FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 50
settembre/dicembre 2018

Aurora

 

LA POESIA DI ADHELY RIVERO

di Emilio Coco



Pubblicato in Colombia nel 2016 Poesie care / Poemas queridos è una scelta di poesie del venezuelano Adhely Rivero (a cura di Carmen Isabel Martínez Pérez), coi testi originali in spagnolo e la traduzione italiana di Emilio Coco. Il fatto che un libro tradotto in italiano si pubblichi all’estero potrebbe sorprendere ma in realtà dimostra il persistere (nonostante la costante riduzione delle spese sulla cultura da parte dei nostri governi) dell’amore per la lingua di Dante, in luoghi dove, come il Venezuela e la Colombia, l’immigrazione italiana è stata consistente.
Alla fine della selezione di poesie abbiamo aggiunto l’ultima parte di un breve saggio dell’autore pubblicato in Poesie care e intitolato “Ciò che avvicina a Dio non allontanarlo” dove Adhely Rivero esprime le sue idee sulla poesia.

Un paesaggio assolato e isolato del Venezuela nei dintorni di Arismendi (nello stato di Barinas) caratterizzato dai Llanos, enormi pianure coltivate o sfruttate per il pascolo, dove il lavoro è grande fatica e “Dio espone troppo le sue creature”. Lo sguardo di Rivero abbraccia ogni cosa: alberi e animali, il silenzio, il fiume, la luce della sera e se ne nutre, diventa fonte di gioia ma discreta, come un qualcosa in più che non si aspettava, un dono improvviso e imprevisto ma che si ripete ogni giorno. È lo stupore della vita, quel ritrovarsi sotto le stelle piccoli ma parte integrante di un pensiero più grande di noi. Una profondità spirituale che utilizza parole/versi semplici, la parlata comune e colloquiale per modellare testi profondi, veloci e sapienziali, scritti sul bordo della notte, afferrando ricordi, vite passate, immagini, episodi e storie orali. [NdR]




POESIE DI ADHELY RIVERO
da Poesie care
Poemas queridos, 2016 Colombia


LA CASA

Cuando salí del pueblo pensaba regresar
a comprar la casa de la esquina suroeste de la plaza,
cerca de un puerto solitario del río.
Cuando vuelvo no está en venta y entiendo el arraigo
de sus dueños.
A cada vuelta al pueblo visito la calle y bajo mi familia
a contemplar las aguas pardas bajar
eternamente.
Me enteré que vendieron la casa que me gusta,
cerca de la plaza y del río de mi infancia.
Continuaré a la espera con la oferta en el tránsito
del pueblo que crece y se desborda,
solicitándole a Dios la gracia
que no se nos adelante un turco y la transforme en tienda.
Por las aguas del río pasan las boras
mientras espero el día.


LA CASA

Quando lasciai il paese pensavo di ritornarci
e comprare la casa all’angolo sud-est della piazza,
vicino a un porto solitario del fiume.
Al mio ritorno non la trovo in vendita e capisco il legame
dei suoi proprietari.
Ogni volta che vengo al paese visito la strada e porto la famiglia
a contemplare l’acqua scura che scorre
eternamente.
Sono venuto a sapere che hanno venduto la casa che mi piace,
vicino alla piazza e al fiume della mia infanzia.
Continuerò ad aspettare un’offerta in mezzo al traffico
del paese che cresce e trabocca,
chiedendo a Dio la grazia
che non si faccia avanti un turco e la trasformi in un negozio.
Lungo il fiume passano i giacinti d’acqua
mentre io aspetto il giorno.


AMIGO DEL HOMBRE

Si un perro está en el patio
cuidando la casa
y se va a la calle
no es amigo del hombre.
Se expone la propiedad.
Si regresa algún día desorientado,
abre la puerta, mueve la cola
y saca la lengua roja
probando su inocencia,
es pensable el perdón.
Si el hombre abandona el hogar,
se embriaga, duerme en la calle
y retorna con la excusa apropiada,
lo huelen, le revisan la ropa,
lo interrogan, lo ignoran.
Es impensable el perdón.


AMICO DELL’UOMO

Se un cane sta nel cortile
per badare alla casa
e se ne va per strada
non è amico dell’uomo.
Mette a repentaglio la proprietà.
Se un giorno ritorna disorientato,
apre la porta, scodinzola
e tira fuori la lingua rossa
per dimostrare la sua innocenza,
è pensabile il perdono.
Se l’uomo abbandona il focolare,
si ubriaca, dorme per strada
e torna con una scusa appropriata,
lo annusano, gli controllano i vestiti,
lo interrogano, lo ignorano.
Impensabile è il perdono.


