FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 6
aprile/giugno 2007

Scorie & Rifiuti

RINASCITA COLOMBIANA

di César Fredy Pongutá Puerto


Tra le diverse immagini che vengono alla mente collegate allo spirito culturale che recentemente gira intorno e caratterizza le principali città della Colombia, si staglia quella d'una macchina che, sotto pressione, trita un blocco di materia preziosa e che lateralmente butta fuori una infinità di frammenti.

Rinomato e noto è, per esempio, il IV Congresso Internazionale della Lingua Spagnola che si è svolto nella storica città di Cartagena de Indias dal 26 al 29 marzo 2007, dove accanto a personaggi del mondo delle lettere hanno partecipato musicisti, medici, ingegneri ecc. Qui si è parlato della potenzialità della lingua ispanoamericana, che si va consolidando come una delle più diffuse nel mondo. Per preparare questo congresso si era tenuto nella città di Medellín un altro importante Congresso, quello dell'Associazione delle Accademie della Lingua, dove è stato approvato il testo della nuova grammatica spagnola. E senza dubbio un'aria particolare si respirava già per via dell'ottantesimo compleanno dello scrittore premio nobel Gabriel García Márquez, così come per via dei quarant'anni dall'apparizione del suo più noto romanzo Cent'anni di solitudine, considerato dagli stessi accademici come il Don Chisciotte dei nostri tempi.

Però questi non sono gli unici fatti che attirarono l'attenzione a livello mondiale. Il settimanale italiano "L'espresso" poco tempo fa ha considerato "miracolosa" la trasformazione della capitale colombiana avvenuta negli ultimi dieci anni. Bogotá nel 2006 è stata premiata, per la sua proiezione verso il futuro, dagli urbanisti riuniti nella X Biennale di Architettura, svoltasi a Venezia. Battendo, tra le altre, città come New York, Tokio e Berlino. Non solo un luogo adatto alla criminalità quindi ma, al contrario, una città dove si mobilita e si costruisce la cultura espressiva. E questo per via dei suoi numerosi musei: quello dell'Oro, il Nazionale, il Botero, il Moderno che la trasformano in uno scenario attrattivo per i visitatori sia interni che esterni, che qui possono ammirare, oltre agli splendidi manufatti artistici precolombiani, le opere di Obregón, Caballero, Picasso, Bacon, ecc.
Uguale funzione hanno le moderne biblioteche, come la Luis Angel Arango, la Virgilio Barco o la Biblioteca Nazionale. In una delle strade del celebre quartiere coloniale della Candelaria si può visitare la Casa Silva, dove visse e morì suicida uno dei più grandi poeti in lingua castigliana, ossia José Asunción Silva, che espresse in testi perfetti le ombre che s'occultano tra la nebbia della notte bogotana. Il luogo è stato trasformato in un attivissimo centro di poesia, attualmente diretto da Pedro Gómez Valderrama.

Bogotá però non è soltanto una ruota che si sviluppa e fa girare i suoi numerosi eventi culturali. La città è attorniata da famiglie in cerca d'un rifugio, di un'opportunità per una vita dignitosa dopo aver abbandonato il lavoro contadino, fatto di stenti e di miseria. E questo anche in conseguenza di una sanguinosa lotta interna che perdura da decenni: nonostante i notevoli progressi in Colombia sopravvive una complessa e devastante guerriglia tra le bande d'ispirazione comunista e i paramilitari (gruppi di difesa privata sorti in parte come risposta alla guerriglia). Il governo centrale ultimamente ha allargato le zone sottoposte al suo controllo, ma i problemi non sono di facile soluzione. Il prezzo da pagare per questo maggior controllo governativo è piuttosto preoccupante: un debito morale ed economico nei confronti degli Stati Uniti; un numero crescente di disoccupati, ampliato da centinaia di giovani che abbandonano la guerra civile; gruppi di guerriglieri che non vogliono recedere dalla loro lotta e si riorganizzano sperando in un ritorno da protagonisti.

