FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 3
luglio/settembre 2006

Signore Bestie

PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO

Fotografie e testo di Marco Gentili


Il Parco Nazionale D'Abruzzo rappresenta sicuramente il più antico Parco dell'appennino italiano, conosciuto e imitato anche all'estero per la conservazione del patrimonio naturale. Il tutto è reso possibile da un processo di "zonizzazione" dove le attività umane sono sotto stretta sorveglianza da parte dell'ente parco: una sorta di suddivisione del territorio in diverse zone dove l'uomo può svolgere le sue attività in maniera controllata, ordinata appunto per zona, accettando le limitazioni indispensabili per la tutela dell'ambiente naturale.
Vi sopravvivono specie animali nobili e antiche quali il lupo, l'orso bruno marsicano, il camoscio d'abruzzo, divenuti simbolo del parco più famoso d'Italia.


Il lupo (canis lupus): predatore eccellente e indispensabile per la rete alimentare, è stato fin dai tempi antichi cacciato e ridotto ai minimi termini per il pericolo rappresentante per le greggi; dopo la sua tutela come specie protetta la popolazione dei lupi è cresciuta e si è diffusa dapprima in Abruzzo estendendosi poi in tutto l'appennino. Vive in branchi socialmente organizzati dove solo una coppia, quella dominante, si riproduce.

Gli altri componenti aiutano nella crescita dei cuccioli e nella caccia; la strategia di caccia varia secondo le situazioni ambientali e del territorio; il branco infatti estende il suo territorio secondo il numero di partecipanti alla caccia stessa e il numero delle prede disponibili.

 

L'orso (ursus arctos marsicanus): è l'altro carnivoro del parco; per nulla aggressivo in realtà, oltre che di piccoli mammiferi, si nutre per la maggiore di frutti di bosco, bacche, radici, vermi che ama raccogliere dopo aver rovesciato i sassi con abile zampata; è sicuramente un esemplare più piccolo rispetto ai suoi parenti sloveni o nord-americani; a differenza del lupo la sua organizzazione sociale si limita al rapporto mamma-piccolo: il cucciolo viene seguito fino ai primi anni di vita, il maschio invece riveste il ruolo principale nell'accoppiamento, dopo di che abbandona il nucleo familiare.


Camoscio d'abruzzo (rupycapra ornata): simbolo per eccellenza del Parco Nazionale D'Abruzzo il camoscio d'Abruzzo si distingue dalle altre specie per la sua elegante livrea e le corna molto lunghe e arcuate: da qui il nome di "ornata". Anche questa specie è stata messa a dura prova per la sopravvivenza sia dalla caccia che dalla pastorizia, che ovviamente limitavano l'estendersi della popolazione dei camosci.
All'epoca della creazione del parco rimanevano solo poche decine di esemplari proprio nell'anfiteatro della camosciara; appena la specie fu protetta si estese molto e tanti esemplari sono stati introdotti sulle catene montuose di Gran Sasso e Maiella per costituire gruppi autonomi.


 

In realtà moltissime altre specie trovano l'habitat naturale in questi luoghi per la loro sopravvivenza: fra tutti il cervo, che ha costituito buoni gruppi nella Valle del Sangro; anche le aquile sono presenti nidificando in punti strategici praticamente inaccessibili; quasi invisibile la lince è presente in pochissimi esemplari, definita appunto il felino fantasma per la sua rapidità d'azione.
Il Parco Nazionale d'Abruzzo rappresenta quindi, dopo anni di dure lotte sociali e legali, una splendida realtà per la protezione della natura e per lo sviluppo di un turismo sano e consapevole.

 

 

mage707@virgilio.it


(L'uomo e gli animali, narrazione ancestrale, di Ambra Laurenzi)