FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 49
maggio/agosto 2018

Consenso & Dissenso

 

ABITANTE DELLA SPERANZA
Sulla poesia di Habib Tengour

di Viviane Ciampi



L’antropologo e scrittore algerino d’espressione francese, Habib Tengour è anche uno dei poeti più prolifici e impegnati della sua generazione.
La sua scrittura tocca tutti gli scomparti della letteratura, ma in qualsiasi forma si avverte in primis l’eco della poesia.

Alla fine del 2017, quando era appena tornato dal funerale del suo amico fraterno, lo scrittore Nourredine Saadi (anch’egli scrittore intellettuale e militante) col quale avrebbe dovuto scrivere un libro-saggio ancora allo stato di progetto ma il cui titolo era però già deciso, Conversations berlinoises, mi confidò: “dopo la scomparsa di Nabile Fares, un anno dopo quella di Malek Alloula e ora di Nourredine Saadi, uno dei nostri maggiori intellettuali, mi sento orfano. Sono triste ma devo continuare a combattere per mandare avanti il lavoro intrapreso e testimoniare del nostro passaggio”.

In una poesia scrive: “Tuttavia, il regolamento di tutti i sensi / imposto da effrazione coloniale ha / una volta per tutte / svelato l’illusione della vita festosa di un tempo.” Testimone sempre attivo di tutte le lotte e le fratture del suo Paese – l’Algeria – e testimone dell’umanità dolente tout court, si fa carico della tragedia della guerra d’indipendenza d’Algeria e delle turbe che l’assalgono tuttora. Va ricordato che i francesi, all’epoca continuavano a chiamarla non “la guerra” ma “gli avvenimenti” – “avvenimenti” dove furono – è sempre bene ricordarlo a chi avesse la memoria corta – consumati stupri e torture d’ogni sorta.

Le poesie e i testi di Tengour non sono mai stati dalla parte del minimalismo e toccano temi essenziali, sconvolgenti, scomodi, e lui si fa osservatore attento della società e del mondo arabo in continuo fermento. Forse essere fuori dal suo Paese d’origine potrebbe sembrare uno svantaggio per capirlo “dal di dentro”, in realtà, vivere in questo orizzonte allargato, lo aiuta ad analizzare con più acutezza i problemi interni. A leggerlo, ci si convince che siamo di fronte a un vero poeta internazionale in quanto la sua scrittura affonda le radici sia nella modernità occidentale sia nella letteratura del Maghreb e dell’intero mondo arabo. Ma “le Pays”, lo abita sempre: “L’Algeria è sempre lì dove mi trovo e la ritrovo in ogni Algerino che incontro ovunque. Il paese è più grande di noi e non smettiamo mai di scoprirlo. Essere sorpreso ad ogni andata e ritorno m’incanta” (risposta al giornalista Nour).

È convinto di dover scrivere per tutti coloro che hanno la memoria corta ma in particolare per i giovani algerini i quali non sanno nulla o quasi dei travagli vissuti dal loro Paese, un Paese bello, tormentato e tragico che guarda verso il futuro e vorrebbe scrollarsi di dosso gli antichi traumatismi. Tengour visto dal suo “laboratorio” è un poeta libero, ribelle e polemista che continua a interrogare e a interrogarci sulla storia di una umanità dilaniata dalla violenza e da alcune fasce di oscurantismo.

Necessita di “tempi lunghi” per scrivere e anche quando i suoi versi sono già stati pubblicati in rivista, non esita a rivisitarli a distanza di mesi o anni. Lui chiede, cerca, le sue domande non hanno fine. E si sente in dovere di rispondere o quanto meno di tentare. Per quanto riguarda la genesi delle poesie qui presentate fanno parte di una raccolta in preparazione dal titolo Consolatio dove si parla di esseri cari, di morti assassinati, di esilio e di corrispondenze amorose.




5. Migration


Il y a que Rimbaud

Lui est parti là-bas.


Face à face avec ce lieu-dit muet d’une migration.


A l'instant où l'espace se découvre, toute vue devient insupportable.

Alors, on se réfugie lamentablement dans un livre.


... Lire


Des mots des vers des phrases se détachent des feuillets

Recomposent un autre texte né de la lecture


On bricole à la hâte des harmonies fortes


Avec Rimbaud

Relation de hautsde bas

Au bord du Neckar à Mostaganem ou

à Evry

Arthurpas fréquentable.
 


5. Migrazione


C’è che Rimbaud

Lui è partito laggiù.


Faccia a faccia con la località muta di una migrazione.


Nell’istante in cui lo spazio si rivela, ogni visione diventa insopportabile.

