FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 15
luglio/settembre 2009

In cornice

 

LA VOCE DELLA TERRA

di Elvio Cipollone



La condanna infinita


 

C’è questo di strano nell’uomo: l’arte,
il vezzo di rappresentarsi il mondo
secondo canoni e criteri astrusi.
A differenza delle altre creature
che abitano sulla terra e nel cielo
o vivono negli abissi del mare
l’uomo solo ha sviluppato il bisogno
da irrefrenabile istinto marcato
di ritrarre a forza quello che vede.
Forse spinto dalla gelosia del Dio,
creatura a sua volta e creatore
del tutto, e dalla voglia di spaccare
la mela tentato, ha rotto il patto.
Quando poi ha scoperto dall’usura
spietata del divenire libere
le sue creazioni, s’è cullato
nell’illusione d’affrancarsi dalla
regola del tempo dando valore
reale all’immagine e trattenendo
il ruolo di comparsa immutabile
per sé, in una scena in evoluzione
(ricordi d’Oscar Wilde l’ossessione?).
E un passo appresso all’altro è salito su
fino al colmo della deriva dove
solenne ha proclamato quanto segue:
Reali sono i mostri che mi fingo,
la verità è ciò che rappresento
ed io stesso sono solo un’ombra
delle coscienze altrui
come una stella morta che s’ostina
a palpitar nel cielo.


elcip@libero.it