FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 36
ottobre/dicembre 2014

Mare

 

GIOVANNY GÓMEZ, "INVOCAZIONE AL MARE"

di Alessio Brandolini



ho bisogno di una nave per il corpo
ho bisogno dell’amore del mare

Giovanny Gómez


Il corpo è una nave dalle “vele insaziabili” che solca le onde. Il poeta invoca il mare e lo esplora per aprire – e aprirsi – a nuovi passaggi, per disperdere il fumo (la nebbia) che non fa percepire la casa o la rende invivibile perché offusca la vista, i sensi. Il punto di arrivo coincide con il transito, il movimento e il ritorno. Le distanze si avviluppano in luoghi ancestrali e qui scavano pozzi di luce con il rischio di sprofondarvi dentro. Così come il linguaggio – che è libertà assoluta – può avere il risvolto imprevisto di ferire e bloccare: “tutta la mia ispirazione assomiglia / al rumore di mani legate”. Per questo il viaggio deve’essere incessante, si attraversa l’oceano per conoscerlo, per sondarne il mistero nelle sue profondità. Per amarlo e temerlo.

Il mare è la madre di tutte le cose ed è il nostro futuro. Il passo del colombiano Giovanny Gómez (1979) è prudente, sfiora e annusa il mito ma non lo abbraccia. Il suo tono è dolce, a volte classico e avanza inarrestabile tra le onde, gli ostacoli, la “musica astiosa” del presente e nel frattempo costruisce piccole navi: i suoi testi che fluttuano carichi di parole, di versi suadenti lasciandosi alle spalle “l’ombra delle navi che si sfasciano”. Procede veloce ma senza fretta, scolpendo l’aria e ritoccandone il suono, il colore, l’inevitabile polisemia che lascia le porte aperte “alla notte del corpo”.

Ci sono legami sottili in questo libro-casa che ne tessono – verso dopo verso – le umili stanze, le finestre, l’arredo. Ogni angolo emana il suo particolare calore che svanisce con il tempo ma resta il segno, la sincerità della ricerca, le variazioni dei colori e del silenzio. La realtà non è mai quella definitiva e i sogni ci tallonano per infonderci il coraggio a salpare di nuovo, ad abbandonarci con fiducia al mare: “La saggezza è un nave / che mai approda da qualche parte”.
Nella Casa di fumo (2012) di Giovanny Gómez i fantasmi sono concrete proiezioni dello spirito e l’oceano è la sponda eterna, sempre presente con la sua bocca enorme che nutre e divora.
La musica di questo libro è un canto aperto e salmastro che si riverbera sulle pareti dell’indecifrabile, tra “cieli che si chiudono”.



Giovanny Gómez davanti al mare di Cartagena de Indias


La recente poesia colombiana sta ritrovando, con abilità e intelligenza, le voci del passato più significative e feconde del suo paese (José Asunción Silva, Aurelio Arturo, Gonzalo Arango, Giovanni Quessep, Mario Rivero, María Mercedes Carranza, Charry Lara, Álvaro Mutis... per citarne solo alcune) mescolando la poesia raffinata – costruita sulla metafora e il mito – a quella più diretta e vitalistica, popolare e vicino ai toni del parlato. Sono tanti i giovani poeti colombiani da approfondire e proporre ai nostri lettori: sarà un viaggio lungo ma le sorprese sono garantite. Intanto issiamo l’ancora e raggiungiamo il mare con la poesia di Giovanny Gómez, i suoi versi esatti e persuasivi, la sua voce sapiente e riflessiva. Avanziamo in luoghi invisibili, verso l’azzurro insondabile e “senza interrogare i venti del ritorno”.
A volte i sogni mordono per non farci dimenticare nulla della nostra esistenza, anche la più segreta o magari semplicemente di quella ordinaria che riempie i nostri giorni: “una vita che sbilancia”.




POESIE DI GIOVANNY GÓMEZ


VERBA VOLANT

Estas puertas abiertas
a la noche del cuerpo
se cierran sin sonido de goznes
Tras ellas el tiempo
fluye en pedazos
y arrecia impenetrable
su rencorosa música

Cuando te abandone su rumor
y la sequía de las palabras
sea el espejismo en tu cara
Comprende que no se escapa
porque hace falta el aire
Entre mares y desiertos
lugares invisibles
esperaban los ojos


VERBA VOLANT

Queste porte aperte
alla notte del corpo
si chiudono senza cigolio di cardini
Alle loro spalle il tempo
fluisce a pezzi
e aumenta impenetrabile
la sua musica piena di astio.

