FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 66
marzo 2024

Inverno

 

JULIA PIERA, B DE BOSTON

di Sara Commisso



Julia Piera (Madrid, 1970) è una studiosa, traduttrice e poetessa di primo piano della sua generazione. Laureata in economia, ha poi proseguito gli studi con corsi di teoria letteraria e teoria delle immagini presso l’Università di Harvard. Alcune delle sue poesie sono apparse in diverse riviste e pubblicazioni come «El periódico de poesía» o «El signo del gorrión»; inoltre è presente in diverse antologie, in particolare in Panic cure. Poetry from Spain for the 21th Century (Shearsmans Books, 2013), nella quale l’autrice è stata selezionata tra i dieci poeti spagnoli più innovativi del ventunesimo secolo.

Tra le sue opere più recenti ricordiamo: Conversaciones con Mary Shelley (2006), Puerto Rico Digital (2009), con il quale ha vinto il Premio “Villa de Madrid” nel 2010, B de Boston (2019) e Grinda y Mórdomo (2020). In Italia, sue liriche sono precedentemente uscite su «Poeti e poesia» (dicembre 2006) nella traduzione di Matteo Lefèvre.

B de Boston, di cui qui presentiamo una breve silloge, è una raccolta pubblicata nel 2019 e si configura come un libro delicato e allo stesso tempo enigmatico, pieno di domande senza risposte in cui il mistero e la profondità confluiscono in un impianto dal grande equilibrio formale. Vi troviamo la descrizione di una casa circondata da neve, il racconto di un amore espresso attraverso un viaggio nei ricordi, un amore fatto di poesie inviate per posta elettronica, di passioni sconfinate nei piaceri più misteriosi, di mattine d’inverno e di neve sciolta dal sole. Ciascuna poesia, dunque, si carica di un significato e di una musicalità che compendiano in maniera puntuale le immagini espresse dalle parole: i bagliori di luce, il silenzio dell’alba e i respiri affannati, il calore della pelle e il freddo dell’inverno, gli accordi di chitarra e i corvi che tornano allo sciogliersi del ghiaccio. È tutto un alternarsi di occasioni differenti, un percorso fatto di tappe successive e consequenziali: dall’eleganza dei tulipani che emanano note d’amore ai sospiri affannati che portano con sé un violento calore.




POESIE DI JULIA PIERA
da B de Boston
Olifante Ediciones de Poesía, Spagna. 2019



*

Podemos contar la historia a través de los
regalos.

Primero llegó un poema a mi correo
electrónico. Lo escribí para ti, decía en
letras tahoma bold, al final de los versos.
Era un poema de olivos y aceitunas. Por
aquel entonces nevaba todos los días, una
nieve tan densa que entraba en la terraza
cubierta y congelaba la ropa tendida.


*

Possiamo raccontare la storia attraverso i
regali.

Per iniziare ho ricevuto una poesia sulla posta
elettronica. L’ho scritta per te, diceva in
carattere tahoma bold, alla fine dei versi.
Era una poesia di ulivi e di olive. In
quel periodo nevicava tutti i giorni, una
neve così fitta che entrava dalla terrazza
coperta e congelava i panni stesi.


*

Natalie dejaba sus botas negras de hiking
junto a la puerta de entrada. En la cintura
llevaba siempre una tela, colgando, como
una falda. Era tela del Tíbet. Allí aprendió
tibetano y estudiaba la lengua todas las
noches, también mongol y japonés, y traía
fotolibros de la biblioteca Widener que
dejaba abiertos encima de las mesas de
casa. Fotos de alta montaña con personas
de cara quemada, mofletes rellenos y
suaves sonrisas. Tomaba Chai indio muy
especiado. La casa olía a cardamomo y
canela cuando ella hervía la mezcla.