Allora, ci si rifugia penosamente in un libro.


… Leggere


Parole versi frasi si staccano dai fogli

Ricompongono un altro testo nato dalla lettura


Si eseguono lavoretti in fretta armonie forti


Con Rimbaud

Relazioni di altidi bassi

Sulla riva del Neckar a Mostaganem oppure

a Evry

Arthurnon frequentabile.

 


4. Sirènes des abattoirs


Voici le temps des Assassins...

il nous faudra beaucoup d'effort pour apprendre à saluer la beauté...


A vingt ans et pour cause

Rimbaud donne une claque magistrale à la beauté


Il m'a fallu attendre la quarantaine pour comprendre

le geste

l'oser

Je n'y arrive pas toujours.


C'est pourtant tout simple quand quelqu'un vous ouvre


L’artifice de la beauté n’est pas la beauté...


Comment ne pas se laisser prendre au jeu de la beauté comme

au chant des sirènes.
 


il gesto

osarlo

Non sempre ci riesco.


Eppure par tutto semplice quando qualcuno vi apre


L’artificio della bellezza non è la bellezza…


Come non lasciarsi prendere al gioco della bellezza così come

al canto delle sirene.

 


3. Balqîs


Tout d'abord,cette mélancolie d'une mémoire

incertaine

elle hésite longtemps

dans le vague du repère historique

opposer l'éden arrosé des révélations

à l’infernale sécheresse du lendemain


RIEN NE VA PLUS !

Les jeux sont faits


Avant ce jour Yémen était un nom

fabuleux profondément ancré dans les veines

Du roman du roi Sayf ibn Dounyazâd

des origines des tribus de l’Ouest Algérien qui berçaient les veillées de mon enfance

au départ de Rimbaud pour Aden


il y a le Hudhud de la reine de Saba

messager d’un amour

qui me surprend encore.
 


3. Balqîs


Intanto,questa malinconia d’ una memoria

incerta

esita a lungo

nella vaghezza del legame storico

opporre l’eden irrorato di rivelazioni

all’infernale secchezza dell’indomani


RIEN NE VA PLUS!

Les jeux sont faits


Prima d’oggi Yemen era un nome

favoloso profondamente ancorato nelle vene

del romanzo del re Sayf ibn Dounyazâd

riguardo alle origini delle tribù dell’Ovest Algerino che cullavano le veglie

della mia infanzia

fino alla partenza di Rimbaud per Aden


vi è l’Upupa della regina di Saba

messaggera di un amore

che ancora mi sorprende.

 


2. NOUS


Cependant, le dérèglement de tous les sens

imposé par effraction coloniale a

une fois pour toute

dévoilé l’illusion de la vie festive jadis.


Des aînés

(parents/pères si pauvres dans leurs accoutrements)

ont fait la guerre de Quatorze d’Indochine de Libération avec

l'espoir noué de voir le jour.

Ils en ont tiré avantage.


… pour abandonner aussitôt à la croisée des chemins.


Ils ont délaissé par crainte des questions

Ils ont préféré enjamber

sans se soucier de la catastrophe qui ne tarda pas en résulter.


Dans la nostalgie de l’enfant

le lait et le miel coulent à flot

la tribu se reconnaît dans les mots de ses poètes.
 


2. NOI


Tuttavia, il regolamento di tutti i sensi

imposto da effrazione coloniale ha

una volta per tutte

svelato l’illusione della vita festosa di un tempo.


I più anziani

(genitori/padri così poveri nel loro aspetto)

hanno fatto la guerra del Quattordici d’Indocina di Liberazione con

la speranza assodata di vedere il giorno.

Si sono spinti più in là.


… per subito lasciar perdere una volta al bivio.


Hanno tralasciato per paura delle domande

Hanno preferito scavalcare

senza preoccuparsi della catastrofe che presto ne risultò.


Nella nostalgia del bambino

il latte e il miele colano a fiumi

la tribù si riconosce nelle parole dei suoi poeti.

 


ADEN 1.

Quand je serai reparti en Afrique, avec mon
bagage photographique, je vous enverrai des
choses intéressantes. Ici, à Aden, il n’y a rien,
pas même une seule feuille (à moins qu’on ne
l’apporte), et c’est un endroit où l’on ne
séjourne que par nécessité.

Rimbaud aux siens, le 16-XI-1882

1. L’autre

Il faut être absolument moderne !

Je, cet Algérien n’a pas le choix… même si


Nous, autrement, semblons hésiter à obéir au pied de la lettre

… avons-nous ?