Per ampliare un poco alcuni di questi punti, si può considerare che il processo di pace intrapreso dalle bande di autodifesa ha generato una smobilitazione o, meglio, un "rompete le fila" dei suoi contingenti armati, composti soprattutto da giovani contadini che, estranei a propositi ideologici, hanno alimentato indistintamente la guerriglia o i "paras" (ovvero i paramilitari), alla ricerca di concrete opportunità di sopravvivenza. Ora tornano a casa e s'aspettano un concreto e rapido aiuto del governo per rinascere a una via normale e ci sono proprio questi giovani in cima alla lista del programma sociale del governo, accanto a un milione di famiglie che ricevono un sussidio perché in estrema povertà.

Però è proprio da questa allarmante radiografia della vita sociale colombiana che nasce la grande sorpresa di questo paese: la Colombia ha una immensa voglia di cambiare, una tenacia speranza nel continuo lavoro per la sua trasformazione. Il paese esprime il suo dramma con il sorriso, una spontaneità che apre nuovi percorsi, una creatività sfrenata che dà conto d'un saldo conoscimento dei suoi aspetti negativi.
Per questo lo straniero ne rimane colpito e stregato: l'immagine con la quale s'affaccia in Colombia è quella d'un paese violento, pericolo e con una delinquenza senza scrupoli, ma poi tutto cambia quando conosce un popolo che mette la vita sulla propria pelle, in cui dolore e necessità sono indizi di una fede incondizionata e che, sopratutto, non ha alcun timore di mostrare ciò che sente davanti a un estraneo, un turista.

È per questo motivo che gli eventi che oggi sono notizia culturale non sono dei semplici aneddoti e non è un caso che nel 2005 l'UNESCO abbia eletto proprio Bogotá "Capitale mondiale del libro per il 2007", selezione conseguita superando città molto attrezzate, come Rosario, Amsterdam o Dublino, e ora si presenta con le carte in regola per ospitare un evento che richiamerà dal 23 aprile 2007, e per un anno intero, decine di migliaia di scrittori, editori, librai ecc.
Oltre le grande biblioteche in tutta Bogotá sono sparse più di cento strutture per permettere ai suoi sette milioni di abitanti di leggere. Il tutto legato da un agile connessione interbibliotecaria, con 60 gruppi civici di lettura così che ogni bogotano possa prendere in prestito un libro entrando in una stazione di trasporto urbano e magari lasciarlo all'uscita, leggendone qualcosa durante il tragitto.
Ma non ci sono soltanto possibilità di lettura. Durante la Settimana Santa, accanto all'affollata partecipazione alle celebrazioni cattoliche, si effettua il festival internazionale di teatro più prestigioso del sudamerica. Inoltre durante l'anno si può partecipare a festival gratuiti di cinema, musica rock, opera liricha, jazz...

Questa serie di eventi non è un'esclusiva della capitale. A Medellín, città che ha saputo ribaltare l'immagine internazionale collegata ai crimini della guerriglia e del narcotraffico, si tiene la fiera dei fiori e il Festival Internazionale di Poesia, giunto alla sua XVII edizione, uno dei più prestigiosi del mondo, che nel passato dicembre ha ottenuto in Svezia il Premio Nobel Alternativo della Pace 2006.
Il festival del cinema, l'incontro letterario "Hay festival" a Cartagena. Il concorso Mono Nuñez e il festival della canna da zucchero nella Valle del Cauca. Il concorso delle bande musicali, le festività della strenna e il festival di luci e aquilone a Boyacá; e via discorrendo.

Ponendoci in una riduttiva ma esplicita polarità possiamo dire che esistono due facce ben visibili della Colombia: quella del conflitto interno sociale e quella del suo fervore culturale, ed è quest'ultima a ricevere - al contrario che nel passato - l'attenzione internazionale. L'opposizione tra i due aspetti può aiutare a comprendere questo singolare fenomeno, la sfida è descrivere, differenziare, interpretare ciascuna manifestazione nella sua particolarità generata in questa parte dell'America. La cultura che si esplicita e mobilita nella comunicazione è la forza capace di continuare a spingere la materia prima di questa macchina che espelle eterogenei frammenti, ma preziosi per modellare l'identità e la rinascita della Colombia.

 

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Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini