
y en ellas va tu vida y va de vuelo


VOLANDO

Come l’aereo que ci trasporta,
veloce, indifferente, tanto che appena
arriviamo ad ascoltare il suo ruggito
il corpo passeggero che ora siamo,
così, terribile e santo, il nostro passo
a bordo di parole senza deriva:
dici amore, gemi la morte, nulla taci,
e in loro va la tua vita e va volando.


AVIATOR

Siguiendo el curso inverso de los pájaros,
como Aníbal poco antes
de emprender su marcha a Roma,
si no encuentro el camino,
lo creo.


AVIATOR

Seguendo il corso inverso degli uccelli,
come Annibale poco prima
d’intraprendere la marcia verso Roma,
se non trovo la strada,
ci credo.


MÁS A NORTE

Según se acerca nuestro vuelo al Polo Norte,
todas las referencias son inútiles.
Pierden su alcance los radares,
los números son cifra del vacío.
Un desmayo muy dulce nos embriaga,
una clara ignorancia definible
tan sólo por el verbo plenitud:
no sabes regresar y, sin embargo,
presientes ya tu patria.


PIÙ A NORD

Man mano che il nostro volo si avvicina al Polo Nord,
le coordinate diventano inutilizzabili.
I radar perdono la loro portata,
i numeri son cifre intorno al vuoto.
Ci ubriaca uno svenimento molto dolce,
una limpida ignoranza definibile
solamente con il verbo pienezza:
non sai ritornare e, tuttavia,
percepisci già la tua patria.


*

Cuando descubro que mi vida
ya no será lo que pensaba
y que empezar todo de nuevo
no me es posible a estas alturas
en que escapar fuera del mundo
tendría el alto precio de perderos
a vosotros que sois la única cosa
real,
una palabra
desciende de mis ojos
y es signo que divide lo que he sido
de aquel que empiezo a ser en este vuelo:
coma.


*

Quando scopro che la mia vita
ormai non sarà quel che pensavo
e che iniziare tutto di nuovo
non è possibile a questo punto
e che fuggire fuori dal mondo
avrebbe l’alto prezzo di perdervi
voi che siete l’unica cosa
reale,
una parola
discende dai miei occhi
ed è segno che divide ciò che sono stato
da quello che inizio ad essere in questo volo:
una virgola.


GRÚAS

Me conmueven las grúas en invierno.
Parecen estar vivas y cumplir
su vértigo llenándose de grajos
que bordan en su acero un pentagrama.


La esencia de las grúas son las aves
de paso.
Las cruces de este siglo,
donde todo se mueve, son las grúas:
inmóviles, calladas, imposibles.

Yo he querido ser grúa muchas veces,
recibir la nevada antes que el mundo,
los pájaros, los rayos matutinos,
y ser desmantelado cuando acabe
la obra en la que elevo humilde carga.

Las grúas son amigas de los pájaros.
Que vengan y se posen en mis hombros
mientras huyen del frío es mi deseo.
Que canten para mí, ser para ellos
el árbol más sencillo, pues apenas
un eje vertical y un brazo abierto
conforman mi estructura permanente.
(Vendrá la muerte a dar vida a este sueño
haciéndome también ave de paso).

Y, mientras, ser tan sólo un trasto útil
entre el cielo y la tierra. Algo invisible
a los ojos de todos pero nunca
al ojo diferente de los grajos.


Gru

D’inverno mi commuovono le gru.
Sembrano vive e realizzano
volteggi rivestendosi di cornacchie
che il suo acciaio decorano di pentagrammi.

L’essenza delle gru sono gli uccelli
migratori.
Le croci di questo secolo,
dove tutto è in movimento, sono le gru:
immobili, silenziose, inconcepibili.

Molte volte ho desiderato essere una gru,
ricevere la neve prima della terra,
gli uccelli, i raggi del mattino,
ed essere smantellato quando si concluderà
l’opera alla quale elevo il mio umile lavoro.

Le gru sono amiche degli uccelli.
Che vengano e si sistemino sulle mie spalle
fuggendo dal freddo: è quel che desidero.
Che cantino per me, voglio essere per loro
l’albero più semplice, perché soltanto
un asse verticale e un braccio spalancato
configurano la mia struttura permanente.
(Verrà la morte a dare vita a questo sogno
trasformandomi in uccello migratore).

