L’antropologo e scrittore algerino d’espressione francese, Habib Tengour è anche uno dei poeti più prolifici e impegnati della sua generazione.
La sua scrittura tocca tutti gli scomparti della letteratura, ma in qualsiasi forma si avverte in primis l’eco della poesia.
Alla fine del 2017, quando era appena tornato dal funerale del suo amico fraterno, lo scrittore Nourredine Saadi (anch’egli scrittore intellettuale e militante) col quale avrebbe dovuto scrivere un libro-saggio ancora allo stato di progetto ma il cui titolo era però già deciso, Conversations berlinoises, mi confidò: “dopo la scomparsa di Nabile Fares, un anno dopo quella di Malek Alloula e ora di Nourredine Saadi, uno dei nostri maggiori intellettuali, mi sento orfano. Sono triste ma devo continuare a combattere per mandare avanti il lavoro intrapreso e testimoniare del nostro passaggio”.
In una poesia scrive: “Tuttavia, il regolamento di tutti i sensi / imposto da effrazione coloniale ha / una volta per tutte / svelato l’illusione della vita festosa di un tempo.” Testimone sempre attivo di tutte le lotte e le fratture del suo Paese – l’Algeria – e testimone dell’umanità dolente tout court, si fa carico della tragedia della guerra d’indipendenza d’Algeria e delle turbe che l’assalgono tuttora. Va ricordato che i francesi, all’epoca continuavano a chiamarla non “la guerra” ma “gli avvenimenti” – “avvenimenti” dove furono – è sempre bene ricordarlo a chi avesse la memoria corta – consumati stupri e torture d’ogni sorta.
Le poesie e i testi di Tengour non sono mai stati dalla parte del minimalismo e toccano temi essenziali, sconvolgenti, scomodi, e lui si fa osservatore attento della società e del mondo arabo in continuo fermento. Forse essere fuori dal suo Paese d’origine potrebbe sembrare uno svantaggio per capirlo “dal di dentro”, in realtà, vivere in questo orizzonte allargato, lo aiuta ad analizzare con più acutezza i problemi interni. A leggerlo, ci si convince che siamo di fronte a un vero poeta internazionale in quanto la sua scrittura affonda le radici sia nella modernità occidentale sia nella letteratura del Maghreb e dell’intero mondo arabo. Ma “le Pays”, lo abita sempre: “L’Algeria è sempre lì dove mi trovo e la ritrovo in ogni Algerino che incontro ovunque. Il paese è più grande di noi e non smettiamo mai di scoprirlo. Essere sorpreso ad ogni andata e ritorno m’incanta” (risposta al giornalista Nour).
È convinto di dover scrivere per tutti coloro che hanno la memoria corta ma in particolare per i giovani algerini i quali non sanno nulla o quasi dei travagli vissuti dal loro Paese, un Paese bello, tormentato e tragico che guarda verso il futuro e vorrebbe scrollarsi di dosso gli antichi traumatismi.
Tengour visto dal suo “laboratorio” è un poeta libero, ribelle e polemista che continua a interrogare e a interrogarci sulla storia di una umanità dilaniata dalla violenza e da alcune fasce di oscurantismo.
Necessita di “tempi lunghi” per scrivere e anche quando i suoi versi sono già stati pubblicati in rivista, non esita a rivisitarli a distanza di mesi o anni. Lui chiede, cerca, le sue domande non hanno fine. E si sente in dovere di rispondere o quanto meno di tentare. Per quanto riguarda la genesi delle poesie qui presentate fanno parte di una raccolta in preparazione dal titolo Consolatio dove si parla di esseri cari, di morti assassinati, di esilio e di corrispondenze amorose.
5. Migration
Il y a que Rimbaud
Lui est parti là-bas.
Face à face avec ce lieu-dit muet d’une migration.
A l'instant où l'espace se découvre, toute vue devient insupportable.
Alors, on se réfugie lamentablement dans un livre.
... Lire
Des mots des vers des phrases se détachent des feuillets
Recomposent un autre texte né de la lecture
On bricole à la hâte des harmonies fortes
Avec Rimbaud
Relation de hautsde bas
Au bord du Neckar à Mostaganem ou
à Evry
Arthurpas fréquentable.
5. Migrazione
C’è che Rimbaud
Lui è partito laggiù.
Faccia a faccia con la località muta di una migrazione.
Nell’istante in cui lo spazio si rivela, ogni visione diventa insopportabile.
Allora, ci si rifugia penosamente in un libro.
