FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 1
gennaio/marzo 2006

Il filo spinato della memoria

BLANCA WIETHÜCTHER
Assistere al tempo

di Alessio Brandolini


Coraggiosa e utile l'azione poetica intrapresa dalla nuova casa editrice veneziana Sinopia Libri, che ripropone agli esigenti lettori di buoni libri testi introvabili di grandi autori, spesso poco noti in Italia, e lo fa con ottime traduzioni, e il testo originale a fronte. Così come accade per questa raccolta che segna l'incisivo esordio in poesia della boliviana (evidente l'origine tedesca) Blanca Wiethüchter (1947-2004): Assistere al tempo, libro uscito nel 1975 e qui riprodotto integralmente. Raccolta poetica che risente degli insegnamenti del grande conterraneo Jaime Saenz (e non a caso la Wiethücther dedicò a Saenz alcuni libri di critica), soprattutto per quel che riguarda la pulizia formale, l'anticonformismo (non solo letterario e poetico, ma nello sguardo, nell'intendere e nel vivere la poesia), l'asciuttezza del verso, l'essenzialità e lo scavo interiore, il linguaggio piano e diretto:

La brama che ci avvince
dall'origine,
che ci chiama
è camminare
sui bordi
assistere al tempo
consegnare al mare
il centro
della memoria.

Assistere al tempo, curato da Claudio Cinti (sua è la traduzione dei testi poetici) e da Silvia Raccampo, viene proposto con la stessa introduzione che Jaime Saenz volle premettere al libro, uno scritto tutt'ora valido, acuto e percussivo: "poeta non è colui che scrive versi; infatti chi ne scrive può non essere poeta, e lo vediamo tutti i giorni. Poeta è anzitutto colui che conosce la realtà e di essa si nutre", e che sottolinea la novità della poetessa boliviana, all'epoca non ancora trentenne.
Il libro è arricchito da alcuni disegni dello stesso Saenz (e uno di Armando Urioste), e in chiusura da un "Ricordo" di Martha Canfield che della poetessa boliviana sottolinea la profonda riflessione metafisica e la scrittura androgina, la stessa agognata da Virgina Woolf.
Poesia , quella di Blanca Wiethüchter dai sentimenti forti, sostanziosi, intensamente (e intimamente) religiosa, eppure lontana da ogni sentimentalismo, da ogni eccesso letterario e retorico, da ogni baldanza declamatoria. Un libro coerente e compatto, sebbene diviso in tre parti: "Nella distanza", "Il regno nell'acqua" e "In questa città sospesa". Testi luminosi che trovano parole, e versi, scavando nella terra o sommergendosi nell'acqua (e nel silenzio). Sondano in profondità, scavano nel corpo e nell'anima, con intelligenza e pudore. Toccano il fuoco della poesia e lo alimentano con levigatezza. Trovano legami inattesi, insperati e, insieme, quella sottile magia, il flusso (che si fa fiamma) del visibile (Novalis). Per questo poi i versi trovano la forza di risalire in superficie, di navigare adagio sui bordi della vita e osservare con occhio diverso la città e la natura, tutto quello che sta intorno e dentro di noi, nell'uomo e - soprattutto - nella donna moderna. Con le sue ferite e desideri di rivalsa, la brama che la avvince sin dall'origine, le ambiguità, le ossessioni, la sensualità.
Poesie tenere, quindi, ma con la tenacia e la forza per rigirare il tempo tra le dita, per osservarlo con attenzione, per "assisterlo" con coraggio.

La terra ti porta

Il tempo si scioglie
nell'istante.
Sei presente col tuo silenzio
costante passeggero.

La terra ti porta
sei comune progenie delle origini
incedi dal centro
come la fiamma.

Dagli alberi crescono i giorni
in cui vivi il giubilo
e visibile ti fai
nella tua voce.
Ti cerchi nell'ombra
che ti sogna:
amico viandante tra i roveti.


Semina

C'è tanto silenzio sulla pelle
e ci ricoprono solo le mani.
Penetra il freddo fino al ventre
come un fiume in cerca.


Bisogna scoprire cammini
ripercorrere parole gravi
pensare che morire
è fare miracoli
che il disotto e la terra
ci appartengono.


Bisogna nascere da dentro
come minerali,
spaccare la luna in due
spartire i giorni di pioggia,
camminare fino al fondo,
come l'albero, come l'erba,
cadere fino agli occhi
dove ci protegge
costante
la morte.

*

Pagina in bianco - ruota
trasformata gravità,
pesantezza incomprensibile che scorre
nei soli.
Pagina in bianco
persistente sui cammini
splendore oscuro e silenzioso
ti annidi negli alberi e nelle radici.
Del terribile fulgore che ogni giorno
registriamo
dell'uomo e della sua ferita
non può esservi oblio.


Blanca Wiethüchter BLANCA WIETHÜCHTER (1947-2004)

Blanca Wiethücter è stata poetessa, narratrice, saggista, storiografa ed editrice boliviana. In poesia: Asistir al tiempo (1975), Travesía (1978), Noviembre 79 (1979), Madera viva y arbol defunto (1982), Territorial (1983), En los negro labios ecantados (1989), El verde no es un color (1992), El rigor de la llama (1994), La lagarta (1995), Ítaca (2000) e l'antologia La piedra che labra otra piedra (1998).

In Italia:
Assistere il tempo (2005, Venezia, Sinopia Libri, con testo a fronte, traduz. di Claudio Cinti, pagg. 103, euro 10)

 

alexbrando@libero.it