LA SAZÓN DEL HUESO

Nada hay especial en las mujeres de la calle.
Nadie sabe sus compromisos ni su salud mental.
La propiedad de sus trajes ligeros, sus zapatillas
de piel importada.
En la casa nos espera la conquista, la mesa
y la sazón del hueso.
Afuera somos intimidados por virus
en los cuerpos divinos.
En los ojos perfectos perdemos la mirada
y la cabeza.
Me cansa el jardín, la electricidad,
los mercados a la hora del sábado.
Las historias de las mujeres de la calle son
como el fútbol, aburridas,
siempre repiten las mismas jugadas.
O las carreras de caballos, sólo gana uno.
Aunque parezcamos un animal de zoológico
en la casa,
nada es comparable a la vida secreta,
sagrada de los ciudadanos.


IL SAPORE DELL’OSSO

Non c’è nulla di speciale nelle donne di strada.
Nessuno conosce i loro impegni né la loro salute mentale.
la proprietà delle loro vesti leggere, le loro scarpe
di pelle importata.
In casa ci aspetta la conquista, la tavola
e il sapore dell’osso.
Fuori siamo minacciati da virus
in corpi divini.
Negli occhi perfetti smarriamo lo sguardo
e la testa.
Mi stanca il giardino, l’elettricità,
i mercati del sabato.
Le storie delle donne di strada sono
come il calcio, noiose,
ripetono sempre le stesse mosse.
O la corsa dei cavalli, solo vince uno.
Sebbene sembriamo animali dello zoo
in casa,
nulla è paragonabile alla vita segreta,
sacra dei cittadini.


VENGO A PIE DE LA QUESERA

Vengo a pie de la quesera
Me tumbó el caballo
se me fueron los buenos tiempos
Vi el cielo azul
y venía pensando en el cielo
qué hermosas sabanas debía tener Dios

Adónde va uno después de tanto llano
animales de día y de noche
Si me ponen a pedir un deseo
voy a pedir que me dejen en lo mío
Allí es donde puedo estar bien


VENGO A PIEDI DAL CASEIFICIO

Vengo a piedi dal caseificio
Mi ha buttato giù il cavallo
se ne sono andati i bei tempi
Ho visto il cielo azzurro
e stavo pensando al cielo
che splendide savane doveva avere Dio

Dove può andare uno dopo tanta pianura
animali di giorno e di notte
Se mi fanno esprimere un desiderio
chiederò che mi lascino tra le mie cose
È lì dove posso star bene


ÁRBOL

Este árbol
ha permanecido
en el mismo lugar
Yo he cambiado mi residencia
mi espacio
lejos de los árboles
que en la infancia
daban sombra
Dios expone demasiado a sus criaturas


ALBERO

Quest’albero
è rimasto
nello stesso luogo
Io ho cambiato la mia residenza
il mio spazio
lontano dagli alberi
che nell’infanzia
davano ombra
Dio espone troppo le sue creature


EN ESTA ORILLA

Revisando el almanaque me encuentro
en la misma relación de 40 años atrás.
Metido en el amor.
Creyendo en la certeza
que Dios ha estado de mi parte
a la hora de elegir la mujer.
Nunca me he repuesto bien de un quebranto.
He ganado mucho
pero he perdido todo.
Ahora sigo en esta orilla apartada del mundo.
Habitando en casa de campo.
Me recojo temprano en la habitación
donde leo y escribo
contemplando el desamor y cómo pasan mis días
a la espera de la última mujer en mi vida.


SU QUESTA RIVA

Rivedendo il calendario mi trovo
nella stessa situazione di 40 anni fa.
Preso dall’amore.
Credendo alla certezza
che Dio è stato dalla mia parte
nel momento di scegliere la donna.
Non mi sono mai ripreso bene da una perdita.
Ho guadagnato molto
ma ho perso tutto.
Adesso continuo a stare su questa riva isolata dal mondo.
Abitando in una casa di campagna.
Mi ritiro presto nella stanza
dove leggo e scrivo
e contemplo il disamore e come trascorrono i giorni
in attesa dell’ultima donna nella mia vita.


PALABRA CIERTA

      … por el alma que ha puesto Dios en mí.
      Igor Barreto

Si un día me abandona la mujer,
soportaré la soledad.
Si me abandonan los hijos,
la pena me invada.
Si me abandonan los amigos,
las amigas, los vecinos,
el perro y el caballo, estaré muy mal.
Si me abandona la poesía
y la lengua que me cobija
solo Dios sabrá de mi vida,
no tendría palabras para explicarme
y justificarlo.


PAROLA CERTA

      … per l’anima che Dio ha messo in me.
      Igor Barreto

Se un giorno mia moglie mi abbandonerà,
sopporterò la solitudine.
Se mi abbandonano i figli,
mi invada la pena.
Se mi abbandonano gli amici,
le amiche, i vicini,
il cane e il cavallo, starò malissimo.
Se mi abbandona la poesia
e la lingua dove mi rifugio
solo Dio saprà della mia vita,
non avrei parole per spiegarmi
e trovare una giustificazione.