– le poids écrasant ! –

Formule


Peut-être n'aime-t-on pas le joug de la servitude, quand bien même il y va de son

intérêt.


Qui sait très bien calculer


L’arithmétique est un mot obscur longtemps

calligraphié dans le cahier d’écolier

une plume sergent major docile.
 


ADEN 1.

Quando sarò partito per l’ Africa, con il mio
bagaglio fotografico, vi manderò cose
interessanti. Qui, a Aden non c’è niente,
neanche un solo foglio (a meno che
non me lo procurino) ed è un posto dove si
soggiorna solo per necessità.

Rimbaud ai suoi, il 16-XI-1882

1. L’altro

Bisogna essere assolutamente moderni!

Io, questo algerino non ha scelta… anche se


Noi, altrimenti, sembra che esitiamo a ubbidire alla lettera

… abbiamo?

– il peso feroce!–


Formula


Forse non amiamo il giogo della schiavitù, quand’anche

ne va del suo interesse.


Che sa calcolare molto bene.


L’aritmetica è una parola oscura a lungo

scritta in bella calligrafia in un quaderno di scolaro

una docile penna di marca sergent major.

 


Au bord de l’eau


La mer, tu la regardes et tu cherches

un mot

La vague cogne les récifs


Tu t’éloignes du bord

Ne pas mouiller tes chaussures neuves


L’eau de mer attaque le cuir

L’état de tes chaussures te préoccupe

presque autant que le mot qui se dérobe

avec l’écume


Ton œil gobe le large

et tu te sens satisfait

peut-être un peu inquiet à cause des giclées

des crevasses

Tu n’es pas équipé pour la ballade…
 


In riva all’acqua


Il mare, lo guardi e lo cerchi

una parola

L’onda urta le rocce


Ti allontani dalla riva

Non bagnare le tue scarpe nuove


L’acqua di mare corrode il cuoio

Lo stato delle tue scarpe ti preoccupa

quasi quanto la parola che si mimetizza

con la schiuma


L’occhio tuo inghiotte l’immensità

e ti senti appagato

magari un po’ inquieto a causa degli zampilli

dei crepacci

Non sei equipaggiato per la gita…

 


Césure - I.


S'il vient interroger une trace à moitié calcinéec'est

poussé par

un atavisme ou plutôt une technique jalousement gardée.Dans le

secretil a tissé le poème.Des mois de retraite

dans le désert, livré aux vents, pour se conformer à la tradition.

Gerçures et fouet. L'âpreté de l'écho initie à des ruptures de ton.

Le sang se dilue dans l'éloignement. Se découvre

alors la fragilité du rythme avec une peur soudaine de l'obscurité.

Il ne dira rien du frémissement de l'ouïe ni de l'étrangeté des visions.

Des images sonores se bousculent…


Il se tient debout pour évoquer la demeure.


La circonstance est banalecontrairementaux mots pourla décrire.


Toute une mise en scène rhétorique pour évacuer le mutisme de la

cendre.
 


Cesura - I.


Se viene per interrogare una traccia calcinata a metà ciò avviene

sotto la spinta di

un atavismo o piuttosto di una tecnica gelosamente conservata.Nel

segretoha intrecciato la poesia.Mesi di ritiro

nel deserto, esposto ai venti, per conformarsi alla tradizione.

Arsura e frusta. L’asprezza dell’ eco dà inizio a frammentazioni del tono.

Il sangue diluisce nell’allontanamento.Si scopre

allora la fragilità del ritmo con una subitanea paura dell’oscurità.

Nulla si dirà del fremito dell’udito né dell’estraneità delle visioni.

Le immagini sonore si spintonano…


Sta in piedi per evocare la dimora.


La circostanza è banalecontrariamentealle parole perdescriverla.


Tutta una messa in scena retorica per liberare il mutismo della

cenere.

 


Césure - V.


Il n’y a rien. Renouveler l’expérience ?Ladouleurperdtoute

matérialité. Au moment de la levée du cample cœur se serre.

L’œil se contracte. Un horizon vide.


Qu’à cela ne tienne ! Les plaisirs du corps ne sont pas vains. Ils

illuminent l’âme comme le luminaire de l’ermite…

Sur l’Euphrate, les vents se déchaînent pour te rappeler l’épouvante d’une nuit

sacrée et l’éclat de tes frasques.


L’évocation suggère quelques images voilées à l’assaut d’une mémoire

incertaine. Avec patiencetu charges les mots de subvertir la trame du

poème pour transmettre une respiration. Peu importe si les bêtes sauvages ne quittent pas
[leur tanière pour te

tenir compagnie.
 


