FILI D'AQUILONE |
Numero 36 Mare |
MARE DENTRO Mare dentro pone sul tavolo un tema scomodo, quella della eutanasia e si basa sulla vita reale di Ramón Sampedro, un pescatore gallego che dopo un incidente avvenuto in mare resta paralizzato ed è costretto a trascorre i suoi giorni chiuso in una stanza, abbandonato in un letto. Dopo venticinque anni di questa vita triste, statica e lontanissima da ogni sua aspettativa Ramón prende la decisione di farla finita, però qualcuno deve aiutarlo a morire.
Con la lucidità della sua mente iperattiva decide di mettere fine alle sofferenze, di darsi la morte ma in Spagna l’eutanasia è vietata perciò il protagonista del film si vede costretto a una battaglia legale contro lo Stato, contro una legislazione che gli nega il diritto di decidere della propria vita. La sua storia diventa un caso mediatico ma l’ordinamento giuridico non può dargli ragione. Ramón ha il sostegno della famiglia e sopratutto di un’amica avvocato, Julia, afflitta anche lei da una malattia neurodegenerativa (interpretata da Belén Rueda) ma Julia si tira indietro nel momento della verità.
Sarà un’altra amica del marinaio, Rosa (personaggio reso geniale da Lola Dueñas) che aveva sempre criticato l’eutanasia, ad aiutarlo e lo farà per amore, per rispetto della loro amicizia: sarà lei ad avvicinare alle labbra di Ramon il bicchiere con la dose letale di cianuro di potassio. C’è poco da aggiungere a questa storia dura narrata con vigore e, insieme, con delicatezza. Ricordo soltanto che Mare dentro ha vinto anche l’Oscar come miglior film straniero nel 2005, il Golden Globe, e la maggior parte dei premi Goya (i Davide spagnoli).
Ramón Sampedro, nella realtà, si tolse la vita nel 1998 con l’aiuto di Ramona, l’amica che nel film ha il nome di Rosa.
Mare dentro, di Alejandro Amenábar
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