FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 13
gennaio/marzo 2009

Nutrimenti

LA CARNE QUANDO È SOLA

di Vera Lúcia de Oliveira



Sorelle, a voi non dispiace
ch’io segua anche stasera
la vostra via? (…)
Solo ascoltando le vostre anime andare -
solo rubando
con gli occhi fissi
l’anima delle cose

Antonia Pozzi


    *
quanto era bello il mare azzurro d’estate il vento
fra i corridoi il bianco nelle case illuminate dal sole
poi ho visto le cose sformarsi e mettersi a soffrire
come se si fossero pentite della loro felicità


    *
se era perché tutto si disperdesse fra le cose
le parole dure gli occhi di odio se era perché
l’amore fosse un muro e la casa una prigione
mi avresti dovuto avvertire mi avresti dovuto
dire che l’amore non poteva bastare


    *
quando ero piccolo portavo dentro di me
un’anima che non è cresciuta con il corpo
è rimasta bambina le persone non lo potevano
sapere mi dicevano ora che sei diventato grande
ma l’anima aveva paura di tutto e tutto era
pronto a ferirla là dove non avrei mai potuto dire


    *
sai dire se anche di là c’è vita?
se anche di là bisogna nascere e morire
lottare per il pane faticare per l’amore
logorarsi per non perdersi? io qui
mi sono stancato se parto qualcuno
mi deve pur garantire che non
dovrò ricominciare daccapo


    *
a far sorridere un bambino ci vuole poco
vorrei vedere se ci riesci con un vecchio
abbiamo dentro il dolore di non poter
più essere amati
non vedi come guardiamo i giovani
che sprecano la loro bellezza
tutta si perde e se ne va senza che
noi o loro ne abbiamo fatto
sufficiente provvista


    *
non aveva vissuto abbastanza?
ora basta voleva morire nessuno
dovrebbe attendere tanto la morte
nessuno dovrebbe contare i minuti
fra fitte più fonde che strappano
alla vita decente che differenza
c’era fra lui e il letto se non
che lui sentiva il dolore?


    *
cosa si sa del dolore? è l’energia del mondo
il cardine dell’universo tutto si muove macinando sgretolando
la ruggine è il dolore delle cose la polvere è il dolore della terra
mi sai dire che cosa si muove senza causare la benché minima
lacerazione contrazione ferita rattoppo rappezzo pietoso?


    *
questi passeri passeggiano fra i morti
sono le note della loro musica
saltano alla ricerca del chicco caduto
da qualche mazzetto di fiori se anche lì
trovano l’alimento perché non dovrebbero
cantare un inno a chi dà loro da mangiare?


    *
poi chiameremo le rondini queste rondini
che non decifrano più i segnali del vento
pensano che vivranno in eterno sui tetti
a fabbricare il volo delle uova dischiuse
pensano che ormai sono scampate a partenze
le chiameremo e verranno con noi
ad aspettare i giorni di buio in cui
si entra dentro la morte ancora vivi
ma con degli accorgimenti dei segni
di riconoscimento nelle mani così
poi da non perdersi impareremo
dalle rondini chissà come faranno a
non perdersi anche quelle rimaste
sanno quando non vale più la pena
di fare le valigie


    *
i giovani non hanno il senso del dolore
si figurano i vecchi come vogliono
un po’ teneri pietosi in attesa
delle ore migliori in cui l’accumulo
dell’oro lascia un grande tesoro
ma lei che era vecchia non ci vedeva nulla
oltre quel sordo morire sempre più velocemente
come avrebbe potuto dire a loro che lei dentro
sentiva il lacerare della carne che non voleva
più collaborare con le ossa per sostenere la vita?


    *
liscia carne
carne di occhi
carne di foglie
vive
carte di mani fragili
carne di carta
carne di segno
carne di sogno che dico (non dico)
quasi uscisse l'anima
dal dito


    *
neanche a pensarci diceva
bisogna mandare giù masticare
e lei a mordere quel pane a ingoiarlo
con un po’ d’acqua o di nascosto
a buttare qualcosa al gatto l’unico
ad avere pietà, se il cibo dentro
era come una stoppa mamma
come si manda giù
la vita?



Vera Lúcia de Oliveira
(foto di Claudio Maccherani)


I testi qui proposti fanno parte della raccolta inedita La carne quando è sola.


velucia@tin.it



Sulla poesia di Vera Lúcia de Oliveira vedi anche, sui nn. 3 e11
La poesia di Vera Lúcia de Oliveira
Vera Lúcia de Oliveira, Il denso delle cose
di Alessio Brandolini