FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 55
maggio/agosto 2020

Cenere

 

HÉCTOR CAÑÓN HURTADO, QUARTETTO ELEMENTARE

di Alessio Brandolini



Quartetto elementare [Cuarteto elemental] è l’ultima raccolta poetica dell’autore colombiano Héctor Cañón Hurtado (Bogotá, 1974) pubblicata in Ecuador nel 2018 dalla casa editrice el Ángel Editor dopo aver vinto, come inedito, il “Premio Internacional Paralelo Cero”.

L’esordio in poesia di Cañón è avvenuto con Los viajes de la luz (2015), seguito da Antes de las olas, el agua (2016), libro di cui avevo parlato e tradotto alcuni dei testi sul numero 50 di Fili d’aquilone. La nuova raccolta riprende (con qualche modifica ai testi e ai titoli) quel suo secondo lavoro, affiancando all’acqua gli altri tre elementi basici, ovvero la terra, l’aria e il fuoco. In tutto i testi sono 77, con esplicito richiamo alla simbologia numerica, vista anche l’epigrafe di Pitagora posta in esergo. I quattro elementi interagiscono tra loro, si intersecano e insieme sottolineano che ogni mente umana ha le sue particolari percezioni sulle cose, le situazioni, i propri simili, così come il tempo è illusorio e ha un andamento circolare: “non avanza il cerchio dei secoli”. Allora un istante può essere eterno e tutta l’acqua che scorre può aprirsi una strada anche per il ritorno, senza rancore né nemici, un fluire in un contesto cosmico dove i pianeti sono pesci del cielo.

L’ultima parte del libro, “I frutti dell’ira proibita”, è in prosa poetica e ambienta in un manicomio dove anche i medici sono pazienti. Il protagonista è un folle che scinde il proprio io, si proietta fuori dal corpo e scrive con piume di fuoco. Visioni surrealiste, talvolta strampalate ma sempre coinvolgenti dove l’ammalato ha il compito, a ogni risveglio, di pulire per bene il proprio nome e vigilare rovine.

Il poeta viaggia sotto una montagna, accanto a un fiume, in un bosco, nella tempesta ma anche all’interno di una goccia d’acqua e poi, per riposarsi, a lungo osserva il mare che, come le pietre, sa ascoltare. Quartetto elementare è un libro acuto dove si fondono diverse voci in un’orchestrazione perfetta di suoni e suggestioni, tra pensiero filosofico e mistico. Parole che scavano nell’acqua e si trasformano in poesia, in ponti sul precipizio. La domanda sull’esistenza riconduce alla nascita, al viaggio inarrestabile, all’uomo che si fa moltitudine per afferrare qualcosa di sé stesso e arrivare – non sapendo nulla sul proprio destino – salvo alla propria meta, lì dove i contorni svaniscono.


Nella silloge che segue non ci sono poesie della prima sezione del libro perché in parte già tradotte e pubblicate nel numero 50 di Fili d’aquilone.




POESIE DI HÉCTOR CAÑÓN HURTADO
da Quartetto elementare [Cuarteto Elemental]
El Ángel Editor, Ecuador, 2018


A LOS PIES DE LA MONTAÑA

Un perro enfermo
me enseña la muerte
nadando en sus ojos.

El eco de su mirada
acompaña la marcha
de mis ávidos pasos.


AI PIEDI DELLA MONTAGNA

Un cane malato
mi mostra la morte
che nuota nei suoi occhi.

L’eco del suo sguardo
accompagna la marcia
dei miei avidi passi.


TENUE BELLEZA

Uno podría pensar
que las estrellas sienten frío
cuando imagina el azul
en el borde de sus cuerpos.

Uno podría decir
que la muerte no es el enemigo
y después caer
sobre cada palabra escrita.

Uno también es
lo que no ha sido
y tenue belleza
en los desiertos abandonados.

Uno es sombra
y abrazo con la sombra,
la luz trae de vuelta
los soles y la sed.


