PASSERI
Noi passeri salutiamo
la gravità mentre ascoltiamo
i tonfi delle gazze abbattute
dalla loro ingordigia.
VOI UCCELLI
L’assoluta indifferenza è il sentimento
che impersonate
con tanta naturalezza lo esibite
ai cacciatori mentre precipitate.
QUANDO SMETTETE DI VOLARE
La vita è emersa
dal mare come un sommergibile
ma le burrasche si sfogano al suolo
e i raggi raggiungono la terra
come voi quando smettete di volare.
(da I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli)
BRUGES
(per l’insabbiamento dell’estuario che la collega al Mare del Nord, Bruges perde il primato a favore di Anversa che, per motivi simili, lo cederà ad Amsterdam)
Anversa la mia vicina
mi ha tolto lo scettro
e ora qualche scrittore mi chiama
Bruges la morta. Il mare
che un tempo mi aveva presa
per compagna adesso si è ritirato
lasciandomi come una moglie ripudiata. Una volta
ero la direttrice nell’Atlantico
e danzando arrivavano sin qua
per rimanervi pittori e musicisti
imbarcazioni e banche. Basta poco
per ritornare nel nulla che ci aspetta.
Ne faccia tesoro Anversa.
(da Le anime di Marco Polo)
CONFINI
Cade un chicco cresce una risaia
ai confini premete per entrare
in questo paradiso.
L’UMANITÀ DI MASACCIO
Il finito comprende l’infinito
l’eterno si fa uomo
Gesù crocifisso scheletro di Adamo.
BRUEGEL: LA CADUTA DI ICARO
Qualcuno vede e ascolta
il tuffo di quel non corpo?
Nemmeno una increspatura
rivela la sepoltura
dove la sua anima affonda.
PETALO DOPO PETALO
la rosa di Magritte
occupa la stanza,
sino a quando resterà imprigionata
per quanto le pareti reggeranno?
LE GUERRE DI GRAHAM SUTHERLAND
Tetti squarciati case disintegrate crolli
fiamme bombardamenti.
Il fumo sale dalle macerie
intrichi di lamiere vetri scagliati lontano.
Dietro i reticolati
corpi straziati di cristi crocifissi
mani piedi trafitti
vite spezzate; nella natura
radici minacciose bestie maligne
lotte aculei velenosi.
(da I nomi delle cose)
ANIME STATUE BELLEZZA
Crollano colonne templi
sopravvissuti a incendi
saccheggi terremoti
all’inclemenza del tempo e all’incuria
di custodi distratti.
Mazze picconi
fucili mitragliatori e cannoni
macerie schiacciate sotto i tacchi.
Ma eccoli i restauratori che riparano
anime statue bellezza.
ROVINE
Dell’anfiteatro è rimasta
la gradinata, dei templi
qualche colonna crollata
solo una sta in piedi.
Dei mosaici esposti alle intemperie
ti sorprende un uccello
dalle piume ancora vivacissime.
(da Il colore del tempo)
UNIVERSI
Nell’universo B
ero un bambino ostinato
a non crescere: inseguivo
le nuvole e leccavo
freddi cubetti di gesso e cioccolato.
In un altro mondo
(mi pare quello G)
ero un uomo superbo e risoluto
dal colore di kiwi.
Sposai una donna-fragola, fragile e melata,
a cui (senza pietà)
non concessi mai figli.
Fu per fastidio della mediocrità
se m’inoltrai in una zona persa
seminata a cadaveri sdentati:
vittima o assassino era la scelta.
Me ne andai disgustato
lasciando quattro figli che rimpiango.
Nella regione M
(lo dico respirando con sollievo)
mi ci trovavo bene, anzi, benissimo.
Possedevo una famiglia bella e una piscina calda
vendevo monoliti di lusso
e percorrevo i mari a procacciare affari.
Ma la concorrenza si agguerrì a tal punto
che persi tutto. Rispetto incluso dei miei concittadini:
venni esiliato. Feci il barbone
il truffatore il ladro il venditore di almanacchi il cuoco,
finché, un giorno, giunsi nell’universo R,
dove individui tristi e trascurati piangevano
i dispersi anni, gli atti mancati,
le occasioni che non còlte fuggiranno
forse (escogitai da guitto)
in un mondo novello.
Quello V, ad esempio, dentro cui
ora mi aggiro stanco a domandare
di altri spazi ancora. Dubito però
(confesso) che avrei la forza di tentare,
preso, come sono, in questa tela di ricordi,
di nostalgie, di morti.
(inedita in questa nuova versione)
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