FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 27
luglio/settembre 2012

Attese & Risvegli

 

RODOLFO DADA, BANCO DI PESCI

di Alessio Brandolini



La vasta antologia uscita in Costa Rica, Cardumen (2004, Banco di pesci), include raccolte pubblicate in passato, a partire dal 1975, e nuovi testi di Rodolfo Dada, poeta costaricano nato nel 1952 a San José.
Del libro circola ora una seconda versione in corso di pubblicazione, con la prima parte intitolata “Cardumen 2004-2010” ed è da qui che ho tratto la silloge che propongo ai lettori di Fili d’aquilone. Poesie brevi e intense dove la riflessione profonda sull’uomo e l’ambiente si fonde al suono, all’ondosità dell’oceano, allo scenario marino. Pesci, uccelli, vento, alberi, spiagge e colori sono parte d’un paesaggio reale vissuto quotidianamente e che, nel corso degli anni, si è scolpito all’interno divenendo parte imprescindibile del poeta che osserva la natura, si denuda e prende atto della propria “antica condizione di pesce”. Scrive Jorge Boccanera nell’introduzione all’antologia: «Nella poesia di Rodolfo Dada si realizzano i paradossi di chi si sorprende scoprendo ciò che intuisce e quelli di colui che, sebbene al corrente di quello che si disvela, ha preservato il candore dello stupore».

Le immagini si srotolano e si saldano di verso in verso realizzando un largo poema equoreo, gettando una rete che accoglie tutto ciò che palpita nel creato, scrutando negli abissi, nella memoria, nell’origine di quel caos primigenio che generò la vita.
La poesia di Dada è radicata in quella del Centro America, a partire dal suo connazionale Jorge Debravo (presentato nel numero 21 di questa rivista) per la forte partecipazione umana, la carica sociale, il senso di fraternità e, come suggerisce Boccanera, in quella del nicaraguense Pablo Antonio Cuadra per la sonorità discreta e gli spazi attraversati. Ma il colloquialismo, a tratti narrativo, lo avvicina anche alla poesia nordamericana di fine ottocento, a Whitman per esempio.

Al di là delle influenze rintracciabili nella poesia di Rodolfo Dada (Vallejo, Neruda, Dalton) conta il risultato, l’originale ordito impregnato di sale che tratteggia, con suadente partecipazione, un paesaggio caraibico dove l’acqua dolce si fonde a quella salata, il verde della selva allo spazio infinito e all’azzurro dell’oceano: l’uomo ridiventa pesce e l’oceano è un animale libero e imprevedibile che va rispettato, accarezzato e temuto.
Sono luoghi abbastanza simili a quelli frequentati da Jorge Boccanera nella raccolta Palma Reale (Edizioni Fili d’Aquilone, 2011) e non a caso i due poeti sono amici da decenni, ma il mondo poetico di Dada è più vicino all’acqua, al mondo marino, a un’esplorazione amniotica dei sensi, del desiderio e dell’infanzia.

In Banco di pesci, senza esotismi e con immagini folgoranti e spesso irrequiete, si dipana la vita stessa nei versi di chi la conosce di prima mano e la consegna al lettore con l’umiltà del pescatore esperto, recandogli notizie della vastità e della vitalità del mare; del “bosco di pesci”; della pioggia, della luce mutevole e dei vulcani: i piccoli soli della Terra, così numerosi in Costa Rica; dei coralli, delle conchiglie e degli uccelli, come il brillante e agile colibrì; degli “occhi alloggiati / in piume e spugne”; di ricordi e nostalgie; di quel vento misterioso intriso di voci, suoni e fruscii di foglie e d’animali che “attraversa la finestra / come un uragano di agitati delfini”.




POESIE DI RODOLFO DADA
da Cardumen (Banco di pesci)



1

La mano de dios es un meteoro
vuela entre fuego una bacteria

Puedo ver los ojos que avecina
plumas, esponjas, dinosaurios
las formas de una hoja

Soplo de luz rasgando un mar callado


1

La mano di dio è una meteora
vola nel fuoco un batterio

Posso vedere gli occhi alloggiati
in piume, spugne, dinosauri
nelle forme di una foglia

Soffio di luce che lacera un mare silenzioso


2

El amor vendrá

Todas sus formas y colores
su arrepentimiento

Mujer que no existe todavía

Apenas una ventana para imaginar
tu pelo suelto en este mar

Mi ventana es una cárcel

Tu figura flota entre peces y mantarrayas
lejos de este cristal o tan cerca, tal vez


