FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 19
luglio/settembre 2010

Eros

 

IL CINEMA A PAROLE

di Verónica Becerril



LO STESSO AMORE, LA STESSA PIOGGIA
di Juan José Campanella


Se si pensa al cinema in riferimento all’eros vengono subito in mente i grandi classici, come Casablanca (1942), per esempio, ma anche film più recenti. In particolare, l’amore è uno dei principali argomenti del cinema argentino contemporaneo; è per questo che ho scelto di parlare di un film quasi del tutto sconosciuto in Italia: El mismo amor, la misma lluvia (Lo steso amore, la stessa pioggia) di Juan José Campanella (Buenos Aires, 1959) regista anche de Il figlio della sposa (2001), opera colossale di questo talentuoso regista argentino.

Campanella firma nel 1999 Lo steso amore, la stesa pioggia, con Ricardo Darín, Soledad Villamil, e Ulises Dumont. Il film arrivò in Europa (esattamente in Spagna) soltanto nel 2002 con poca pubblicità, ma forse non ne aveva bisogno perché il film è una piccola opera d’arte: divertente, ironico, e molto umano. È la storia d’amore tra Jorge (Ricardo Darín), giovane promessa della letteratura argentina, e Laura (Soledad Villamil), semplice ma energica cameriera. La convivenza inizia in maniera molto appassionata ma poi, passo dopo passo, l’intesa tra i due si spezza. Il film ripercorre la vita dei due protagonisti, durante i vent’anni della loro relazione, intrecciandola saldamente alla storia e alla società argentina, che cambiano assieme a loro.

La pellicola si apre con una pioggia torrenziale che lava via la maschera della forza e della rigidezza personale lasciando spazio al sentimento più profondo: l’amore. Campanella riesce a mettere a fuoco nitidamente questo sentimento e la cura necessaria per tenerselo bene stretto, per capirne il valore. Perché, come dice il detto, “afferri l’importanza di ciò che possiedi solo quando lo perdi”.



becerril.veronica@gmail.com