E, nel frattempo, essere soltanto un rottame
utile tra cielo e terra. Qualcosa d’invisibile
agli occhi di tutti, però mai
all’occhio così diverso delle cornacchie.


NO ES COSA

Nada existe en el claustro. De repente
alza su vuelo la paloma:
nace el aire.

No es cosa de entender.


NON È COSA

Nel monastero nulla esiste. All’improvviso
alza il suo volo la colomba:
nasce l’aria.

Non è cosa che si capisca.


PERO NO

Estoy lleno de muertos,
de perros muertos y hombres muertos.
Mi corazón en un inmenso cementerio
de perros y de hombre cuya carne
se pudre y se confunde: soy el mundo
y el tiempo en el que el mundo se disuelve.
Podría contagiarme de esta podre,
abrir mis duros ojos con espanto
dejando que la luz partiese de ellos
y ser un muerto más de abiertos ojos
al terror del vacío.
Pero no:
el mundo no es tu ingrata soledad.
No cabe en tu sepulcro la belleza.
No te has dado la vida, te precede
y habrá de redimirte cuando acabe
la oscura vanidad que hay en tus ojos.
Hay pájaros ahí fuera. Está la tarde
dorada destellando en las esquirlas
de nubes y de antenas. Está el viento
jugando con la hojas, y en la hierba
dos perros son sustancias compartida
por un nudo de carne que los une
a un trance que no puede detenerse.
Grita hondo, revienta tu camisa.
De lejos eres gloria innumerable.
No hay muerte en la que quepa tu misterio.


MA NO

Sono pieno di morti,
di cani morti ed uomini morti.
Il mio cuore è un immenso cimitero
di cani e di uomini la cui carne
marcisce e si confonde: sono io il mondo
e il tempo in cui il mondo si dissolve.
Potrei contagiarmi con questo pus,
per lo spavento aprire i miei duri occhi
lasciando che la luce si generi da loro
ed essere un morto in più con gli occhi aperti
sul terrore del vuoto.
Ma no:
il mondo non è la tua ingrata solitudine.
La bellezza non entra nel tuo sepolcro.
Non ti sei dato la vita, ti precede
e dovrà redimerti quando avrà fine
l’oscura vanità che c’è nei tuoi occhi.
Lì fuori ci sono gli uccelli. C’è la sera
dorata che scintilla sulle schegge
di nuvole e antenne. C’è il vento
che gioca con le foglie, e sull’erba
due cani sono sostanza condivisa
dal nodo di carne che li unisce
a una trance che non potrà trattenersi.
Grida forte, strappa la camicia.
Da lontano sei gloria infinita.
Non c’è morte nella quale entri il tuo mistero.


PUREZA

Quis potest facere mundum de immundo conceptum semine?
¿Quién puede sacar lo puro de lo impuro?

Job 14,4

Del barro el labrador, y la maestra
de tiza.
De oscuridad cada poema,
y yo, que soy el aire, del rosado
fulgor de vuestra alas
me mancho día a día hasta ser puro.


PUREZZA

Quis potest facere mundum de immundo conceptum semine?
Chi può estrarre il puro dall’impuro?

Giobbe 14,4

Dal fango l’agricoltore, e la maestra
dal gessetto.
Dall’oscurità ogni poesia,
ed io, che sono l’aria, con il rosato
fulgore delle vostre ali
mi sporco tutti i giorni fino ad essere puro.


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Antonio Praena
è nato a Purullena (vicino Granada, Spagna) nel 1973.
Ha pubblicato i libri di poesia: Humo verde (2003, Fumo verde), Poemas para mi hermana (2006, Poesie per mia sorella), Actos de amor (2011, Atti di amore) e Yo he querido ser grúa muchas veces (2013, Molte volte ho desiderato essere una gru).
Ha vinto importanti premi letterari, collabora a riviste letterarie e di filosofia teologica, è stato incluso in diverse antologie di poesia spagnola contemporanea. Dal 2001 insegna alla Facoltà di Teologia di Valencia e nella stessa università affianca alla sua docenza accademica seminari su cinema, cultura e poesia contemporanea.


alexbrando@libero.it