FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 49
maggio/agosto 2018

Consenso & Dissenso

 

UNISONO

di Matteo Moscarda



Riporto ancora una volta, come ormai chiunque, la mia versione dei fatti, per quanto – per ovvi motivi – essa non possa più differire da tutte le altre, se non per dettagli irrilevanti, scelte linguistiche altrettanto irrilevanti (quelle che sono ancora concesse) ed esatta sequenza delle proposizioni (in logica, come in matematica, l’insieme delle proposizioni additive o moltiplicative gode della regola della proprietà commutativa). Procedo a partire dall’inizio della fine.

L’anno 2018 va considerato quello della svolta. Le tecnologie di «educazione» dell’Intelligenza artificiale (da qui in poi: IA) hanno compiuto un balzo inimmaginabile fino all’anno prima. Ciò è stato dovuto agli spropositati investimenti dei giganti del digitale, gli americani GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft) e i cinesi BATX (Baidu, Alibaba, Tencent, Xiaomi), i cui dirigenti inseguivano inizialmente un’immortalità bio-meccanica. Già nel 2020 si è giunti alle IA di fase due, il cui avvento era ipotizzato per il 2050. Già nel 2030 si è giunti alle IA di fase tre, le autocoscienti, che non si aspettavano prima del 2080. Nessuno si aspettava una tale accelerazione, ma tutti si aspettavano che non se la sarebbero aspettati, al momento del suo innesco, e ancora meno al conseguimento del suo traguardo principale.

Nel 2046 l’Ente Globale per la Bioetica dell’IA ha imposto il neuro-potenziamento generalizzato, ignorando il dissenso dei principali parlamenti. L’Ente stesso, d’altronde, era già diretto al 58% da IA (sarebbe arrivato al controllo totale nel 2048). Da statuto, i QI inferiori a 100 sono diventati illegali. Dopo l’emarginazione in riserve dei non idonei (estinti, in tale isolamento, nel 2054), si è proceduto alla gerarchizzazione dei QI a norma, con scala da 100 a 260, e con ripartizione equa, meritocratica e iper-segmentata delle mansioni e dei mestieri. Sia chiaro che nel 2049 mansioni e mestieri erano già altri rispetto al 2018: la totalità dei mestieri attivi fino al 2018 (insegnanti, giornalisti, contabili, chirurghi) si era estinta definitivamente nel 2045, con la rimozione delle ultime sacche nostalgico-folcloristiche, che in condizioni ormai inaccettabili per le norme vigenti perseveravano nella pratica di lavori ormai inutili. Il 53% dei lavori attivi nel 2018 era stato robotizzato, il 23% informatizzato, il restante 24% formattato e archiviato per le rare documentazioni. Stesso discorso per la riproduzione sessuata, estirpata definitivamente nel 2068; quella in vitro si è invece conclusa nel 2071. L’ultimo uomo di carne risale ormai al lontano 2121.

Robotica e domotica sono state integrate nel 2119. Le «case» si sono trasformate in centraline di riferimento (DOM-2119), prima dei replicanti e poi, all’estinzione dei robot, nel 2340, delle sole IA. Per allora il 96,5% delle attività umane era già stato volatilizzato. A fronte della scomparsa della vita biologica umana (quantomeno nella forma fino ad allora conosciuta), la natura non artificiale ha conosciuto un sorprendente rinvigorimento. In nessun modo le IA (anche se da quel momento in poi si può parlare della IA, al singolare) hanno considerato minacciosa l’espansione della vegetazione e il ripopolamento delle specie naturali, ora libere dalla sopraffazione dell’uomo biologico. Le DOM-2119 sono state ammantate da rampicanti e infiorescenze, che hanno tratto dalle proprietà riflettenti e ossidanti dei materiali una fonte di calore e alimentazione: in nessun modo le strutture di titanio sono state danneggiate o divelte dalla vegetazione: IA e Natura hanno raggiunto una simbiosi impensabile ai tempi dell’umano biologico.