TENUE BELLEZZA

Uno potrebbe pensare
che le stelle sentono freddo
immaginandosi l’azzurro
sull’orlo dei loro corpi.

Uno potrebbe dire
che la morte non è il nemico
e poi cadere
su tutte le parole scritte.

Uno è anche
quello che non è stato
e tenue bellezza
nei deserti abbandonati.

Uno è ombra
e abbraccio con l’ombra,
la luce riporta indietro
i soli e la sete.


QUINTA ESTACIÓN

En tierras baldías
los hilos de araña
cosen las dos puntas
de lo imposible:
soy agua y necesidad.


QUINTA STAZIONE

In terre desolate
i fili di ragno
cuciono le due estremità
dell’impossibile:
sono acqua e necessità.


IMAGEN EN EL AGUA

Hace siglos
no me miro al espejo,
mas la imagen en el agua
es un ave de presa
que me arrastra al abismo.


IMMAGINE SULL’ACQUA

Sono secoli
che mi guardo allo specchio,
ma l’immagine sull’acqua
è un uccello da preda
che mi trascina nell’abisso


ALREDEDOR DEL FUEGO

El mar es abuelo del hombre,
descubrió el velo de las palabras
al ver a la muerte escarbar
en el corazón de la tierra.

El mar es como las piedras
que saben escuchar,
sus olas son evidencia
de que no corre el tiempo.

El mar es un bocado sagrado
que alimenta las palabras no dichas.
Sentarse alrededor del fuego
es nacer una vez más.


INTORNO AL FUOCO

Il mare è nonno dell’uomo,
scoprì il velo delle parole
vedendo la morte scavare
nel cuore della terra.

Il mare è come le pietre
che sanno ascoltare,
le sue onde sono la prova
che il tempo non scorre.

Il mare è un boccone sacro
che alimenta le parole non dette.
Sedersi intorno al fuoco
è nascere un’altra volta.


NO ES EL HAMBRE IMPLACABLE

devorando al jaguar
ni el cuerpo insistiendo en bañarse
una vez más en el mismo río.

No sucede el círculo de los siglos:
el hombre escribe la noche
y el aire la atraviesa sin hacer ruido.


NON È LA FAME IMPLACABILE

a divorare il giaguaro
né il corpo che insiste a tuffarsi
una volta ancora nello stesso fiume.

Non avanza il cerchio dei secoli:
l’uomo scrive la notte
e l’aria l’attraversa senza far rumore.


LA TIERRA ME PERTENECE,

aunque los frutos hayan sido
para otros hombres.

Somos dioses exiliados
bajo el altísimo sol
que devora manojos de días
para hacer más brillante su luz.

Suele llover en nuestro jardín,
los frutos se desvanecen
y queda la intimidad de la cena
como joya en el paladar.

El aire no desea ni necesita:
llena los poemas con su vacío.


LA TERRA MI APPARTIENE,

anche se i frutti sono stati
per altri uomini.

Siamo dèi in esilio
sotto l’altissimo sole
che divora fasci di giorni
per far più brillante la luce.

Di solito piove nel nostro giardino,
i frutti si dissolvono
e resta l’intimità della cena
come un gioiello sul palato.

L’aria non desidera né ha bisogno:
riempie le poesie con il suo vuoto.


SE SOBREVIVE LA TORMENTA

si se muere ese día y se acostumbra
desde ese día morir en cada viaje.

Se zarpa desde el roce de los labios
al despedirse en el puerto
y se desembarca
en la lejanía entre los amantes.

El aire guía a las palabras
en el océano blanco de una hoja
mientras los navegantes encienden
lámparas que conducen a la quietud.


SI SOPRAVVIVE ALLA TEMPESTA

se si muore quel giorno e ci si abitua
da quel giorno a morire in ogni viaggio.

Si salpa dallo strofinio delle labbra
quando ci si saluta al porto
e si sbarca
tra gli amanti in lontananza.

L’aria guida le parole
sull’oceano bianco di una foglia
mentre i naviganti accendono
lampade che conducono alla quiete.


