FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 23
luglio/settembre 2011

Vulcani

 

RAYMOND FARINA: IL PRINCIPIO DI LEGGEREZZA

di Viviane Ciampi



È un orizzonte compatto e luminoso quello che anima la poesia di Raymond Farina, poeta filosofico dell’Isola della Réunion ma appartenente, per l’inafferrabile gioco delle circostanze a differenti culture (francese, algerina, marocchina, maltese, italiana, spagnola).
Immerso nella «gravità del reale» sente come necessario, vitale, difendere il principio di leggerezza, ragion per cui lascia spazio a tutto ciò che è aereo, fuggente, fragile, insignificante: polveri, ombrelle, schiume, farfalle, uccelli, nubi, pollini, pistilli e ultimi ma non ultimi angeli e fantasmi «[…] qui la notte soffoca / infestata / dalle tracce di feline angosce / che i soli non cancellano». «Ma la leggerezza», precisa il poeta, «non va mai confusa con la frivolezza».

Ci porta all’ascolto di sonori presagi, a tracce di misteriosi solfeggi come lunghe variazioni sul tema della vita così preziosa, così effimera («oh, melodia appena udibile») fino a ineffabili fruscii d’ali di farfalla. Ma salta agli occhi l’amore evidente per la parola, già passione d’infanzia, ascoltata da «quel piccolo popolo che parlava arlecchino». Forse ci indica i molteplici vernacoli del popolo algerino? O del popolo marocchino? O la lingua fatta d’altre lingue della vecchia balia maltese? O quella più sofisticata di Maria Desdemona d’Istria (la nonna) o la lingua bretone della madre? Un’opera, quella di Raymond Farina permeata dalle meraviglie del creato. Davanti a quest’ultime appare spesso in estasi oppure attonito, perplesso, esitante. Tutto, però, va ben al di là del semplice dato impressionistico e porta il lettore a riflettere sulla dimensione esistenziale, sul sacro, e ciò avviene con un canto, talvolta un grido singolare e acuto. L’autore elude la frontiera antropologica tra gli umani e gli animali, complice anche l’infanzia, la memoria dell’infanzia col suo candore, la sua innocente crudeltà, il senso della perdita. «Sorprende la tua arte di creare / l’evento più leggero» scrive Raymond Farina rivolgendosi a uno dei tanti uccelli che rigano i suoi cieli, ma risulta evidente il messaggio al poeta «complice dell’inessenziale». L’intera opera resta in mirabile equilibrio tra slancio lirico e frammento, sempre ricca eppure mai incline all’enfasi barocca. Sono rari i poeti che hanno saputo dall’inizio restare fedeli alla loro pensiero. Raymond Farina fa parte di questi.




POESIE DI RAYMOND FARINA


*

Dans ta blanche amnésie
les nuages dociles
t’ont pris pour leur berger
vieux fantôme égaré
tout étonné d’entendre
le dialecte exotique
qui dut être le tien

résonner sur ta voix
pour insulter le bouc lubrique
pour appeler le vieux cheval
rappeler dans ton nulle part

que prince est l’enfant conduisant
d’une main sûre & souple
le bleu char à bancs déglingué
sauvé des décharges célestes
-& les siècles derrière
sont poussières-

que son royaume est bien
cette rumeur d’épis
au-dessus des herbes soumises
l’haleine de luzernes lasses
des verts violents qui enverveinent

cette aube
qu’ébrèche
le dernier coq
ce feu nocturne
qui lèche encore l’air
puis réticent accepte
son destin de fumée


*

Nella tua bianca amnesia
le docili nuvole
ti hanno scambiato per il loro pastore
vecchio fantasma smarrito
meravigliato di sentire
il dialetto esotico
che forse fu il tuo

risuonare sulla tua voce
per insultare il lubrico caprone
per chiamare il vecchio cavallo
ricordare nel tuo nessun luogo

che principe è il bambino che conduce
con mano sicura & sciolta
l’azzurro calesse sgangherato
salvato dalle discariche celesti
– & i secoli addietro
sono polvere –

che il suo regno è proprio
questo rumore di spighe
al di sopra dell’erbe sottomesse
il fiato delle stanche erbe mediche
dei verdi violenti che inverbenano

quest’alba
dall’ultimo gallo
scalfita
quel fuoco notturno
che lecca ancora l’aria
poi reticente accetta
il suo destino di fumo


