FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 65
novembre 2023

Autunno

 

ACROBATA SENZA RETE
Sull’ultimo libro di Alfonso Brezmes

di Mirta Amanda Barbonetti



Sei anni dopo il suo primo incontro con i lettori italiani, tramite la rivista Fili d’aquilone (n. 45/ marzo 2017) che ospitò lo scritto “Misurare il silenzio: la poesia di Alfonso Brezmes” con cui avevo presentato il poeta spagnolo al pubblico italiano, l’autore si ripresenta ai lettori con il libro La vida en el aire, (Renacimiento, Spagna 2023).
La sua è una ricca carriera: nel 2013 era uscita la prima raccolta La noche tatuada e a oggi sono sette i libri che ha pubblicato, oltre a due antologie: Marginal notes in inglese-spagnolo uscita negli Stati Uniti nel 2020 e Quando non ci sono, Einaudi, 2021, con la mia traduzione dallo spagnolo.

In breve tempo questo poeta ha trovato largo consenso tra il pubblico italiano anche se di se stesso dice: “Non sono un poeta, ma un signore che scrive poesia”. I titoli dei suoi libri, significativi per l’interpretazione delle poesie, fanno da cornice a testi solo in apparenza semplici: sono infatti ricchi di simbolismi, ossimori e risonanze di significato che rifuggono da toni solenni e oscillano sapientemente tra il lirico ed il prosaico.
A confermare la diffusione della sua poesia in Italia e il crescente consenso da parte di nuovi lettori, Brezmes sarà invitato come ospite d’onore al Premio Letterario Internazionale di Poesia “Laudomia Bonanni” all’Aquila nel novembre 2023.

In quest’ultima raccolta, più che nelle precedenti, attenua il suo gioco con il lettore esprimendosi con maggiore sincerità. Gli affetti più veri sono paradossalmente collocati nella precarietà della vita. I due acrobati in copertina, sul punto di abbracciarsi ed al tempo stesso in pieno rischio di morte esprimono questo equilibrio in bilico.
Brezmes è anche artista visuale e fotografo e quindi anche in questo libro riconosce alla fotografia la caratteristica di catturare un attimo per mantenerlo vivo in eterno: “l’eternità dura un secondo, / quel che basta per essere in una foto / che altri un giorno guarderanno.” (Interminabile) e affida al surrealismo della pittura di Leonora Carrington esprimere gli aspetti più onirici del suo mondo. (L’arte di fluttuare).

Nella raccolta, il frequente uso del verso novenario accentua il senso d’incertezza. L’autore ci trasmette tematiche abituali senza ripetersi perché per lui l’importante è che il flusso poetico arrivi custodendo il messaggio come è ben raffigurato dalla stilizzata farfalla, disegnata nel colophon dallo stesso Brezmes:

      Si has llegado hasta aquí
      no fue por mis poemas:
      dos alas te trajeron
      sin que te dieras cuenta.
      del principio hasta el fin.

      Se sei arrivato fin qui
      non è per le mie poesie:
      due ali ti hanno condotto
      senza che tu te ne rendessi conto
      dall’inizio alla fine.

Sta al lettore svelare i misteri nascosti nella profondità delle parole: “Dietro ogni parola ne vive un’altra / che risveglia le cose con il suo nome (…)” (La parola segreta). La raccolta si struttura in tre sezioni: “Dono di leggerezza”, “La mia voce lontana”, “La vita nell’aria” che si intrecciano tra loro in una coesione semantica e stilistica: “fluttuare nell’aria” diventa lo spazio vitale del poeta, anima depositaria di passato e la vita che si dissipa nella levità dell’aria (“La vidi passare / tra due lampeggi del faro. // Era la vita, / come dire tutto ciò / che non si vede”, da Visione) diventa la condizione entro la quale il poeta gioca con le sue contraddizioni esistenziali: “Abbiamo poche ore davanti, / non sappiamo quante ed è bello /che sia così: non lasciare che la pioggia / offuschi con il suo pianto la verità.” (Un nuovo finale per Blade Runner).

Brezmes utilizza le contraddizioni per spiegarsi il mondo, e soprattutto per spiegare se stesso, “Io sono, anche se non so dirmi / e questa è la mia quieta consolazione” e rispondere con elegante fermezza alle critiche rivolte alla sua poesia “ Dicono che le mie poesie sono corte, / ma io so che non lo sono: / hanno la perfetta misura / perché in esse ci stia un corpo.” (La misura perfetta).