2

Verrà l’amore

Tutte le sue forme e colori
il suo pentimento

Donna che ancora non esiste

Appena una finestra per immaginare
i tuoi capelli sciolti in questo mare

La mia finestra è una prigione

La tua figura galleggia tra pesci e manta giganti
lontano da questo vetro o così vicino, a volte


3

El mar no puede ser nostalgia para nadie

Ningún pez tiene alas, agallas, ojos todavía
recién se dibujan las aletas
en una costa más allá del hoy
en la que habita esta ventana

Árbol es una palabra encendida entre volcanes
hoja, rama, nido, ciervo

La palabra nostalgia no existe
no hay boca para ella


3

Il mare non può essere nostalgia di qualcuno

Nessun pesce ha ali, branchie, ancora occhi
adesso si disegnano le pinne
in un lido al di là dell’oggi
dove si situa questa finestra

Albero è una parola accesa tra vulcani
foglia, ramo, nido, cervo

La parola nostalgia non esiste
non c’è bocca per lei


4

El mar
dios dormido
lástima viva
se duerme como un niño

Un pez asoma de sus ojos
una ballena, un algo
calamares y esponjas

De nada valió la explosión inicial
el amasijo de estrellas

Sólo la borrachera azul
de un dios caído en la desgracia
en sus manos anémonas y madreperlas

Su fatiga encrespa unas olas pequeñísimas

Sueña en un bosque de peces
células, bacterias

y lo aflige una pesadilla de techos herrumbrados


4

Il mare
dio addormentato
pena viva
si assopisce come un bambino

Un pesce sbuca dai suoi occhi
una balena, un qualcosa
calamari e spugne

A nulla valse l’esplosione iniziale
l’ammasso stellare

Solo la sbornia azzurra
d’un dio caduto in disgrazia
nelle sue mani anemoni e madreperle

La sua fatica increspa alcune piccolissime onde

Sogna in un bosco di pesci
cellule, batteri

e l’affligge un incubo di soffitti corrosi


5

El mar
conciencia pura
es una pereza azul

Sin rivales para sus juegos
el tiempo de los peces es futuro

Arrulla como un niño su tristeza

pelota blanca coronando un campo desolado


5

Il mare
coscienza pura
è una pigrizia azzurra

Senza rivali per i suoi giochi
il tempo dei pesci è futuro

Culla come un bambino la sua tristezza

palla bianca incorona un campo desolato


AZAR

El futuro, una bola de cristal
caracol arrojado al cara o cruz

El agua cruza mi ventana
como un mar de colibríes

Afuera los volcanes son soles diminutos
la tierra tiene los bordes encendidos
una imposible estepa

El viento cruza mi ventana
como un huracán de agitados delfines


AZZARDO

Il futuro, una palla di vetro
lumaca intrepida a testa o croce

L’acqua attraversa la mia finestra
come un mare di colibrì

Fuori i vulcani sono piccoli soli
la terra ha i bordi accesi
un’impossibile steppa

Il vento attraversa la finestra
come un uragano di agitati delfini


PALABRA

La palabra toca el cristal
es un ojo sin nombre todavía

Nada incipiente entre pólipos
desliza sus tentáculos
se amarra a la roca con un brazo

Navega esta página azul
como un barco doblado en un naufragio

Confundida en el plancton
se transforma en nostalgia
es agalla
es tenaza

Tierna como puñal desolla los bisontes
desalambra los hijos
pinta en la gruta un ciervo


PAROLA

La parola tocca il cristallo
è ancora un occhio senza nome

Niente incipiente tra polipi
lascia cadere i suoi tentacoli
si lega alla roccia con un braccio

Naviga questa pagina azzurra
come una barca arcuata da un naufragio

Confusa nel plancton
si trasforma in nostalgia
è branchia
è tenaglia

Tenera come un pugnale scuoia i bisonti
taglia i fili spinati intorno ai figli
dipinge un cervo nella grotta


8

Mi infancia
costa poblada de pájaros y peces
pequeños ermitaños caminando en las bolsas
pasos tras un cardumen de jureles
mariposas azules
medusas encalladas en la playa como barcos en ruina

Mi infancia
mar vaciado con un vaso
tronco amarrado a voces de un naufragio


8

La mia infanzia
costa popolata di uccelli e pesci
piccoli eremiti che camminano nelle sporte
passi dietro un banco di sugarelli
farfalle azzurre
meduse incagliate nella spiaggia come barche in rovina

