FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 55
maggio/agosto 2020

Cenere

 

PAROLE DI CENERE

di David Cortés Cabán



*

Mis pasos apenas se sostienen
como una estrella que cae derrotada
frente al encuentro y el instante
donde naces como una ola infinita.


*

I miei passi mi reggono appena
come una stella che cade sconfitta
dinanzi all’incontro e all’istante
dove nasci come un’onda infinita.


*

Estoy pensado en un día sin regreso
rechacé las palabras echadas al vacío
infectadas de sombra y de cenizas
mi voz temblaba buscando la claridad.


*

Sto pensando a un giorno senza ritorno
ho rifiutato le parole scaraventate al vuoto
infettate dall’ombra e dalla cenere
la mia voce tremava cercando la chiarezza.


*

En el oleaje del frágil movimiento
en la columna de humo de mis sueños
voy buscándote y no veo tu presencia
ni el paisaje donde tu huella resplandece.


*

Nel moto ondoso del fragile movimento
nella colonna di fumo dei miei sogni
ti cerco e non vedo la tua presenza
né il paesaggio dove risplende la tua impronta.


SALA DE EMERGENCIAS

“¿Y si hacemos preguntas al azar?”,
dijo la muchacha en la Sala de Emergencias.
“Es una linda ocurrencia”, dije,
“quizás lleguemos a otro país
antes de que amanezca”.
“Qué es lo que más amas”, preguntó,
sin negar que sus películas preferidas
eran las de Twice Light Zone.
“Me gusta la vida tal como es”, dije,
“aunque a veces no me gusta tanto”.
“Cuando estoy enfermo veo todo
a través un paisaje borroso,
entonces la vida me decepciona”.
“En cambio, cuando estoy feliz
podría subir al Kilimanjaro”, agregué.
“Entonces ¿qué cambiarías?”, preguntó.
“Cambiar algo sería como mudarse
a un cuerpo desconocido”, dije.
“Yo amo lo que puedo soñar”, dijo.
“¿Amas lo que has perdido?”, pregunté.
“Amo lo que no puedo olvidar”, dijo.
“Yo amo los pájaros aunque no sé
para quién cantan”, dije.
“Creo que cantan para todos”, contestó.
“¿Están cantando ahora?”, preguntó.
“Creo que sí”, le dije. “Su destino es cantar”.
“Quisiera escucharlos”, dijo.
“Podríamos intentarlo”, le dije, pero nos han
cambiado todo de lugar.


PRONTO SOCCORSO

“E se facessimo domande così, a caso?”,
disse la ragazza al Pronto Soccorso.
“È una bella battuta”, risposi,
“forse arriveremo in un altro paese
prima che faccia giorno”.
“Cos’è quello che ami di più”, chiese,
senza negare che i suoi film preferiti
erano quelli di Twice Light Zone.
“Mi piace la vita così com’è”, risposi,
“anche se a volte non mi piace tanto”.
“Quando sto male vedo tutto
attraverso un paesaggio offuscato,
allora la vita mi delude”.
“Invece, quando sono felice,
potrei scalare il Kilimangiaro”, aggiunsi.
“Allora cosa cambieresti?”, domandò.
“Cambiare qualcosa sarebbe come trasferirsi
in un corpo sconosciuto”, le risposi.
“Io amo quello che posso sognare”, disse.
“Ami ciò che hai perduto?”, domandai.
“Amo ciò che non posso dimenticare”, rispose.
“Io amo gli uccelli anche se non so
per chi cantano”, dissi.
“Credo che cantino per tutti”, rispose.
“Stanno cantando in questo istante?”, chiese.
“Credo di sì”, risposi. “Il loro destino è cantare”.
“Vorrei ascoltarli”, disse.
“Potremmo provarci”, risposi, ma poi
ci cambiarono a tutti di posto.


*

¿Qué es lo esencial? ¿Qué trasciende?
la vida cruje como el rumor del tiempo
somos este silencio que nace del polvo
en la espesura del amor que huye.


*

Qual è l’essenziale? Cosa trascende?
la vita scricchiola come il rumore del tempo
siamo questo silenzio che nasce dalla polvere
nella boscaglia dell’amore in fuga.


Alcuni di questi testi provengono dalla raccolta inedita Presencia de lo efimero (2020).

Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini


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