FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 19
luglio/settembre 2010

Eros

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli


Notti selvagge


Wild nights - Wild nights!
Were I with thee
Wild nights should be
Our luxury!

Futile - the winds -
To a Heart in port -
Done with the Compass -
Done with the Chart!

Rowing in Eden -
Ah, the Sea!
Might I but moor - tonight -
In thee!

    Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi io con te
Notti selvagge sarebbero
La nostra voluttà!

Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Via il Compasso -
Via la Mappa!

Vogare nell'Eden -
Ah, il Mare!
Potessi solo ormeggiare - stanotte -
In te!

L'esplicita accentuazione erotica dei versi fece sorgere dei dubbi di opportunità anche al "liberal" Higginson, che in una lettera a Mabel Todd del 21 aprile 1891, mentre stavano preparando insieme il secondo volume delle poesie, scrisse: "Solo per una poesia ho qualche timore - quella meravigliosa Wild nights, - dove ho paura che i maligni possano leggere più di quanto la vergine reclusa abbia voluto esprimere nei versi. Miss Lavinia ha qualche incertezza al riguardo? Capirete e perdonerete la mia premura. Eppure che perdita sarebbe ometterla! Non è davvero da omettere."

*****

One Sister have I in our house -
And one, a hedge away.
There's only one recorded,
But both belong to me.

One came the road that I came -
And wore my last year's gown -
The other, as a bird her nest,
Builded our hearts among.

She did not sing as we did -
It was a different tune -
Herself to her a music
As Bumble bee of June.

Today is far from Childhood -
But up and down the hills
I held her hand the tighter -
Which shortened all the miles -

And still her hum
The years among,
Deceives the Butterfly;
Still in her Eye
The Violets lie
Mouldered this many May.

I spilt the dew -
But took the morn;
I chose this single star
From out the wide night's numbers -
Sue - forevermore!

    Una sorella ho in casa nostra -
E una, a una siepe di distanza.
Ce n'è soltanto una registrata,
Ma entrambe mi appartengono.

Una fece la strada che feci io -
E portava i miei abiti dell'anno prima -
L'altra, come un uccello il suo nido,
Costruì fra i nostri cuori.

Non cantava come noi -
Era un'armonia diversa -
Di per sé una musica
Come un Bombo di giugno.

L'oggi è lontano dall'Infanzia -
Ma su e giù per le colline
Tengo più stretta la sua mano -
Che accorcia tutte le distanze -

E tuttora il suo ronzio
Anno dopo anno,
Inganna la Farfalla;
Tuttora nei suoi Occhi
Restano Violette
Polverizzate da molte Primavere.

Versai la rugiada -
Ma serbai il mattino;
Scelsi quest'unica stella
Dagli immensi spazi della notte -
Sue - per sempre!

La prima sorella, in casa e ufficialmente registrata come tale, è naturalmente Lavinia, più giovane di poco più di due anni e perciò destinata a mettere i vestiti di Emily. L'altra, ormai a una siepe di distanza perché era sposata col fratello Austin e viveva in una casa vicinissima alla Homestead, è Susan, l'amica d'infanzia vista sempre come una persona diversa, dispensatrice di armonie come se fosse una primavera che ci spinge fuori a sentire i rumori della natura che si risveglia. E anche se l'amicizia intima e complice dell'infanzia è ormai lontana, la scelta di quella stella così speciale, e unica fra tutte quelle che riempiono la notte, non sarà mai rinnegata.
Per la rugiada del verso 23, la Bulgheroni annota (nell'edizione completa delle poesie dickinsoniane del Meridiano Mondadori): "All'amicizia, quale è rimasta, manca la rugiada: contrassegno, nel lessico dickinsoniano, delle effimere delicatezze dell'eros.".

*****

He was weak, and I was strong - then -
So He let me lead him in -
I was weak, and He was strong then -
So I let him lead me - Home.

'Twas'nt far - the door was near -
'Twas'nt dark - for He went - too -
'Twas'nt loud, for He said nought -
That was all I cared to know.

Day knocked - and we must part -
Neither - was strongest - now -
He strove - and I strove - too -
We did'nt do it - tho'!

    Era debole, ed io ero forte - allora -
Così lasciò che lo guidassi dentro -
Ero debole, e Lui era forte allora -
Così lasciai che mi guidasse - a Casa.

Non era distante - la porta era vicina -
Non era buio - perché anche Lui - venne -
Non c'era rumore, perché Lui non disse niente -
Era tutto quello che mi premeva sapere.

Il giorno bussò - e dovevamo separarci -
Nessuno dei due - era il più forte - ora -
Egli lottò - e anch'io - lottai -
Non lo facemmo - tuttavia!

Un incontro notturno, descritto con un alternarsi di sentimenti e gesti scambiati l'uno con l'altra, in un'atmosfera sospesa e sognante, interrotta dal giorno che bussa come se fosse un ospite importuno. Nella prima strofa due distici speculari, nei quali l'incertezza di entrambi trova conforto nello scambio dei ruoli, nel darsi forza l'uno con l'altra. Nella seconda la descrizione dell'incontro: il luogo familiare, l'amore che vive di luce propria, l'inutilità delle parole, la totalità di un sentimento che basta a se stesso. Nell'ultima il momento della separazione, del rientro nella quotidianità, della sconfitta in una lotta di cui ora entrambi non si sentono più capaci; una sconfitta resa ancora più cocente dall'incapacità di vivere concretamente quell'amore che resta soltanto un'illusione notturna.
Il giorno che bussa può essere interpretato come un arrivo che interrompe un incontro concreto, ma anche come il risvegliarsi da un sogno che non diventerà mai realtà.

*****

Come slowly - Eden!
Lips unused to Thee -
Bashful - sip thy Jessamines -
As the fainting Bee -

Reaching late his flower,
Round her chamber hums -
Counts his nectars -
Enters - and is lost in Balms.

    Vieni adagio - Eden!
Labbra non abituate a Te -
Timide - delibano le tue Delizie -
Come il languente Bombo -

Che raggiunge in ritardo la rosa,
Intorno alla camera ronza -
Calcola il nettare -
Entra - ed è perduto nei Balsami.

Il piacere può sopraffare chi non è abituato a coglierlo; per questo bisogna sorseggiarlo lentamente, ma poi lasciarsi andare alla perdizione di quei balsami così desiderati.
Nell'originale "bee" (ape) è al maschile ("his flower") e "flower" (fiore) al femminile ("her chamber"); ho tradotto perciò con "bombo" e "rosa", anche per rispettare la chiara connotazione erotica dell'ultimo verso.

*****

To their apartment deep
No ribaldry may creep
Untumbled this abode
By any man but God -
    Nel loro profondo appartamento
Nessuna oscenità può insinuarsi
Indisturbata questa dimora
Da chiunque tranne Dio -
La sacralità della tomba è al di là di volgari interventi terreni, soltanto chi la abita e Dio hanno diritto di ingresso.
Silvio Raffo (in Geometrie dell'estasi) la legge in modo diverso: "La vergine Emily si riferisce qui agli impulsi fisici dell'eros, trasfigurati e sublimati nel vincolo divino (come in Santa Teresa d'Avila e altre mistiche.)"


Emily Dickinson: poesie J249-F269, J14-F5, J190-F221, J211-F205 e J1701-F1744
("J": edizione Johnson, 1955; "F": edizione Franklin, 1998)


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www.emilydickinson.it