CARTAS

A veces nos sorprende una
nube dobladita
bajo la puerta.


LETTERE

A volte ci sorprende una
nuvola piegata
sotto la porta.


LA SEQUÍA

Cuando llueva estaremos llegando
al hueso
de subir agua
a la tanquilla que el viento
vacía
Siempre falta un animal
que la tierra cobra en los lamederos

Dios es tan ínfimo
en la soledad de un hombre
que silba
con la boca seca


LA SICCITÀ

Quando pioverà arriveremo
al punto
di far salire l’ acqua
nella cisterna che il vento
svuota
Sempre manca un animale
che la terra riprende in terreni salnitrosi

Dio è così piccolo
nella solitudine di un uomo
che fischia
con la bocca asciutta


LA TIERRA

Toda la tierra tiene amo
Alambre
en la cintura
por donde rompe el viento.


LA TERRA

Tutta la terra ha un padrone
Filo di ferro
alla cintura
da dove irrompe il vento.


LOS OJOS DEL CIELO SOBRE VALENCIA

Este día nos mueve el corazón
a la memoria eterna.
Atrás el tiempo de los reptiles en los rieles,
la prisa de la locomotora, la gente
y las viejas estaciones.
Vienen los vagones
llenos de habitantes.
Vienen del sur y van del norte
cruzados de sonrisas.
El río es un tren de pasajero maltrecho
que viaja al lago Tacarigua.
El tren es un río de gente que llegará hasta el mar.
Ya vendrán los enamorados a sumarse a la fiesta.
Pondremos en el oficio a los hombres
bajo la mirada de Dios.


GLI OCCHI DEL CIELO SU VALENCIA

Questo giorno ci muove il cuore
alla memoria eterna.
Lontano il tempo dei rettili sulle rotaie,
la fretta della locomotiva, la gente
e le vecchie stazioni.
Arrivano i vagoni
pieni di abitanti.
Vengono dal sud e vanno a nord
attraversati da sorrisi.
Il fiume è un treno di passeggero malandato
che viaggia verso il lago Tacarigua.
Il treno è un fiume di gente che giungerà fino al mare.
Verranno gli innamorati ad aggregarsi alla festa.
Metteremo gli uomini al lavoro
sotto lo sguardo di Dio.


EL VIEJO

Regálale algo al viejo
Él va a la tienda y no sabe comprarse nada a gusto
Un sombrero de paño
La correa ancha de hebilla
Recuerdas el caballo ruano
tenía la piel de resolana
y los ojos de pureza
A esta hora está llegando
El sol lo quema detrás de los animales


IL VECCHIO

Regala qualcosa al vecchio
Lui va al negozio e non sa comprarsi nulla che gli piaccia
Un cappello di feltro
La cinghia dalla fibbia larga
Ricordi il cavallo roano
sulla pelle aveva il riverbero del sole
e puri gli occhi
A quest’ora sta arrivando
Il sole lo brucia dietro gli animali


NINGUN CAMINO ES ETERNO

Ningún camino es eterno
Cada invierno borra la conquista
el atajo
la trocha de llegar al mundo
sobre esta inmensidad
de agua bajo el cielo de referencia


NESSUNA STRADA È ETERNA

Nessuna strada è eterna
Ogni inverno cancella la conquista
la scorciatoia
la via più breve di arrivare al mondo
su questa immensità
di acqua sotto il cielo di riferimento


CAMPO SOLO

Se vive en el campo.
Campo solo. Seco en el verano.
Una paloma montañera
con la boca abierta
enfriándose la sangre en el vuelo.
Los perros descansan bajo la sombra del caballo.
A treinta grados de calor
quiebra la tarde la ternura de la vaca.
Estoy trabajando en la finca,
cortando maleza
en el corazón dilatado de la mujer.
Bajamos al río a beber agua con los perros.
Me dicen se vive en el campo
para vivir tranquilo en el amor.


CAMPAGNA SOLITARIA

Si vive in campagna.
Campagna solitaria. Arida d’estate.
Una colomba di montagna
dalla bocca aperta
con il sangue che si raffredda in volo.
I cani riposano sotto l’ombra del cavallo.
A trenta gradi di calore
la sera piega la tenerezza della mucca.
Sto lavorando nella tenuta,
eliminando erbacce
nel cuore dilatato della donna.
Scendiamo al fiume a bere acqua coi cani.
Mi dicono si vive in campagna
per vivere tranquillo nell’amore.