*

Ne va pas changer de pays
Ne va pas changer de planète
Déroute l'Ange de la Mort
en changeant de nom simplement

Ou pour cesser enfin
d'être l'ombre d'un nom
fais de ton âme sable
trace de tes syllabes

& laisse s'envoler
loin de ces maisons graves
tes prénoms officiels
& ton prénom secret

Mais ne plains pas celui
qui s'énerve à ta porte
toi qui n'es maintenant

qu'anonyme moineau
semblable en gris
à tes semblables

simple comme en son ciel
le dieu sans attributs
qui souffle ses soleils


*

Non stare a cambiare paese
Non stare a cambiare pianeta
Distogli l’Angelo della Morte
cambiando nome semplicemente

O per infine cessare
d’essere l’ombra d’un nome
fai sabbia della tua anima
traccia delle tue sillabe

& lascia librarsi
lontano da queste cupe case
i tuoi cognomi ufficiali
& il tuo celato cognome

Ma non compiangere colui
che davanti alla tua porta scalpita
tu che ora non sei

che anonimo passerotto
in grigio simile
ai tuoi simili

semplice come nel suo cielo
il dio senza attributi
che alita i suoi soli


*

Si ton lieu de naissance
n'est qu'un lieu où l'on meurt
Si tu n'as plus le temps
d'aller renaître ailleurs
laisse ta nostalgie
en Nostalgie s'éteindre

Il ne te restera
de pays que ton âme
-son propre labyrinthe-

& pour la parcourir
l'âme & deux ou trois noms
d'un vieux mythe obsédant
avec quoi tâtonner
à travers le réseau
des symboles éteints

pour supposer enfin
l'infime grain de vie
l'implicite destin
qui a conçu la spire
avant de la tracer


*

Se il tuo luogo di nascita
non è che un luogo dove si muore
Se non hai più il tempo
di andare a rinascere altrove
lascia la tua nostalgia
in Nostalgia spegnersi

Non ti resterà
di paese che la tua anima
– il suo stesso labirinto –

& per percorrerla
l’anima & due o tre nomi
d’un vecchio mito ossessivo
con cui a tastoni andare
attraverso la rete
dei simboli spenti

per infine supporre
l’infimo seme di vita
l’implicito destino
che ha concepito la spira
prima di tracciarla


*

Il serait temps peut-être
d'interrompre la Création
car le thé ne peut pas attendre

Tant pis si baillent les chaussures
du dieu gribouillant sa Genèse
-entre chronique & feuilleton-
dont il est tous les personnages

Tant pis s'il arrive en retard
à l'enterrement de son père
s'il arrive en avance au sien
-de toute façon c'est le même-
si d'orage en béatitude
& de tristesse en euphorie
il essaime ses pseudonymes

s'il perd au fond du Labyrinthe
le fil d'un autre labyrinthe
en cet instant crucial où tout
devient profils esquisses
ou musiques lointaines

s'il déambule incognito
parmi ses créatures lasses
même pas étonnées
même pas amusées
même pas attendries
lorsque l'Absolu en personne
tape en riant sur leur épaule
pour leur annoncer son retour

Oui tant pis s'il consent
-passion lucide & délicate-
à se faire complice à la fin
de ce qui lentement détisse
la trame de sa toile
en cette insensée gestuelle
cette parodie sporadique
de plus en plus imprévisible

-variations vers l'Insaisissable
que le Chaos innocemment
improvise avec lui
palimpseste vivant
singe de Dieu
songe de soi-


*

Sarebbe forse l’ora
d’interrompere la Creazione
poiché il tè non può attendere

Pazienza se slabbrate sono le scarpe
del dio che scarabocchia la sua Genesi
– tra cronaca & sceneggiato –
di cui è tutti i personaggi