*

Natalie lasciava i suoi stivali neri da hiking
vicino alla porta d’entrata. Alla vita
portava sempre un panno, penzolante, come
una gonna. Era un panno del Tibet. Lì imparò
il tibetano e studiava la lingua tutte le
notti, anche mongolo e giapponese, e prendeva
dei fotolibri dalla biblioteca Widener che
lasciava aperti su tutti i tavoli della
casa. Foto di alta montagna di persone
con il volto bruciato dal sole, guance piene e
teneri sorrisi. Beveva Chai indiano molto
speziato. La casa profumava di cardamomo e
cannella quando bolliva la miscela.


*

El segundo poema llegó cuando se fundía el
hielo.

Se llamaba película muda y en el email
escribió que era nuestro. Nuestro poema.
Trabajaba en él por la mañana temprano,
tras las rejas blancas, antes de que despertara
la isla. Orfeo atraviesa los espejos. Mis
manos en blanco y negro rechazan el abrazo
de Muerte. Ella se enfunda unos guantes de
goma. Juntas bajamos al centro de un plano
en ruinas. Ruinas de columnas jónicas.
Cocteau atraviesa los espejos y predice un
corazón doblado. Nadie mira atrás en este
viaje.


*


La seconda poesia arrivò con lo scioglimento
dei ghiacci.

Si chiamava film muto e nell’email
mi scrisse che era nostra. La nostra poesia.
Ci lavorava la mattina presto,
dietro le sbarre bianche, prima che si svegliasse
l’isola. Orfeo attraversa gli specchi. Le mie
mani in bianco e nero rifiutano l’abbraccio
della Morte. Lei indossa guanti di
gomma. Insieme scendiamo al centro di un pianoro
con rovine. Rovine di colonne ioniche.
Cocteau attraversa gli specchi e prevede
un cuore infranto. Nessuno guarda indietro in
questo viaggio.


*

Natalie y Katja desayunaban fuera, bajo
el sol de invierno. Tomates cortados con
aceite de oliva. Y sus caras se volvían rojas.
Rojo de Egon Schiele. Yo las veía desde
mi ventana. Entraban partículas de luz,
destellos sobre la nieve. Cada mañana de
invierno más partículas de luz.


*

Natalie e Katja facevano colazione all’aperto, sotto
il sole d’inverno. Pomodori a fette con
olio d’oliva. I loro volti si coloravano di rosso.
Rosso di Egon Schiele. Io le guardavo dalla
finestra. Entravano particelle di luce,
bagliori sulla neve. Ogni mattina
d’inverno sempre più particelle di luce.


*

Esa mañana llegó un tercer poema desde
la isla. Hablaba de un número: 536. Un
número de habitación de hotel. Hablaba
de una hora: las cuatro en punto. Boston
Common. Cerca del parque. De pasillos
anchos, enmoquetados con flores de lis, un
ascensor inmenso y dorado. Llegué mojada,
dijo, EN EL POEMA.


*

Quella mattina arrivò una terza poesia
dall’isola. Parlava di un numero: 536. Il
numero di una camera d’albergo. Parlava
di un’ora: le quattro in punto. Boston
Common. Vicino al parco. Ampi
corridoi, moquette con fiori di giglio, un
ascensore immenso e dorato. Arrivai bagnata,
diceva, NELLA POESIA.


*

Y ABRE UN TEXTO:
A María Victoria Atencia

Unos acordes de guitarra clásica, suaves
y preciosos, se escuchan en la cubierta del
transatlántico. Subimos la escalera atraídas
por la música. Las notas huelen a mar,
a viento, a sales. Acariciamos el perfil
de las caracolas, las olivinas que la poeta
consagrada nos entrega en su diminuto
estuche de coral. Refulgen.


*

E APRE UNO SCRITTO:
A María Victoria Atencia

Alcuni accordi di chitarra classica, delicati
e preziosi, si ascoltano sul ponte del
transatlantico. Saliamo le scale attratti
dalla musica. Le note profumano di mare,
di vento, di sale. Accarezziamo il profilo
delle conchiglie, le olivine consegnateci
dalla poetessa consacrata nella sua piccola
custodia di corallo. Brillano.