Cesura - V.


Non c’è niente. Rinnovare l’esperienza?Ildoloreperdeogni

materialità. Nel momento della partenzail cuore si stringe.

L’occhio si contrae. Un orizzonte vuoto
.

Che cosa importa! I piaceri del corpo non sono vani. Rischiarano

l’anima come la luce dell’eremita…


Sull’Eufrate, i venti si scatenano per ricordarti lo spavento di una

notte sacra e lo sfavillio delle tue scappatelle.


L’evocazione suggerisce alcune immagini velate all’assalto di una memoria


incerta. Con pazienzadai incarico alle parole di sovvertire la trama della

poesia per trasmettere un respiro. Poco importa se gli animali selvaggi non lasciano
[la loro tana per

tenerti compagnia.

 


Césure - VI.


Elle n’a jamais quitté cette trace qui se lit dans la roche quelquefois. Chacun

localise là où une nostalgie le presse. Pour la décrire tu invoques les arbres et

la faune à l’entour. Tous les patelins d’Arabie, et leurs fleurs précoces et leurs

bourrasques y passent.

Une géographie idéale où les stations s’équivalent. Les femmes de la tribu

sont belles et inaccessibles. Le désir violent moque ton ardeur. Il dérive sans

retenue dans la joute. Il y a aussi le vin rouge et les algarades.


« Et l’amour ? Comment cela se passe, dans le désert ? Car ces gens aiment

par-dessus tout ! »

Le poète se fie à sa technique et l’étendue du vocabulaire. Il a toute une année

pour accomplir sa tâche.
 


Cesura - VI.


Lei non ha mai tralasciato quella traccia che si legge talvolta nella roccia. Ciascuno

fa mente locale laddove certa nostalgia lo sollecita. Per descriverla tu invochi gli alberi e

la fauna attorno. Tutti i villaggi d’Arabia, e i loro fiori precoci burrasche comprese

vi scorrono.

Una geografia ideale dove le stazioni si equivalgono. Le donne della tribù

sono belle e inaccessibili. Il desiderio violento deride il tuo ardore. Deriva senza

ritegno nella contesa. C’è anche il vino rosso e i battibecchi.


«E l’amore? Come funziona, nel deserto? Poiché la gente ama

sopra ogni cosa!»

Il poeta si fida della sua tecnica e dell’estensione del vocabolario. Ha un anno intero

per ultimare il suo compito.

 


INTERSTICE (extrait)

Le temps qui s'écoula sans qu'il y eût de prophète, jusqu'à la venue
de Mohammed, temps auquel on a donné le nom d'interstice, fut de
quatre cent trente-quatre ans.

Tabari, Chronique

1.

Un secret– est-il gardé

courbe l'âme

le cœur– qui se regarde

scelle ton récit


L’aile de l'archange a

rendu le comput

manifeste il y a


l'attente et le

SILENCE

le feu à l'affût

Millénaire durée

la mort introduit les jours

le roseau précède la manœuvre


Vingt-huit questions (mines) pour

illuminer le lignage


Un verbe gère la rotation
 


INTERSTIZIO (frammento)

Il tempo che trascorre senza che vi sia stato alcun profeta, fino all’arrivo di
Mohammed, tempo al quale è stato dato il nome di interstizio, fu di
quattrocentotrentaquattro anni.

Tabari, Cronaca

1.

Un segreto– è mantenuto

piega l’anima

il cuore– che si guarda

sigilla il tuo racconto


L’ala dell’arcangelo ha

reso il calcolo

palese c’è


l’attesa e il

SILENZIO

il fuoco in agguato


Millenaria durata

la morte introduce i giorni

il giunco precede la manovra


Ventotto domande (mine) per

illuminare la stirpe


Un verbo gestisce la rotazione

 


3.

Temps d'arrêt

la ville secoue le nombril

une chaîne rompue


les morts ne veulent plus témoigner

la surprise passée assez vite

on vaque à ses besoins



ton désir aussi s'éteint c’est triste !

la canicule est prétexte

à exhibition


des réponses parfois

elles s'annulent sur le tas


l'amour tueamour tu

en dehors de toutes menaces

de la terreur qui rôde


ce n'est jamais le moment nulle part
 


3.

Tempo di sosta

la città scuote l’ombelico

spezzata una catena


i morti non vogliono più testimoniare

la sorpresa passata piuttosto in fretta

ci si dedica alle proprie faccende


anche il tuo desiderio si spegne che amarezza!

la canicola è pretesto

per esibirsi


talvolta le risposte

si annullano a casaccio


l’amore uccideamore taciuto

al di fuori di ogni minaccia

del terrore che si aggira


non è mai il momento da nessuna parte

 


4.

