Una caduta con stile
È strano come alle volte un termine straniero indichi qualcosa che, nella traduzione letterale nella nostra lingua, poco sembra avere a che fare con la cosa stessa. Mi spiego meglio: la parola autunno negli Stati Uniti è tradotta con il termine fall che però ha anche il significato di caduta. In Gran Bretagna, invece, è il vocabolo autumn a indicare la stagione in questione ed è quella la parola che a scuola abbiamo conosciuto come termine corrente.
Quando Aphrodite’s Child, gruppo musicale greco, nel 1969 pubblicò il singolo Spring, Summer, Winter and Fall mi incuriosì parecchio quella caduta sinonimo della malinconica stagione.
A pensarci bene non era però così strano: il verbo to spring è anche sinonimo di crescere, spuntare, sorgere, perché allora la stagione dello spogliarsi delle piante non doveva dare per definizione un’immagine precisa, diretta, di ciò che accade in quei tre mesi?
Questa introduzione per parlare di Demis Roussos (voce e basso), Vangelis Papathanassiou (tastiere) e Loukas Sideras (batteria) ovvero Aphrodite’s Child, gruppo musicale che conobbe il grande successo internazionale nel periodo che va dalla seconda metà degli anni sessanta ai primi settanta.
Roussos, splendida voce con una timbrica dai toni alti, un falsetto mai troppo esasperato e un vibrato naturale, costituisce l’immediato segno di riconoscimento della band greca insieme al suono dell’organo Hammond suonato da Papathanassiou con una tecnica che richiama quella utilizzata per gli organi a canne e che pochi musicisti pop erano in grado di utilizzare in quel periodo.
Il primo grande successo commerciale nasce dall’idea del produttore della Mercury Records di adattare un brano classico del Seicento. La canzone, dal titolo Rain And Tears, godrà di un successo internazionale che porterà il trio ai vertici delle classifiche di vendita in tutta Europa.
Altre hit segneranno il percorso dei tre musicisti: End Of The World, It’s Five O’Clock, e il brano da cui ho preso spunto per questa rubrica.
Aphrodite’s Child si separarono nel 1972 dopo una produzione di tre soli album registrati in studio, l’ultimo dei quali, 666 (un doppio 33 giri), segna quella svolta voluta da Papathanassiou – da sempre autore di tutte le musiche del gruppo – il quale, stanco di creare motivi orecchiabili da hit parade, produce un lavoro pieno di richiami esoterici, con brani vicini alla psichedelia e a quella che alcuni anni dopo verrà definita world music.
È questo il trampolino di lancio di Papathanassiou - conosciuto in seguito col solo nome di Vangelis - verso l’esplorazione dell’uso dell’elettronica che caratterizzerà una parte della sua produzione. Il musicista comporrà diverse colonne sonore per film di grande successo: Antarctica, Blade Runner, Missing, The Bounty, solo per citarne alcuni arrivando ad aggiudicarsi l’Oscar per lo score del film Chariots Of Fire (Momenti di Gloria).
Tra Vangelis e Roussos, che dopo lo scioglimento del gruppo inizia una proficua carriera da solista, coronata da un successo internazionale, seguiranno collaborazioni tra cui la succitata Blade Runner.
Loukas Sideras continuerà nell’orbita musicale pubblicando un paio di album senza però ritrovare il successo conosciuto con Aphrodite’s Child. Rimane comunque nel mondo della musica come produttore e autore di jingle pubblicitari e colonne sonore per documentari.
In chiusura vorrei segnalare una piccola curiosità che sottolinea come nella carriera artistica di Vangelis Pioggia E Lacrime si incontrino di nuovo: il testo di Rain And Tears dice:
Pioggia e lacrime sembrano uguali: al sole devi stare al gioco, d’inverno puoi far finta che siano la stessa cosa
Il replicante Roy Batty, nel film Blade Runner, al termine del famoso monologo, un istante prima di terminare il suo ciclo vitale recita:
Tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire
cardstefano@libero.it
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