Fedele al suo stile, non ricerca sé stesso affermandosi ma negandosi: “tutto quello che cancello parla di me / quello che dico mi contraddice”. Si cerca quando non c’è: “Imparo dalla mia assenza, / da quando non ci sono, / come canta l’uccello / per pura dimenticanza di se stesso.” (Lezione di canto).

La vita in continua oscillazione fa paura ma esercita un fascino ineluttabile su di lui:“Toda mi vida la he vivido / como un acróbata sin red” (Ho vissuto tutta la mia vita / come un acrobata senza rete”, in La vida en el aire).
Brezmes usa spesso la polisemia: qui la rete ha il duplice significato di rete interiore e di rete di lettori ai quali i testi si rivolgono.
Anche in questo libro, ma con un legame più forte con l’autore, l’ultima destinataria delle dedicatorie è la Morte: “Y por último, el poema que dejé sin escribir es para la Muerte, que me estará leyendo” (E per finire, il poema che ho lasciato incompleto, è per la Morte che mi starà leggendo).

La poesia per lui è lo strumento essenziale a cogliere il disfarsi della vita: “Dovremmo ricominciare a scrivere/ e puntellare di nuovo il mondo/ prima che tutti si sveglino”; al lettore il monito che fragilità e caducità nel mondo non sono fattori negativi e dannosi ma necessari per accrescere il godimento: “se la bellezza risplende è per la sua assenza/, proprio come le stelle che nella notte/ nascono e ardono, esplodono e svaniscono/ Solo per il tempo in cui noi si possa contemplarle.” (Il mondo al contrario).




POESIE DI ALFONSO BREZMES
da La vida en el aire
Renacimiento, Spagna, 2023


LA PALABRA SECRETA

Detrás de toda palabra habita otra
que despierta las cosas con su nombre:
es como esa llave maestra
que permite entrar en todos los cuartos
de una pensión donde se citan,
ciegos y sordos, los amantes.

Quien encuentra esa palabra
puede entrar en cualquier cuarto,
robar todas las cosas,
vivir otras vidas,
compadecer a todos los amantes.
puede verse morir.


LA PAROLA SEGRETA

Dietro ogni parola, ne vive un’altra
che risveglia le cose con il suo nome:
è come quel passepartout
che permette di entrare in tutte le stanze
di una pensione dove si danno appuntamento,
ciechi e sordi, gli amanti.

Chi trova questa parola
può entrare in qualsiasi camera,
rubare ogni cosa,
vivere altre vite,
compatire tutti gli amanti.
può vedersi morire.


PUNTOS DE VISTA

El poeta –me dices–
es un alma cargada de pasado.

El poema –te respondo–
es ese lugar del futuro
que yo elegí para que vivas tú.


PUNTI DI VISTA

Il poeta – mi dici –
è un’anima carica di passato.

La poesia – ti rispondo–
è quel luogo del futuro
che io ho scelto perché tu viva.


EL ARTE DE FLOTAR

Creímos que flotar era sinónimo
de volar por el aire como un pájaro,
hasta que un día descubrimos
que solo consistía en no caerse,
dejarlo todo intacto,
rompiendo apenas el silencio
para no despertar a los que duermen.

Así vivimos, lentos personajes
que flotan en un cuadro de Leonora.

Como pesadas gotas de mercurio
que al tocarse conforman
una gota, que logra alzarse
por un pequeño tubo de cristal
para medir la fiebre, y a la vez
los sueños más secretos de los hombres.


L’ARTE DI FLUTTUARE

Credemmo che fluttuare fosse sinonimo
di volare nell’aria come un uccello,
finché un giorno non scoprimmo
che consisteva solo nel non cadere,
lasciare tutto intatto,
rompendo a malapena il silenzio
per non svegliare quelli che dormono.

Così viviamo, lenti personaggi
che fluttuano in un quadro di Leonora.

Come pesanti gocce di mercurio
che toccandosi formano
un’unica goccia, in grado di sollevarsi
attraverso un tubicino di cristallo
per misurare la febbre, e nel contempo,
i sogni più segreti degli uomini.