… Leggere
Parole versi frasi si staccano dai fogli
Ricompongono un altro testo nato dalla lettura
Si eseguono lavoretti in fretta armonie forti
Con Rimbaud
Relazioni di altidi bassi
Sulla riva del Neckar a Mostaganem oppure
a Evry
Arthurnon frequentabile.
4. Sirènes des abattoirs
Voici le temps des Assassins...
il nous faudra beaucoup d'effort pour apprendre à saluer la beauté...
A vingt ans et pour cause
Rimbaud donne une claque magistrale à la beauté
Il m'a fallu attendre la quarantaine pour comprendre
le geste
l'oser
Je n'y arrive pas toujours.
C'est pourtant tout simple quand quelqu'un vous ouvre
L’artifice de la beauté n’est pas la beauté...
Comment ne pas se laisser prendre au jeu de la beauté comme
au chant des sirènes.
il gesto
osarlo
Non sempre ci riesco.
Eppure par tutto semplice quando qualcuno vi apre
L’artificio della bellezza non è la bellezza…
Come non lasciarsi prendere al gioco della bellezza così come
al canto delle sirene.
3. Balqîs
Tout d'abord,cette mélancolie d'une mémoire
incertaine
elle hésite longtemps
dans le vague du repère historique
opposer l'éden arrosé des révélations
à l’infernale sécheresse du lendemain
RIEN NE VA PLUS !
Les jeux sont faits
Avant ce jour Yémen était un nom
fabuleux profondément ancré dans les veines
Du roman du roi Sayf ibn Dounyazâd
des origines des tribus de l’Ouest Algérien qui berçaient les veillées de mon enfance
au départ de Rimbaud pour Aden
il y a le Hudhud de la reine de Saba
messager d’un amour
qui me surprend encore.
3. Balqîs
Intanto,questa malinconia d’ una memoria
incerta
esita a lungo
nella vaghezza del legame storico
opporre l’eden irrorato di rivelazioni
all’infernale secchezza dell’indomani
RIEN NE VA PLUS!
Les jeux sont faits
Prima d’oggi Yemen era un nome
favoloso profondamente ancorato nelle vene
del romanzo del re Sayf ibn Dounyazâd
riguardo alle origini delle tribù dell’Ovest Algerino che cullavano le veglie
della mia infanzia
fino alla partenza di Rimbaud per Aden
vi è l’Upupa della regina di Saba
messaggera di un amore
che ancora mi sorprende.
2. NOUS
Cependant, le dérèglement de tous les sens
imposé par effraction coloniale a
une fois pour toute
dévoilé l’illusion de la vie festive jadis.
Des aînés
(parents/pères si pauvres dans leurs accoutrements)
ont fait la guerre de Quatorze d’Indochine de Libération avec
l'espoir noué de voir le jour.
Ils en ont tiré avantage.
… pour abandonner aussitôt à la croisée des chemins.
Ils ont délaissé par crainte des questions
Ils ont préféré enjamber
sans se soucier de la catastrophe qui ne tarda pas en résulter.
Dans la nostalgie de l’enfant
le lait et le miel coulent à flot
la tribu se reconnaît dans les mots de ses poètes.
2. NOI
Tuttavia, il regolamento di tutti i sensi
imposto da effrazione coloniale ha
una volta per tutte
svelato l’illusione della vita festosa di un tempo.
I più anziani
(genitori/padri così poveri nel loro aspetto)
hanno fatto la guerra del Quattordici d’Indocina di Liberazione con
la speranza assodata di vedere il giorno.
Si sono spinti più in là.
… per subito lasciar perdere una volta al bivio.
Hanno tralasciato per paura delle domande
Hanno preferito scavalcare
senza preoccuparsi della catastrofe che presto ne risultò.
Nella nostalgia del bambino
il latte e il miele colano a fiumi
la tribù si riconosce nelle parole dei suoi poeti.
ADEN 1.
Quand je serai reparti en Afrique, avec mon
bagage photographique, je vous enverrai des
choses intéressantes. Ici, à Aden, il n’y a rien,
pas même une seule feuille (à moins qu’on ne
l’apporte), et c’est un endroit où l’on ne
séjourne que par nécessité.
Rimbaud aux siens, le 16-XI-1882
1. L’autre
Il faut être absolument moderne !
Je, cet Algérien n’a pas le choix… même si
Nous, autrement, semblons hésiter à obéir au pied de la lettre
… avons-nous ?
– le poids écrasant ! –
Formule
Peut-être n'aime-t-on pas le joug de la servitude, quand bien même il y va de son
intérêt.