La mia infanzia
mare svuotato con un bicchiere
tronco ancorato alle voci d’un naufragio


9

El mar se traga la noche
sólo la espuma lo separa del cielo


9

Il mare si divora la notte
solo la schiuma lo separa dal cielo


10

En la corriente
una mancha de calamares
siente la suavidad del flujo

Los corales construyen fantásticas cacheras
volcanes de todos los colores
la redondez del púrpura
la blancura del occipital
el verdor de una sabana petrificada y diminuta

Larga y lucia como una raíz
la morena abre su hocico de perro
muestra su ferocidad

Los peces me desprenden los parásitos
como a la estructura de un barco hundido

Creo que pude haber sido el mar
o un pedazo del mar
y no andar aquí con tanta cobardía


10

Nella corrente
una macchia di calamari
sente la soavità del flusso

I coralli costruiscono fantastici tessuti
vulcani di tutti i colori
la rotondità del porpora
il biancore dell’occipite
il verde vivo d’una savana pietrificata e minuta

Lunga e tersa come una radice
la murena apre il suo muso di cane
mostra la sua ferocia

I pesci mi staccano i parassiti
come alla struttura d’una barca infossata

Credo che avrei potuto essere mare
o un pezzo di mare
e non camminare qui con tanta viltà


11

El colibrí
es un pez que escapó de las aguas

Brillante y ágil
libó la miel de las anémonas
detenido en la densidad de su elemento

Viene y va entre los pétalos magníficos
de las veraneras y las acacias
moviendo la libertad que el aire le confiere

Nunca abandonó el tornasol de sus aletas
nunca olvidó la intensidad de los corales


11

Il colibrí
è un pesce che scappò dalle acque

Brillante ed agile
libò il miele degli anemoni
immobile nella densità del suo elemento

Va e viene tra i petali magnifici
delle bouganville e delle acacie
muovendo la libertà che l’aria gli conferisce

Mai abbandonò la mutevolezza delle sue pinne
né dimenticò l’intensità dei coralli


12

¿Quién podría recordar la lluvia?

En medio de un cielo gris
sólo se escucha algún retumbo débil
¡tanto azul, tanta inmensidad!

La lluvia es ahora miserable

No tengo ventanas y todo es una ventana
las gotas caen desde el techo de palma
y en las hojas arden sus bordes de fuego

La lluvia es la limosna de un avaro


12

Chi potrebbe ricordare la pioggia?

In mezzo a un cielo grigio
solo s’ascolta qualche debole rimbombo:
tanto azzurro, tanta immensità!

La pioggia ora è miserabile

Non ho finestre e tutto è una finestra
le gocce cadono dal tetto di palma
e ardono i bordi di fuoco delle foglie

La pioggia è l’elemosina d’un avaro


13

Esta mujer resiste las atmósferas
de un mundo regido por la oscuridad

Su piel tan blanca, casi transparente
deja ver la sangre fluir por las arterias

Pero su mente y su lengua son indescifrables

He llegado a amarla en un punto intermedio
entre la luz y la sombra

Espero de ella una caricia
aunque temo el aguijón definitivo


13

Questa donna resiste ai climi
d’un mondo sostenuto dall’oscurità

La sua pelle così bianca, quasi trasparente
lascia vedere il sangue che fluisce nelle arterie

Ma la sua mente e la sua lingua sono indecifrabili

Sono arrivato ad amarla in un punto intermedio
tra la luce e l’ombra

Aspetto da lei una carezza
benché tema la trafittura definitiva


14

Un pez asoma a mi ventana, día a día

Picotea y desprende los parásitos del marco
corta hojas
pequeñas ramas

algo quiere decirme


14

Un pesce spunta alla mia finestra, giorno per giorno

Becca e stacca i parassiti dalla cornice
taglia foglie
piccoli rami

qualcosa vorrà dirmi


15

Pez de arrecife tan lejos de mí como esta lluvia
asomas apenas los ojos y la trompa

Un pulpo se dobla sobre las almejas
un erizo mueve su centenar de púas
en la profundidad de un mar azul

Aquí hay un cielo gris casi de octubre

Me oculto entre techos herrumbrados
la mesa de algún bar
en un juego de dados
en esa muchacha bellísima que pasa


15

Pesce di scoglio così lontano da me come questa pioggia
sporgi appena gli occhi e la proboscide