POEMA DE LOS BORDES

Ya lo dijeron los profetas:
tan solo seréis dioses en los bordes.

Por eso nos dan miedo: por su filo;
por eso nos atraen: porque allí duermen
sobre el pretil de un puente nuestros sueños.

Porque en los límites logramos
dejar de ser nosotros y empezar
a vislumbrar al otro,
donde termina y donde empieza
un cuerpo es en la piel.


POESIA DEI BORDI

Già lo dissero i profeti:
Sarete dèi solo nei margini.

Ecco perché ci fanno paura: per il loro filo;
ecco perché ci attraggono: perché lì dormono
i nostri sogni sul parapetto di un ponte.

Perché è nei bordi che riusciamo
a smettere di essere noi stessi e iniziare
a intravedere l’altro,
dove finisce e dove inizia
un corpo è nella pelle.


EL SUEÑO DE LA RAZÓN
Los sueños de la razón engendran monstruos.
Francisco de Goya

Si me buscas, grita mi nombre
como si fuera un sordo que dibuja
y en su mágico mundo no oyera más que el viento
que ahuyenta las palabras que no riman.

Y si el día nos confunde, duérmete
bajo la débil luz de las pantallas
por donde el universo se cuela en cada cuarto,
y sueña, suéñame hasta que me veas
volar a ti como un murciélago.

Y será la noche al fin,
ese lugar seguro en donde todos
somos monstruos para otro,
y aquí no temerás quedarte,
sabiendo que lo oscuro no es terrible,
sino tan solo el cuadro que alguien pinta
porque ha perdido la razón
para poder traerte hasta su lado.


IL SONNO DELLA RAGIONE
Il sonno della ragione genera mostri.
Francisco de Goya.

Se mi cerchi, grida il mio nome
come se fosse un sordo che sta disegnando
e che nel suo magico mondo non sentisse altro che il vento
e che scacciasse le parole che non rimano.

E se il giorno ci confonde, addormentati
sotto la flebile luce degli schermi
attraverso cui l’universo filtra in ogni camera,
e sogna, sognami fino a quando mi vedrai
volare verso di te come un pipistrello.

E sarà infine la notte,
quel luogo sicuro in cui tutti
siamo mostri per l’altro,
e qui non avrai paura di restare,
sapendo che l’oscuro non è terribile,
ma solo il quadro che qualcuno dipinge
perché ha perso la ragione
per poterti condurre al suo lato.


LECCIÓN DE CANTO

Aprendo de mi ausencia,
de cuando ya no estoy,
igual que el pájaro canta
por puro olvido de sí.

Así las cosas, ya sin prisa
porque a nadie espera,
el que fui se va callando.

Y de esta guisa, apenas cuerpo
liberado de su sombra,
aparto el futuro a mi paso,
voy de ausencia a mí.


LEZIONE DI CANTO

Apprendo della mia assenza,
quando ormai non ci sono più,
come l’uccello che canta
per pura dimenticanza di sé.

Così le cose, ormai senza fretta
perché non aspetta nessuno,
quello che io fui, se ne va in silenzio.

E in questo modo, corpo appena
liberato dalla sua ombra,
allontano il futuro al mio passo,
da me alla mia assenza.


INACABABLE

Esta tarde que aún no acaba
es un haiku que luego escribiré,
cuando no estés aquí ya, y la noche
decida revelarme lo que sabe.

La eternidad dura un segundo:
lo justo para estar en una foto
que otros mirarán un día.

Así que, si esta tarde no termina,
es porque todavía
es siempre en el poema,
y ahora es toda su verdad.


INTERMINABILE

Questo pomeriggio che ancora non termina,
è un haiku che più tardi scriverò,
quando tu non sia più qui, e la notte
si decida di rivelarmi quanto sa.

L’eternità dura un secondo:
quanto basta per stare in una foto
che gli altri un giorno guarderanno.

Cosicché, se questo pomeriggio non finisce,
è perché tuttavia
sta sempre nella poesia
e ora è tutta la sua verità.


LA MEDIDA PERFECTA

Dicen que son cortos mis poemas,
pero yo sé que no lo son:
tienen la medida perfecta
para que en ellos quepa un cuerpo.