Qui sait très bien calculer
L’arithmétique est un mot obscur longtemps
calligraphié dans le cahier d’écolier
une plume sergent major docile.
ADEN 1.
Quando sarò partito per l’ Africa, con il mio
bagaglio fotografico, vi manderò cose
interessanti. Qui, a Aden non c’è niente,
neanche un solo foglio (a meno che
non me lo procurino) ed è un posto dove si
soggiorna solo per necessità.
Rimbaud ai suoi, il 16-XI-1882
1. L’altro
Bisogna essere assolutamente moderni!
Io, questo algerino non ha scelta… anche se
Noi, altrimenti, sembra che esitiamo a ubbidire alla lettera
… abbiamo?
– il peso feroce!–
Formula
Forse non amiamo il giogo della schiavitù, quand’anche
ne va del suo interesse.
Che sa calcolare molto bene.
L’aritmetica è una parola oscura a lungo
scritta in bella calligrafia in un quaderno di scolaro
una docile penna di marca sergent major.
Au bord de l’eau
La mer, tu la regardes et tu cherches
un mot
La vague cogne les récifs
Tu t’éloignes du bord
Ne pas mouiller tes chaussures neuves
L’eau de mer attaque le cuir
L’état de tes chaussures te préoccupe
presque autant que le mot qui se dérobe
avec l’écume
Ton œil gobe le large
et tu te sens satisfait
peut-être un peu inquiet à cause des giclées
des crevasses
Tu n’es pas équipé pour la ballade…
In riva all’acqua
Il mare, lo guardi e lo cerchi
una parola
L’onda urta le rocce
Ti allontani dalla riva
Non bagnare le tue scarpe nuove
L’acqua di mare corrode il cuoio
Lo stato delle tue scarpe ti preoccupa
quasi quanto la parola che si mimetizza
con la schiuma
L’occhio tuo inghiotte l’immensità
e ti senti appagato
magari un po’ inquieto a causa degli zampilli
dei crepacci
Non sei equipaggiato per la gita…
Césure - I.
S'il vient interroger une trace à moitié calcinéec'est
poussé par
un atavisme ou plutôt une technique jalousement gardée.Dans le
secretil a tissé le poème.Des mois de retraite
dans le désert, livré aux vents, pour se conformer à la tradition.
Gerçures et fouet. L'âpreté de l'écho initie à des ruptures de ton.
Le sang se dilue dans l'éloignement. Se découvre
alors la fragilité du rythme avec une peur soudaine de l'obscurité.
Il ne dira rien du frémissement de l'ouïe ni de l'étrangeté des visions.
Des images sonores se bousculent…
Il se tient debout pour évoquer la demeure.
La circonstance est banalecontrairementaux mots pourla décrire.
Toute une mise en scène rhétorique pour évacuer le mutisme de la
cendre.
Cesura - I.
Se viene per interrogare una traccia calcinata a metà ciò avviene
sotto la spinta di
un atavismo o piuttosto di una tecnica gelosamente conservata.Nel
segretoha intrecciato la poesia.Mesi di ritiro
nel deserto, esposto ai venti, per conformarsi alla tradizione.
Arsura e frusta. L’asprezza dell’ eco dà inizio a frammentazioni del tono.
Il sangue diluisce nell’allontanamento.Si scopre
allora la fragilità del ritmo con una subitanea paura dell’oscurità.
Nulla si dirà del fremito dell’udito né dell’estraneità delle visioni.
Le immagini sonore si spintonano…
Sta in piedi per evocare la dimora.
La circostanza è banalecontrariamentealle parole perdescriverla.
Tutta una messa in scena retorica per liberare il mutismo della
cenere.
Césure - V.
Il n’y a rien. Renouveler l’expérience ?Ladouleurperdtoute
matérialité. Au moment de la levée du cample cœur se serre.
L’œil se contracte. Un horizon vide.
Qu’à cela ne tienne ! Les plaisirs du corps ne sont pas vains. Ils
illuminent l’âme comme le luminaire de l’ermite…
Sur l’Euphrate, les vents se déchaînent pour te rappeler l’épouvante d’une nuit
sacrée et l’éclat de tes frasques.
L’évocation suggère quelques images voilées à l’assaut d’une mémoire
incertaine. Avec patiencetu charges les mots de subvertir la trame du
poème pour transmettre une respiration. Peu importe si les bêtes sauvages ne quittent pas [leur tanière pour te
tenir compagnie.
Cesura - V.
Non c’è niente. Rinnovare l’esperienza?Ildoloreperdeogni
materialità. Nel momento della partenzail cuore si stringe.
