FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 29
gennaio/marzo 2013

Velocità

 

ASCOLTARE
una rubrica per le orecchie

di Federico Platania



Dieci brani per quando non c'è tempo da perdere


L'aereo sta per decollare, il soufflé si sta per sgonfiare, la sveglia sta per suonare. Avete i secondi contati ma volete comunque intrattenervi con un po' di musica. Sconsigliata la tetralogia di Wagner (circa 15 ore), ma anche Delìrium Còrdia dei Fantômas ("solo" 74 minuti) vi farebbe perdere il treno. Ecco allora dieci brani dalla durata rigorosamente inferiore al minuto, da ascoltare quando avete particolarmente fretta.


1) The The, Six More Miles (58 secondi)

La versione originale di Hank Williams prevede banjo, chitarre, batteria e un bel po' di ritmo. The The, nel suo disco di cover dedicato al cantante country (Hanky Panky, 1995), ne fa una versione brevissima e malinconica, solo voce e organo. E siamo immediatamente in Alabama, al tramonto.


2) The Who, Tommy's Holiday Camp (57 secondi)

Il pre-finale della rock opera Tommy degli Who (1969). Si comincia con una melodia circense ed ecco che entra la voce allucinata del batterista Keith Moon che dà il benvenuto ai nuovi arrivati al "campo estivo".


3) Tom Waits, Let Me Get Up On It (56 secondi)

Sinistri cigolii, percussioni vooodoo, una voce da licantropo che canta una nenia in lontananza. Insomma: Tom Waits (l'album è Bone Machine del 1992).


4) Anton Webern, Composizione infantile per pianoforte (48 secondi)

Non che il compositore austriaco abbia mai sprecato troppi fogli per i suoi spartiti, ma questo Kinderstück für Klavier del 1924 è davvero breve. Un esercizio al piano, probabilmente composto per i suoi bambini. O forse, qui, era Webern stesso a vedersi come un bambino che muoveva i primi passi nel serialismo dodecafonico.


5) Gong, Giving My Love To You (46 secondi)

Nella trilogia Radio Gnome Invisible (1973-1974) c'è un po' di tutto: progressive rock, psichedelia, dadaismo e jazz. Da quell'opera scegliamo questa perfetta canzone da osteria con tanto di rumore di stoviglie in sottofondo e un piano verticale, un po' ovattato e scordato, come in ogni bettola che si rispetti.


6) Vinicio Capossela, Polka di Warsavia (46 secondi)

Fanfara di paese in apertura, fiati strozzati in chiusura. In mezzo il cantato futurista e ubriaco di Capossela: Il mare è fosforo / La terra è cenere… e via così.


7) Frank Zappa, Bow Tie Daddy (33 secondi)

Non poteva mancare il vecchio zio Frank in questa rassegna di brani ad alta velocità, lui che è stato uno dei maestri del taglia, incolla e rimescola e si divertiva a montare frammenti musicali delle sue stesse composizioni creando e distruggendo sequenze di note. Ma questa è una canzone vera e propria, fatta e finita, che scimmiotta il cantato e lo stile degli anni Trenta (dall'album We're Only In It For The Money del 1968).


8) John Zorn, Ujaku (27 secondi)

Sulla velocità Zorn ha le idee chiare: è bello quando un brano cambia velocemente ritmo al suo interno perché se l'ascoltatore incontra un passaggio che non gli piace sa che entro breve finirà. E immagino che chi non ama il noise jazz del compositore newyorchese sarà felice di sapere che quest'accozzaglia di urla e rumori dura meno di trenta secondi (dall'album Naked City del 1989),


9) CCCP, Appunti Di Un Viaggiatore Nelle Terre Del Socialismo Reale (5 secondi)

Il titolo è decisamente più lungo della canzone stessa. Niente strumenti, niente cantato. Solo una voce sperduta che ripete due volte «a-uh» (dall'album Epica Etica Etnica Pathos del 1990).


10) …

E la decima canzone? Mi spiace, ma non ho avuto tempo di finire la lista. Andavo di fretta.


federico.platania@samuelbeckett.it