La moderna industria della letteratura produce grandi romanzi a “destinazione mondo” introdotti nel mercato editoriale con il fine programmatico di andare oltre i confini nazionali. Lo spazio d’azione dei personaggi è il luogo internazionale e transnazionale della letteratura mondiale contemporanea.{1} La topica narrativa va oltre l’assegnazione geografica posta dall’autore: le vicende raccontate e i movimenti degli attori nel cronotopo potrebbero svilupparsi anche in altri luoghi. I personaggi sono delocalizzati per essere immessi nello spazio mondializzato della narrativa. Nei romanzi di ultima generazione il luogo perde i tratti specifici mentre conserva quanto lo universalizza agli occhi dei lettori mondiali.
Vittorio Coletti{2} ricorda che i «romanzi a destinazione e forma mondo non sono novità assolute della nostra epoca. Esistono da tempo, e in parte coincidono con la letteratura di consumo e comunque popolare». Si tratta, infatti, di libri tradotti in tutto il mondo e privati dei tratti locali d’origine. I ragazzi della via Pàl di Ferenc Molnàr, ambientato a Budapest, per esempio, prescinde completamente dall’ambientazione in quel determinato spazio geografico. Allo stesso modo il tratto italiano di Pinocchio risulta irrilevante ai fini dell’efficienza narrativa e didattica del racconto. E si pensi al carattere sovranazionale del libro Cuore di De Amicis, tradotto in tutte le lingue del mondo e funzionante in Germania come in Svezia, in Francia o in Giappone. Pur strutturando le vicende in spazi geografici precisi e specifici, il messaggio patriottico, morale e universale, travalica i confini nazionali di appartenenza per assicurare una potente ricezione del libro ovunque.
Nell’etichetta contemporanea di romanzo globalizzato (a destinazione mondo) il genere fantasy (con la sua componente noire) trova la sua ideale attuazione in quanto sin dal secolo XIX ha avuto una ricezione internazionale scavalcando, sin dalla prima uscita dei prodotti editoriali, lo spazio geografico di nascita e produzione. Il classico genere fantastico di matrice ottocentesca si arricchisce di elementi provenienti dalla società contemporanea, come l’azione rapida e i veloci spostamenti, le tecnologie telematiche e le nuove frontiere scientifiche e fantascientifiche.
All’elemento tradizionale di un certo tipo di fantasy magico si accosta la strumentazione informatica contemporanea, come nel caso del secondo romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault (1988). I personaggi recitanti sono degli italiani colti, studiosi di filologia e letteratura, lavorano presso una casa editrice torinese che, come ricorda Coletti, fa venire in mente l’Einaudi di Pavese e Calvino.{3} Il romanzo è scritto per un pubblico internazionale informato, bibliofilo e curioso del mistero. In questa nuova stagione culturale mondiale Eco è stato uno dei primi autori ad aver sfruttato il sistema mercato editoriale della fine del secolo XX. La confezione del libro è pensata, quindi, per un pubblico internazionale di media-alta cultura, un lettore mondo globalizzato, anche se di gusti raffinati e stravaganti.
In questo romanzo moderno dal gusto esoterico dell’antico si riaffaccia la Parigi capitale di tanta narrativa dell’Otto/Novecento, guida culturale e semioticamente adatta ad un certo filone misteriosofico. Alla risoluzione di sciarade ed enigmi si congiunge uno degli elementi tipici della società attuale, come l’utilizzo di password segrete per dischiudere file e aprire computer.
Non potevano mancare i romanzi di Dan Brown e nello specifico il conosciutissimo Codice da Vinci (2003). Il punto di vista del racconto è quello del narratore onnisciente, un americano dei nostri tempi che vede e conosce l’Europa attraverso guide turistiche e cartoline. Spionaggio e terrorismo internazionale si fondono (e si confondono) al motivo del complotto della massoneria mondiale e del mistero noire.
Lo spazio d’azione dei personaggi è costituito dai luoghi per turisti e visitatori, tanto che qualunque lettore parigino riconosce la propria città non tanto per la toponomastica reale o per qualche riferimento urbanistico, ma piuttosto per evidenti stereotipi socioculturali ad usum lectoris. È un prodotto editoriale programmato per il mondo, per lettori commerciali e non specializzati (diversamente da come avviene per il Pendolo di Eco, che seleziona i suoi lettori ideali), chiamati a sostituire i tratti locali con il moderno internazionalismo editoriale; anche i protagonisti dell’azione sono inglesi, americani, spagnoli, italiani e francesi e ogni tipo (standardizzato) narrativo rappresenta un vero e proprio stereotipo popolare.