Pazienza se arriva in ritardo
al funerale di suo padre
se arriva in anticipo al suo
– comunque è lo stesso –
Se di burrasca in beatitudine
& di tristezza in euforia
dissemina i suoi pseudonimi

Se perde in fondo al labirinto
il filo d’un altro labirinto
in questo istante cruciale dove tutto
diventa profili abbozzi
o musiche lontane

Se deambula in incognito
tra le sue stanche creature
neppure meravigliate
neppure divertite
neppure intenerite
quando l’Assoluto in persona
ridendo batte loro sulla spalla
per annunziare il suo ritorno

Sì pazienza se consente
passione lucida & delicata
a farsi complice alla fine
di ciò che lentamente disfa
la trama della sua tela
in questa insensata gestualità
questa parodia sporadica
sempre più imprevedibile

– variazioni verso l’Inafferrabile
che il Caos innocentemente
improvvisa con lui
vivo palinsesto
scimmia di Dio
sogno di sé –


*

Ces parcelles de monde
ce délire tangible
ces troublantes énigmes
bruissant au fond des choses
tous ces petits hasards
cruels ou bienveillants
entrent dans tes desseins
& deviennent ton monde

Effacé sous ton front
l'Enfer qui ne serait
que ce frêle phantasme
d'une vie que l'on passe
à se rêver de sable
à croire que tout passe
que tout est dérisoire

& tu deviens celui
qui sait que tout devient
qui sait qu'est seulement
ce qui toujours revient
que ne sera jamais
expulsé de la Roue
celui qui sait cela

Celui dont tout procède :
le devenir des feuilles
des brindilles des presque
le pouls sensible à peine
de tout ce qui respire
dans l'étonnement d'être
& l'appel des possibles
qui malgré tout s'obstinent
entre abîme & lumière
entre absence & tendresse
l'espoir avant la mort
d'un oui d'avant la vie

Léger & spontané
ce qui fut imposé
ce qui d'hier te pèse
& qu'il fasse neige ou soleil
c'est chaque fois selon ton vœu

Tu as au bout des doigts l'aurore
& tout commence à leur contact
De chacun de tes mots
de chacun de tes gestes
tu sors plus jeune qu'un désert
surpris par ton dernier visage
dans l'instant percutant
où tu n'as plus qu'étoile en tête
que fraîcheur en mémoire

Possible que demain t'élève
tout ce qui t'avait avili
Possible que deviennent
ferment de force ta faiblesse
ferment de beauté ta démence
& la mort occasion de naître


*

Queste briciole di mondo
questo delirio tangibile
questi conturbanti enigmi
che frusciano in fondo alle cose
tutte queste piccole combinazioni
crudeli o benevoli
entrano nei tuoi intenti
& diventano il tuo mondo

Cancellato sotto la tua fronte
l’Inferno che sarebbe soltanto
questo fragile fantasma
d’una vita che si passa
a sognarsi di sabbia
a credere che tutto passa
che tutto è derisorio

& tu divieni colui
che sa che tutto diviene
che sa ch’è solamente
ciò che sempre riviene
che non sarà mai
espulso dalla Ruota
colui che sa questo

Colui da cui tutto deriva:
il divenire delle foglie
i ramoscelli dei quasi
il polso appena sensibile
di tutto ciò che respira
nella meraviglia d’essere
& il richiamo dei possibili
che nonostante tutto si ostinano
tra abisso & luce
tra assenza & tenerezza
la speranza prima della morte
d’un di prima della vita

Lieve & spontaneo
ciò che fu imposto
ciò che d’ieri ti pesa
& che vi sia neve o sole
è ogni volta secondo il tuo volere

Hai l’aurora sulla punta delle dita
& tutto comincia al loro contatto
Da ciascuna delle tue parole
da ciascuno dei tuoi gesti
esci più giovane di un deserto
sorpreso dal tuo ultimo volto
nel rimbalzo dell’istante
dove in testa non hai più che stella
che freschezza in memoria

Possibile che domani t’innalzi
tutto ciò che ti aveva avvilito
Possibile che diventi
fermento di forza la tua debolezza
fermento di bellezza la tua demenza
& la morte occasione di nascere


