FILI D'AQUILONE |
Numero 33 Perdóno? |
Il film ha come scenario la violenta espansione degli europei in Sudamerica e inizia nella foresta pluviale che circonda le cascate dell’Iguazú, al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay dove alcuni coraggiosi gesuiti – siamo nel 1750 – provano a trasmettere la loro fede alle tribù di Indios Guaranì, che lì vivono da secoli. Padre Gabriel (Jeremy Irons) è il primo missionario che è riuscito nell’impresa di organizzare una piccola comunità insieme ad altri religiosi (la missione del titolo). Qui gli indios vengono istruiti non solo ai valori religiosi ma anche all’agricoltura, al dialogo con i missionari, oltre a essere protetti dai trafficanti di schiavi, un’attività che, sebbene vietata, prolifera per via di uomini senza scrupoli. Uno di questi mercanti di schiavi, il capitano Rodrigo Mendoza (Robert De Niro), decide, dopo una sciagura familiare, di dare una svolta alla propria vita e raggiunge la comunità di Padre Gabriel, dove viene accolto e perdonato.
Superfluo sottolineare le interpretazione di Irons e De Niro, sempre sublimi nei loro ruoli ma in questa occasione la musica, il paesaggio sudamericano e l’intensità profusa nella recitazione sono uno dei punti di forza di questo lungometraggio che prosegue con il racconto storico dell’epoca arrivando fino al 1756, quando si scatena la Guerra dei Sette Anni (1756-1763) per il controllo delle colonie in America e in India.
La ragione di Stato ha vinto: i Guaranì vengono massacrati e i superstiti fatti schiavi. Resterà, forse, nelle menti e negli occhi dei pochi ragazzi dispersi nella vastità dei luoghi, il ricordo della missione, di quel “sacro esperimento” iniziato sotto il segno del Vangelo e che aveva portato, assieme alla fede, la cultura e la gioia.
Sono passati quasi trent’anni dall’uscita di Mission e forse questo è un buon momento per rammentarlo, spolverando una cassetta da trasformare in dvd, altrimenti sarà difficile poterlo rivedere. O forse basterebbe riascoltare la colonna sonora di Morricone per evocare le scene decisive e rivivere le emozioni suscitate dal film: allentare la tensione e per qualche minuto scollegarsi dalla realtà.
Mission, di Roland Joffé
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