FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 42
aprile/giugno 2016

Residenze

 

A VOLTE CI PIGLIA TENEREZZA

di Gianni Priano



IO AMO I PICCOLISSIMI POETI

Io amo i piccolissimi poeti.
Gli idraulici che ascoltano nei tubi
parlare i morti e il carpentiere in ferro
rimasto appeso a un chiodo a penzolare
a centotrenta metri e vide il mondo
come volando per un bel quarto d’ora
e poi si tirò su con le sue braccia
perché i soccorsi tardavano a venire.
Mai scritto un rigo, non è del tutto vero
che è poeta chi scrive le poesie.

Ma tra chi scrive, tolti i grandi morti
mi piacciono i poeti disarmati
scarsi di scuole e di letteratura
mi piace che chi scrive le poesie
lo faccia perché è la sua natura
l’annotazione, la verticalità
lo sprofondare nella fogna buia
il risalire con un alleluia
scritto in faccia, prima, e poi su un foglio.
Mi piace il poeta che alla fine
delle parole abbia solo voglia
di stare mani in tasca e naso all’aria
via dalla malavita letteraria.


LA LEPRE CHE CI APPARVE AL CIMITERO

La lepre che ci apparve al cimitero
di Pragelato, in mezzo a quella neve
tra le foto dei morti, a meno dieci
sotto lo zero (ed era mezzogiorno)
mi offrì il volto lucente di un ritorno
in altro luogo e modo, sciolse il nodo
di me che ti portavo sulle spalle
insieme a troppi torti (ero l’autore
di falsi versi e lacrime che altri
per colpa mia avevano versato).
Tu con un “oh” improvviso mi dicevi
che andare avanti è l’unico mestiere
perché così soltanto si consuma
la nostra storia, che è storia di dolore
gabbato da un istante di stupore.


LE NERE RIGHE SULL’AZZURRESCO FONDO

Le nere righe sull’azzurresco fondo
della piscina, sghembe e quelle dritte
sul registro di classe celestino
quanto le odiasti, fanciullo inconcludente
e omino destinato a attaccar briga
poi con qualunque genere di riga.


LEGGO UN LIBRETTO DELL’ADELPHI, UN MAGRO

Leggo un libretto dell’Adelphi, un magro
librino con un titolo fantastico
“La verità, vi prego, sull’amore”.
Lo leggo in treno, ritornando a sera
da due Consigli di Classe interminabili.
“La verità, vi prego, sull’amore”.
Se fossi qui con me a mancarmi, forse
sarebbe solo un bicchiere di vino
due fette di salame, un po’ di pane
un pezzo piccolino di formaggio.
“La verità, vi prego, sull’amore”.
Se fossi qui ti bacerei la bocca
credo, il sorriso che mi piace tanto.
Ti direi “è buio, sembra notte fonda
e sono solo le sette e venticinque”.
“La verità, vi prego, sull’amore”.
I miei vent’anni sono stati un cane
zoppo, bagnato, senza orientamento
ed a salvarmi è stata la paura.
“La verità, vi prego, sull’amore”.
E chi mi salva, adesso, che alle porte
della vecchiaia mi vado avvicinando
a petto nudo, senza quasi temere
le bastonate, il freddo, il dolore.
“La verità, vi prego, sull’amore”.



La silloge è inedita.



gianni.priano@gmail.com