FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 16
ottobre/dicembre 2009

Isole

 

GLI ANGOLI DELLA TERRA
Sull'ultimo libro di poesia di Germana Duca Ruggeri

di Alessio Brandolini



Gli angoli della terra è il titolo del nuovo libro di Germana Duca Ruggeri che, nata ad Ancona, da tempo vive a Urbino. Di lei avevo apprezzato il libro di racconti Tessere (Manni, 2004), per l’eleganza dello stile e la profonda e partecipe curiosità dello sguardo, caratteristiche agevolmente rintracciabili in questa raccolta poetica costruita su due ampie sezioni, due blocchi, che si fronteggiano, si contrappongono in un dialogo tanto pacato quando coinvolgente: “Materiali” e “Immateriali”.
Decisamente molto bella la prima parte, più lirica e densa della seconda, che passa attraverso splendide poesie (tutte rigorosamente senza titolo) assemblando “materiali” della vita riflessi però nel Tempo (precisa l’osservazione di Sandro Montalto nella prefazione al libro, lì dove sottolinea che il tempo è “la coordinata più importante nello svolgersi, letterario ma anche psichico ed emozionale, della poesia di Germana Duca Ruggeri”).

Leggendo la seconda parte si ha l’impressione che essa raccolga “materiali” ancora non ben definiti, da catalogare, da sistemare, riflessioni e immagini allo stato embrionale raccolte negli angoli della terra, cronache di vita o di sogni, che solo il tempo (forse) potrà rielaborare, chiarire; che poi - a ben vedere - è anche un modo per accedere al laboratorio poetico dell’artista, nelle sue emozioni che si trasformano, si evolvono giorno dopo giorno e facendosi inconsapevolmente poesia, costruiscono una visione, innalzano ponti, tracciano percorsi e delineano una compattezza poetica costruita su piccoli tasselli. E qui torna il tema delle “tessere” (come schede, immagini, tasselli, appunto, cronache - e Tessere s’intitola il libro di racconti) che formano le nostre giornate, gli anni, la nostra vita.

Forse per questo, poi, nella prima parte de Gli angoli della terra tutto è così fluido e i “materiali” raccolti e poi elaborati sono luminosi, rifiniti e ricorrente è l’immagine di un lago, che certo sarà concreto e reale, ma che qui si fa metafora dello specchio che riflette e insieme deforma e, a volte, crea illusioni: quello che si vede è solo la superficie, al di là c’è dell’altro, come in fondo a un lago può esserci un relitto con i suoi morti o, al contrario, con i suoi tesori. Allora si prova a spingere le radici nella propria carne (padre, figli, nipoti e compagno di vita), a ricollegarsi a se stessa, alla madre, alle origini della nascita: l’ultima poesia della prima parte si ricollega al testo iniziale, in un cerchio perfetto, in un passaggio generazionale che per sfondo ha il solito lago: un circolo, uno scorrere di vita che lambisce tutti gli angoli della Terra e si richiude abbracciando gli altri (significativo l’uso persistente e percussivo del “noi”), i vivi e i morti, i luoghi amati (Ancona, Urbino...).

Gli angoli della terra è un libro di poesia che si torna a rileggere volentieri per la sua tenera (e terrestre) bellezza, aggrovigliata ai nostri giorni, al bene e al buono della vita ma anche alle indifferenze, “agli sguardi che si ignorano”, alle guerre e ai conflitti dei nostri tempi (non a caso l’unica dedica presente nel libro è a Paolo Volponi, così attento alle dinamiche e alle distorsioni sociali), a una “realtà senza sosta” vissuta con coraggio e gratitudine, con umana partecipazione. In un continuo vagabondare per paesaggi e passaggi, tunnel e cunicoli dove si apprende dal vivo, percorrendola a piedi nudi, “la fragilità della terra”.




POESIE DI GERMANA DUCA RUGGERI
da Gli angoli della terra (Joker, 2009)



*

Noi assegnati gli uni agli altri
o soli sensibili alla nota
che ancora indugia sul salice
piegato ad arpa fra sguardi
che si ignorano mescoliamo
materiali da vivere accordando
l’onore reclamato dalla natura
all’onda che lega cielo e mare
bocche vere di bellezza in ascolto.


*

C’era come un riso
in quelle corse intorno al lago
e fra le labbra a primavera
fischietti di foglie di canna.
Si udiva fragore di rane
guizzavano carpe lucenti
e noi non sapevamo se parlare o tacere.
Confuse ondeggiavano le nostre tre vite
sullo specchio rotondo dell’acqua.


*

Ringraziamo di sostare qui
nulla essendo crollato
sopra le nostre teste
restando ferma al suo posto
ciascuna loggia fra i torricini.

Ancora possiamo salirvi
e guardare da lassù
lembi di terra immuni
dalla distruzione
respirare a pieni polmoni
pensare di respingere
nei vecchi secoli
qualsiasi iniquità.


*

La poesia non è una pianta esotica
non cresce sulle nuvole ha radici
sulla terra calpestata nell’infanzia
e su quella passata a guado
nell’età matura. È verità a pezzi
vita ansiosa di ricomporsi
quasi fosse fiore o farfalla
che oltre la sua stagione non dura.


*

Noi alberi rovesciati
trapiantati al suolo
simili i capelli a celesti
radici. Noi fogliame

linfe e fibre aggrovigliate
rami accatastati tronchi
snodati. In fondo ingrati
ignari e mai sazi d’infinito.


*

Frontiere alibi a volte
a volte illusioni
realtà senza sosta,
smentite e riaffermate
né sbarramenti né passaggi.

Permessi divieti esclusioni
necessità e pericolo del varco
ricongiungimenti
luoghi dove qualcosa va meglio
se uno va incontro all’altro.


Germana Duca Ruggeri, Gli angoli della terra (Joker, Novi Ligure, 2009, pagg. 80, euro 11)




GERMANA DUCA RUGGERI
è nata ad Ancona nel 1950, ma da tempo vive a Urbino, dove ha compiuto gli studi universitari laureandosi in Materie Letterarie e in Sociologia. Si è a lungo dedicata all’insegnamento conciliando le esigenze professionali e creative con le responsabilità della vita familiare.
Ha esordito nel 1998 col racconto lungo Mutatis mutandis, edito nel volume del Premio Gianni Brera, Il sole e le nebbie (Pindaro). Nel 2004 ha pubblicato il libro di racconti Tessere (Manni).
Collabora con diverse riviste letterarie. Ha scritto su Dolores Prato, Paolo Volponi, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Cristina Campo, Carlo Bo.

Ha pubblicato le raccolte poetiche:

  • 2009   Gli angoli della terra (Joker)
  • 2002   Ex ore (Marsilio)
  • 1999   distanzainstanza (Arti Grafiche della Torre)

(foto di Flavio Ruggeri)


alexbrando@libero.it