Avete mai osservato le persone che si muovono nei corridoi delle metropolitane? Vengono, vanno, corrono, portano pacchi, trasportano valige, trascinano i bambini. Vite che si incrociano all’interno di una geometria sotterranea fatta di spazi vuoti animati solo dal passaggio di microstorie che compongono un affresco.
È il ritmo cui ognuno è sottoposto nelle città grandi e medie dove le distanze necessitano di spostamenti veloci per il lavoro, per la scuola, per raggiungere altri luoghi.
  
 
 
 
Alla sequenza di persone che sole, o in gruppo, si muovono all’interno di quelli che Marc Augé ha definito Non Luoghi, si aggiunge un uomo con il cane al guinzaglio, che guarda altrove... forse verso quel momento di tranquillità che sembra affiorare dall’immagine del ragazzo disteso su un prato e lontano dalle ansie del quotidiano.
Qualche volta proviamo a cercare... il nostro prato.
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