*

Sur le point d’être encore
fasciné par ses propres yeux
& leurré par sa propre voix
mimant déjà ses propres gestes
son dernier personnage
commence à s’épuiser
son dernier pseudonyme
finit par s’effacer

Demeurant maintenant
dissonance absolue
cette rhapsodie orpheline
sans rime & sans raison
une simple façon d’écrire
-si semblable à son pas-

& distant de son moi
-de ses images vaines-
quelqu’un qui laisse sur la scène
les masques de son masque

& qui s’en va mêler
aux lettres du Chaos
les lettres de son nom
pour en faire un poème


*

Sul punto d’essere ancora
affascinato dai suoi stessi occhi
& ingannato dalla sua stessa voce
mimando già i suoi stessi gesti
il suo ultimo personaggio
comincia a stancarsi
il suo ultimo pseudonimo
finisce col cancellarsi

Restando adesso
assoluta dissonanza
questa rapsodia orfana
senza rima & senza ragione
un semplice modo di scrivere
– così simile al suo passo –

& distante dal suo io
– dalle sue vane immagini –
qualcuno che lascia sulla scena
le maschere della sua maschera

& va mischiando
le lettere del Caos
con quelle del suo nome
per farne una poesia

da Éclats de vivre, Éd. Dumerchez, Paris, 2006


*

Terrible était le sortilège
terrible aussi l’incantation
cet infime destin
sur la voix de l’enfant
qui te poussait
msissi *
vers son piège

& ton nom sifflait sur ses lèvres
& ton nom soufflait sur ton âme
plume docile dans la main

du petit chasseur
insensible
quand il t’entendait murmurer

« Vous avez blessé le bruant
vous avez tué l’hirondelle
Voilà pourquoi leurs sœurs nous fuient
pourquoi la colombe est en deuil
Ne versez plus jamais leur sang
Ne versez plus leur sang »

* En arabe dialectal du Maroc, nom de la bergeronnette printanière, de couleur jaune. Ce nom ouvrait l’incantation magique que les enfants-chasseurs répétaient en même temps qu’un geste lent des deux mains, tandis qu’ils avançaient pour pousser l’oiseau vers le piège.



Cutrettola gialla, di Ivo Vassallo


*

Tremendo era il sortilegio
tremendo anche l’incantesimo
quest’infima sorte
sulla voce del bimbo
che ti spingeva
msissi *
verso la tua trappola

& il tuo nome fischiava sulle sue labbra
& il tuo nome soffiava sulla tua anima
piuma docile nella mano

del piccolo cacciatore
insensibile
quando ti ascoltava mormorare

«Avete ferito lo zigolo
avete ferito la rondine
Ecco perché le loro sorelle ci evitano
perché la colomba è in lutto
Non versate mai più il loro sangue
Non versate più il loro sangue»

* In arabo dialettale del Marocco, nome della cutrettola gialla. Questo nome era l’inizio dell’incantesimo che i bambini cacciatori ripetevano insieme a un gesto lento delle mani, mentre spingevano l’uccello verso la trappola.


*

Je me souviens de cette fable
dans un fragment de Kierkegaard
lu à l’âge des amourettes
C’est l’histoire d’une oie sauvage
qui prend en pitié quelques unes
de ses consœurs domestiquées
Dans l’espoir de les entraîner
dans la prochaine migration
elle fait l’éloge du ciel
leur donne des leçons de vol
Les autres la trouvent d’abord
originale & distrayante
-cet exotique volatile
met du bleu dans leur existence-
Mais à la fin elles se lassent
Ces bourgeoises très terre-à-terre
lui clouent le bec & la maltraitent
& la traitent d’illuminée
la prient d’aller rêver ailleurs
Le malheur c’est que l’oie sauvage
à force de les fréquenter
est devenue semblable à elles
Finie l’escale buissonnière
Impossible de décoller


