FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 12
ottobre/dicembre 2008

Suoni di versi

FOTOGRAMMI E PENTAGRAMMI

di Ambra Laurenzi



Dov’è la musica? Dove si nasconde quando non ha ancora riempito gli spartiti, quando ancora non fuoriesce direttamente dagli strumenti musicali o indirettamente da una perfetta tecnologia digitale? Da dove la catturano i musicisti che, nel costruire accordi e tempi musicali, producono suoni e melodie?
La musica è nell’aria, nelle cose, nei luoghi, nei pensieri, nelle emozioni che il musicista contrae in note all’interno di un pentagramma seguendo l’esigenza di esprimerle e di condividerne l’esperienza.
Segnali invisibili, che si traducono in segni di senso, producendo geometriche armonie sonore. E la fotografia non segue, forse, lo stesso percorso nel catturare quei raggi di luce che riproducono, contraendolo, il mondo reale e trasformandolo in pensiero ed emozione all’interno di un fotogramma contenente geometriche armonie visive?

O.W.Holmes, medico e docente di anatomia ad Harvard, ma anche letterato illuminato e appassionato della nuova invenzione, la fotografia, scriveva intorno al 1860 che attraverso questo nuovo strumento “si solleva l’invisibile a dimensioni percepibili” e che il dagherrotipo “ha fissato la nostra illusione più fugace” (O.W.Holmes, Il mondo fatto immagine, origine fotografiche del virtuale, costa & nolan, 1995).
Parole che giungono da lontano e che devono essere sempre presenti nell’utilizzo di un linguaggio, volendo con caparbietà, rappresentare l’idea della musica attraverso uno strumento ipotetico e astratto quale è la fotografia. Un linguaggio che, pur se declinabile attraverso una grammatica, non rimanda a concetti dichiaratamente espressi ma si esprime, a sua volta, attraverso intuizioni ed emozioni.

Sulla Strada del RAGA” è il percorso che Maurizio Frullani ha realizzato in India dal 1974 al 1988, e proseguito successivamente in Italia, con lo spirito del viaggiatore che tappa dopo tappa, chilometro dopo chilometro, raggiunge i luoghi della musica Raga, scuole, università, liuterie, dove incontra e conosce liutai e musicisti. Una ricerca profonda, con quei nuovi amici divenuti per lui maestri, in una terra e in una cultura da cui questa musica scaturisce e che nelle fotografie è sintetizzata nella purezza dei gesti, nella bellezza degli strumenti e nell’armonia delle composizioni fotografiche. È l’armonia che nasce da dentro, all’interno delle anime, all’interno dei luoghi, all’interno di una cultura che agisce per raggiungere, incontaminata, l’armonia universale a cui ricongiungersi.
Le fotografie di Frullani, che sarebbe riduttivo considerare come semplice reportage fotografico, sono un’esperienza umana, sociale e culturale che si fa prologo di altri rapporti sottesi, rapporto tra tradizione e trasmissione di valori, tra musicista e strumento, tra prodotto antropologicamente complesso e industria culturale globalizzata.



Bismillah Khan suonatore di shehnai, con i nipoti, Benares 1985
© Maurizio Frullani


RAGA e JAZZ appartengono a due mondi lontanissimi, geograficamente, temporalmente, culturalmente, ma quando leggiamo nel testo di Frullani che il Raga è “improvvisazione variabile per forma e durata, anche se strutturata dentro regole e canoni prestabiliti”, il pensiero ci conduce a quel jazz dove i musicisti possono esprimersi liberamente creando un’armonia prodotta dal libero dialogo con il proprio strumento e tra i vari strumenti, e forse queste due espressioni musicali pur così diverse, sono unite da quella serietà e concentrazione che solo una musica intima e interiore può produrre.



Lennie Tristano © Massimo Achilli


Suite for Lennie è un complesso prodotto multimediale realizzato da Massimo Achilli, che volentieri presentiamo in queste pagine, seppure utilizzando alcune singole immagini tratte dalle sequenze del video per cui sono state realizzate, nella convinzione che la fotografia contiene una sua potenza espressiva e di astrazione che non si disperde se pure isolata dal contesto generale del lavoro originale.
Le immagini di Achilli, come quelle di Frullani, confortano e confermano la scommessa intrapresa, di conciliare l’anima della musica con una sua rappresentazione puramente visiva, ma da cui ugualmente ci giunge, per merito di raffinate astrazioni, l’armonia e l’emozione.


ambralaurenzi@yahoo.com