Un poème– ouvrage sans reproche

rien de trop

ni malheur irrémédiable

dans le renversement laconique


Soixante hommes de bien,

absolu manifeste

une impossibilitéquel est donc ce pays ?


assurément

folie y a sa part

minime

tant la valeur rétive

subjugue l'auditoire


les commentaires abondent en paradoxes

le juste ménage son succès

des éclats te surprennent

l'âmese réserve à l’harmonie finale
 


4.

Una poesia– opera ineccepibile

nulla di troppo

né guaio irrimediabile

nel rovesciamento laconico


Sessanta uomini dabbene,laggiù

assoluto evidente

un’impossibilitàqual è dunque questo paese?


di sicuro

follia vi ha colpa

minima

da tanto che il valore smanioso

soggioga l’uditorio


i commenti abbondano in paradossi

il giusto gestisce il proprio successo

le schegge ti sorprendono

l’animaserba a sé l’armonia finale

 


7.

PARAPHE

au seuil de la maison

les invités sont là


jour de liesse et de deuil

un trouble quand la porte s’ouvre

l'âme est saisie au moment d'apparaître


paix à ceux qui rentrent - non pas aumône

l'exil détériore les couleurs de la terre

notre cœur au loin a noirci


patiemment

j'ai traversé les épreuves

pour retrouver le goût du jardin

me réjouir dans le voisinage des martyrs

alors l'errance intègre le miroir


ta parole comme soutien

une inflexion enchante

longtemps après que la cérémonie s'achève
 


7.

PARAFFO

sulla soglia della casa

ci sono gli invitati


giorno d’allegria e di lutto

un turbamento quando s’apre la porta

l’anima è sorpresa nel momento di apparire


pace a coloro che rientrano – non elemosina

l’esilio danneggia i colori della terra

il nostro cuore di lontano s’è annerito


con pazienza

ho attraversato le prove

per ritrovare il gusto del giardino

per gioire nella vicinanza dei martiri

allora l’erranza integra lo specchio


la tua parola come sostegno

un’inflessione rapisce

a lungo dopo la fine della cerimonia

 


Le Cahier bleu


Lénine avait un cahier bleu où il notait précisément

ses vertiges

...

Deux rides larges

creusaient le miroir


Il n’a pas cessé de pleuvoir

ces jours derniers


Ces deux faits sans lien

la couleur du cahierles giboulées

l’avaient pénétré à son insu

s’obstinaient à de folles combinaisons

Une évidenceil était vieux
 


Il Quaderno azzurro


Lenin aveva un quaderno azzurro dove annotava con precisione

le sue vertigini



Due rughe larghe

scavavano lo specchio


Non ha smesso di piovere

in questi ultimi giorni


Questi due fatti slegati

il colore del quadernoi piovaschi

lo avevano penetrato a sua insaputa

si ostinavano in folli combinazioni

Un’ evidenzaera vecchio

 


Le temps de se mettre en route


Je ne connais pas le lieu


A l’embouchure de quels fleuves ?

J’ai appris que dans ton pays

Les morts passent dans la neige

Pour rassurer le rêveur chagriné


Ils parlent une langue de feu et de pierre

S’abreuvent avec l’oiseau dans des tasses ébréchées


Je sais qu’ils s’acheminent vers l’Ouest

Quand c’est l’heure du départ

Que les cendres refroidissent dans la cheminée


L’exil pointe sa mitrailleuse

Un vide t’épuise à la frontière

La fiche à remplir te laisse perplexe


Au matin une eau calme reflète un amour

Invitation à traverser
 


Il tempo d’incamminarsi


Non conosco il luogo


Alla foce di quali fiumi?

Ho imparato che nel tuo paese

I morti passano nella neve

Per rassicurare il sognatore affranto


Parlano una lingua di fuoco e di pietra

S’abbeverano con l’uccello in tazze sbrecciate


So che s’incamminano verso l’Ovest

Quando è l’ora della partenza

Si raffreddino nel camino le ceneri


L’esilio dirige la sua mitraglia

Un vuoto ti sfianca al confine

La scheda da riempire ti lascia perplesso


Al mattino un’acqua tranquilla rispecchia un amore

Invito ad attraversare

 


