NELL’AZZURRO DELLA CRISI
Postmoderno occidentale, si scorge un cielo sbiadito apparire dai posti di vedetta della pace, crisi dell’intimo nel non parlare e poesie scrivere con incerta grafia. Senso del tempo tra internet e televisioni a farci la vita in armonia con di sempre le cose. Crisi a non rispondere all’altra al richiamo degli occhi o della voce chiara, allo squillo del telefonino sul lungomare ad apparire un barlume di stella o nella camera da letto accendersi la luce per grazia d’angelo mentre si fa l’amore. Crisi della solitudine essere in due e sentirsi uno se non nel congiungimento dei corpi nel folto del letto dove tutto accade e per sbaglio si fanno i figli. o sono i morti a non parlare, la chiesa dei responsi non dà pace alle anime di vetro anche se non si è poeti. Attimi di limbo, a poco a poco la festa nel condominio accade: sei stata invitata, Alessia, per essere felice e hai fatto la doccia prima di entrare nella sala del banchetto e della musica: amici di scuola nell’aria delle camere del luogo della gioia, ti diverti, conversi esci da quell’appartamento ed è di nuovo crisi nella trasparenza di un vetro bucato nella notte. Si respira la vita sul farsi della sera atmosfera di sogno, genesi di tentativi di gioia, anche se c’è crisi economica e delle menti che non sanno che pensare. Accade la crisi (loro al potere e povera Italia) nelle spire di un tempo di consumo nero dove accade per meraviglia a volte un trasparire di un greto in fondo alle acque del Mediterraneo scorto dal marciapiede dove nuota l’argento dei pesci da rinominare per essere felici. Sei rimasta sola, Alessia, la notte di Capodanno (tutti a festeggiare) e ti sono scese dagli occhi lacrime anche di gioia, ad angolo con il mondo e della città lo spazio scenico, come l’ha chiamato il maestro della vita che non esiste. Si sparge il sapore della fragola al tuo passare, di bella bionda naturale, Alessia, sedici anni contati come semi nell’aria autunnale della vita che dà anche benedizioni e non solo salari bassi o il mendicare nell’alba delle cose lentamente accade la disadorna via serale che percorri in passi incerti sui tacchi alti delle scarpe nere. Crisi per aspettare che riaccada consecutivo il giorno, chiari mattini nel diradarsi della nebbia nella chiave del tempo ad infrangere il silenzio che è la cosa più bella da conoscere se si è in due con di un bacio la calma. E viene il giorno dopo il tunnel della notte e si arriva al risveglio allegro nella camera non ci sono attimi di senso nella crisi ma un fiore d’erba puoi sempre coglierlo,
Alessia.
CRISI E AMORE
Nel tendersi delle fibre del tuo corpo. Alessia, accade l’amore di nuovo dopo crisi d’astinenza. I sensi gemmanti nel ricominciare nel congiungerci pari a fiori e in men che non si dica finisce la crisi nel rarefatto albeggiare in una conca di piacere.
CRISI E LAVORO
Oggi vado, oggi non vado, il mobbing e il bar. I prati con i corvi neri nel quadriportico e non esistono le premonizioni. Per quel salario scalerei l’Everest e lei mi attende per fare l’amore.
CRISI E CITTÀ
Qui è tutto un imbrogliare per un euro o per milioni di euro, dal tassista al politico tutto camorra e hanno ammazzato tra tanti e tanti il giornalista Siani. Liberi solo perché non c’è fascismo ma il bene vince sempre: mare creato da Dio.
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