FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 14
aprile/giugno 2009

Infanti

AD ALTEZZA DI BAMBINO

fotografie di Daniela Morreale
testo di Ambra Laurenzi




Ragusa Ibla, 1993


Fotografare i bambini è molto semplice, basta abbassarsi e mettersi alla loro altezza e loro aprono le porte del proprio mondo!... Questa è la filosofia di Daniela Morreale nel descrivere l’approccio avuto di fronte ai bambini siciliani che, nel corso degli anni, ha fotografato. Una filosofia semplice in apparenza ma che contiene capacità di mediazione tra innocenza e rigore, tra leggerezza e profondità. Elementi questi che si rivelano indispensabili per narrare la Sicilia e i bambini, troppo spesso ridotti, entrambi questi soggetti, a stereotipi derivati da sguardi carichi di pregiudizio e privi di conoscenza.
Come donna del Sud, Daniela Morreale ha potuto muoversi in questo contesto conoscendo, come lei stessa afferma “le dinamiche e i codici del mio “popolo”, e ciò le ha permesso di sperimentare un’identificazione ed una appartenenza alla terra della sua infanzia conseguente anche all’aver trovato, a distanza di tempo, pochi mutamenti nei gesti e nei comportamenti dei bambini che vivono la strada come scuola di vita.



Catania, 2000


Nel reciproco rapporto di fiducia che l’autrice ha instaurato con loro, è avvenuto che “non si negano mai davanti all’obiettivo e si offrono senza cambiare atteggiamento o espressione, durante lo scatto entrano in sintonia e hanno la capacità e la sensibilità di non interrompere l’attimo”.
È quell’attimo fotografico in cui “tutto avviene”, quello specifico della fotografia che è capace di raccontare una storia intera attraverso uno sguardo, un gesto, un’azione, ma per farlo, come Daniela Morreale ha saputo fare, si deve avere lo sguardo innocente e disponibile e in un istante saper cogliere il senso di una storia e restituirla con semplicità.



Catania, 2000



Ragusa Ibla, 1993


Queste fotografie, realizzate nel corso di diversi anni, ci mostrano bambini in attività e situazioni da adulti: un piccolo che lava scalini, un bambino al mercato, altri corrono in motorino, una bambina si fa truccare da un’amica, bambini portatori in una processione sotto lo sguardo vigile di ragazzi più grandi. Tutto questo, spesso, è un’emulazione di cui andare fieri, del mondo gli adulti, non necessariamente conseguenza di un abuso.



Palermo, 2007



Palermo, 2007



Trapani, 1994


Ed è qui, nel leggere queste fotografie, che probabilmente si riaffacciano gli stereotipi.
Allora domandiamoci: quanto dobbiamo pulire il nostro sguardo per guardarle senza vedere soltanto degrado, sfruttamento, illeciti od altro? Questi bambini crescono sperimentando un’esperienza molto più complessa, e per questo anche più rischiosa, rispetto ad altri che non vivono per strada ma in case accoglienti dove, tuttavia, sono travolti dalla tecnologia e da vite virtuali, televisive o digitali che siano, perdendo spesso il contatto con la realtà.
Anche le fotografie a questi bambini dovrebbero essere fatte “alla loro altezza” e in questo modo, forse, nel loro sguardo si potrebbero cogliere quelle domande al mondo degli adulti che, probabilmente, con fatica troverebbero risposte.



Trapani, 1994



danielamorreale@libero.it
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