FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 44
ottobre/dicembre 2016

Varchi & Barriere

 

BARRIERE MENTALI

silloge inedita e inchiostri di Viviane Ciampi



Quale parola ha valicato la barriera dei tuoi denti?
Omero, Odissea, II, 230


*

Lei qui, polvere e sogno,
sbuca da una via della città morta.
Sposa pochi passanti con gli occhi azzurri
che sanno chi sono e dove vanno.
La campana balla
come cernia presa all’amo
e i timpani si liberano
squassando i peccati
la parola innocente.



*

Lascia le cartografie d’amore
ghirlande di stupore
mette i baci nel deposito.
E lui mostra i denti
grida dimmi almeno sì
e lei non più nel resistere
ma nel venir meno
allaccia stivali
stretti oh così stretti
con dita grondanti di sangue.


*

Cammina sul prato
in cerchi concentrici
bella testa vuota
fuori tempo a giorni alterni.
Segatura di mare,
non ha mai governato le cose.



*

L’uomo senza nome
regala piume nuove.
Era giunto in silenzio
dal treno dei padroni
e l’erba schiacciandosi
prende forma dei corpi.
Tutto ciò fu annotato come
buona notte infanzia che
allodola ti fai
.



*

In questa sera
di vento inafferrabile
d’assurde nozze
gli ospiti sono corvi
che hanno fatto il nido
in cupe locande.


*

Formiche radunate
al riparo nell’ovaio.
Quanti altri insetti
vorrebbero entrare.
Tic tic nei polmoni
bussano e bussano
prendono la corrente del respiro
lo tagliano
s’insinuano nella linfa
tra i corridoi.
Le pareti del corpo
si riempiono
e pungono le dita.

Il giorno si alza senz’occhi né morale
pronto alle sue stesse esequie.



*

Devi essere grata
a quel soggiorno in manicomio
ogni senso rinascerà
dicono i dottori.
Passano l’uomo dalle lampadine
che si accendono e si spengono
la finta poliziotta
l’infermiera Erodiade
pronta una volta ancora a decapitarla.


*

Bacia le sbarre del letto
– era legata? –
non interroga nessuno
di notte non grida
non ascolta le voci
non fora l’occhio che la spia
ma è solo furbizia
per liberarsi.



*

Devi mangiare
le dice l’uomo azzurro amorevole
con in mano i biscotti e i gomitoli
così potrai uscire
riabbracciare il gatto.
Ho comprato il contapassi
quello che cercavi
con la scritta grossa
e pochi tasti.



*

Correremo insieme
attorno alla quercia
.
Ma c’è che lei non può
c’è che lei lo crede e non lo crede
sbatte fuori le farfalle dall’orecchio.
Se chiude gli occhi
un secondo
– è già in preventivo –
l’amorevole sarà sostituito
dall’uomo lento e crudele
delle lampadine che sta innalzando
muretti a secco vicino al letto.


*

Congedato il cervello
gira da solo come un falco
che vola vicino al sole
a sbriciolare i sogni.
Qualcosa brucia dal di dentro
qui ad esempio suole d’angeli
villaggi scarnificati dell’infanzia
crudeltà dei segni
stami semi pistilli en vrac
l’albero dolente della verità.



*

Le favole della sera troppo blu
anneriscono si staccano
dalla bocca di chi racconta.
È così che l’incendio
impara a leggere la cenere?


*

Il biancoazzurro corridoio
porta solo ai moscerini.
Lei socchiude una nube di garza.
Ha il ricordo della vita
nei dettagli
di un pressappoco niente
d’una mano intravista
di un vino bevuto per noia
d’una coperta d’api
del chi sono questi e quelli
di bellezza senza grazia.



*

Ma la grazia
a volte torna
come una donna
che allatta all’angolo
della strada.
Intride le sue fibre
e lei si fa largo
tra le spaccature dei tronchi.


*

Non più sopraffatta dal bianco
si sottrae alla balbuzie
al vano dondolio
lontana da strapiombi di seta
dal paese dei cespugli.



*

Giorni lievi
d’apertura di cancelli
– senza angoscia in muri neri e disuguali –
con il fischiare di qualcuno
nella stanza accanto.
Le dona quello sguardo in fiore
e una volta ancora prova a dire voglio.


*

Già oltrepassati i cristalli.
Tutto odora di buona terra
c’è acqua per far fiorire
le stagnanti menti
in qualunque crepa.



*

Ha fatto sedere le ombre
nel suo petto
innervata d’oro
e di sapori intensi.



viviane.c@alice.it