AFUERA DEL CUERPO El mundo es el más deseado de los asilos. Cuando sus luces se apagan, los locos recordamos que el buen veneno es también antídoto. En las mañanas grises es evidente que estar aquí no vale la pena. Nacimos por un error de cálculo divino. Sin embargo, practicamos ante el espejo nuestro tratamiento. Nos damos ejemplo aconsejando a la imagen que sufre nuestra ausencia para contenernos. No mientas, no robes ni mates a la gente. Riega crisantemos y acaricia a cada perro que se pose a tus pies. Reza sin pedir nada a cambio. Dios no está escuchando. Si lo haces bien, pronto saldrás de aquí. Tenlo en cuenta. No existe la soledad afuera del cuerpo.


FUORI DAL CORPO

Il mondo è il più desiderato dei rifugi. Quando le sue luci si spengono, noi pazzi ricordiamo che il buon veleno è anche un antidoto. Nelle mattine grigie è evidente che stare qui non ha alcuno scopo. Siamo nati per un errore di calcolo divino. Tuttavia pratichiamo davanti allo specchio il nostro trattamento. Ci diamo l’esempio consigliando l’immagine che soffre la nostra assenza per contenerci. Non mentire, non rubare né uccidere persone. Innaffia crisantemi e accarezza ogni cane che si mette ai tuoi piedi. Prega senza chiedere nulla in cambio. Dio non sta ascoltando. Se lo farai bene uscirai presto da qui. Tienilo a mente. Non esiste la solitudine fuori dal corpo.


ALEGORÍA

Me trajeron porque cuando hablaba no salían palabras. Solo fuego. Los médicos y mi familia creen que me estoy curando y no los desengaño. En las tardes nubladas, el terapeuta me recomienda ponerle nombres humanos a las nubes para investigar por qué en mi mente las personas parecen confundidas. Creo que cambiarse el esqueleto todos los días no es garantía de cordura. Escribo con plumas de fuego que borran su rastro como los pájaros al cruzar la mente.


ALLEGORIA

Mi hanno portato qui perché quando parlavo non uscivano parole. Soltanto fuoco. I medici e la mia famiglia credono che io stia guarendo e non li deludo. Nelle sere offuscate il terapista mi consiglia di dare nomi umani alle nuvole per capire perché nella mia mente le persone appaiono confuse. Credo che cambiare scheletro ogni giorno non sia garanzia di sanità mentale. Scrivo con piume di fuoco che cancellano il suo volto come gli uccelli che attraversano la mente.


DESAPEGO

Frente a un mar de fuego, a la espera de una ola imprecisa para montarme en el naufragio. No hay tierra más firme que navegar a la deriva y solo quien perdió todo puede poseer estrellas fugaces. Tengo un barco en la mano y posibles puertos en las líneas de las palmas. Solo quien no sabe a dónde va puede llegar a salvo a su destino.


DISTACCO

Davanti a un mare di fuoco, in attesa di un’onda imprecisa per cavalcare nel naufragio. Non c’è terra più ferma che quella di navigare alla deriva e solo chi ha perduto tutto può possedere stelle cadenti. Ho una barca sulla mano e possibili porti sulle linee dei palmi. Soltanto chi non sa dove sta andando può arrivare, in salvo, a destinazione.


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Héctor Cañón Hurtado
è nato nel 1974 a Bogotá, dove attualmente risiede.
Ha pubblicato articoli sui principali periodici e riviste del Messico e della Colombia. Finalista più volte a premi di giornalismo, un suo articolo è stato inserito in un lavoro collettivo di cronache bogotane. Ha pubblicato i libri di saggi En la intimidad de sus bibliotecas e Hazañas colombianos.
Con la casa editrice ecuadoriana El Ángel ha pubbicato le raccolte poetiche Los viajes de la luz (2015), Antes de las olas, el agua (2016) e Cuarteto Elemental (2018, che contiene anche il libro precedente) con il quale ha vinto, come inedito, il Premio Internazionale di Poesia “Paralelo Cero” (Ecuador). Suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue.

alexbrando@libero.it