Quando ti lascia il suo rumore
e la siccità delle parole
è il miraggio sul tuo viso
Comprendi che non si sfugge
perché manca l’aria
Tra mari e deserti
luoghi invisibili
aspettavano gli occhi


INVOCACIÓN AL MAR

El sol que quema
es un presentimiento
de la vida que desequilibra
y no pueden las estrellas
ni el salitre en estos vientos traer
el canto de los marineros
las horas de la primera noche
el silencio de altamar

Lugares donde soy nadie
donde mi alma es la única huida
entre las vertientes que sigue
sin saber de esperanza o de vergüenza
He aprendido el azul insondable
donde la memoria de los libros no sabe
y algo en mí pregunta por las playas nórdicas
las costas de China el encanto de Estambul
por los caminos que siguen los salmones
y los brujos en Costa de Marfil

Sé que despierto
cuando la sangre devuelve un hálito de viento
al despliegue de las velas en el amanecer
ya he soñado emborracharme
hasta sentir el resplandor de las montañas de sal
pero los sueños son palabras que se desvanecen en la boca
y libros que rodean un cielo figurado
y una maleta vacía y dos pies descalzos
buscando correr


INVOCAZIONE AL MARE

Il sole che brucia
è un presentimento
della vita che sbilancia
e non possono le stelle
né il vento salmastro portare
il canto dei marinai
le ore della prima notte
il silenzio in alto mare

Luoghi dove non sono nessuno
dove l’anima è l’unica fuga
tra i pendii che segue
senza sapere di speranza o vergogna
Ho appreso l’azzurro insondabile
sconosciuto alla memoria dei libri
e qualcosa in me chiede di spiagge nordiche
e coste cinesi, la magia d’Istanbul,
di vie percorse dai salmoni
o nella Costa d’Avorio dagli stregoni.

So che mi sveglio
quando il sangue restituisce un alito di vento
allo spiegamento delle veli all’alba
già ho sognato di ubriacarmi
fino a sentire lo splendore delle montagne di sale
ma i sogni sono parole che sfumano nella bocca
e libri circondano un cielo immaginato
una valigia vuota e due piedi scalzi
che vogliono correre


UNA PALABRA COMO CASA

Señor dame una palabra
que tenga la forma de un barco
un barco de velas inextinguibles
donde pueda ir a conocer el mar
Dame esta palabra por casa
por vestido por amante
deja que ella sea mi soledad
mi alimento y no pueda sobrevivirla

Aquí estoy tan vacío de formas
y silencio...

Toda mi inspiración semeja
el ruido de unas manos atadas
necesito un barco por cuerpo
necesito el amor por mar

Escúchame por estas alucinaciones
y la vastedad de las cosas que vuelven
a su lugar


UNA PAROLA COME CASA

Signore dammi una parola
che abbia la forma di una nave
una nave dalle vele insaziabili
con la quale possa conoscere il mare
Dammi questa parola per casa
per vestito per amante
lascia che lei sia la mia solitudine
il mio cibo e non possa sopravviverle.

Qui resto così vuoto di forme
e di silenzio...

Tutta la mia ispirazione assomiglia
al rumore di mani legate
ho bisogno di una nave per il corpo
ho bisogno dell’amore del mare

Ascoltami in queste allucinazioni
e per la vastità delle cose che tornano
al loro posto


PALABRAS COMO CUERPO

Donde el cielo desvanece sus paredes de niebla
la noche respira en las orillas del mar

Donde no hay palabras
llega la vida sin resistencia
y todos los días ruidos de cajones carcomidos
con el viento tropiezan
hasta que nadie cree
en el silencio que recuerdas

Palabras que brillan en el aire
mordeduras en la piel
no entienden su voz diezmada
Ignoran qué vuelve con el flujo de las olas
esa sombra
como barcos que se rompen


PAROLE COME CORPO

Dove il cielo dissolve le pareti di nebbia
la notte respira sulle sponde del mare.