LA MISURA PERFETTA

Dicono che le mie poesie sono corte,
ma io so che non lo sono:
hanno la misura perfetta
perché in esse ci stia un corpo.


TEMPO MUERTO

Es tuyo,
definitivamente es tuyo
todo este tiempo que creía mío,
hasta que decidas venir
para darle cuerda al reloj
en el que me trago las horas.

Como el cuco que sueña con el cielo
desde su cárcel de madera
y no tiene a quién cantarlo.


TEMPO MORTO

È tuo,
è definitivamente tuo
tutto questo tempo che io credevo mio,
fino a quando tu deciderai di venire
a ricaricare l’orologio
in cui inghiotto le ore.

Come il cuculo che sogna col cielo
dalla sua prigione di legno
e non ha nessuno a chi cantarlo.


VISIÓN

La vi pasar
entre dos parpadeos
del faro.

Era la vida,
es decir todo
lo que no puede verse.


VISIONE

La vidi passare
tra due bagliori
del faro.

Era la vita,
come dire tutto
ciò che non si può vedere.


DAME LA MANO

Porque tuvimos alas
y el instinto aún nos empuja.
Por el capricho de caer
y no hallar fondo, sino cielo.
Por el misterio de saberse
por un segundo invulnerables.
Por el placer de la conquista.
Por la liberación de la renuncia.
Por la codicia del que anhela.

Dame la mano, amor,
para cruzar al otro lado
aunque no parezca a este.

Aunque sea este.


DAMMI LA MANO

Perché abbiamo avuto ali
e l’istinto ancora ci spinge.
Per il capriccio di cadere
e non trovare il fondo, ma il cielo.
Per il mistero di sapersi
per un secondo invulnerabili.
Per il piacere della conquista.
Per la liberazione della rinuncia.
Per l’avidità di colui che brama.

Dammi la mano, amore,
per passare dall’altra parte
anche se è simile a questa.

Anche se è questa.


LA VIDA EN EL AIRE

I would like to thank you for your great kindness,
but never try to lift the words which I cannot hold.

EMILY DICKINSON

Nunca intenté alzar palabras
que luego no pudiera sostener,
y, sin embargo, ellas me alzaron
a mí en el aire, sin estar seguras
de qué podrían mantenerme.

Toda mi vida la he vivido
como un acróbata sin red
o un deshollinador ciego
que escribe entre las nubes,
sabiendo que podía resbalar
de una cuerda a otra cuerda,
de un tejado a otro tejado,
de una palabra a otra palabra,
de un silencio a otro silencio.
Y, pese a todo, aún escribo
con la prudencia de quien teme
errar los nombres de las cosas.

¿Pues quién diría que es justo el amor
tan sólo porque es ciego?


LA VITA NELL’ARIA

I would like to thank you for your great kindness,
but never try to lift the words which I cannot hold.

EMILY DICKINSON

Mai ho tentato di sollevare parole
che poi non potessi sostenere
e, tuttavia, loro mi sollevarono
nell’aria, senza essere sicure
di potermi trattenere.
Ho vissuto tutta la mia vita
come un acrobata senza rete

o uno spazzacamino cieco
che scrive tra le nuvole,
sapendo che potrebbe scivolare
da una corda ad un’altra corda,
da un tetto a un altro tetto,
da una parola a un’altra parola,
da un silenzio a un altro silenzio.
E, nonostante ciò, ancora scrivo
con l’esitazione di chi teme
di sbagliare i nomi delle cose.

Perché, chi direbbe che è giusto l’amore
soltanto perché è cieco?


Traduzione dallo spagnolo di Mirta Amanda Barbonetti




Alfonso Brezmes
poeta, fotografo e artista visivo è nato nel 1966 a Madrid, dove vive.
Ha pubblicato i libri di poesia: La noche tatuada (2013), Don de lenguas (2015), Ultramor (2017), Vicios ocultos (2019), Sed (2020), Es tiempo (2022) e La vida en el aire (2023).
La sua poesia è stata raccolta nelle antologie bilingue Marginal Notes (Stati Uniti, 2019) e Quando non ci sono (Einaudi, 2021 – a cura di Mirta Amanda Barbonetti).
Suoi testi sono stati pubblicati in antologie e riviste.


mirta_barbonetti@yahoo.it