SULLA POESIA
Adhely Rivero


In me esistono quattro elementi fondamentali per fare poesia: la solitudine, lo sradicamento, le storie essenziali e la cultura. Durante l’infanzia ho appreso dal Llano la solitudine. Quel mondo così esteso mi ha permesso di vivere la solitudine come qualcosa di vitale, mi piaceva stare in silenzio perché tutta la pianura, ovvero il Llano, si esprimesse: nel suo canto, nel suo vento e questo mi sensibilizzava. Oggi quando voglio scrivere la prima cosa che faccio è sentirmi solo nel mondo. Per questo scrivo di notte, a notte fonda.

Lo sradicamento ha creato in me il bisogno di assistere a un incontro con un paese mitico, paese di cui sono un assiduo visitatore nella memoria. Devo ricostruire il suo ambiente: il paesaggio, il fiume, la siccità, la stagione delle piogge, le persone e gli animali. Allo sradicamento bisogna opporre la memoria per non rovinare le proprie origini. L’uomo si disorienta, si smarrisce, e persino si cancella come una strada d’inverno, come nella poesia: “Nessuna strada è eterna /ogni inverno cancella la conquista /la scorciatoia / la via più breve di arrivare al mondo / su questa immensità di acqua sotto il cielo / di riferimento”.

Tutto questo è frammentato. Le storie essenziali, la mia vita è stata sempre circondata da storie, racconti, cronache che, appartenendo alla tradizione popolare o a persone particolari, sono state da me abbordate, estraendo l’essenziale del linguaggio e dell’aneddoto fino a trasformarlo in poesia. È molto comune udire tra le persone storie reali o fittizie di avvenimenti che sono accaduti in epoche passate e che il tempo è andato depurando in perfetto racconto. La difficoltà principale che può incontrare il creatore per materializzare il suo lavoro consiste nel superare i miraggi dell’emozione, la sentimentalità e la menzogna contenuta nella storia. Si è molto portati all’ingrandimento di quanto è stato vissuto dagli autori primari, i quali si aggrappano nell’esaltazione di atti senza raziocinio, prodotto di una soggettività spaventosa, che non permettono che il tempo faccia il suo lavoro, la essenzializzazione dei fatti, e del linguaggio.

Ho assunto le storie necessarie come parte della mia creazione. Sto attento alla parlata comune, all’oralità dell’uomo di Arismendi che racconta il proprio lavoro. L’oralità di mia madre in cucina, mentre nel corridoio accanto da un’amaca trascrivo i versi che vengono fuori dal suo conversare: “Insieme agli animali si vive / si valuta l’aria / e la scorciatoia /La carne secca / non ha odore di bestiame / La mucca si alza /e torna ad andare l’anima / Ciò che avvicina a Dio / Non l’allontanare / Cantava mia madre”.
Questa nozione del mondo, è il Llano ed è qui nel Llano dove ho la prima nozione della poesia, a dieci anni quando mio padre mi faceva percorrere lunghi tratti a cavallo per frenare la mandria, il bestiame.

La cultura è un ingrediente fondamentale per scrivere poesia. La lingua delimita un ambito letterario dove lo spirito si alimenta. Occorre assumere di questo linguaggio la sua peculiarità e farlo diventare un punto di partenza per poi mostrare ciò che si vive, quello che si è. La pretesa universalizzante della lingua è una retorica che ci porta a mostrare quanto siamo vani, dato che la parola senza vita è vuota. L’universale non può essere premeditato. La poesia è un cinquanta per cento la lingua, con la sua musica, il resto si divide tra abilità, attrezzi d’uso, e tutto quello che è formale.
Potrei quasi aggiungere che una poesia non si può fare. E che solo si scrive quando essa esiste come essenza di vita.


Traduzione dallo spagnolo di Emilio Coco




Adhely Rivero
è nato ad Arismendi (Venezuela, stato di Barinas) nel 1954. Poeta, editore e promotore culturale. Da molto tempo risiede nella città di Valencia. Si è laureato in Lingua e Letteratura all’Università di Carabobo, dove ha poi lavorato. È stato direttore della rivista “Poesía”, tra le più prestigiose in Venezuela.
Ha pubblicato le raccolte poetiche: 15 poemas (1984), En sol de sed (1990), Los poemas de Arismendi (1996), Tierras de Gadín (1999), Los poemas del viejo (2002), Antología Poética (2003), Medio Siglo, la Vida Entera (2005), Poesía (Costa Rica, 2008), La Vida Entera (2009), Compañera (2012), Poemas queridos / Poesie care (Colombia, 2016 - antologia bilingue, traduzione all’italiano di Emilio Coco).
Ha ricevuto importante premi di poesia in Venezuela e suoi testi poetici sono stati tradotti in diverse lingue.

e.coco1940@gmail.com