Dove non ci sono parole
arriva la vita senza resistenza
e ogni giorno i rumori di cassetti tarlati
inciampano nel vento
fino a quando nessuno crede
al silenzio che ricordi

Parole brillano nell’aria
morsi nella pelle
non intendono la loro voce decimata
Ignorano cosa torna col flusso delle onde
quell’ombra
come navi che si sfasciano


MAS DEVOLVER LA LUZ ES ENTREGAR
DE SOMBRA UNA TRISTE MITAD

Si el sueño está ligado al peso de la sangre
cada sueño se embriaga del lado donde reposa
del origen donde fluye más lento el aire
Si me duermo de un lado
orillas del mar vienen hasta los ojos
y se calla el viento húmedo
y están livianas las piedras
que vuelven insignificantes
tus pertenencias en el mundo
La visión puede ser el mareo
una corriente en la que llevando tu vida
se deshacen estas ansias jóvenes
de dormir en cualquier lado
porque la sensatez es un barco
que no atraca en ninguna parte


MA RESTITUIRE LA LUCE È CONSEGNARE
UNA TRISTE METÀ D’OMBRA

Se il sogno è legato al peso del sangue
ciascun sogno si ubriaca dalla parte dove riposa
dall’origine dove più lenta l’aria fluisce
Se mi addormento da un lato
rive del mare raggiungono gli occhi
e il vento umido tace
e si fanno leggere le pietre
che rendono insignificante
quel che possiedi al mondo
La visione può essere la nausea
una corrente in cui trainando la tua vita
si disfano questi giovani affanni
di dormire in qualsiasi luogo
perché la saggezza è una nave
che mai approda da qualche parte


BOCANADA

Solía tener sueños
donde las palabras que decía
no tenían idioma alguno
sonido alguno

Memoria inútil
nunca te he hablado de las madrigueras
que se pudren
a la sombra de los pájaros

De un mar a las cinco de la tarde
cuya penumbra no conoces
de un sabor en la boca
que se vuelve pregunta
y escribe en esta hora


BOCCATA

Faceva sogni
dove le parole che dicevo
non avevano alcun linguaggio
né suono alcuno

Inutile memoria
mai ti ha parlato delle tane
che marciscono
all’ombra degli uccelli

Di un mare a le cinque del pomeriggio
la cui penombra non conosci
di un sapore nella bocca
che si trasforma in domanda
e scrive a quest’ora


MAR DE LA OSCURIDAD

Puedes decir sin explicar cualquier cosa
sin embargo lo necesario
se vuelve un instante
Nada camina ajeno
como si yo fuera los dedos
de ese dios que enhebra ojos en su collar
como si yo fuera la furia esparciendo su humedad
sobre paredes de cal

Nada responde
en estas ruinas donde el viento
es rumor de un corazón apagado
donde la desnudez tropieza
sin cuerpo que reconozca un nombre
sin saber qué alimenta esas pieles que ya soñaba yo
como si fueran las vestiduras
de los días que no habitarás nunca


MARE DELL’OSCURITÀ

Puoi dire senza spiegare qualsiasi cosa
tuttavia ciò che è necessario
si trasforma in un istante
Nulla avanza in modo estraneo
come se io fossi le dita
di quel dio che infila gli occhi nella sua collana
come se io fossi la furia che sparge la sua umidità
su pareti di calce

Nulla risponde
in queste rovine dove il vento
è rumore di un cuore spento
dove la nudità inciampa
senza corpo che riconosca un nome
senza sapere cosa alimenta quelle pelli che sognavo
come se fossero i paramenti
dei giorni che mai abiterai


CASA DE HUMO

En algún lugar del mundo encontrarás
que una lágrima recogida en el lecho
unas tijeras abiertas debajo de la almohada
verán esas calles que nos llevan más adentro
cuando los recuerdos a fuerza de no vencer en ti
devuelven regalos de su propia miseria


CASA DI FUMO

Da qualche parte del mondo incontrerai
una lacrima raccolta nel letto
un paio di forbici aperte sotto il cuscino
vedranno le strade che ci portano più dentro
quando i ricordi a forza di non vincere in te
restituiscono i regali della propria miseria


DIBUJANDO MONSTRUOS

En este cielo
sueño que ya no tengo visión
para mirar más sombras
y me tiro a las calles buscando que no sea miedo
el rincón que me protege en este cuarto
que no sea melancolía el aguacero que azota el techo
que no sea sólo ruido este mar cercano a la puerta

