I
“Quella luna non è buona”, disse mia madre. Avevamo tutti preso a inseguire la luna per la casa. Non era una casa molto grande, tuttavia aveva parecchi angoli. E il fatto che la luna si nascondesse proprio lì, vicino a ragni e grilli, era il problema. Ancor più difficile era quando scompariva camuffata nella luna dello specchio dell’armadio. “Una luna come questa ha scombussolato Eliodoro”, continuò mia madre. Ma stasera le cose sono andate diversamente. Sapevamo che quando si allontanava dall’armadio o fuggiva dagli angoli, iniziava a dividersi, e giungere dall’interno come se fossero gli occhi di una donna. Ed è per questo, forse, che ci innamorammo di lei. “Quella luna non lascia in pace gli uomini”, aggiungeva mia madre, riflettendo. Ma ci siamo innamorati di un lato ciascuno. Mio fratello scelse quello verso il sole invece a me toccò il lato verso l’infinito. E così restiamo, sempre più distanti.
II
Se la luna ci regala una notte d’amore chiama anche la follia, era l’opinione dei guaritori della mia terra. Quella notte, dunque, ballai sotto gli alberi e i loro rampicanti; entrai nel fiume e cercai i serpenti, senza trovarli; poi me ne andai girando e girando per sentieri come labirinti; tirai fuori dalla tasca un paio di rinoceronti che mi guardarono spaventati; e bevvi l’antico miscuglio che preparavano le donne; e, percependo quello che chiamano amore, finii con tre figli in più, senza sapere questa mattina dove abitano le loro madri.
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