FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 57
gennaio-aprile 2021

Oasi

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli



Dove non urlano i marosi


J4-F3

On this wondrous sea
Sailing silently,
Ho! Pilot, ho!
Knowest thou the shore
Where no breakers roar -
Where the storm is o'er?

In the peaceful west
Many the sails at rest -
The anchors fast -
Thither I pilot thee -
Land Ho! Eternity!
Ashore at last!

    Su questo mare meraviglioso
Navigando in silenzio,
Ohé! Pilota, ohé!
Conosci tu la riva
Dove non urlano i marosi -
Dove la tempesta è oltre?

Nel tranquillo ponente
Molte le vele a riposo -
Le ancore salde -
Laggiù ti conduco -
Terra Ohé! Eternità!
A riva finalmente!

L'occidente, il luogo del tramonto, come meta finale del viaggio della vita; un approdo tranquillo, dove i marosi dell'esistenza terrena tacciono, dove troveremo molte vele ormai a riposo. Una volta avvistata la riva dell'eternità potremo gettare l'ancora e fissarla saldamente in quel porto immune da qualsiasi tempesta.

 

J211-F205

Come slowly - Eden!
Lips unused to Thee -
Bashful - sip thy Jessamines -
As the fainting Bee -

Reaching late his flower,
Round her chamber hums -
Counts his nectars -
Enters - and is lost in Balms.

    Vieni adagio - Eden!
Labbra non abituate a Te -
Timide - delibano i tuoi Gelsomini -
Come il languente Bombo -

Che raggiunge in ritardo la rosa,
Intorno alla camera ronza -
Calcola il nettare -
Entra - ed è perduto nei Balsami.

Per noi un'oasi è un rifugio vitale nel deserto, per un'ape il deserto è il mondo, e l'unico luogo in cui trovare ristoro è un fiore. Ma come molti altri piaceri, può sopraffare chi non è abituato a coglierlo; per questo bisogna sorseggiarlo lentamente, ma poi lasciarsi andare alla perdizione di quei balsami così desiderati.
Per rispettare i "generi" usati nella poesia (flower/femminile - bee/maschile) ho tradotto con "rosa" e "bombo" invece di "fiore" e "ape".

 

J604-F512

Unto my Books - so good to turn -
Far ends of tired Days -
It half endears the Abstinence -
And Pain - is missed - in Praise -

As Flavors - cheer Retarded Guests
With Banquettings to be -
So Spices - stimulate the time
Till my small Library -

It may be Wilderness - without -
Far feet of failing Men -
But Holiday - excludes the night -
And it is Bells - within -

I thank these Kinsmen of the Shelf -
Their Countenances Kid
Enamor - in Prospective -
And satisfy - obtained -

    Ai miei Libri - così bello rivolgermi -
Ultimo lembo di stanche Giornate -
Che fa quasi amare l'Astinenza -
E la Pena - trascurare - nel Plauso -

Come le Fragranze - allietano gli Ospiti in Ritardo
Con promesse di Banchetti -
Così gli Aromi - stimolano il tempo
Fino alla mia piccola Biblioteca -

Può esserci il Deserto - là fuori -
Lontani passi di Uomini imperfetti -
Ma la Festa - esclude la notte -
Ed è Scampanio - dentro -

Ringrazio questi Parenti dello Scaffale -
Le loro Fisionomie di Pelle
Innamorano - nell'Attesa -
E appagano - ottenuti -

Un bellissimo inno ai libri, a questi parenti dello scaffale che ci attendono alla fine della nostra faticosa giornata, per trasformarla in una festa, in un gioioso scampanio. Anche se fuori c'è il deserto e l'imperfetta vita di noi mortali, sappiamo che in essi troviamo la nostra oasi. I loro aromi, come le fragranze di piatti già pronti che fanno pregustare il banchetto agli ospiti che arrivano in ritardo, ci fanno desiderare che passi in fretta il tempo che ci separa dalle loro fisionomie di pelle, quando potremo smettere di sospirare nell'attesa e appagarci di averli fra le mani e davanti agli occhi.

 

Dalla lettera 77, febbraio 1852
A Susan Gilbert (Dickinson)

Sunday morning

Thank the dear little snow flakes, because they fall today rather than some vain weekday, when the world and the cares of the world would try so hard to keep me from my departed friend - and thank you, too, dear Susie, that you never weary of me, or never tell me so, and that when the world is cold, and the storm sighs e'er so piteously, I am sure of one sweet shelter, one covert from the storm! The bells are ringing, Susie, north, and east, and south, and your own village bell, and the people who love God, are expecting to go to meeting; dont you go Susie, not to their meeting, but come with me this morning to the church within our hearts, where the bells are always ringing, and the preacher whose name is Love - shall intercede there for us!
They will all go but me, to the usual meetinghouse, to hear the usual sermon; the inclemency of the storm so kindly detaining me; and as I sit here Susie, alone with the winds and you - I have the old king feeling even more than before, for I know not even the cracker man will invade this solitude, this sweet Sabbath of our's. [...]

Sunday morning

Un grazie ai piccoli fiocchi di neve, perché cadono oggi piuttosto che in un inutile giorno di lavoro, quando il mondo e le cure del mondo ce la mettono tutta per trattenermi dagli amici lontani - e un grazie anche a te, cara Susie, perché non ti stanchi mai di me, o non me lo dici mai, e perché quando il mondo è freddo, e la bufera geme in modo così lamentoso, ho la certezza di un dolce rifugio, un rifugio al riparo dalla bufera! Stanno suonando le campane, Susie, a nord, a est, e a sud, le campane del tuo paese, e la gente che ama Dio, è in procinto di andare alla riunione, tu non andarci Susie, non alla loro riunione, ma stamane vieni con me nella chiesa dentro i nostri cuori, dove le campane suonano sempre, e il pastore il cui nome è Amore - intercederà per noi!
Sono andati tutti tranne me, al solito posto, ad ascoltare il solito sermone; l'inclemenza del tempo mi ha gentilmente trattenuta; e siccome sono seduta qui Susie, da sola con te e il vento - sono del vecchio umore regale persino più di prima, perché so che neanche un disturbatore invaderà questa solitudine, questa dolce festa solo nostra. [...]

L'oasi di Emily Dickinson era senza dubbio la sua casa, un rifugio sicuro da dove guardare al mondo esterno e al suo mondo interiore. Susan Gilbert, poi Dickinson per aver sposato Austin, il fratello della poetessa, era la sua più cara amica fin dall'adolescenza, e qui diventa essa stessa "un rifugio al riparo dalla bufera" di una Emily eretica, che non va ad "ascoltare il solito sermone" e che considera l'amore un pastore ben più potente di quello che predica in chiesa.

 


Le poesie di Emily Dickinson non hanno un titolo, a parte rarissime eccezioni. I numeri che le precedono si riferiscono alla numerazione attribuita nelle due edizioni critiche, curate rispettivamente da Thomas H. Johnson nel 1955 ("J") e da R. W. Franklin nel 1998 ("F").
I numeri delle lettere sono quelli dell'edizione critica dell'epistolario, curata da Thomas H. Johnson e pubblicata nel 1958.

ierolli@hotmail.com
www.emilydickinson.it