Península de Nicoya, agosto de 2004


DISEGNANDO MOSTRI

In questo cielo
sogno di non avere una visione
per guardare più ombre
e mi butto per le strade desiderando che non sia paura
l’angolo che mi protegge in questa stanza
che non sia malinconia l’acquazzone che frusta il soffitto
che non sia soltanto rumore questo mare accanto alla porta

Penisola di Nicoya *, agosto 2004

* Penisola del Costa Rica, nel versante dell’Oceano Pacifico.


INTUICIÓN

Si los vientos calientes
menguan la luz que desborda el mar
si la ausencia mueve las cosas sin poder ocupar su vacío
es tu mirada la que pasa
buscando habitación por mi vida
Sólo en este hospital la poesía
–como si nunca hubiera regresado–
vuelve muriendo a los sueños
y no te dice porque leas sus enigmas
y no duele porque alguien olvida


INTUIZIONE

Se i venti caldi
diminuiscono la luce che si riversa dal mare
se l’assenza muove le cose senza poterne occupare il vuoto
è il tuo sguardo ciò che passa
cercando la stanza della mia vita
Solo in questo ospedale la poesia
– come se non fosse mai ricomparsa –
torna morendo ai sogni
e nulla ti dice affinché legga i suoi enigmi
né soffre affinché qualcuno dimentica


EL SOL DE LA NOCHE

Sentir que el corazón intenta hablar a las cosas
escuchar de tantos sueños que son viejos silencios
porque nada puede irse sin buscar alguna orilla
El destino que vuelve inútiles las maldiciones
Nos alcanza


IL SOLE DELLA NOTTE

Sentire che il cuore prova a parlare alle cose
ascoltare i tanti sogni che sono vecchi silenzi
perché nulla può andarsene senza cercare una sponda
Il destino che rende inutili le maledizioni
Ci raggiunge


LOS VIENTOS DEL REGRESO

Olvidado del sur
del norte y las estrellas
tu recuerdo viaja
sin preguntar los vientos del regreso
Al responder un nombre
me muerdo la boca a escondidas
ignorante de que eran labios
también los crepúsculos
No puede la noche
–sin mirarse en la luna–
aliviar estos mares
como si fueran penas


I VENTI DEL RITORNO

Incurante del sud
del nord e delle stelle
il tuo ricordo viaggia
senza interrogare i venti del ritorno
Rispondendo a un nome
di nascosto mi mordo la bocca
non sapendo che erano labbra
anche i crepuscoli
Non può la notte
– senza guardarsi nella luna –
alleggerire questi mari
come se fossero pene


SOLICITUD

Y cada ola levanta su rostro
buscando el Sol
una estrella cesante
se repite en la deformidad de las aguas
En su simpleza hay un deseo
por la multitud de luces que se reflejan en las cosas
Quién puede cumplir una promesa?
de los recuerdos apenas decimos su pasado


RICHIESTA

E ogni onda innalza il suo volto
in cerca del Sole
d’una stella che muore
si ripete nella deformità delle acque
Nella sua stupidità c’è un desiderio
per la moltitudine di luci che si riflettono sulle cose
Chi può mantenere una promessa?
dei ricordi solo diciamo del loro passato


Le poesie selezionate sono tratte dal libro Casa de humo – Scripta manent (Messico, 2012, Ediciones Sin Nombres), tranne le ultime tre che sono inedite.

Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Giovanny Gómez
è nato a Bogotá, in Colombia, nel 1979 e vive a Pereira. Fondatore e direttore della rivista di poesia Luna de locos e del Festival Internacional de Poesía de Pereira.
Il suo primo libro di poesia, Casa de humo (Casa di fumo, Messico, 2012, introduzione di William Ospina) ha ricevuto, come raccolta inedita, il Premio Nacional de Poesía «María Mercedes Carranza» (2006) e il Premio Letras del Mundo assegnato dalla casa editrice messicana Ediciones Sin Nombres.
Il suo secondo libro, Lo invisible (L’invisibile, 2014), ha vinto il concorso per la poesia indetto dalla Collección Escritores Pereiranos 2014.


alexbrando@libero.it