*

Rammento quella fiaba
in un frammento di Kierkegaard
letto all’età delle prime cotte
È la storia di un’oca selvatica
che ha compassione di certe
sue consorelle addomesticate
Nella speranza di trascinarle
nella prossima migrazione
elogia il cielo
dà loro lezioni di volo
Le altre la giudicano prima
originale & divertente
– quell’esotico volatile
immette azzurro nella loro esistenza –
Ma alla fine si stancano
Queste borghesi molto pratiche
le chiudono il becco & la malmenano
& la chiamano visionaria
le chiedono di sognare altrove
il guaio è che l’oca selvatica
a forza di frequentarle
è diventata uguale a loro
Alla fine dello scalo bigiato
Impossibile decollare


*

A qui ne connaît pas l’oiseau
-c’est du tisserin qu’il s’agit-
je demande d’imaginer
trois cents crincrins crissant sans cesse
une sorte de gazouillis
que strient
de temps en temps
des « tsssp »

Si la colonie musicienne
ne suspend jamais son vacarme
en revanche elle sait suspendre
à la moindre broutille de l’arbre
ses nids : ces boules qu’elle tisse
brimbalant comme des lanternes
quand leurs habitants vont & viennent

On joue à la balançoire
on joue peut-être aussi sa vie
qui ne tient vraiment qu’à un fil
qu’au caprice d’un alizé
qui peut se changer en cyclone

On fait palabres & batailles
on fait querelles et travaux
on a d’affectueux colloques
après des scènes de ménage
On vole on voltige on convole
on existe entre zist & zest

On gicle jaune météore
d'une époustouflante pagaïe
on fait sur l’azur des glissades
on picote à droite & à gauche
on picore à gauche & à droite
On défibre en trois coups de bec

une palme : on a sa bannière
que l’on hisse jusqu’aux nuages
On prend d’assaut son propre nid
On fait du tricot sur l’abîme
dans une insouciance absolue
On s’éteint avec le soleil


*

A chi non conosce l’uccello
– trattasi del tessitore –
chiedo d’immaginare
trecento crin-crin che di continuo scricchiolano
in una sorta di cinguettii
striati
di tanto in tanto
dagli «tsssp»

Se la colonia musicista
mai sospende il suo chiasso
in compenso sa sospendere
alla minima pagliuzza dell’albero
i suoi nidi: quei gomitoli che tesse
come ciondolanti lanterne
quando i loro abitanti vanno & vengono

Si gioca all’altalena
si gioca forse anche la vita
davvero appesa solo a un filo
o a un capriccio d’aliseo
che in ciclone può mutarsi

Si fanno chiacchiere e battaglie
si fanno bisticci & faccende
si discute con affetto
dopo scenate matrimoniali
Si vola si volteggia si convola
si esiste tra lusco & brusco

Si schizza gialla meteora
d’una strabiliante baldoria
si fa scivolo sull’azzurro
si pizzica a destra & a sinistra
si pilucca a sinistra & a destra
si sfilaccia in tre beccate

Una palma: ecco pronto il gonfalone
nelle nubi innalzato
Si assalta il proprio nido
Si sferruzza sull’abisso
in assoluta leggerezza
Ci si spegne con il sole

da Une colombe une autre, Éd. des Vanneaux, Montreuil sur Brèche, 2007



Traduzione dal francese di Viviane Ciampi




RAYMOND FARINA
è nato ad Algeri nel 1940. Ha vissuto in Algeria, in Marocco, in Francia e in Repubblica Centroafricana. Risiede dal 1990 a Saint-Denis de la Réunion (Isola della Réunion). Laurea in filosofia all’Università di Nancy. I suoi versi sono stati tradotti in inglese, tedesco, spagnolo, italiano, portoghese e rumeno e pubblicati in riviste di Germania, Inghilterra, Belgio, Canada, Spagna, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Svizzera, USA. Per l’Italia è stato pubblicato in: “Caffè Michelangiolo” (Firenze, 2000, 2004, 2007), “Hebenon” (Torino, 1999), “Hyria” (Napoli, 1998), “Il Foglio Clandestino” (Milano, 1996 e 2001), “Il Foglio Volante” (1997), “L'immaginazione” (Lecce, 1999), “Il Maiakovskij” (Varese, 1997), “L’area di Broca” (Firenze, 1998-1999), “L'Ortica” (Forlì, 1999, 2000), “Le Voci della Luna” (Bologna, 2000), “Lo Specchio” (Torino, 1998), “Pagine” (Roma, 1997, 2001, 2007) , “Semicerchio” (Firenze, 2003), “Tratti” (Faenza, 2000).