*

La piel forma ondas. Se dora a medida que
roza la mía, se deforma.

La piel resbala, se estremece. Respira.
Respira desde el fondo de la garganta, grave.
Adulta. Junto a mi oído. Siento su aliento y
el sonido ronco se repite. Siento sus manos
acariciar el interior de mis muslos. Un dedo
avanza. Se mueve, resbala. Levanto la pelvis.

Resbala de arriba abajo. Suspiro. Se retira.
Gira mi cuerpo en un solo gesto.
SEPARA MIS PIERNAS.


*

La pelle forma onde. Si dora quando
sfiora la mia, si deforma.

La pelle scivola, trema. Respira.
Respira dal fondo della gola, affannata.
Adulta. Vicino al mio orecchio. Sento il suo respiro e
Il suono rauco si ripete. Sento le sue mani
sfiorare l’interno delle mie cosce. Un dito
avanza. Si muove, scivola. Sollevo il bacino.

Scivola su e giù. Sospiro. Si ritira.
Gira il mio corpo in un solo gesto.
ALLARGA LE MIE GAMBE.


*

Abre los ojos. Mira hacia la ventana. Luces
de oficinas. Gime. Ya no miro. Siento su
mano entre mis muslos. Un dedo dentro y
cuatro fuera, golpean, rozan la piel. La piel
resbala, el calor violento. Vente, dice. Las
gotas, el dolor INSOPORTABLE DESEADO.


*

Apre gli occhi. Guarda verso la finestra. Luci
di uffici. Geme. Non guardo più. Sento la
sua mano tra le mie cosce. Un dito dentro e
quattro fuori, colpiscono, sfiorano la pelle. La pelle
scivola, un violento calore. Vieni, dice. Le
gocce, il dolore LANCINANTE DESIDERATO.


*

Em se arrapat al coll els tentacles del pop
María Mercé Marçal

Comenzaron a llegar ramos de tulipanes.
Tulipanes naranjas que posaba junto a la ventana
mientras la nieve se derretía. Llamaban
a la puerta de madrugada. Eran mensajeros
vestidos de verde. Natalie amanecía tarde y la
casa olía a sueño. Yo me calzaba unas zapatillas
de piel de oveja y bajaba a abrir.


*

I tentacoli del polipo mi afferrarono il collo
María Mercé Marçal

Cominciarono ad arrivare mazzi di tulipani.
Tulipani arancioni che poggiavo vicino alla finestra
mentre la neve si scioglieva. All’alba
bussavano alla porta. Erano messaggeri
vestiti di verde. Natalie si svegliava tardi e la
casa sapeva di sonno. Io indossavo delle pantofole
di pelle di pecora e scendevo ad aprire.


*

Entre los trozos de hielo de la mañana, los
tulipanes traían notas de amor. Notas escritas
a ordenador, impersonales, notas de
agradecimiento. Al final siempre escribía: te
amo. El mismo día tú me enviaste un ramo
precioso, el ramo de violetas, hortensias y
claveles. Era un ramo gigante y venía completo,
en vasija de cristal. Ocupaba toda la habitación
mínima.

El agua de las flores. Tulipanes
naranjas JUNTO AL RAMO AZUL.


*

Tra i pezzi di ghiaccio della mattina, i
tulipani emanavano note d’amore. Note scritte
al computer, impersonali, note di
ringraziamento. Alla fine scrivevo sempre: ti
amo. Lo stesso giorno tu mi hai mandato un mazzo
stupendo, il mazzo di violette, ortensie e
garofani. Era un mazzo gigante e completo
di vaso di cristallo. Occupava l’intera stanza
minuscola.

L’acqua dei fiori. Tulipani
arancioni ACCANTO AL MAZZO AZZURRO.


Traduzione dallo spagnolo di Sara Commisso


saracom96@hotmail.com