Un polipo si piega sulle vongole
un riccio muove il suo centinaio di punte
nella profondità d’un mare azzurro

Qui c’è un cielo grigio quasi di ottobre

Mi nascondo fra tetti arrugginiti
il tavolo d’un bar
in un gioco di dadi
in quella ragazza bellissima che passa


16

Aquí no cantan los pájaros
aquí no debería de haber pájaros
todavía no es tiempo de los pájaros

Sin embargo
un pájaro pide agua entre las piedras del fondo
puedo reconocer su dulce canto


16

Qui non cantano gli uccelli
qui non dovrebbero esserci degli uccelli
ancora non è tempo di uccelli

Tuttavia
un uccello chiede acqua tra le pietre del fondo
posso riconoscere il suo dolce canto


17

Sólo la lluvia recuerda al mar en esta ciudad

Infancia anclada entre fósiles, piedras
peces en las vitrinas

Presiento un mar ahogado
en la intimidad de las almejas

Saco mis manos
busco la sal y no la encuentro

Los pequeños caracoles se han ido
el pulpo, los peces de arrecife
pasos de niño detrás de los jureles

Me adhiero a la roca como un alga
abro las branquias y me ahogo

Intento asir el esqueleto del mar


17


In questa città solo la pioggia ricorda il mare

Infanzia ancorata tra fossili, pietre
pesci in vetrina

Intuisco un mare soffocato
nell’intimità delle conchiglie

Tiro fuori le mie mani
cerco il sale e non lo trovo

Le piccole chiocciole sono andate via
il polipo, i pesci di scoglio
passi di bambino dietro i sugarelli

Aderisco alla roccia come un’alga
apro le branchie ed annego

Provo ad afferrare lo scheletro del mare


18

Digo patria
y hay un pez azul
que nada en un mar ilimitado
recuerdo el vértigo cuando el arrecife termina
y el mar vuela infinito
recuerdo también el pez azul de mi infancia
en estos ríos que cubren la tierra

la patria es la memoria del agua
el vuelo de un albatros
sobre esa memoria
crecida por los años
aquí un ejército de peces
protege el infinito
la aleta que lo guía como la mano de dios

aquí la línea azul que separa
las manos se prolonga
y como un niño pinto pajaritos en ese horizonte


18

Dico patria
e c’è un pesce azzurro
che nuota in un mare illimitato
ricordo la vertigine quando termina lo scoglio
e il mare vola infinito
ricordo anche il pesce azzurro della mia infanzia
in questi fiumi che coprono la terra

la patria è la memoria dell’acqua
il volo d’un albatro
su quella memoria
cresciuta negli anni
qui un esercito di pesci
protegge l’infinito
la pinna lo guida come la mano di dio

qui la linea azzurra che separa
le mani si prolunga
e come un bambino dipingo uccellini in quell’orizzonte


19

Esta noche alisto la maleta
un paraguas sería desastroso

Afuera los volcanes son soles diminutos

Me siento a tomar café con los amigos
en otra mesa, una mujer con una bola de cristal

Dejo un infierno y sus fuegos nupciales
un arrecife en desorden con escamas de plata

Pero ese viejo de Darwin nos quitó las sorpresas

Salgo del agua, emerjo a tierra vaporosa
abro la maleta
y me pongo este disfraz de dinosaurio


19

Questa notte preparo la valigia
un ombrello sarebbe disastroso

Fuori i vulcani sono piccoli soli

Mi siedo a bere caffè con gli amici
in un altro tavolo, una donna con una palla di vetro

Lascio un inferno e i suoi fuochi nuziali
uno scoglio in disordine con squame di argento

Ma quel vecchio Darwin ci tolse le sorprese

Esco dall’acqua, emergo in un terra vaporosa
apro la valigia
e indosso questo travestimento da dinosauro


20

Hay un río que tiene los olores del mundo
pongo mi mano sobre él
y siento un olor a helechos
que me recuerda el único bar
donde Noé afina su alambique
donde una muchacha apura su cerveza
y un poeta bebe su ron
en medio de un mar vacío

Este río recuerda batallas inconclusas
unicornios pastando en medio de un potrero en los ochentas
- recordás ese día

la muchacha que apura su cerveza en un olor caído
y un poeta borracho lleno de peces rojos


20

C’è un fiume che ha gli odori del mondo
metto la mano su di lui
e sento odore di felci
che mi ricorda l’unico bar
dove Noè perfeziona il suo alambicco
dove una ragazza finisce la sua birra
e un poeta beve il suo rum
in mezzo a un mare vuoto