L’occhio si contrae. Un orizzonte vuoto
.
Che cosa importa! I piaceri del corpo non sono vani. Rischiarano
l’anima come la luce dell’eremita…
Sull’Eufrate, i venti si scatenano per ricordarti lo spavento di una
notte sacra e lo sfavillio delle tue scappatelle.
L’evocazione suggerisce alcune immagini velate all’assalto di una memoria
incerta. Con pazienzadai incarico alle parole di sovvertire la trama della
poesia per trasmettere un respiro. Poco importa se gli animali selvaggi non lasciano [la loro tana per
tenerti compagnia.
Césure - VI.
Elle n’a jamais quitté cette trace qui se lit dans la roche quelquefois. Chacun
localise là où une nostalgie le presse. Pour la décrire tu invoques les arbres et
la faune à l’entour. Tous les patelins d’Arabie, et leurs fleurs précoces et leurs
bourrasques y passent.
Une géographie idéale où les stations s’équivalent. Les femmes de la tribu
sont belles et inaccessibles. Le désir violent moque ton ardeur. Il dérive sans
retenue dans la joute. Il y a aussi le vin rouge et les algarades.
« Et l’amour ? Comment cela se passe, dans le désert ? Car ces gens aiment
par-dessus tout ! »
Le poète se fie à sa technique et l’étendue du vocabulaire. Il a toute une année
pour accomplir sa tâche.
Cesura - VI.
Lei non ha mai tralasciato quella traccia che si legge talvolta nella roccia. Ciascuno
fa mente locale laddove certa nostalgia lo sollecita. Per descriverla tu invochi gli alberi e
la fauna attorno. Tutti i villaggi d’Arabia, e i loro fiori precoci burrasche comprese
vi scorrono.
Una geografia ideale dove le stazioni si equivalgono. Le donne della tribù
sono belle e inaccessibili. Il desiderio violento deride il tuo ardore. Deriva senza
ritegno nella contesa. C’è anche il vino rosso e i battibecchi.
«E l’amore? Come funziona, nel deserto? Poiché la gente ama
sopra ogni cosa!»
Il poeta si fida della sua tecnica e dell’estensione del vocabolario. Ha un anno intero
per ultimare il suo compito.
INTERSTICE (extrait)
Le temps qui s'écoula sans qu'il y eût de prophète, jusqu'à la venue
de Mohammed, temps auquel on a donné le nom d'interstice, fut de
quatre cent trente-quatre ans.
Tabari, Chronique
1.
Un secret– est-il gardé
courbe l'âme
le cœur– qui se regarde
scelle ton récit
L’aile de l'archange a
rendu le comput
manifeste il y a
l'attente et le
SILENCE
le feu à l'affût
Millénaire durée
la mort introduit les jours
le roseau précède la manœuvre
Vingt-huit questions (mines) pour
illuminer le lignage
Un verbe gère la rotation
INTERSTIZIO (frammento)
Il tempo che trascorre senza che vi sia stato alcun profeta, fino all’arrivo di
Mohammed, tempo al quale è stato dato il nome di interstizio, fu di
quattrocentotrentaquattro anni.
Tabari, Cronaca
1.
Un segreto– è mantenuto
piega l’anima
il cuore– che si guarda
sigilla il tuo racconto
L’ala dell’arcangelo ha
reso il calcolo
palese c’è
l’attesa e il
SILENZIO
il fuoco in agguato
Millenaria durata
la morte introduce i giorni
il giunco precede la manovra
Ventotto domande (mine) per
illuminare la stirpe
Un verbo gestisce la rotazione
3.
Temps d'arrêt
la ville secoue le nombril
une chaîne rompue
les morts ne veulent plus témoigner
la surprise passée assez vite
on vaque à ses besoins
ton désir aussi s'éteint c’est triste !
la canicule est prétexte
à exhibition
des réponses parfois
elles s'annulent sur le tas
l'amour tueamour tu
en dehors de toutes menaces
de la terreur qui rôde
ce n'est jamais le moment nulle part
3.
Tempo di sosta
la città scuote l’ombelico
spezzata una catena
i morti non vogliono più testimoniare
la sorpresa passata piuttosto in fretta
ci si dedica alle proprie faccende
anche il tuo desiderio si spegne che amarezza!
la canicola è pretesto
per esibirsi
talvolta le risposte
si annullano a casaccio
l’amore uccideamore taciuto
al di fuori di ogni minaccia
del terrore che si aggira
non è mai il momento da nessuna parte
4.