Un lavoro letterario siffatto è pensato e programmato per il mondo, senza nessuna patria editoriale: è un prodotto della moderna industria che può essere assemblato ovunque, anche se progettato negli Stati Uniti, “luogo mondo” per antonomasia. Un prodotto, quindi, indifferente alla propria cultura di origine e confezionato come formato commerciale, scritto (mi si passi il paradosso e si comprenda la metafora) più per essere venduto che per essere letto.
E veniamo ai tratti specifici del global novel.{4} In primis è bene parlare, come ha già scritto Stefano Calabrese, di delocalizzazione degli spazi topici, ovvero dei luoghi caratteristici in cui i personaggi agiscono. Lo spazio scenico è ininfluente e privato dei caratteri locali. L’attore recitante non fa parte della topica spaziale, non la percepisce a livello cognitivo, il suo operato potrebbe essere tranquillamente inserito altrove e non è legato a nessun carattere culturale e sociale proveniente dai luoghi in cui agisce.
Il presente tende a farsi sempre più precario mentre la velocità d’azione e di spostamento su spazi sempre più estesi diventa, non solo la costante di molti romanzi ma anche, e soprattutto, l’elemento cardine della struttura narrativa e dell’intreccio variamente rimodellato e riformulato. In molta narrativa contemporanea si corre di continuo, i personaggi protagonisti fuggono da qualcosa (o da qualcuno) o per raggiungere, dentro tempi non prorogabili e a scadenza precisa, un determinato traguardo.
Maestro indiscusso di questo intreccio che si scioglie correndo è lo scrittore statunitense Michael Chrichton, scomparso nel 2008. Veri e propri best seller quali Jurassic Park, Il mondo perduto, Preda, Punto critico, Timeline e Next presentano simili caratteristiche: l’uso preciso e puntuale dell’informatica (con programmi dell’ultima generazione e fortemente specialistici) e la velocità dei personaggi su spazi generalmente estesi. Il tutto costruito su una struttura narrativa i cui temi e motivi sono sviluppati a partire da basi argomentative scientifiche che scivolano verso il fantascientifico e il supertecnologico.
Velocità, azione frenetica e costruzione dell’intreccio da poliziesco commerciale sono presenti anche nei romanzi di Stephen King e Dan Brown, di cui si è detto a proposito de Il codice da Vinci, romanzo anch’esso basato sulla velocità d’azione di personaggi impegnati in una risoluzione di un enigma.{5}
Per quanto attiene il thriller esoterico e poliziesco commerciale-industriale merita due parole il recente romanzo di Bianca Garavelli, Le terzine perdute di Dante.{6} Affascinante e misterioso il teatro d’azione di questo romanzo, soprattutto perché il protagonista della storia è il Sommo poeta. La vicenda prende le mosse dal discusso soggiorno di Dante a Parigi, collocabile (comunque) nel 1309. Solo un prescelto come lui, e depositario di un segreto terribile, può essere il risolutore dell’enigma universale. Il teatro d’azione si sposta poi ai nostri giorni. Sette secoli dopo, a Milano, un giovane cultore di filologia trova, in un codice medievale francese del Roman de la Rose, dei misteriosi versi e una firma che parrebbe proprio essere l’autografo originale di Dante. Delle strane terzine sembrano presagire una catastrofe per il genere umano. Il romanzo coniuga la specificità della cultura nazionale letteraria delle origini con la moderna industria del Romanzo Mondo contemporaneo. Un fantasy misteriosofico-esoterico che si avvale anche di stratagemmi narrativi di tanta letteratura otto/novecentesca, come l’effetto di straniamento utilizzato nella descrizione di alcune scene di “realismo magico”.{7} Il romanzo risente in modo molto forte del modello di costruzione diegetica (più a livello di fabula che di intreccio) di Angeli e demoni di Brown.
Si pone sulla stessa linea I nove pilastri di Bernardino De Vincenzi,{8} la cui struttura narrativa è costruita su una doppia dimensione temporale, il 26 d.C. e il 2011 d.C., in cui un magnate americano entra in possesso di indizi misteriosi e incarica un abile filologo per scoprire quale segreto mette in pericolo la sopravvivenza della Chiesa Cattolica. Anche questo romanzo è pensato e scritto per avere una destinazione mondiale (anche perché è il suo cronotopo ad essere costruito su tratti universalmente condivisi) in cui l’America, luogo mondo per eccellenza, diventa lo spazio ideale per far muovere il ricco magnate verso lo scioglimento di un enigma e scongiurare, così, una catastrofe. Ed ecco che anche la teoria del complotto diventa uno dei fenomeni narrativi tipici di questi romanzi fortemente standardizzati. Templari, simboli segreti e tradizioni storico-biblico-cristiane ben tessuti per dare vita ad un abile intreccio narrativo.
