FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 6 aprile/giugno 2007 Scorie & Rifiuti |
"L'ISOLA ABOLITA" di Chiara De Luca |
I versi di Collette Nys-Mazure si muovono lievi tra le pagine, come un filo che si dipana, si aggroviglia, si scioglie ancora a colmare il bianco della pagina, si spezza e ricompone in un tessuto musicale, in cui s'intrecciano la realtà e il sogno, il presente e un'infanzia rievocata che ritorna, senza mai essere intatta come un tempo. La poetessa imbraccia il "il violino delle parole", si fa strumento delle parole, che la attraversano, perché "Sotto la carezza i corpi si animano / e si mettono a cantare, / chitarre risvegliate, affollate." Il corpo è dunque strumento della parola, e non viceversa. La musica è insita nel reale, che la parola poetica incarna, in un mondo formato da ciò che è esperibile ai sensi, e ciò che si cela in un Oltre di ricordo, attesa e assenza irrevocabile. Staccate dal corpo, le parole non gli appartengono più, vengono trascinate dal vento come un eco, cui altri possano rispondere, riverberandolo: "ad altri / che pronuncino le parole della nostra bocca / nell'ebbrezza dei sensi e dei segni che porta via la voce / che reca le parole da seminare la tua o la mia / voce che il vento porta via sulla scia del verbo".
Uno dei leit motiv della poesia della Nys-Mazure è il rimpianto nostalgico dell'infanzia intesa come regno ormai inaccessibile, "isola abolita" dove "Eravamo quelle piccole bestie calde, / acciambellate nel fraterno sudore / con i visi confusi nello stesso ardore.". Nel regno dell'infanzia, la parola era compenetrata al gesto, s'incarnava perfettamente in esso, e il senso dell'abbraccio era la piena corrispondenza tra la percezione sensoriale e il sentire interiore. Nella vita adulta ricerchiamo quell'abbraccio, quella calda corrispondenza fraterna tra gli esseri, premessa di una fiducia e d'un abbandono fiaccati dall'esperienza. È per difesa che anche da adulti "Inventiamo i nostri riti e le nostre metamorfosi", finché "Il sogno prenderà corpo / i pavimenti si solleveranno / la vita sorgerà senza modi". Nella poesia della Nys-Mazure, la premessa della fruizione più autentica del reale sembra essere, paradossalmente, la creazione di una dimensione onirica, in cui l'istinto, quello dei bambini e degli animali, possa esprimersi in pieno, libero da condizionamenti, schemi, paure e limitazioni. La vera realtà poetica è dunque, romanticamente, quella del sogno, in cui passato e presente, visibile e invisibile confluiscono, in un reciproco rispecchiamento tra la dimensione intima e quella esteriore. Se la fine è "compartimento stagno / tra follia e ragione", il sogno è rifugio temporaneo, minacciato, costantemente messo in crisi dall'incombere del contingente, così come il sonno, in cui "il dormiente appesantito smuove accecamento / tenta di cambiare armatura / non ricondurrà nulla nei fili dell'alba / all'aurora sconvolgono le chimere / il mattino ha il gusto acido / del reale senza ricorso" Per la Nys_Mature la poesia è ciò che preserva i territori dell'anima dallo strazio del tempo e dall'avvento di falsità, inganno e disillusione quali parti integranti della vita, una volta abbandonato il territorio franco dell'infanzia, che pure continua ad avere dominio, nel paese in macerie della nostra interiorità: "Il tempo ha fatto man bassa / nei nostri territori intimi // Maschera rotta / disgusto della lusinga / e dell'esca // La vita gioca più duro / grandi lembi di cielo si celano // sembrerebbe di essere in punto di morte / ma il canto / inesauribile". La "scrittura in agonia" è la voce che racconta "un'ultima favola d'amore / prima di affondare in queste terre / di tenebre / di pienezza forse".
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L'île
Au nom de ce visage entrevu,
In nome di questo viso intravisto,
Nous avons fermé la porte.
Abbiamo chiuso la porta.
Le violon des mots s'exténue oreilles closes le rêve prendra corps
la mort siffle aux portes ses comptines austères tu comptes sur tes doigts les jours à jouer tu crispes le regard sur la lumière vacillante le corps à vif tu presents l'impasse tu marcheras de nuit (urgence)
quand la voix se repose parfois dans l'ombre quelqu'un se lève (contagion)
quelques sillabes encore
qu'ils prononcent les mots de notre bouche dans l'ébriété des sens et ses signes qu'importe la voix qui porte les paroles à semer la tienne ou la mienne voix que le vent emporte dans le sillage du verbe (sommaire)
Il violino delle parole si estenua con le orecchie chiuse il sogno prenderà corpo camminerai di notte (urgenza) quando la voce si riposa talvolta nell'ombra qualcuno si alza (contagio) qualche sillaba ancora (sommario)
Solitudes aux longues jambes enfonçant nos têtes dans le sable mou
l'angoisse blanche des nuits filer les cris feutrés de l'abîme dans la trame des évidences fine oh si fine la cloison entre folie et raison les chiens les anges hurlent au crépuscule et toi ne cornes-tu pas à l'approche du néant ? trois soleils entre mille ombres
lézarde les rêves le dormeur appesanti remue aveuglément tente de changer d'armures il ne ramènera rien dans les filets de l'aube à l'aurore chavirent les chimères le matin a le gout acide du réel sans recours
Solitudine dalle lunghe gambe affondando la testa nelle sabbie mobili tre soli tra mille ombre
sans frontières si fine la peau
les mots aussi certaines phrases aiguës et le regard toujours prenant comme les mains insatiables je me tiens là dans le vif des délices br>plie et creuase
senza frontiere così fine la pelle mi trattengo là nel vivo delle delizie
aux carrefours des âges tu hurles aux portes tu perçois d'autres voix que la tienne tu jiallis du tombeau
al crocevia delle età tu gridi alle porte percepisci altre voci oltre alla tua ingiallisci dalla tomba
Le temps a fait man basse Masque brisé La vie joue plus âpre On parierait sur la mort (mouvement perpetuel)
Tu poses sur la table
(à prime)
(la diane)
(averse fougueuse)
(trame)
Il tempo ha fatto man bassa Maschera rotta La vita gioca più duro Sembreremmo in punto di morte (movimento perpetuo) Posi sulla tavola (a primo) (la diana) (acquazzone impetuoso) (trama)
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Testi originali dall'antologia: Feux dans la nuit, La renaissance du Livre, Tournai 2003
Traduzione di Chiara De Luca |
COLETTE NYS-MAZURE
Poetessa belga nata nel 1939, vive a Tournai, vicino Lille. Dopo trent'anni di scrittura poetica ha conosciuto un grande successo con le sue opere in prosa poetica, soprattutto Celebrazione del quotidiano, Segreta presenza e Celebrazione della madre.
In poesia ha pubblicato numerose raccolte, tra cui La vie à foison (1975), D'amour et de cendre (1977), Pénétrance (1981 - Prix hainuyer de la Littérature française Charles Plisnier), Petite fugue pour funambules (1985), Haute enfance (1989 - Grand Prix de poésie pour la jeunesse), Le for intérieur (1996 - Prix Max-Pol Fouchet), Trois suites sans gravité (1999 - Prix de la Ville de Toquet-Paris-Plage), Célébration de Noël (2000), Les ombres et les jours (2003), Contrechamps (2004).
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