Respir


Rêve dit le rêve

Je veux un cheval rouge veiller dans sa crinière

Argile d’une insomnie séculaire

Comme plaines élevées à la Table du Dieu absent


Rêve la Bien aimée modelée de lumière

Il dit comme incantation

Le poète trace le souvenir à

Contempler la bouteille de gaz vide de larmes


Elle était lune à ma machine mot doux murmuré au

Crépuscule qui faisait naître le désir au blé naissant


Mon amour conte le rêve à la paume de ma main
 


Respiro


Sogna dice il sogno

Voglio un cavallo rosso vegliare nella sua criniera

Argilla di una insonnia secolare

Come pianure innalzate alla Tavola del Dio assente


L’amata sogna avviluppata dalla luce

Dice come in un sortilegio

Il poeta traccia il ricordo a

Contemplare la bombola del gas vuota di lacrime


Era luna alla mia macchina parola dolce mormorata al

Crepuscolo che faceva nascere il desiderio alla spiga nascente


Il mio amore conta il sogno nel palmo della mano

 


SECRETE AU GRAND JOUR

«…Toujours plus lente, et tes gestes pris peu à peu
dans la glu d’une étrange torpeur, immobile enfin,
tellement perdue que ma voix ne peut plus t'atteindre…»
Gustave Roud

État I.

NOIREtelle âme en exils'achemine lentement

vers la mort.Voici l'hiver.Le corps des mendiants se

tord sur une bouche de métro.Ce n'est pas ce froid que je

crains ni la faim du ventre bien que mendiant à ton seuil,

les membres bleus. C'était mon histoire déjàvivre pour

t'aimer me perdre dans la nuit de ma ceinture.

Je me suis masqué au moment de l'accueil.

Les amants ont souffert une passion,se sont séparés.

Gardes-tu en mémoire mon aimée cette agonie déployée dans l’

écume rose du matin

la fenêtre dans la mer demeure-t-ellereconnaissante ?


ÉCLATANTEl’âme au comble du désirelle

tourbillonne dans un ciel pur se protège des regards

envieuxlibre

C'est un été qui porte une moisson bénieoffrande

Comment nos cœurs se sont-ilségarés dans la maison ?

Il y avait un serpent pour garder le seuiléconduire

tous étrangers.Il y avait une telle impatience dans nos

corps épris...et l'été qui allait finir dans la peine.

Mais dans l'instant les amoureux chantentdansent

ne cessent de s'éblouir dans la lumière.


BLANCHE l'âme qui s'est reniée dans son âme tremblée

elle glisse sans ivresse sur le corps étenduà mi-chemin

( il dit: j'étais celui qui était mortt'attendait

dans mon cœur il y avait ton empreinte depuis longtemps

elle dit: ma vie était videtu ne l'as pas remplie )

se discerne une trace qui est tristeque tu cherches

à effacerC'est en vain que tu regardes ton visage dans

le miroir de la salle de bainQue regardes-tula bête

terrassée...gémissante la bête aux grands yeux blessés

Elle dit: mon cœur a eu si maltu n'as rien su faire

pauvre cœur qui ne voit pas son âmesaigner à blanc


INQUIÈTEmais reine mon âme dirige une cohorte d'anges

blessés au talon.Elle exhorte son armée boiteuse au martyre

comme s'il s'agissait d'aller cueillirdans les terrains de

parcours les premières fleurs du printemps.Elle se trouble à

la vue du sang qui parsème les champs mal cultivés.L'été va

bientôt venir tout incendier dans la plaine.L'âme a ses

refuges haut dans la montagne (jadis la tribu y fut enfumée)

J'ai survécu aux massacres mais mon cœur a oublié le

battement familier des paupières,et le supplice.

Après si longue absence,

le cœur ne raconte plus ses exploits.

La veilleuse a cligné avant de s'éteindre au-dessus de

nos têtes flottantes.

La nuit est tombéebleudans le jardin.


AVEUGLEâme a perdu son cœur aimant ;

elle trébuche dans la peine.Elle a mal à son cœur.

Elle s'agitecomme un coq égorgé sur le trottoir.

Elle a trop mal pour le dire àtout le monde.

Elle est amoureuse àgenoux et nue !

Dans le crépuscule il y a des voix distinctesdu sang.

Ils sont nombreux — abandonnés — à tendre l'oreille ou le

couteau à chercherun chien dans la clairièredu feu.

Avec l'été tous nos amis sont partis.

Que de souvenirs...

Au moment de l'adieu ta vie devient transparenteaussi

peut-elle se

regarder sans peine.
 


SEGRETA IN PIENO GIORNO

«… Sempre più lenta, e i tuoi gesti presi a poco a poco
nella pece d’uno strano torpore, finalmente immobile,
tanto persa che la mia voce non può più attingerti…»
Gustave Roud

Stato 1.