Due parole sul realismo magico. Questo importante elemento del global novel, presente come carattere stilistico nei romanzi di cui si è parlato (e in molta altra narrativa, naturalmente), è uno stilema sopravvissuto al romanzo post-moderno{9} e che si ritrova, praticamente integro in molta Narrativa Mondo. Il realismo magico o realismo fantastico è un’espressione utilizzata in letteratura per indicare una corrente pittorica della prima metà del Novecento. Nella narrativa contemporanea e nei romanzi che abbiamo visto, per esempio, caratterizza un filone in cui gli elementi magici appaiono in un contesto altrimenti realistico. L’ossimoro realismo fantastico si usa in un cronotopo con distorsioni temporali e in luoghi abitativi in cui i personaggi dagli innumerevoli “Io” falsificati si trovano a dover fare i conti con situazioni spesso assurde o paradossali. I segni del comportamento dei personaggi sono spesso anticipatori di tragedie o catastrofi e questi atteggiamenti sono introdotti attraverso tecniche narrative quali l’inversione o l’anticipazione della causa con l’effetto: prima che un evento negativo si manifesti l’attore protagonista delle vicende legate al fenomeno anticipa, con le azioni, il malessere e la sofferenza emotiva. Spesso sono presenti differenti prospettive e ideologie operanti nel testo dove credenti e scettici popolano e vivono, assieme, lo spazio attoriale.
L’ultimo tratto della Narrativa Mondo qui analizzato è il riflettersi di diversi piani temporali (vedi Il pendolo di Focault, L’isola del giorno prima, Baudolino, Il cimitero di Praga di Eco, Il Codice da Vinci, Angeli e Demoni di Brown, per esempio), dove il passato e il presente si avvicinano, quasi rifondendosi in un’unica dimensione caotica.
Altro discorso riguarda la narrativa postcoloniale, ovvero quella letteratura mondo che attraverso il colore locale e il tratto nazionale trova la sua collocazione sul mercato internazionale. «Il Novecento è stato il secolo dell’esplosione letteraria del Sudamerica di lingua spagnola e portoghese».{10} Lingue solo in parte native di quei luoghi hanno raccontato storie che hanno fatto il giro del mondo: una letteratura che attraverso l’utilizzo del materiale narrativo nazionale si è imposta sul mercato culturale statunitense ed europeo. Si tratta sovente di autori plurilingue come Jorge Luis Borges o il peruviano-boliviano Vargas Llosa.
Il brasiliano Paulo Coelho o il cileno naturalizzato francese Luis Sepùlveda, per esempio, sono modelli famosi di scrittori di consumo globale, i cui tratti nazionali servono, in realtà, soltanto a rendere più commerciabili e vendibili i propri prodotti letterari sul mercato globalizzato dell’editoria contemporanea.
{1}Per quanto attiene a questa parte dell’articolo rimando senz’altro al saggio di Vittorio Coletti, Romanzo mondo. La letteratura nel villaggio globale, Il Mulino, 2011, pp. 65 ss.
{2}Ibid., 72-74.
{3}Ibid., p. 78.
{4}La letteratura nel mondo della globalizzazione. Quanto segue è una riflessione/rielaborazione del lavoro di Stefano Calabrese, www.letteratura.global, Einaudi, 2005, pp. 20-60. Per informazioni critiche e scientifiche sul Romanzo Mondo rimando agli studi del massimo studioso italiano del settore, Franco Moretti, Opere mondo. Saggio sulla forma epica dal «Faust» a «Cent’anni di solitudine», Einaudi, 1994 e Il romanzo, 5 voll. (a cura di), Einaudi, 2001-03.
{5}Per un discorso più articolato sul Romanzo Mondo contemporaneo, i generi interessati, le tematiche affrontate dagli autori e gli scrittori più rappresentativi rimando al volume già citato di Vittorio Coletti, pp. 65-91 e al saggio di Stefano Calabrese, cit., pp. 60-225. Di recente i comparatisti Giuliana Benvenuti e Remo Ceserani hanno pubblicato uno studio importante dal titolo La letteratura nell’età globale, Il Mulino, 2012.
{6}Baldini e Castoldi, 2012.
{7}Per un discorso più articolato sul romanzo di Bianca Garavelli, mi permetto di rimandare al mio recentissimo articolo Quegli enigmatici versi del sommo poeta, in LucidaMente, n. 85, gennaio 2013.
{8}Armando Curcio, 2012.
{9}I maggiori scrittori italiani postmoderni che si sono avvalsi di tecniche stilistiche e narrative simili, in altri contesti culturali (ovviamente) sono Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Dino Buzzati, Italo Calvino e Tommaso Landolfi.
{10}Coletti, cit., p. 29.
malomastro1@alice.it
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