FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 38
aprile/giugno 2015

Silenzio

 

PAROLE DI FRONTIERA
Autori latinoamericani in Italia

di Antonella Di Nobile



Il volume Parole di frontiera, Autori latinoamericani in Italia è una significativa antologia di opere prodotte da autori che vengono comunemente definiti come “scrittori migranti”, i quali, a seguito dell’esperienza migratoria, in questo specifico caso dall’America Latina all’Italia, hanno adottato la lingua italiana come strumento delle proprie creazioni letterarie. Il libro apre uno squarcio su un settore letterario molto vasto ma ancora inesplorato e difficilmente accessibile a quanti non sono cultori della materia; un ambito che, pur restando ancora oggi, a oltre vent’anni dalla propria nascita, ad un livello quasi sotterraneo, influenza e inesorabilmente modifica in profondità il panorama della letteratura italiana.

L’obiettivo della raccolta, come indica nell’introduzione la curatrice, “è presentare uno scenario letterario, di certo non più nuovo ma probabilmente ancora sconosciuto ai più, e dare risalto alla produzione degli scrittori latinoamericani in Italia”. Si tratta, dunque, di un ambito letterario ancora poco conosciuto ma considerevole e fecondo; così tanto da risultare talvolta dispersivo per chi non possiede le coordinate per orientarsi al suo interno.

Sembra essere questa l’intuizione di Maria Rossi che, con un’introduzione scrupolosa e dettagliata all’antologia, guida per mano il lettore facendogli percorrere le tappe fondamentali della letteratura migrante. A tal proposito traccia un excursus della scrittura della migrazione, sia in generale che nello specifico latinoamericano, e ancor più in particolare seguendo il suo sviluppo in Italia, definendone le rotte e gli spostamenti, prendendone in esame le varie fasi, con uno sguardo comprensivo di vari aspetti, dal mondo dell’editoria, alla posizione degli scrittori, ai destinatari della scrittura migrante e, ancora, al parere dei critici e degli studiosi.

Distinguendo la produzione migrante italiana in tre macro-settori, la curatrice passa in rassegna i primi due, ossia una letteratura iniziale di stampo documentaristico, totalmente incentrata sulla trasmissione dell’esperienza migratoria, un secondo settore, quello delle autrici post-coloniali afro-italiane, lontano dalla propensione alla testimonianza e fondato sulla questione identità/alterità, soffermandosi infine sul terzo settore, su cui si basa l’intera selezione delle opere, cioè quello di scrittori che, seguendo un proprio percorso artistico, totalmente svincolati dalla vocazione esclusivamente documentaristica, riescono a sfuggire ad un rigido incasellamento sotto una comune etichetta, sia per quanto concerne le tematiche affrontate che gli stili adoperati. Propone, dunque, testi di autori la cui importanza non risiede esclusivamente nella materia trattata, non necessariamente nei contenuti legati al tema della migrazione, bensì nella qualità letteraria delle opere realizzate.

La raccolta è strutturata in tre sezioni: della prima fanno parte i racconti degli argentini Adrián N. Bravi, Miguel Ángel García, Candelaria Romero, dell’uruguayano Milton Fernández, del brasiliano Julio Monteiro Martins e dell’ecuadoriana Silvia Campaña; la seconda è, invece, costituita dalle poesie della brasiliana Vera Lúcia de Oliveira, delle argentine Lidia Palazzolo e Adriana Langtry e dei cileni Mario Meléndez e Francisca Paz Rojas. La terza e ultima sezione, infine, è interamente dedicata al paraguayano Egidio Molinas Leiva, di cui si propone un racconto ancora inedito ma costitutivo dell’unico romanzo dell’autore pubblicato in italiano, ossia La notte del Yacaré.

Si è detto che i testi proposti in questa antologia sono molto differenti fra loro per stile e contenuti. Tuttavia, è possibile individuare delle linee comuni, sebbene non presenti simultaneamente, ai testi proposti. Le esperienze dell’esilio e della migrazione, la dialettica dittatura/libertà, la lontananza dal paese d’origine e il legame con la propria terra, il quale spesso si esplica nell’attaccamento ad una natura intesa come fortemente simbolica, ineluttabilmente si riversano nelle opere prodotte. È inevitabile, inoltre, che il substrato politico, sociale e culturale, sia del luogo d’origine che di quello di approdo, influenzi la produzione artistica o letteraria di un autore. I concetti di identità, alterità, appartenenza, rappresentano questioni decisamente poco trascurabili per gli autori migranti, e irrompono talvolta con violenza, altre volte placidamente, nella loro scrittura. Se tutti gli autori hanno, dunque, dei punti di contatto, ognuno si esprime con uno stile molto personale, scegliendo la forma che più gli si confà e che meglio si presta alla trasmissione del proprio messaggio, piegando la lingua italiana a esigenze differenti, la quale si trasforma, in definitiva, in uno strumento con cui sperimentare la perdita e la conseguente conquista di una voce e di un linguaggio, divenendo lo strumento unico e solo per l’appropriazione di uno spazio letterario e fisico, di un’identità, in alcuni casi sdoppiata, ma sempre plurima e mestiza, mettendo in crisi ogni nozione esistente di frontiera letteraria e geografica.


Parole di frontiera, Autori latinoamericani in Italia, a cura di Maria Rossi, 2014, Edizioni Arcoiris, Salerno, 216 pagine, euro 12.


antonelladinobile@gmail.com