Un poème– ouvrage sans reproche
rien de trop
ni malheur irrémédiable
dans le renversement laconique
Soixante hommes de bien,là
absolu manifeste
une impossibilitéquel est donc ce pays ?
assurément
folie y a sa part
minime
tant la valeur rétive
subjugue l'auditoire
les commentaires abondent en paradoxes
le juste ménage son succès
des éclats te surprennent
l'âmese réserve à l’harmonie finale
4.
Una poesia– opera ineccepibile
nulla di troppo
né guaio irrimediabile
nel rovesciamento laconico
Sessanta uomini dabbene,laggiù
assoluto evidente
un’impossibilitàqual è dunque questo paese?
di sicuro
follia vi ha colpa
minima
da tanto che il valore smanioso
soggioga l’uditorio
i commenti abbondano in paradossi
il giusto gestisce il proprio successo
le schegge ti sorprendono
l’animaserba a sé l’armonia finale
7.
PARAPHE
au seuil de la maison
les invités sont là
jour de liesse et de deuil
un trouble quand la porte s’ouvre
l'âme est saisie au moment d'apparaître
paix à ceux qui rentrent - non pas aumône
l'exil détériore les couleurs de la terre
notre cœur au loin a noirci
patiemment
j'ai traversé les épreuves
pour retrouver le goût du jardin
me réjouir dans le voisinage des martyrs
alors l'errance intègre le miroir
ta parole comme soutien
une inflexion enchante
longtemps après que la cérémonie s'achève
7.
PARAFFO
sulla soglia della casa
ci sono gli invitati
giorno d’allegria e di lutto
un turbamento quando s’apre la porta
l’anima è sorpresa nel momento di apparire
pace a coloro che rientrano – non elemosina
l’esilio danneggia i colori della terra
il nostro cuore di lontano s’è annerito
con pazienza
ho attraversato le prove
per ritrovare il gusto del giardino
per gioire nella vicinanza dei martiri
allora l’erranza integra lo specchio
la tua parola come sostegno
un’inflessione rapisce
a lungo dopo la fine della cerimonia
Le Cahier bleu
Lénine avait un cahier bleu où il notait précisément
ses vertiges
...
Deux rides larges
creusaient le miroir
Il n’a pas cessé de pleuvoir
ces jours derniers
Ces deux faits sans lien
la couleur du cahierles giboulées
l’avaient pénétré à son insu
s’obstinaient à de folles combinaisons
Une évidenceil était vieux
Il Quaderno azzurro
Lenin aveva un quaderno azzurro dove annotava con precisione
le sue vertigini
…
Due rughe larghe
scavavano lo specchio
Non ha smesso di piovere
in questi ultimi giorni
Questi due fatti slegati
il colore del quadernoi piovaschi
lo avevano penetrato a sua insaputa
si ostinavano in folli combinazioni
Un’ evidenzaera vecchio
Le temps de se mettre en route
Je ne connais pas le lieu
A l’embouchure de quels fleuves ?
J’ai appris que dans ton pays
Les morts passent dans la neige
Pour rassurer le rêveur chagriné
Ils parlent une langue de feu et de pierre
S’abreuvent avec l’oiseau dans des tasses ébréchées
Je sais qu’ils s’acheminent vers l’Ouest
Quand c’est l’heure du départ
Que les cendres refroidissent dans la cheminée
L’exil pointe sa mitrailleuse
Un vide t’épuise à la frontière
La fiche à remplir te laisse perplexe
Au matin une eau calme reflète un amour
Invitation à traverser
Il tempo d’incamminarsi
Non conosco il luogo
Alla foce di quali fiumi?
Ho imparato che nel tuo paese
I morti passano nella neve
Per rassicurare il sognatore affranto
Parlano una lingua di fuoco e di pietra
S’abbeverano con l’uccello in tazze sbrecciate
So che s’incamminano verso l’Ovest
Quando è l’ora della partenza
Si raffreddino nel camino le ceneri
L’esilio dirige la sua mitraglia
Un vuoto ti sfianca al confine
La scheda da riempire ti lascia perplesso
Al mattino un’acqua tranquilla rispecchia un amore
Invito ad attraversare
Respir
Rêve dit le rêve
Je veux un cheval rouge veiller dans sa crinière
Argile d’une insomnie séculaire
Comme plaines élevées à la Table du Dieu absent
Rêve la Bien aimée modelée de lumière
Il dit comme incantation
Le poète trace le souvenir à
Contempler la bouteille de gaz vide de larmes
Elle était lune à ma machine mot doux murmuré au
Crépuscule qui faisait naître le désir au blé naissant
Mon amour conte le rêve à la paume de ma main
Respiro
Sogna dice il sogno
Voglio un cavallo rosso vegliare nella sua criniera
Argilla di una insonnia secolare
Come pianure innalzate alla Tavola del Dio assente
L’amata sogna avviluppata dalla luce
Dice come in un sortilegio
Il poeta traccia il ricordo a
Contemplare la bombola del gas vuota di lacrime
Era luna alla mia macchina parola dolce mormorata al
Crepuscolo che faceva nascere il desiderio alla spiga nascente
Il mio amore conta il sogno nel palmo della mano
SECRETE AU GRAND JOUR
«…Toujours plus lente, et tes gestes pris peu à peu
dans la glu d’une étrange torpeur, immobile enfin,
tellement perdue que ma voix ne peut plus t'atteindre…»
Gustave Roud
État I.
NOIREtelle âme en exils'achemine lentement
vers la mort.Voici l'hiver.Le corps des mendiants se
tord sur une bouche de métro.Ce n'est pas ce froid que je
crains ni la faim du ventre bien que mendiant à ton seuil,
les membres bleus. C'était mon histoire déjàvivre pour
t'aimer me perdre dans la nuit de ma ceinture.
Je me suis masqué au moment de l'accueil.
Les amants ont souffert une passion,se sont séparés.
Gardes-tu en mémoire mon aimée cette agonie déployée dans l’
écume rose du matin
la fenêtre dans la mer demeure-t-ellereconnaissante ?
ÉCLATANTEl’âme au comble du désirelle
tourbillonne dans un ciel pur se protège des regards
envieuxlibre
C'est un été qui porte une moisson bénieoffrande
Comment nos cœurs se sont-ilségarés dans la maison ?
Il y avait un serpent pour garder le seuiléconduire
tous étrangers.Il y avait une telle impatience dans nos
corps épris...et l'été qui allait finir dans la peine.
Mais dans l'instant les amoureux chantentdansent
ne cessent de s'éblouir dans la lumière.
BLANCHE l'âme qui s'est reniée dans son âme tremblée
elle glisse sans ivresse sur le corps étenduà mi-chemin
( il dit: j'étais celui qui était mortt'attendait
dans mon cœur il y avait ton empreinte depuis longtemps
elle dit: ma vie était videtu ne l'as pas remplie )
se discerne une trace qui est tristeque tu cherches
à effacerC'est en vain que tu regardes ton visage dans
le miroir de la salle de bainQue regardes-tula bête
terrassée...gémissante la bête aux grands yeux blessés
Elle dit: mon cœur a eu si maltu n'as rien su faire
pauvre cœur qui ne voit pas son âmesaigner à blanc
INQUIÈTEmais reine mon âme dirige une cohorte d'anges
blessés au talon.Elle exhorte son armée boiteuse au martyre
comme s'il s'agissait d'aller cueillirdans les terrains de
parcours les premières fleurs du printemps.Elle se trouble à
la vue du sang qui parsème les champs mal cultivés.L'été va
bientôt venir tout incendier dans la plaine.L'âme a ses
refuges haut dans la montagne (jadis la tribu y fut enfumée)
J'ai survécu aux massacres mais mon cœur a oublié le
battement familier des paupières,et le supplice.
Après si longue absence,
le cœur ne raconte plus ses exploits.
La veilleuse a cligné avant de s'éteindre au-dessus de
nos têtes flottantes.
La nuit est tombéebleudans le jardin.
AVEUGLEâme a perdu son cœur aimant ;
elle trébuche dans la peine.Elle a mal à son cœur.
Elle s'agitecomme un coq égorgé sur le trottoir.
Elle a trop mal pour le dire àtout le monde.
Elle est amoureuse àgenoux et nue !
Dans le crépuscule il y a des voix distinctesdu sang.
Ils sont nombreux — abandonnés — à tendre l'oreille ou le
couteau à chercherun chien dans la clairièredu feu.
Avec l'été tous nos amis sont partis.
Que de souvenirs...
Au moment de l'adieu ta vie devient transparenteaussi
peut-elle se
regarder sans peine.
SEGRETA IN PIENO GIORNO
«… Sempre più lenta, e i tuoi gesti presi a poco a poco
nella pece d’uno strano torpore, finalmente immobile,
tanto persa che la mia voce non può più attingerti…»
Gustave Roud
Stato 1.
NERAtale anima in esilios’incammina lentamente
verso la morte. Ecco l’inverno.Il corpo dei mendicanti si
contorce sopra una bocca della metro.Non è questo freddo che
temo né la fame del ventre benché mendicante alla tua porta,
le membra blu. Era la mia storia giàvivere per
amarti perdermi nella notte della mia cintura.
Mi sono mascherato al momento dell’accoglienza.
Gli amanti hanno sofferto una passione,si sono separati.
Conservi nella memoria mia amata questa agonia dispiegata nella
schiuma rosa del mattino
la finestra nel mare rimanericonoscente?
SPLENDENTEl’anima al colmo del desiderio
vortica in un cielo purosi protegge dagli sguardi
invidiosilibera
È un’estate che porta una mietitura benedettadono
Come i nostri cuori si sonosmarriti nella casa?
C’era un serpente di vedetta sulla sogliacongedare
tutti stranieri.C’era una tale impazienza nei nostri
corpi innamorati…e l’estate che stava finendo nel dolore.
Ma nell’istante gl’innamorati cantanodanzano
non smettono di abbagliarsi nella luce.
BIANCA l’anima che si è rinnegata nella sua anima tremante
scivola senza ebbrezza sul corpo distesoa metà strada
(egli dice ero colui che era mortoti attendeva
nel mio cuore c’era sempre la tua impronta da tanto tempo
ella dice: la mia vita era vuotatu non l’hai riempita)
si riconosce una traccia che è tristeche tenti di
cancellareInvano cerchi il tuo volto nello
specchio della sala da bagnoChe cosa guardila bestia
abbattuta…gemente la bestia dai grandi occhi feriti
dice: il mio cuore ha avuto così malenon hai saputo più fare
nulla povero cuore che non vede la sua animadissanguarsi
INQUIETAma regina la mia anima dirige una squadra d’angeli
feriti al tallone.Esorta la sua armata zoppa al martirio
come si trattasse di raccoglierenei terreni di
percorso i primi fiori della primavera.Lei si turba alla
vista del sangue sparso nei campi incolti.L’estate presto
verrà a incendiare tutto quanto nella pianura.L’anima ha i suoi
rifugi in vetta alla montagna (un tempo la tribù vi fu affumicata)
Sono sopravvissuto ai massacri ma il mio cuore ha dimenticato il
battito familiare delle palpebre,e il supplizio.
Dopo una così lunga assenza,
il cuore non racconta più le sue prodezze.
Il lume ha tremolato prima di spegnersi al di sopra delle
nostre teste fluttuanti.
È calata la notteazzurronel giardino.
CIECAl’anima ha perduto il suo cuore amoroso;
inciampa nel dolore.Il cuore le duole.
Si agitacome un gallo sgozzato sul marciapiede.
Soffre troppo per dirlo atutti.
È innamorata in ginocchioe nuda!
Nel crepuscolo ci sono voci distintedel sangue.
Sono tanti – abbandonati – a tendere l’orecchio o il
coltelloa cercare un cane nella raduradel fuoco.
Con l’estate tutti gli amici sono andati.
Quanti ricordi…
Al momento dell’addio la tua vita diventa trasparentecosì
può
guardarsi senza dolore.
Vague aux lèvres
Le port interdit somnolait dans les cales des navires
Un marin encore tatouait l’horizon
Le Voyage nous étions nombreux à le souhaiter
Mais la mer n’exhibait que la graisse de ses blessures
Nous étions en exil dans nos mains nos rêves
Des simulacres heurtant la moiteur des jours
Pourquoi nous dire fiers de montagnes muettes
Sceller le cri dans l’argile des lassitudes
Les rues sont grises d’intolérance la peur
Je m’éveillerai au turquoise de tes lèvres dit
La vague aux regards suspendus
Onda alle labbra
Il porto proibito sonnecchiava nelle stive delle navi
Un marinaio tatuava di nuovo l’orizzonte
Il Viaggio in così tanti ad agognarlo
Ma il mare non esponeva che il grasso delle sue ferite
Eravamo in esilio con i sogni nelle mani
I simulacri che urtavano l’umidore dei giorni
Perché dirci fieri di montagne mute
Sigillare il grido nell’argilla della fiacca
Le strade sono grigie l’intolleranza la paura
Mi sveglierò nel turchese delle tue labbra dice
L’onda agli sguardi sospesi
Vivre dans la distance
Les ombres de nos amis s’agitent dans les rues
Pour nous rappeler ce moment précis du
Basculement du désir dans une poussière
De toute part percée de soleil
Nous les retrouvons dans le bar cadenassé
De la pêcherie aux heures joyeuses
Où le juge côtoie l’indic
Chacun son cageot sur la table
C’est un salmigondis aigre-doux
Héritage d’une décennie absente des amuse-gueules
Les serviettes en papier aux couleurs vives
Font un arc en ciel de bienvenue au seuil semé d’étoiles
Une soirée décevante malgré les préparatifs de noce
Vivere nella distanza
Le ombre dei nostri amici si agitano nelle vie
Per ricordarci quel preciso momento
dell’ondeggiare del desiderio in una polvere
Ovunque perforata dal sole
Le ritroviamo nel bar lucchettato
Del pescato nelle ore giocose
Dove il giudice s’affianca all’informatore
Ognuno con la sua cassetta sul tavolo
È un avanzo agrodolce
Eredità di un decennio assente dai salatini
I tovaglioli di carta dai colori accesi
S’accendono in un arcobaleno di benvenuto sulla soglia punteggiata di stelle
Una serata deludente nonostante i preparativi delle nozze
Exode
NostalgiedeDu BellayRitsosDarwich
Constance du timbre
Exil bat la mesure
Retrouve une voie dans le chant
Les parents seraient-ils exilés
Pas les enfants ?