NERAtale anima in esilios’incammina lentamente

verso la morte. Ecco l’inverno.Il corpo dei mendicanti si

contorce sopra una bocca della metro.Non è questo freddo che

temo né la fame del ventre benché mendicante alla tua porta,

le membra blu. Era la mia storia giàvivere per

amarti perdermi nella notte della mia cintura.

Mi sono mascherato al momento dell’accoglienza.

Gli amanti hanno sofferto una passione,si sono separati.

Conservi nella memoria mia amata questa agonia dispiegata nella

schiuma rosa del mattino

la finestra nel mare rimanericonoscente?


SPLENDENTEl’anima al colmo del desiderio

vortica in un cielo purosi protegge dagli sguardi

invidiosilibera

È un’estate che porta una mietitura benedettadono

Come i nostri cuori si sonosmarriti nella casa?

C’era un serpente di vedetta sulla sogliacongedare

tutti stranieri.C’era una tale impazienza nei nostri

corpi innamorati…e l’estate che stava finendo nel dolore.

Ma nell’istante gl’innamorati cantanodanzano

non smettono di abbagliarsi nella luce.


BIANCA l’anima che si è rinnegata nella sua anima tremante

scivola senza ebbrezza sul corpo distesoa metà strada

(egli dice ero colui che era mortoti attendeva

nel mio cuore c’era sempre la tua impronta da tanto tempo

ella dice: la mia vita era vuotatu non l’hai riempita)

si riconosce una traccia che è tristeche tenti di

cancellareInvano cerchi il tuo volto nello

specchio della sala da bagnoChe cosa guardila bestia

abbattuta…gemente la bestia dai grandi occhi feriti

dice: il mio cuore ha avuto così malenon hai saputo più fare

nulla povero cuore che non vede la sua animadissanguarsi


INQUIETAma regina la mia anima dirige una squadra d’angeli

feriti al tallone.Esorta la sua armata zoppa al martirio

come si trattasse di raccoglierenei terreni di

percorso i primi fiori della primavera.Lei si turba alla

vista del sangue sparso nei campi incolti.L’estate presto

verrà a incendiare tutto quanto nella pianura.L’anima ha i suoi

rifugi in vetta alla montagna (un tempo la tribù vi fu affumicata)

Sono sopravvissuto ai massacri ma il mio cuore ha dimenticato il

battito familiare delle palpebre,e il supplizio.

Dopo una così lunga assenza,

il cuore non racconta più le sue prodezze.

Il lume ha tremolato prima di spegnersi al di sopra delle

nostre teste fluttuanti.

È calata la notteazzurronel giardino.


CIECAl’anima ha perduto il suo cuore amoroso;

inciampa nel dolore.Il cuore le duole.

Si agitacome un gallo sgozzato sul marciapiede.

Soffre troppo per dirlo atutti.

È innamorata in ginocchioe nuda!

Nel crepuscolo ci sono voci distintedel sangue.

Sono tanti – abbandonati – a tendere l’orecchio o il

coltelloa cercare un cane nella raduradel fuoco.

Con l’estate tutti gli amici sono andati.

Quanti ricordi…

Al momento dell’addio la tua vita diventa trasparentecosì

può

guardarsi senza dolore.

 


Vague aux lèvres


Le port interdit somnolait dans les cales des navires

Un marin encore tatouait l’horizon

Le Voyage nous étions nombreux à le souhaiter

Mais la mer n’exhibait que la graisse de ses blessures


Nous étions en exil dans nos mains nos rêves

Des simulacres heurtant la moiteur des jours


Pourquoi nous dire fiers de montagnes muettes

Sceller le cri dans l’argile des lassitudes

Les rues sont grises d’intolérance la peur


Je m’éveillerai au turquoise de tes lèvres dit

La vague aux regards suspendus
 


Onda alle labbra


Il porto proibito sonnecchiava nelle stive delle navi

Un marinaio tatuava di nuovo l’orizzonte

Il Viaggio in così tanti ad agognarlo

Ma il mare non esponeva che il grasso delle sue ferite


Eravamo in esilio con i sogni nelle mani

I simulacri che urtavano l’umidore dei giorni


Perché dirci fieri di montagne mute

Sigillare il grido nell’argilla della fiacca

Le strade sono grigie l’intolleranza la paura


Mi sveglierò nel turchese delle tue labbra dice

L’onda agli sguardi sospesi

 


