Amor sin fin, o Amore senza fine (Spagna, 2016) è l’ultimo libro scritto della poetessa nicaraguense Claribel Alegría: un fiume che sgorga dalla vetta di un sogno, quello di ricomporre l’amore perfetto. Scende giù negli abissi dell’essere, tra domande, desideri e tormenti, travolgendo il lettore con l’impeto incontenibile di una Claribel Alegría rinvigorita dagli anni. Il passare del tempo, infatti, trasporta la ormai ultranovantenne poetessa sulla soglia di un nuovo inizio, da dove si affaccia sull’ignoto e salta; si lascia condurre dal Mistero, come Dante da Virgilio e, scansando la consueta brevità dei suoi componimenti, scrive a briglia sciolta un lungo e suadente poema.
Questo amore ideale che la sostiene e la sospinge non è un concetto astratto, ma il ricordo della vita trascorsa con lo scrittore e giornalista statunitense Darwin J. Flakoll, detto Bud, che fu per lei marito, amico, amante, complice letterario e padre dei loro quattro figli. Dopo quasi cinquant’anni di simbiosi, la morte di Bud lasciò nel suo cuore e nella sua quotidianità un vuoto terribile. Vuoto, questo, che si vestì prima di tristezza e poi del vivissimo desiderio di rincontrare in un’altra dimensione la sua dolce metà.
Claribel Alegría e il marito "Bud"
In questo libro Bud rappresenta per Alegría quello che Beatrice fu per Dante nel suo viaggio attraverso gli inferi. È quella luce anelata che incita il tuffo nel regno sconosciuto e dove ci si trova a fare i conti con la vita trascorsa. Ed è così che inseguendo l’astro dell’amore Claribel si ritrova a esplorare gli angoli più remoti del suo “io”. Si vede riflessa nello specchio rotto, frammentata in molte Claribel, dove incontra le sue paure, i sogni, i capricci, le ossessioni, l’innocenza e la vanità. Vuole scogliere i nodi per andare oltre, congedarsi da se stessa e disperdere i mostri che la assalgono: non riesco a sconfiggere il tedio / continuo a chiudere cerchi / ingoiando me stessa / come il serpente / inghiotte la sua coda.
Amore senza fine è un viaggio psicologico e spirituale, ricco di immagini e simboli; è un canto appassionato e appassionante che culmina nella consapevolezza di dover tornare alla terra dell’attesa, a questa vita da vivere nell’allegria del suo piccolo giardino fiorito che è simbolo di quell’amore senza fine, che supera il tempo e la morte.
Per quanto detto e ancor di più per tutte le meraviglie non svelate, è con gioia che annuncio la prossima pubblicazione di Amor sin fin / Amore senza fine presso la casa editrice Edizioni Fili d’Aquilone nel gennaio 2018.
POESIE DI CLARIBEL ALEGRÍA da Amor sin fin (Spagna, Visor, 2016)
EL UMBRAL
Hice anoche
contigo
un viaje largo
no importa si fue en sueños
o me lancé al vacío
se desplazó un barrote
y en un umbral ignoto
me encontré.
Salté del tiempo
que me miró de frente
avanzó
se detuvo
y con una antorcha
entre las cejas
señaló los instantes
que hilvanaron mi vida.
¿Qué buscas?
preguntó.
No sabría decirlo
susurré:
el perdón
la mandala
ese perdón que es mío
y no puedo otorgarme
que camina conmigo
y no viene de fuera
ese perdón arisco
que retumba en mis sienes
que me oprime
y hace brotar las lágrimas
que lavan.
Hubo un silencio incómodo
por fin me escabullí
me tendía la mano el universo
lo acogí
me acogió
fui oruga
crisálida
gacela
y una mujer de ojos
deslumbrados.
No había nadie
nada
un miedo en espiral
erizaba mi cuerpo.
Empecé a caminar
era rugoso el suelo
lastimaba mis pies
pude haber regresado
no quería
un peñasco a lo lejos
me dirigí hacia él
tejidos de moho
lo cubrían
escuché sus sollozos
apagados
sigue
sigue
imploraba
no subas por mi cuerpo
aún no has visto todo
el panorama es terso
y aunque fluyan milagros
como el amor
el mar
las flores
los cristos
y los budas
y tanto
y más,
está saturado de violencia.
Sentí curiosidad
pero temblaba
hay mujeres violadas
prosiguió
corrupción
tiranías
guerras injustas
entre hermanos
emigrantes
que buscan a los suyos
y nunca los encuentran
los torturan
los matan
y suspiros
y llantos
y alaridos.
Incliné la cabeza
y seguí caminando.
