FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 6
aprile/giugno 2007

Scorie & Rifiuti

OSIP MANDEL'ŠTAM
Otto poesie da Kamen' (Pietra)

a cura di Fiamma Giuliani



Una indicibile tristezza
ha spalancato gli occhi,
un vaso di fiori s'è svegliato
ed ha versato il suo cristallo.

Tutta la stanza è impregnata
di languore-dolce rimedio!

Un così piccolo regno
ha risucchiato tanti sogni.

Un po' di vino rosso,
un po' di maggio radioso
e la bianchezza delle piccole dita fine
che spezza il friabile biscotto

Un povero raggio, con misura fredda,
semina lentamente la luce nel bosco umido.
Io porto la tristezza nel cuore, come un uccello grigio.

Cosa fare con un uccello ferito?
Il cielo che tace, è morto.
Da un campanile velato di nebbia
qualcuno ha tolto la campana.

E resta orfano
e muto lo spazio -
come una vuota torre bianca
dove sono nebbia e silenzio.

Mattino, senza limite di tenerezza -
Metà realtà e metà sogno,
deliquio insoddisfatto,
suono vago di pensieri...

Oggi è un brutto giorno:
dorme il coro delle cavallette
e l'ombra delle cupe rocce
è più tetra di una lapide.
Sibilare di frecce che passano
E grida di corvi profetici...
Vedo, in un brutto sogno,
l'istante inseguire l'istante.
Allontana i limiti dei fenomeni,
distruggi la gabbia terrestre,
leva un inno furioso
il rame dei segreti in rivolta!
O pendolo severo delle anime,
oscilla dritto e sordo
e, con passione, il fato bussa
alla porta proibita, per noi
Un vento nero fa frusciare le foglie
che respirano confuse
e una rondine, tremando,
nel cielo oscuro traccia un cerchio.

Il crepuscolo che avanza
discutendo in silenzio
nel mio cuore tenero e morente
con il raggio che per ultimo sparisce.

E sopra il bosco quando fa sera
s'alza una luna di rame;
perché mai così poca musica,
perché mai un tale silenzio?

Perché l'anima è così melodiosa
e così pochi nomi amati
e un ritmo istantaneo - ascolta solo
l'inatteso Aquilone?

Solleverà una nuvola di polvere,
comincerà a fare un rumore di fogli di carta
e non tornerà mai più - o
tornerà completamente diverso...

O, vento largo di Orfeo,
te ne andavi verso i paesi marini -
e, accarezzando un mondo ancora non creato,
io dimenticavo l'inutile "io".

Ho vagato in un bosco fitto di giocattoli
e ho scoperto una grotta celeste...
possibile che io sia proprio qui, ora
e che davvero arriverà la morte?

No, non la luna, ma un quadrante luminoso
brilla per me e per quale motivo sono colpevole
di sentire la sostanza lattea delle stelle?

E l'orgoglio di Batjuškov mi repelle:
che ora è? Gli hanno domandato qui -
e lui ha risposto con curiosità: è l'eternità!

Odio la luce
delle stelle monotone.
Salve, mio antico delirio -
crescita della torre ogivale!
Pietra, sii come merletto
e diventa una ragnatela.
Ferisci con un ago sottile
il petto vuoto del cielo!
Così sarà il mio turno -
sento un'apertura di ali.
Così - dove va
la freccia del pensiero vivo?
O forse, portati a termine la strada e la data,
io tornerò:
là - non posso amare
qua - ho paura di amare...

PEDONE

Sento una paura invincibile
in presenza dell'altezza misteriosa;
io sono soddisfatto della rondine nei cieli
e amo il volo delle campane!

E, sembra, antico pedone,
che sopra l'abisso, sui ponti che si curvano,
ascolto come cresce una palla di neve
e l'eternità batte sulle ore di pietra.

Se così fosse! Ma io non sono
quel viandante che passa rapido sulle foglie sbiadite
e veramente in me canta la tristezza.

In realtà, la valanga è sulle montagne!
E tutta la mia anima è nelle campane
ma la musica non salva dall'abisso!


Traduzione di Fiamma Giuliani

Un grazie alla mia insegnante di russo, Giovanna Tonelli, per l'aiuto e la pazienza.



Osip Emil'evic Mandel'stam OSIP EMIL'EVIČ MANDEL'ŠTAM

Osip Emil'evič Mandel'štam nasce nel 1891 a Varsavia e trascorre l'infanzia e l'adolescenza a Pietroburgo, dove nel 1911 si iscrive alla Facoltà storico-filologica. Nel 1912 partecipa alla "Gilda dei poeti acmeisti", insieme a Nikolaj Gumilëv e Anna Achmatova e scrive Utro akmeizma (Il mattino dell'acmeismo, uscito nel 1919).
Nel 1913 pubblica a sua spese la raccolta Kamen' (Pietra) nel 1922 esce la sua seconda raccolta Tristia per la casa editrice russo-berlinese Petropolis. Si stabilisce con la moglie Nadežda Jakovlevna Chazina a Carskoe Selo e tra il 1925 e il 1928 pubblica le prose Il rumore del tempo, Il francobollo egiziano e il saggio Sulla poesia.
Tra il 1929 e il 1930 scrive La quarta prosa, che apparirà in URSS solo nel 1988. Dopo un viaggio nel Caucaso e in Armenia torna a Leningrado, ma gli viene rifiutato un alloggio dal Comitato scrittori della città e la sua situazione economica si aggrava.
Nel 1933 pubblica su Zvezda Viaggio in Armenia e fra la primavera e l'estate scrive Conversazione su Dante. Nella notte del 13 maggio 1934, durante una perquisizione che requisisce molti versi "antisovietici", Mandel'štam viene arrestato e condannato a tre anni di confino nella città di Čerdyn. Qui, ricoverato in ospedale per una forma di miocardite, tenta il suicidio; la pena viene mitigata grazie all'intervento di Bucharin e, come luogo in cui scontare il domicilio coatto, viene scelta Voronež dove comincia a lavorare presso istituzioni culturali.
Nel maggio del 1937 torna a Mosca, ma gli viene presto imposto di lasciare la capitale; si stabilisce prima a Savelovo, dove sopravvive grazie all'aiuto economico degli amici e poi a Kalinin e Samaticha. Un anno dopo viene di nuovo arrestato e condannato per attività controrivoluzionaria a cinque anni di lager; muore il 27 dicembre 1938 nel campo di transito di Vladivostok.


Bibliografia italiana

  • 50 poesie, Einaudi, 1998, traduzione di Remo Faccani
  • Viaggio in Armenia, Adelphi, 1988, traduzione di Serena Vitale
  • Conversazione su Dante, Il Melangolo, 1994, traduzione di Remo Faccani e Rosanna Giaquinta
  • Il rumore del tempo, Feodosia, Il francobollo egiziano, Einaudi, traduzione di Giuliana Raspi
  • Il programma del pane, Città aperta, 2004, a cura di Lia Tosi
  • La conchiglia e altre poesie, Via del Vento, 2005, traduzione di Amedeo Anelli e Stefania Sini
  • Sulla poesia, Bompiani, 2003, traduzione di Maria Olsoufieva

 

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