Vivre dans la distance


Les ombres de nos amis s’agitent dans les rues

Pour nous rappeler ce moment précis du

Basculement du désir dans une poussière

De toute part percée de soleil


Nous les retrouvons dans le bar cadenassé

De la pêcherie aux heures joyeuses

Où le juge côtoie l’indic

Chacun son cageot sur la table


C’est un salmigondis aigre-doux

Héritage d’une décennie absente des amuse-gueules

Les serviettes en papier aux couleurs vives

Font un arc en ciel de bienvenue au seuil semé d’étoiles

Une soirée décevante malgré les préparatifs de noce
 


Vivere nella distanza


Le ombre dei nostri amici si agitano nelle vie

Per ricordarci quel preciso momento

dell’ondeggiare del desiderio in una polvere

Ovunque perforata dal sole


Le ritroviamo nel bar lucchettato

Del pescato nelle ore giocose

Dove il giudice s’affianca all’informatore

Ognuno con la sua cassetta sul tavolo


È un avanzo agrodolce

Eredità di un decennio assente dai salatini

I tovaglioli di carta dai colori accesi

S’accendono in un arcobaleno di benvenuto sulla soglia punteggiata di stelle

Una serata deludente nonostante i preparativi delle nozze

 


Exode


NostalgiedeDu BellayRitsosDarwich

Constance du timbre

Exil bat la mesure

Retrouve une voie dans le chant


Les parents seraient-ils exilés

Pas les enfants ?

Transmission d’un inouï

Mutisme du père/plaintes maternelles


Emigrer par manque de pain est-ce s’exiler ?

Question idiote


L’exil s’ancre dans la colonieDiscours

Dramatiser la rupture

L’eau versée sur le perron console du départ


Promesse d’un retour
 


Esodo


NostalgiadiDu BellayRitsosDarwich

Costanza del timbro

Esilio batte la misura

Ritrova una via nel canto


I genitori sarebbero esiliati

E non i bambini?

Propagazione di un inaudito

Mutismo del padre/lamenti materni



Emigrare per mancanza di pane vuol dire esiliarsi?

Domanda stupida


L’esilio si ancora nella coloniaDiscorsi

Drammatizzare lo strappo

L’acqua versata sul pianerottolo consola della partenza


Promessa di un ritorno

 


Quand le souvenir de mer…


traverser la mer

la mer aux poissonsfaste

pas la mer inféconde qu’Ulysse scrute avec nostalgie


(oublie-la)



ensuite

se baigner

dans les soixante mentions

du vraiet carence

ou absence de mots

revenir à ce point de mouillage

longtemps déserté

gouffre béant aux vents

entre Charybde et Scylla

ton émoi jeté en pâture

le ciel dans les mailles d’un tissage ancien

défait sitôt réalisé

araignée en suspens


enjamber le temps de la déclamation

le temps d’ajuster les souvenirs

l’espace d’un clin d’œil

retrouver la clé de l’énigme

et doubler le cap des sirènes

les oreilles bouchées de cire amollie au soleil


puis


s’ouvrir aux vents favorables

chargés des senteurs d’hélichrysum
 


Quando il ricordo del mare…


Attraversare il mare

il mare dei pescisfarzoso

non il mare infecondo che Ulisse esamina con nostalgia


(dimenticalo)



dopo

immergersi

nelle sessanta menzioni

del veroe carenza

o assenza di parole

Tornare a quel punto d’ormeggio

a lungo tralasciato

abisso spalancato ai venti

tra Cariddi e Scilla

il tuo turbamento gettato in pasto

il cielo nelle maglie di un’antica tessitura

disfatta appena compiuta

ragno sospeso


scavalcare il tempo del declamare

il tempo di aggiustare i ricordi

lo spazio d’un batter d’occhi

ritrovare la chiave dell’enigma

e superare la rotta delle sirene

le orecchie tappate di cera rammollita al sole


poi


aprirsi ai venti favorevoli

colmi dei profumi di elicriso




Habib Tengour
Nato in Algeria nel 1947 a Mostaganem. Nel 1959 arriva in Francia con suo padre, insegnante di lingua araba, che impara a fare l’idraulico. È militante nazionalista da prima del 1954 ed è proprio per sfuggire alle persecuzioni che lascia l’Algeria.
Prosegue gli studi a Parigi e dopo aver ottenuto una laurea in sociologia, torna in Algeria per effettuare il servizio militare. Militare, poi civile, insegna all’Università di Constantine. Vive tra l’Algeria e la Francia. Da aprile del 2017 soggiorna in residenza DAAD a Berlino. Tradotto in molte lingue, traduce egli stesso poeti di lingua inglese e araba. Divide il suo tempo tra attività universitarie e lavoro letterario.

viviane.c.@alice.it