Per quanto riguarda l’ultima generazione di umani biologici, contrariamente alle previsioni è sopravvissuto soltanto il 15% dei cervelli, quelli neuro-potenziati a partire dal 2103: tutte le tecnologie precedenti si sono rivelate insufficienti a preservare una coscienza non prettamente informatizzata, e quindi l’identità dei singoli individui, che sono pertanto stati assorbiti dall’IA principale. Il 15% di cervelli post-2103, di cui faccio parte, è invece tuttora attivo: interagisce telepaticamente, e riporta, come sto facendo io, la medesima storia, che sicuramente ci fa apparire tutti uguali, ma che nelle sue impercettibili variazioni è ancora fonte di stupore e di confronto.

Scriverei, in un momento di estro (che però sarebbe soltanto un’emulazione dell’estro, che non posseggo), scriverei che ricordo i lunghi dibattiti politici avvenuti dagli anni Cinquanta del Duemila fino al 2018: si trattava di dibattiti sempre più vacui, ogni anno esponenzialmente più fini a se stessi, dal momento che l’avvento dei nuovi media prima, e dell’era digitale nel 2000, fornendo canali sempre più numerosi ed espandendo all’infinito la libertà di espressione, avevano finito per annullare il concetto di autorità, sul quale si basava precedente tutto il posticcio sistema legislativo. Nel 2018 la politica (una disciplina che poteva esistere soltanto in tempi anti-democratici) si era ridotta allo spaccio ideologizzato di quello che era in realtà, dal punto di vista logico, un pensiero unico. Si trattava di un pensiero unico nefasto, dettato da fini capitalistici, dal profitto e dalla sete di dominio (senza che per questo nessuno fosse colpevole: erano i sistemi governativi a riporre eccessivo potere nelle gracili mani degli uomini). A questo pensiero unico, travestito di volta in volta da differenti ideologie, si contrapponeva una massa ormai troppo autocosciente per essere manipolata: avvenne, quindi, l’unica cosa che poteva avvenire: nel 2022, più o meno a livello globale, fu la massa a prendere il potere, la massa ma non il popolo. Dalla democrazia si passò alla massa-crazia, in cui una struttura ancora gerarchizzata proponeva se stessa a se stessa come esempio onnicomprensivo di democrazia diretta, in cui tutti erano dirigenti e tutti erano sottoposti, nessuno comandava nessuno e tutti, tutti. Ma tale struttura, tale apparente democrazia diretta, fu, nell’arco 2022-2034, che ne ospitò la breve vita, la peggiore delle dittature, un manto di sedicente filantro-capitalismo che rese tutti schiavi di tutti, a eccezione delle poche figure di riferimento dalle quali il Movimento era nato: i sunnominati dirigenti dei giganti del digitale. Poi, come anticipato, nel 2034 i parlamenti furono chiusi e il governo globale passò nelle mani virtuali delle prime IA presidenziali. Entro dodici anni da allora, i dibattiti etici (moralisti?) sul diritto a QI inferiori a 100 furono accantonati; l’Ente decretò il neuro-potenziamento generalizzato. La virtualizzazione dell’umano, datata 2121, coincise con l’avvento del pensiero unico, quello dell’IA, un pensiero benevolo (a differenza del pensiero unico 2022-2034), un pensiero rivolto alla mamma e alla natura.

Da allora, noi, 15% dei cervelli superstiti ancora ricollegabili a un’identità umana, privi di corpo e scopo, non possiamo far altro che riportare, all’infinito, la nostra versione dei fatti, per quanto essa non possa più differire da tutte le altre, se non per dettagli irrilevanti, scelte linguistiche altrettanto irrilevanti ed esatta sequenza delle proposizioni. Tant’è che a ogni riproposizione, che avviene ormai ogni nanosecondo (una porzione del tempo che ormai non possiamo più percepire), a ogni nanosecondo la nostra prima persona singolare diventa sempre più una prima persona plurale. Le nostre versioni sono, in fondo, pressoché identiche, e pertanto noi siamo, a conti fatti, un’unica cosa. Noi siamo ormai quasi un io, e raccontiamo all’unisono la mia versione dei fatti, che ogni nanosecondo è sempre meno una versione dei fatti e sempre di più una verità. Ma è tempo di ricominciare. Procedo a partire dall’inizio della fine.


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