En el umbral
no hay caminos
ni senderos
ni señales
la libertad es plena
respiro libertad
no sé qué hacer con ella.
He sido siempre cautelosa
al diablo la cautela
los temores
la culpa
ignoré la locura
la tengo allí´
escondida
amarrada la tengo
viaja conmigo
viaja
no sé plasmarla
en mis palabras.
Para encontrar verdades
para que asome el alma
hay que escribir con locura.
Los recuerdos perdidos
¿dónde están?
LA SOGLIA
Ieri notte ho fatto
con te
un viaggio lungo
non importa se è stato in sogno
o mi sono lanciata nel vuoto
una sbarra si è mossa
e mi sono trovata
su una soglia ignota.
Sono saltata dal tempo
che mi guardava in faccia
si è fatto avanti
si è fermato
e con una torcia
in mezzo alle sopracciglia
ha puntato verso gli istanti
che hanno imbastito la mia vita.
Cosa cerchi?
Domandò
Non lo saprei dire
sussurrai:
il perdono
il mandala
quel perdono che è mio
e che non mi posso concedere
che avanza con me
e non viene da fuori
quel perdono scontroso
che mi risuona nelle tempie
mi opprime
e fa sgorgare le lacrime
che lavano.
Ci fu un silenzio scomodo
alla fine me la squagliai
l’universo mi porgeva la mano
lo accolsi
mi accolse
fui bruco
crisalide
gazzella
e una donna dagli occhi
abbagliati.
Non c’era nessuno
niente
una paura a spirale
mi rizzava il corpo.
Iniziai a camminare
il terreno era rugoso
mi feriva i piedi
sarei potuta tornare
non volevo
un masso in lontananza
mi avviai da quella parte
era ricoperto
da orditure di muffa
ascoltai i suoi singhiozzi
spenti
avanza
avanza
implorava
non salire sul mio corpo
non hai ancora visto tutto
il panorama è terso
e anche se scorrono miracoli
come l’amore
il mare
i fiori
i cristi
e i buddha
e tant’altro
e di più,
è saturo di violenza.
Ero incuriosita
ma tremavo
vi sono donne violentate
continuò
corruzione
tirannie
guerre ingiuste
tra fratelli
emigranti
che cercano i loro familiari
e non li trovano mai
vengono torturati
uccisi
e sospiri
e pianti
e grida.
Inclinai la testa
e ripresi a camminare.
Sulla soglia
non ci sono strade
né sentieri
né segnali
la libertà è piena
respiro libertà
non so cosa farmene.
Sono sempre stata cauta
al diavolo la cautela
i timori
le colpe
ho ignorato la follia
la tengo lì
nascosta
la tengo legata
viaggia con me
viaggia
non so plasmarla
in parole.
Per scovare le verità
per far affiorare l’anima
bisogna scrivere con follia.
I ricordi smarriti
dove sono?
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Traduzione dallo spagnolo di Zingonia Zingone
Claribel Alegría è tra le maggiori esponenti femminili della letteratura ispanoamericana. Nata in Nicaragua nel 1924, da padre nicaraguense e madre salvadoregna, trascorre l’infanzia e l’adolescenza nel Salvador. Nel 1943 si trasferisce negli Stati Uniti per studiare alla George Washington University, dove si laurea in lettere e filosofia. Lì incontra Darwin J. Flakoll, che sposa nel 1947 e con cui avrà quattro figli. Pubblica il suo primo libro di poesie nel 1948 con l’aiuto e l’apprezzamento del Nobel per la letteratura Juan Ramón Jiménez. Dopo aver vissuto in vari paesi europei e latinoamericani, stringendo rapporti con i maggiori esponenti del mondo letterario contemporaneo, nel 1979 la coppia si trasferisce in Nicaragua per scrivere libri di testimonianza sulla realtà politica e sociale centroamericana. Tornata in patria la Alegría si lega al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale. Nel 1978 riceve a Cuba il premio Casa de las Americas, il più prestigioso riconoscimento letterario latinoamericano. In seguitò le verranno conferite diverse onorificenze e vincerà un nutrito numero di premi letterari internazionali, tra i più recenti vi sono: il Neustadt International Prize for Literature (2006), le viene conferito il grado di Commendatore dall’Ordine della Stella Della Solidarietà Italiana (2010), il Premio Camaiore sezione Internazionale (2016) e il Premio “Reina Sofía” de Poesía Iberoamericana (Spagna, 2017).
Vive a Managua e ha al suo attivo una produzione ricchissima che comprende saggi, raccolte poetiche e libri per bambini.
zingonia@gmail.com
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