OPERE POETICHE

  • Mais, A.V.E.C, Draguignan, 1979.
  • La prison du ciel, Editions Rougerie, Mortemart, 1980.
  • Le rêve de Gramsci, Editions J.M. Laffont, Lyon, 1981 (pubblicato con il contributo del Centre National des Lettres).
  • Les lettres de l'origine, Collection “La petite sirène”, Editions Temps Actuels, Paris, 1981 (pubblicato con il contributo del Centre National des Lettres).
  • Archives du sable, Editions Rougerie, Mortemart, 1982.
  • Bref, Editions Les Cahiers du Confluent, Montereau, 1983 (pubblicato con il contributo del CNL).
  • Fragments d'Ithaque, Editions Rougerie, Mortemart, 1984 (pubblicato con il contributo del CNL).
  • Pays, Editions Folle Avoine, Le Housset, 1984 (pubblicato con il contributo del CNL).
  • Virgilianes, Editions Rougerie, Mortemart, 1986.
  • Anecdotes, Editions Rougerie, Mortemart, 1988, (con il contributo del Centre National des Lettres).
  • Epitola posthumus, Editions Rougerie, Mortemart, 1990 (Prix “Thyde Monnier” conferitogli dalla Société des Gens de Lettres de France nel maggio 1991).
  • Anachronique, Editions Rougerie, Mortemart, 1991 (con il contributo del Centre National des Lettres).
  • Sambela, Editions Rougerie, Mortemart, 1993.
  • Ces liens si fragiles, Editions Rougerie, Mortemart, 1995 (avec le concours du Centre National des Lettres).
  • Exercices, Editions “L'Arbre à Paroles”, Amay (Belgique), 2000 (pubblicato con il contributo del Centre National du Livre).
  • Italiques (Edition bilingue), traduzione di Emilio Coco, I “Quaderni della Valle”, San Marco in Lamis (Italia), 2003.
  • Fantaisies, Editions “L’Arbre à Paroles”, Amay (Belgio), 2005.
  • Une colombe une autre, Editions des Vanneaux, 2006 (pubblicato con il contributo del CNL, del Ministère de l’Outre-Mer et del Conseil Général de l’Oise).
  • Eclats de vivre, Editions Bernard Dumerchez, 2006 (pubblicato con il contributo del CNL).

TRADUZIONI

di poeti americani, spagnoli, italiani e portoghesi pubblicati in particolare nelle riviste Arpa, Diérèse, Europe, La RBL, La Barbacane, Le Journal des Poètes, Po&sie, Testo a Fronte, Poetry Ireland Review:
Sophia de Mello Breyner Andresen, Antonella Anedda, Vincenzo Anania, Davide Argnani, Louis Armand, Maria Victoria Atencia, Mariella Bettarini, Peter Boyle, Fiama Hasse Pais Brandao, Casimiro de Brito, Ciaran Carson, Analisa Cima, Emilio Coco, Luis Alberto de Cuenca, E.E. Cummings, Susanne Dubroff, Gianni d'Elia, Flavio Ermini, Richard Foerster, Louise Glück, Kevin Hart, Richard Howard, Margherita Guidacci, Clara Janés, Nuno Judice, Galway Kinnell, Vivian Lamarque, Rosa Lentini, Denise Levertov, Heather McHugh, Valerio Magrelli, Derek Mahon, Roberto Marchi, Piera Mattei, William Stanley Merwin, Ana Maria Navales, Carlos Nejar, Alexandre O'Neill, Antonio Osorio, Alfredo de Palchi, Linda Pastan, Ezra Pound, Antonio José Queiros, Giovanni Raboni, Tiziano Rossi, Theodor Roethke, Jerome Rothenberg, Vittorio Sereni, Jaime Siles, Wallace Stevens, Osias Stutman, Joë Wenderoth, Bruno Zambianchi, Andrea Zanzotto.


viviane.c@alice.it