Transmission d’un inouï
Mutisme du père/plaintes maternelles
Emigrer par manque de pain est-ce s’exiler ?
Question idiote
L’exil s’ancre dans la colonieDiscours
Dramatiser la rupture
L’eau versée sur le perron console du départ
Promesse d’un retour
Esodo
NostalgiadiDu BellayRitsosDarwich
Costanza del timbro
Esilio batte la misura
Ritrova una via nel canto
I genitori sarebbero esiliati
E non i bambini?
Propagazione di un inaudito
Mutismo del padre/lamenti materni
Emigrare per mancanza di pane vuol dire esiliarsi?
Domanda stupida
L’esilio si ancora nella coloniaDiscorsi
Drammatizzare lo strappo
L’acqua versata sul pianerottolo consola della partenza
Promessa di un ritorno
Quand le souvenir de mer…
traverser la mer
la mer aux poissonsfaste
pas la mer inféconde qu’Ulysse scrute avec nostalgie
(oublie-la)
…
ensuite
se baigner
dans les soixante mentions
du vraiet carence
ou absence de mots
revenir à ce point de mouillage
longtemps déserté
gouffre béant aux vents
entre Charybde et Scylla
ton émoi jeté en pâture
le ciel dans les mailles d’un tissage ancien
défait sitôt réalisé
araignée en suspens
enjamber le temps de la déclamation
le temps d’ajuster les souvenirs
l’espace d’un clin d’œil
retrouver la clé de l’énigme
et doubler le cap des sirènes
les oreilles bouchées de cire amollie au soleil
puis
s’ouvrir aux vents favorables
chargés des senteurs d’hélichrysum
Quando il ricordo del mare…
Attraversare il mare
il mare dei pescisfarzoso
non il mare infecondo che Ulisse esamina con nostalgia
(dimenticalo)
…
dopo
immergersi
nelle sessanta menzioni
del veroe carenza
o assenza di parole
Tornare a quel punto d’ormeggio
a lungo tralasciato
abisso spalancato ai venti
tra Cariddi e Scilla
il tuo turbamento gettato in pasto
il cielo nelle maglie di un’antica tessitura
disfatta appena compiuta
ragno sospeso
scavalcare il tempo del declamare
il tempo di aggiustare i ricordi
lo spazio d’un batter d’occhi
ritrovare la chiave dell’enigma
e superare la rotta delle sirene
le orecchie tappate di cera rammollita al sole
poi
aprirsi ai venti favorevoli
colmi dei profumi di elicriso
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Habib Tengour Nato in Algeria nel 1947 a Mostaganem. Nel 1959 arriva in Francia con suo padre, insegnante di lingua araba, che impara a fare l’idraulico. È militante nazionalista da prima del 1954 ed è proprio per sfuggire alle persecuzioni che lascia l’Algeria.
Prosegue gli studi a Parigi e dopo aver ottenuto una laurea in sociologia, torna in Algeria per effettuare il servizio militare. Militare, poi civile, insegna all’Università di Constantine. Vive tra l’Algeria e la Francia. Da aprile del 2017 soggiorna in residenza DAAD a Berlino. Tradotto in molte lingue, traduce egli stesso poeti di lingua inglese e araba. Divide il suo tempo tra attività universitarie e lavoro letterario. |
viviane.c.@alice.it
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