FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 41
gennaio/marzo 2016

Calma & Fretta

 

LA CROCE, IL FASCIO, LA SVASTICA
Angelo Paoluzi affronta la questione della
resistenza cristiana ai totalitarismi

di Marco Testi



Del resto, dopo la guerra alcuni teologi – in particolare tedeschi – hanno riflettuto sulla reale natura dell’ideologia hitleriana avanzando l’ipotesi della struttura satanica del nazismo, una sorta di prova dell’Anticristo.


Il libro di Angelo Paoluzi, La Croce, il fascio e la svastica va un po’ controcorrente. Attaccando il metodo e gli stessi principi di una storiografia che ha tentato di mettere in evidenza e assolutizzare la complicità degli uomini di chiesa e dell’istituzione stessa nei riguardi del nazismo e fascismo, cerca di fare luce su una fase della recente storia ancora dominata da ombre e da punti di vista contrapposti. L’autore va subito al cuore delle cose senza alcuna concessione alla retorica: presenta delle nude cifre, che però la dicono lunga su quanto questa parte di storia sia stata letta in modi antitetici, tanto da far nascere qualche sospetto sulla effettiva scientificità di alcune storiografie eccessivamente di parte. Come scrive a proposito di una delle forme di resistenza al fascismo, la cattolica “Azione Guelfa”, le testimonianze di cui abbiamo parlato sono state praticamente ignorate da una cultura a lungo dominante, come dimostra la sterminata Storia d’Italia di Einaudi che dedica ‘due righe due’ ad ‘Azione Guelfa’ e non fa cenno degli altri casi.

Questa documentata ricerca, effettuata in archivi non solo italiani (Paoluzi è stato a lungo corrispondente in Francia e Germania per “Il Popolo” e poi direttore di “Avvenire”) mette in chiaro come le dinamiche dei fatti storici possano essere riviste, rilette e manipolate anche con il silenzio. È così che viene messa in discussione la condanna dell’azione – o del silenzio – di Pio XII di fronte alle deportazioni degli Ebrei e al nazismo. Paoluzi riporta le testimonianze che documentano non solo interventi espliciti per la protezione e il ricovero dei perseguitati in una Roma occupata dal nazi-fascisti, ma quelli che Goebbels chiamò “attacchi pesantissimi dissimulati contro di noi”, come il radiomessaggio pontificio del Natale del 1942 nel quale si deplorava la persecuzione, messa in atto “solo per ragioni di nazionalità o di stirpe”, contro persone indifese destinate, recitava testualmente il messaggio, alla morte. La Gestapo, in un suo rapporto interno si lasciò andare ad un singolare sfogo: “questo papa rifiuta il nuovo ordine nazionalsocialista”.

Lo studioso si tiene strettamente alle cose e presenta i nudi fatti di cristiani perseguitati dal fascismo, di sedi di associazioni chiuse o assaltate, di fedeli e di preti torturati e uccisi durante la guerra di liberazione e la resistenza.
Anche quando si dedica alla resistenza dei cattolici e protestanti contro il Reich, l’autore riporta cifre, rappresentate dal numero raccapricciante di uomini e donne sgozzati, deportati, torturati per aver tenuto fede al vangelo contro non solo e non tanto una dittatura, sebbene un progetto di sostituzione tout-court della fede cristiana con una mescolanza di paganesimo e di idolatria laica del Führer.

La resistenza al nazismo è documentata con cifre precise: “Dodicimila preti cattolici hanno avuto a che fare con le varie polizie, segrete o ufficiali, e sono state loro comminate 38mila condanne penali.” Nelle diocesi di Spira, Passau e Treviri ci sono state inoltre 246 uccisioni di oppositori e 673 carcerazioni. Insomma, dice Paoluzi, le cose in Italia e in Germania sono andate un po’ diversamente da come alcuni hanno tentato di insinuare, e l’apporto attivo dei cristiani (alla Rosa Bianca aderirono tre cattolici, tre protestanti e un ortodosso) è stato fondamentale per tenere accesa la luce della speranza in anni bui per chi veniva perseguitato in base alle idee, alla fede, all’appartenenza etnica.

Nei Paesi dell’Europa occupata (e consideriamo tale anche la Germania) i nazisti non fecero a tempo, tra il 1939 e il 1945, ad attuare la ‘soluzione finale’ anche per la Chiesa cattolica e per i cristiani in generale, sulla falsariga di quella prospettata per gli ebrei. Ma ce l’avevano nel cassetto e si ripromettevano (…) di farla finita una volta per tutte con i seguaci dell’ebreo Gesù Cristo.


Angelo Paoluzi, La Croce, il fascio e la svastica, Edizioni Estemporanee, 2014, 160 pagine, 15 euro.




Angelo Paoluzi
è nato a Roma nel 1928. Giornalista, è stato corrispondente e inviato all’estero, collaboratore di importanti testate cattoliche e di Radio Vaticana. I suoi settori d’interesse sono il mondo dei media (sul quale ha scritto tre libri), la politica tedesca e francese, e la Resistenza, cui ha dedicato, soprattutto negli ultimi anni, numerosi articoli.


 

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