FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 67
luglio 2024

Primavera

 

PRIMAVERA. MISSIONE COMPIUTA

di Annarita Verzola



(continua dall'inverno...)
Il tempo buono favorisce i preparativi e l’inizio dei lavori. Il signor Armando si trasferisce nella nuova casetta mentre i mobili vengono affidati al restauro e i libri accolti con cura in un luogo caldo e sicuro.
Il cantiere apre e la vecchia villa abbandonata comincia a riprendere vita.

Il signor Armando aveva trascorso buona parte delle sue giornate al cantiere, con il cuore colmo di felicità nel vedere che, con l’arrivo della primavera, i lavori procedevano sempre più velocemente.

Veloci ma precisi, perché il papà di Simone ci tiene che la sua ditta faccia bella figura e la villa ritorni all’antico splendore. Anche i suoi operai lavorano contenti, orgogliosi di partecipare a un progetto che ha coinvolto tutto il paese.

A volte corre al cantiere anche Lucrezia, per far compagnia al signor Armando nelle giornate in cui gli impegni della scuola glielo permettono. È un appuntamento a cui tiene molto, le piace ascoltarlo raccontare del suo passato, dei ricordi legati a quella antica villa immersa nel quieto giardino.



Finalmente i lavori sono conclusi e anche il giardino può ricevere le attenzioni che merita e Armando e Lucrezia già lo vedono bellissimo, nella piena fioritura estiva.

I mobili restaurati vengono riportati alla villa e sistemati nelle stanze secondo le indicazioni di Armando; le camere da letto, la cantina e la cucina saranno come un museo per i visitatori, che potranno vedere con i loro occhi gli oggetti in uso un periodo oramai lontano nel tempo, ma il pezzo forte sarà la biblioteca.

La scrivania di Armando è stata collocata davanti al caminetto e di fronte sono state poste le file di sedie per gli invitati all’inaugurazione. I libri hanno ripreso il loro posto nei ripiani dell’antica libreria di legno intagliato e la fiorista del paese ha voluto rendere ancora più accogliente la stanza con una selezione di piante ornamentali.



Tutto è pronto per l’inaugurazione, i manifesti sono stati affissi in tutto il paese e all’albo del municipio.

Anche il tempo sembra voglia dare il suo contributo, la giornata è tersa e tiepida, non c’è un filo di vento e il rinfresco che i ristoratori del luogo hanno allestito nel giardino sarà sicuramente un successo.

Il sindaco, in piedi dietro la scrivania, accoglie gli invitati e fa aprire le porte e le finestre perché chi non è potuto entrare possa sentire. Quando tutti hanno preso posto, fa solo un brevissimo discorso di introduzione per lasciare la parola ad Armando, sa quanto ci tenga.



“Vorrei ringraziare tutti voi per avere contribuito alla realizzazione di questo sogno, non avrei mai creduto possibile veder rinascere la mia casa, che ora sarà la nostra casa, per tante iniziative interessanti. Però permettetemi di dire che senza la volontà e la tenacia di Lucrezia non saremmo giunti a condividere questo giorno.” Armando si interrompe, ha la voce rotta dall’emozione e preferisce tacere e fare un cenno a una bambina, che si avvicina per porgere a Lucrezia, rossa e imbarazzata dall’elogio, una pila di libri legati da un nastro rosso e accompagnati da una rosa del medesimo colore. Neppure Lucrezia trova la voce per rispondere e si accontenta di abbracciare con la sguardo scintillante di felicità il signor Armando e la sala piena, nella quale ora tutti sono in piedi ad applaudire.

“Ora pensiamo a festeggiare!” interviene il sindaco, per sciogliere la commozione generale. “I ristoratori ci aspettano in giardino con le loro delizie e presto avremo la prima iniziativa da tenere nel nostro nuovo centro culturale. Ho il piacere di annunciarvi che un famoso scrittore ha seguito con interesse la nostra iniziativa, alla quale ha voluto offrire un generoso contributo per il restauro, e ha proposto di tenere qui la presentazione del suo nuovo libro, appena pubblicato.”



Non poteva esserci notizia migliore per dare l’avvio alle attività del centro culturale e tutti si riversano in giardino, accolti dagli invitanti profumi del rinfresco.

Armando rimane per ultimo, vuole dare ancora uno sguardo alla villa risorta dalle sue ceneri, sa che lo aspettano giorni felici in quelle stanze, in mezzo alle cose che ha amato e che ora dividerà con tutti. Con un sospiro di soddisfazione si avvia verso il giardino, al braccio di Lucrezia.

“Che profumini, mia cara!” esclamò il signor Armando, con un sorriso da bambino ghiotto.

“Ha ragione, ma si assicuri di lasciare un posticino per la crème brûlèe, il suo dolce preferito…” bisbiglia Lucrezia, stringendogli il braccio.

Armando lì per lì vorrebbe chiederle come faccia a saperlo, ma con un po’ di immaginazione lo capisce da solo. Benedetto il ricettario di nonna Clotilde… e lui che pensava fosse andato perduto!



Fine


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