Questo fiume ricorda battaglie incompiute
unicorni che pascolano in un recinto degli anni ottanta
- ricordi quel giorno

la ragazza che finisce la sua birra in un odore avvilito
e un poeta ubriaco pieno di pesci rossi


21

Hoy he construido un dios
con todas mis debilidades
Ahora puede disfrutar desde un mar en calma
hasta la estupidez de la guerra

A veces vocifera como un borracho necio
-todo lo hice yo en siete días, carajo

otras veces, fabrica castillitos de arena
en este atardecer magnífico


21

Oggi ho costruito un dio
con tutte le mie debolezze
Ora può godere sia d’un mare in calma
che della stupidità della guerra

A volte vocifera come un ubriaco ignorante
– tutto questo l’ho fatto in sette giorni, cazzo!

altre volte, fabbrica castelli di sabbia
in questo magnifico imbrunire


22

La medusa es una bailarina de otro siglo
ten cuidado con ella


22

La medusa è una ballerina d’un altro secolo
fai attenzione con lei


23

Una taza de café delata mi antigua condición de pez

Doy de comer maíz a los percebes
desde un quiosco repleto de algas

Una muchacha lee inscripciones en el monumento
y tira piedras a un estanque

Es la última estación y plagio a tus amantes


23

Una tazza di caffè denuncia la mia antica condizione di pesce

Do da mangiare mais ai lepadi
da un chiosco strapieno di alghe

Una ragazza legge iscrizioni nel monumento
e lancia pietre in uno stagno

È l’ultima stazione e plagio i tuoi amanti


24

Estoy sentado en una espera
casi integrado al edificio

Pero es la última estación
y busco tu regalo:

entre mis dedos un collar de nácar
una campana perdida en el naufragio
alguna estrella de cristales rotos

La vitrina exhibe tus pendientes de plata

Una estepa separa tu ciudad y la mía


24

Sono seduto in attesa
quasi integrato all’edificio

Ma è l'ultima stazione
e cerco il tuo regalo:

tra le mie dita una collana di madreperla
una campana persa nel naufragio
una stella di vetri rotti

La vetrina esibisce i tuoi orecchini d’argento

Una steppa separa la tua città dalla mia


25

Camino una calle que no existe
Lo único que tengo se desliza
gota a gota entre los dedos

La gloria de otros años no es la sal
que ahora me conmueve

Vi una ciudad, lo juro
un café perdido entre sitios difusos
poblado de amigos y muchachas

Vastedad donde una barca azul
sólo es visible en la tormenta

Es una cárcel inmensa esta ventana

Donde un pulpo desliza sus tentáculos
y un pez otea desde el vidrio
mi diminuto espacio


25

Cammino in una strada che non esiste
l’unica cosa che ho scivola
goccia a goccia tra le dita

La gloria d’altri anni non è il sale
che ora mi commuove

Vidi una città, lo giuro
un caffè perduto tra luoghi diffusi
popolato di amici e di ragazze

Vastità dove una barca azzurra
è visibile solo nel temporale

È una prigione immensa questa finestra

Dove un polipo allunga i suoi tentacoli
e un pesce scruta dal vetro
il mio piccolo spazio


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Rodolfo Dada
è nato a San Josè, in Costa Rica nel 1952, da una famiglia di origine palestinese. Ha studiato Letteratura e Scienza del linguaggio. Attualmente dirige un hotel a Tortuguero, nella zona Caribe del Costa Rica.
Ha pubblicato libri di poesia e narrativa per ragazzi: El domador (1973), Cuajiniquil (1975), Abecedario del Yaquí (1983, 2003), Kotuma, la rana y la luna (1985, 2008), La voz del Caracol (1989, 2006), De azul el mar (2004) e Cardumen (Antología poética, 2004).
Suoi testi poetici sono stati inseriti in diverse antologie ispanoamericane. Ha ricevuto il «Premio Universitario de Cuento» (1971) con El domador, il «Premio Carmen Lyra» (1981), con El abecedario del Yaquí; il «Premio UNA-PALABRA» (1984) con Kotuma, la rana y la luna. Nel 2004 ha ricevuto il «Premio Nazionale di Poesia».
I libri Abecedario del Yaquí e La voz del Caracol sono testi di lettura obbligatori nel programma educativo del Ministero di Pubblica Istruzione del Costa Rica.


alexbrando@libero.it