FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 6
aprile/giugno 2007

Scorie & Rifiuti

LE NATURE MORTE DI PAOLA VATTOVANI

di Ambra Laurenzi
con un contributo di Maria Campitelli


La natura morta è uno dei generi pittorici più antichi e più rappresentati nel corso dei secoli, pur se con modalità diverse dettate dai vari linguaggi iconografici che nel corso dei tempo si sono succeduti.

Il progetto Nature morte che Paola Vattovani propone non contiene, tuttavia, quei rassicuranti elementi di uso quotidiano e alimentare a cui la pittura, con rare eccezioni, ci ha abituato, ma i rifiuti che produciamo dal nostro vivere quotidiano: resti alimentari, materiale usato o scaduto, contenitori vari, imballaggi, sporcizia domestica e altro. Con lo spirito dell'archeologo che indaga e analizza reperti di civiltà antiche per scoprirne la cultura e i modi di vita, l'autrice ha voluto constatare quale e quanta immondizia produce una persona in una città media occidentale... e noi non sapremo mai a quali conclusioni giungerà l'archeologo del futuro che avrà in sorte di raccontare la nostra storia!

Ogni immagine è contrassegnata dalla data e dall'ora quasi a scandire questa sequenza di produzione rifiuti con rigore scientifico.
La sua ricerca si spinge oltre l'indagine archeologica e trasforma i mucchietti di materiale di scarto in piccole composizioni, nature morte appunto, nel tentativo di traslare il senso di bellezza e di armonia che deriva da questo genere pittorico e che non è mai fine a se stesso.

Non c'è nulla in queste fotografie che non ci sia familiare, eppure quella che viene proposta è una cruda evidenza fotografica che ci inquieta, soprattutto per il palese ossimoro contenuto nella rappresentazione: le accurate composizioni costringono ad una visione più attenta per scoprire che si tratta di rifiuti.

Le straordinarie mele e pere di Cézanne, nature morte per eccellenza, non celebrano la bellezza di prodotti della terra, ma cercano l'essenza di un processo in continua trasformazione e acquistano valore perchè inserite in uno spazio-tempo che le renderà, alla nostra percezione, assolute e quindi eterne.

I processi di trasformazione della natura appaiono essersi allontanati dalla nostra cultura quotidiana, assuefatta a un usa e getta che fa perdere di vista il valore delle cose consumate, ed è su questo valore che l'autrice vuole soffermarsi, costringendoci a una diversa attenzione su tutto ciò che è oggetto di consumo: cosa e quanto consumiamo, cosa e quanto sprechiamo.

In epoca di profitto, ovunque e comunque, oggi questi sembrerebbero interrogativi obsoleti nonostante i continui e allarmati richiami a un consumo responsabile e a una politica del riciclo che potrebbero condurre a un'inversione di tendenza, attraverso un progetto di vita sostenibile dal punto di vista ambientale.

Paola Vattovani è un'autrice che riesce sempre a sorprendere per il suo acuto sguardo sulla contemporaneità, uno sguardo che disorienta e induce ad attente riflessioni.
Guardiamo allora con attenzione le nature morte che ci propone, e che ci chiede di leggere attraverso un cambiamento di segno per qualcosa che diventando bello possa essere anche buono.
Buono per tutti noi e per il nostro futuro.


ambralaurenzi@yahoo.com




Bucce 2



Ciclamini



Carta



PUBLIC ART A TRIESTE
di Maria Campitelli


"Manifesto d'artista" è il primo episodio, in ordine temporale, di un articolato progetto sulla "Public Art" che da giugno ad ottobre di quest'anno invaderà la città di Trieste. Ideato e promosso dal Gruppo 78 - associazione culturale triestina dalla persistente vitalità (è nata nel 1978) attestata con tenacia sull'espressività contemporanea - aspira a raccontare le varie facce della Public Art così come si è configurata negli ultimi decenni. Cioè attraverso una mostra documentativa, con apporti da varie paesi d'Europa, con un Convegno, in cui diverse personalità, di artisti, curatori, architetti, urbanisti, pubblici amministratori si confronteranno sul terreno del rapporto arte-città, con interventi site specific nei gangli vitali di Trieste dove si esprimeranno insediamenti proiettati alla riletture provocatorie e aggiornate dei luoghi.

In questo variegato contesto, nell'ottica di una comunicazione rinnovata, più flessibile e disponibile, "Manifesto d'artista" diviene una vetrina pubblica per gli artisti in cerca di adeguata visibilità nel difficile mondo dell'arte. Una mostra sulla strada, aperta a tutti, nei luoghi d'affissione adibiti di norma a pubblicità commerciale, che si alterna dunque ad essa volendo catturare uno sguardo diverso, quanto meno una curiosità capace di innescare riflessioni, come già da qualche anno succede a Milano, per la mediazione di Careof, e prima ancora è successo a Belfast.

Paola Vattovani partecipa a questo progetto con un'idea originale; il suo manifesto di 300x600cm, riprodurrà, col medium fotografico, 30 giorni di spazzatura. La sua personale spazzatura che, immortalata da un clic e puntualmente registrata con la data quotidiana, spesso raggiunge imprevedibili esiti estetici.

Scelto per la pregnanza di un imprescindibile "quotidiano", il manifesto composto da 30 "nature morte", rivela lo spirito anticonvenzionale dell'autrice, votata, più che alla registrazione del reale, alla ricerca in senso lato, sia all'interno del linguaggio stesso (espressa, in altri casi, con inquadrature, accostamenti, sovrapposizioni, che sfociano in un personale, astratto visionarismo) sia nei significati profondi di cui un'immagine si può rivestire. Il titolo del manifesto è infatti "Nature morte" e contiene una duplice allusione: quella alla storia dell'arte, dove la "natura morta", specie nei due secoli antecedenti al nostro, è un pilastro fondante di tanta pittura, e quella intrinseca al soggetto di queste foto: residui di varia natura, non solo relativi al cibo, che illustrano comunque la conclusione di un ciclo vitale o esistenziale.







Paola Vattovani PAOLA VATTOVANI

Nata a Capodistria nel 1953, vive e lavora a Trieste.
Comincia a fotografare negli anni '80, alla ricerca di un mezzo espressivo che le permettesse di dare forma con le immagini a sensazioni ed emozioni, ma soprattutto le permettesse di indagare le trasformazioni della percezione visiva in relazione al mutare delle emozioni.
Dopo aver partecipato a un workshop con Franco Fontana, prende coscienza dell'importanza dell'uso del colore che diventa strumento linguistico sostanziale della sua ricerca.
Non accontentandosi del "prodotto fisico" che ottiene con processi tradizionali si dedica a sperimentazioni con fotocopiatrici laser come primo passo verso l'elaborazione digitale delle immagini. Nonostante un percorso espressivo non convenzionale, che la avvicina anche ad altre forme di arte figurativa, non rinuncia tuttavia alla visione del mondo esterno che solo lo specifico fotografico può rappresentare.
Ha partecipato a diversi workshop e corsi di fotografia con importanti fotografi presso Musei d'arte moderna e Università.
Partecipa attivamente all'associazione culturale "Photoimago" di Adriano Perini e fa parte del "Gruppo 78", associazione culturale di arte contemporanea di Maria Campitelli.
Dal 1991 espone in mostre personali e collettive.